Sogni di una notte senza sogni. Ali Cherri al Frac Bretagne
Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti
Vincitore del Leone d’Argento della Biennale d’Arte di Venezia 2022, attualmente in mostra a Parigi all’l’Istituto Giacometti di Parigi, Ali Cherri presenta al Frac Bretagne l’esposizione Le Songe d’une nuit sans rêve (Sogno di una notte senza sogno) dal 10 febbraio al 19 maggio 2024.
Rennes è la seconda tappa dell’esposizione che è stata presentata alla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dall’8 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024. La mostra è accompagnata da un catalogo monografico edito da Lenz Press e prodotto dalla galleria parigina Imane Farès.
Sinergia Italia Francia
La mostra è la più ampia presentazione, sino ad oggi realizzata, della pratica multimediale di Ali Cherri, che comprende film, installazioni video, disegni e sculture. A cura di Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, rispettivamente direttore artistico e curatore della Fondazione In Between Art Film, Dreams of a Dreamless night (il titolo originario della mostra) è il primo progetto espositivo realizzato nell’ambito di Unison, una nuova iniziativa biennale promossa da Fondazione In Between Art Film per commissionare e produrre mostre dedicate ad artisti attivi nel campo delle immagini in movimento in collaborazione con istituzioni pubbliche italiane e internazionali.
Le cicatrici dei conflitti
Songe d’une nuit sans rêve è la prima mostra personale di Ali Cherri, artista libanese residente a Parigi, in un’istituzione francese. Questa mostra parla di guerra, ma non espone il pubblico a immagini di violenza. L’artista osserva i segni che un conflitto, che una storia lascia su un paesaggio, le tracce che infligge nella memoria delle persone, come occupa sogni e incubi.
Ali Cherri cerca di trascendere questa realtà concentrandosi sulla natura che, come una presenza rassicurante e immutabile, offre risorse per sostenere un’immaginazione emancipatrice. Perché in queste sculture e nel film la realtà è superata dalla finzione, come un invito a osare la possibilità di immaginare un altro mondo.
La messa in scena delle opere
Il percorso ideato per Rennes è inverso a quello realizzato a Bergamo. Al Frac, Ali Cherri immagina che il pubblico cammini attraverso la mostra verso il film e paragona questo movimento a quello di una telecamera che esegue una carrellata. La dimensione cinematografica è molto presente, e si unisce alla presentazione molto teatrale delle sculture.
Così, il grande sipario dipinto che accoglie il pubblico nell’atrio d’ingresso ricorda le quinte dei palcoscenici degli spettacoli dal vivo. Ali Cherri, infatti, è interessato a ciò che ci permette di creare storie, personaggi e questo implica elementi di messa in scena.
La fragilità delle ideologie del potere
Utilizzando artefatti, oggetti, simboli o storie, Ali Cherri ricostruisce un universo unico. Attraversando passato e presente, dimensione personale e universale, compone dimensioni immaginarie e ricrea storie che noi siamo, a nostra volta, liberi di interpretare.
La mostra presenta una nuova opera video intitolata The Watchman (2023) nonché una serie di sculture e disegni originali, prodotti appositamente per la mostra, che si riferiscono agli elementi simbolici e ai personaggi del film, nonché al paesaggio geografico e culturale di Cipro.
The Watchman
Girato a Louroujina, un piccolo villaggio nella non riconosciuta Repubblica turca di Cipro del Nord, il film è incentrato sulla figura di un soldato che sorveglia il confine meridionale con la Repubblica riconosciuta di Cipro sotto il dominio greco-cipriota. Durante le sue lunghe e noiose guardie, le colline abitate dal “nemico” diventano teatro delle fantasie e dei sogni a occhi aperti del soldato.
The Watchman continua l’indagine critica di Ali Cherri sulla politica dei confini, sulle geografie della violenza, sulla costruzione della nazione e sul potenziale radicale dell’immaginazione. L’artista discute anche i legami storici della migrazione tra Cipro e Libano, così come quelli tra Nicosia, la capitale divisa di Cipro, e Beirut, la città natale dell’artista, anch’essa divisa durante la guerra civile libanese.
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Sogni di una notte senza sogni. Ali Cherri al Frac Bretagne
Tempo stimato per la lettura: 10 minuti
Vincitore del Leone d’Argento della Biennale d’Arte di Venezia 2022, attualmente in mostra a Parigi all’l’Istituto Giacometti di Parigi, Ali Cherri presenta al Frac Bretagne l’esposizione Le Songe d’une nuit sans rêve (Sogno di una notte senza sogno) dal 10 febbraio al 19 maggio 2024.
Rennes è la seconda tappa dell’esposizione che è stata presentata alla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo dall’8 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024. La mostra è accompagnata da un catalogo monografico edito da Lenz Press e prodotto dalla galleria parigina Imane Farès.
Sinergia Italia Francia
La mostra è la più ampia presentazione, sino ad oggi realizzata, della pratica multimediale di Ali Cherri, che comprende film, installazioni video, disegni e sculture. A cura di Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, rispettivamente direttore artistico e curatore della Fondazione In Between Art Film, Dreams of a Dreamless night (il titolo originario della mostra) è il primo progetto espositivo realizzato nell’ambito di Unison, una nuova iniziativa biennale promossa da Fondazione In Between Art Film per commissionare e produrre mostre dedicate ad artisti attivi nel campo delle immagini in movimento in collaborazione con istituzioni pubbliche italiane e internazionali.
Le cicatrici dei conflitti
Songe d’une nuit sans rêve è la prima mostra personale di Ali Cherri, artista libanese residente a Parigi, in un’istituzione francese. Questa mostra parla di guerra, ma non espone il pubblico a immagini di violenza. L’artista osserva i segni che un conflitto, che una storia lascia su un paesaggio, le tracce che infligge nella memoria delle persone, come occupa sogni e incubi.
Ali Cherri cerca di trascendere questa realtà concentrandosi sulla natura che, come una presenza rassicurante e immutabile, offre risorse per sostenere un’immaginazione emancipatrice. Perché in queste sculture e nel film la realtà è superata dalla finzione, come un invito a osare la possibilità di immaginare un altro mondo.
La messa in scena delle opere
Il percorso ideato per Rennes è inverso a quello realizzato a Bergamo. Al Frac, Ali Cherri immagina che il pubblico cammini attraverso la mostra verso il film e paragona questo movimento a quello di una telecamera che esegue una carrellata. La dimensione cinematografica è molto presente, e si unisce alla presentazione molto teatrale delle sculture.
Così, il grande sipario dipinto che accoglie il pubblico nell’atrio d’ingresso ricorda le quinte dei palcoscenici degli spettacoli dal vivo. Ali Cherri, infatti, è interessato a ciò che ci permette di creare storie, personaggi e questo implica elementi di messa in scena.
La fragilità delle ideologie del potere
Utilizzando artefatti, oggetti, simboli o storie, Ali Cherri ricostruisce un universo unico. Attraversando passato e presente, dimensione personale e universale, compone dimensioni immaginarie e ricrea storie che noi siamo, a nostra volta, liberi di interpretare.
La mostra presenta una nuova opera video intitolata The Watchman (2023) nonché una serie di sculture e disegni originali, prodotti appositamente per la mostra, che si riferiscono agli elementi simbolici e ai personaggi del film, nonché al paesaggio geografico e culturale di Cipro.
The Watchman
Girato a Louroujina, un piccolo villaggio nella non riconosciuta Repubblica turca di Cipro del Nord, il film è incentrato sulla figura di un soldato che sorveglia il confine meridionale con la Repubblica riconosciuta di Cipro sotto il dominio greco-cipriota. Durante le sue lunghe e noiose guardie, le colline abitate dal “nemico” diventano teatro delle fantasie e dei sogni a occhi aperti del soldato.
The Watchman continua l’indagine critica di Ali Cherri sulla politica dei confini, sulle geografie della violenza, sulla costruzione della nazione e sul potenziale radicale dell’immaginazione. L’artista discute anche i legami storici della migrazione tra Cipro e Libano, così come quelli tra Nicosia, la capitale divisa di Cipro, e Beirut, la città natale dell’artista, anch’essa divisa durante la guerra civile libanese.
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