Una non-storia delle piante, tra scienza e arte

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 26 Ottobre 2024

Tempo stimato per la lettura: 1,9 minuti

La “rentrée” della Maison Européenne de la Photographie – MEP è bucolica. Science/Fiction-Une non-histoire des Plantes, è la nuova mostra che, dal 16 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025. propone di ripercorrere una storia visiva delle piante che collega arte, tecnologia e scienza dal XIX secolo ai giorni nostri.

Iniziata nel 2020, l’esposizione riunisce più di 40 artisti di epoche e nazionalità diverse, questa mostra mette a confronto opere fotografiche storiche come i cianotipi di Anna Atkins, l’inventario delle forme vegetali di Karl Blossfeldt o gli esperimenti al microscopio di Laure Albin Guillot con creazioni di artisti contemporanei come Jochen Lempert, Pierre Joseph, Angelica Mesiti, Agnieszka Polska e Sam Falls.

Il mondo vegetale: una minaccia?

Concepita in sei capitoli, questa mostra mutua la sua costruzione dal romanzo di fantascienza: partendo dall’idea di un mondo stabile e identificabile, si immerge gradualmente in paesaggi incerti e inaspettati. I primi due capitoli intitolati rispettivamente “L’azione delle piante” e “Simbiosi & contaminazione” sono dedicati ai cosiddetti approcci oggettivi, legati alla scienza. Gli altri quattro capitoli, intitolati “Oltre la realtà”, “Le piante ci osservano”, “Piante e finzioni politiche” e “Fiction speculative” affrontano le connessioni tra scienza e fantascienza, due campi che hanno fatto della flora un campo di sperimentazione.

La relazione tra i due mondi

Metafora di una natura conquistatrice, ma anche dell’alieno e dell’alienazione, le piante nella letteratura fantascientifica sono state spesso l’espressione di ciò che può creare un legame tra interno ed esterno.

Andando oltre le divisioni normative tra finzione e realtà, scienza e arte, gli artisti presenti in questa mostra si liberano da categorie fisse per catturare la complessità della vita delle piante e le nostre relazioni con gli esseri vegetali.

Fotografia e videografia con le piante

Questa mostra è l’occasione per approfondire il cuore del rapporto privilegiato tra fotografia e videografia con le piante, due tecniche di cattura delle immagini il cui utilizzo primario è stato messo al servizio della ricerca scientifica. Paradossalmente, interponendosi tra noi e il mondo naturale, questi processi fotografici e cinematografici, invece di creare distanza, hanno evidenziato la soggettività, l’intelligenza e le capacità espressive delle piante, alleviando la nostra “miopia antropocentrica”.

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Tempo stimato per la lettura: 6 minuti

La “rentrée” della Maison Européenne de la Photographie – MEP è bucolica. Science/Fiction-Une non-histoire des Plantes, è la nuova mostra che, dal 16 ottobre 2024 al 19 gennaio 2025. propone di ripercorrere una storia visiva delle piante che collega arte, tecnologia e scienza dal XIX secolo ai giorni nostri.

Iniziata nel 2020, l’esposizione riunisce più di 40 artisti di epoche e nazionalità diverse, questa mostra mette a confronto opere fotografiche storiche come i cianotipi di Anna Atkins, l’inventario delle forme vegetali di Karl Blossfeldt o gli esperimenti al microscopio di Laure Albin Guillot con creazioni di artisti contemporanei come Jochen Lempert, Pierre Joseph, Angelica Mesiti, Agnieszka Polska e Sam Falls.

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Concepita in sei capitoli, questa mostra mutua la sua costruzione dal romanzo di fantascienza: partendo dall’idea di un mondo stabile e identificabile, si immerge gradualmente in paesaggi incerti e inaspettati. I primi due capitoli intitolati rispettivamente “L’azione delle piante” e “Simbiosi & contaminazione” sono dedicati ai cosiddetti approcci oggettivi, legati alla scienza. Gli altri quattro capitoli, intitolati “Oltre la realtà”, “Le piante ci osservano”, “Piante e finzioni politiche” e “Fiction speculative” affrontano le connessioni tra scienza e fantascienza, due campi che hanno fatto della flora un campo di sperimentazione.

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Fotografia e videografia con le piante

Questa mostra è l’occasione per approfondire il cuore del rapporto privilegiato tra fotografia e videografia con le piante, due tecniche di cattura delle immagini il cui utilizzo primario è stato messo al servizio della ricerca scientifica. Paradossalmente, interponendosi tra noi e il mondo naturale, questi processi fotografici e cinematografici, invece di creare distanza, hanno evidenziato la soggettività, l’intelligenza e le capacità espressive delle piante, alleviando la nostra “miopia antropocentrica”.

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