Trieste rende omaggio a Raffaella Carrà
Tempo stimato per la lettura: 4,2 minuti
Erano gli albori della televisione a colori, quando, nel 1978, Raffaella Carrà cantava Tanti Auguri celebre per tutti, e particolarmente per i triestini: “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!”
A ricordare il legame con la città giuliana, la mostra Come è bello da Trieste in giù, che gratuitamente, dal 30 novembre 2024 al 16 febbraio 2025, è allestita nella Sala Sbisà del Magazzino 26 in Porto Vecchio.
L’esposizione, organizzata dal Comune di Trieste e realizzata da Prandicom – IES Trieste Lifestyle, presenta 35 abiti di scena indossati da Raffaella Carrà e provenienti dell’Archivio Privato Giovanni Gioia e Vincenzo Mola (Collezioni Carrà). Il tutto accompagnato da alcuni dei video più iconici del suo periodo in RAI selezionati da Massimiliano Canè, autore televisivo, che ha donato inoltre alla mostra due abiti della sua collezione privata.
Protagonista della storia della televisione italiana
«Con questa iniziativa rendiamo omaggio a una donna e grande artista che, a suo modo, è stata anche, come si direbbe oggi, un’influencer, ma un’influencer che ha saputo costruire e mantenere una carriera ad altissimi livelli per cinquant’anni, facendo la storia della televisione italiana», ha dichiarato l’assessore comunale alle Politiche della Cultura e del Turismo Giorgio Rossi. «Gli abiti esposti – ha proseguito Giorgio Rossi -sono stati realizzati con grandissima maestria, ogni capo è un capolavoro di sartoria, ricordiamo che il made in Italy rappresenta ancora oggi un punto di riferimento nel mondo in termini di qualità e creatività.»
Un’icona della moda e dello spettacolo
Gli abiti di scena di Raffaella Carrà rivivono in un percorso espositivo – per la prima volta presentato nel Nordest – caleidoscopico e scintillante, come è stata la carriera della “Raffa” nazionale, star indiscussa: un’icona dello spettacolo e della moda fra le più note e amate, da Trieste in giù, a tutto il pianeta. Attraverso questi costumi, viene si ricostruiscono oltre 30 anni di storia dello spettacolo, della TV e della società italiana. Dal tour di “Forte, forte, forte” del 1976 e dallo show del 1978 “Ma che sera” di cui è rimasto nell’immaginario collettivo italiano il ritornello della sigla d’inizio, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!”, fino a “Carràmba! che fortuna” del 2008:
Una macchina del tempo glamour
Collezioni Carrà ha estratto dal suo archivio una sequenza di abiti che ci proiettano nei programmi-cult della Tv italiana, e non solo: attraverso tournée e produzioni cinematografiche che hanno visto protagonista Raffaella Carrà in Italia e all’estero.
Un’esposizione trasporta il visitatore, come una macchina del tempo glamour sfavillante, attraverso 32 anni di televisione, di spettacolo, di evoluzione sociale e del costume, sulle ali di uno dei personaggi più iconici e amati.
Una collezione unica nel suo genere
A Trieste è esposta una collezione davvero d’eccezione, tra strass, paillettes, chiffon, pietre Swarovski, luccichii, tessuti preziosi, tagli originali, sempre personali, di alta sartoria. Taglie dalla 38 alla 42, vestiti che pesano anche dieci chili, abiti disegnati da note griffe dello spettacolo come Gabriele Mayer e la sua sartoria artistica (dalla quale sono usciti anche molti abiti di Renato Zero e Lorella Cuccarini o i costumi di film come Marie Antoinette di Sofia Coppola).
Un patrimonio culturale e artistico
A firmare gli abiti sono anche molti altri professionisti del mondo dello spettacolo, come Corrado Colabucci e Luca Sabatelli: vestiti che rappresentano un patrimonio culturale e artistico, dai quali si sprigiona ai visitatori lo stile del personaggio Carrà nel suo l’impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia. Abiti di lustrini, costumi da sera e tute ma anche giacche, motivi dall’optical al super chic, tante mise sospese fra il bianco, il nero e il rosso – i colori più amati – ma anche l’oro, il blu notte e l’argento. Trentacinque “scrigni” fruscianti, che schiudono l’icona, mito del varietà, ma anche la storia della televisione italiana così come Raffaella Carrà l’ha incarnata.
Uno stile di vita
In tutta la sua carriera raffaella Carrà ha saputo affermare l’immagine di una donna libera e indipendente, protagonista di cambi culturali straordinari: come il mostrare l’ombelico, che amava definire “alla bolognese”, nella trasmissione Canzonissima al fianco di Corrado.
Non è mai stata una “potiche”, come direbbero i francesi. Elegante con un po’ di malizia, mai volgare in abiti audaci che sapeva portare con glamour e ironia. Ben definita dal grande regista spagnolo Pedro Almodóvar «Raffaella Carrà no es una mujer, es un estilo de vida» (Raffaella Carrà non è una donna, è uno stile di vita). Anche per questo l’evento espositivo di Trieste si rivela una dedica appassionata a una grande donna di spettacolo, al suo talento e alla sua umanità.
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Trieste rende omaggio a Raffaella Carrà
Tempo stimato per la lettura: 13 minuti
Erano gli albori della televisione a colori, quando, nel 1978, Raffaella Carrà cantava Tanti Auguri celebre per tutti, e particolarmente per i triestini: “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!”
A ricordare il legame con la città giuliana, la mostra Come è bello da Trieste in giù, che gratuitamente, dal 30 novembre 2024 al 16 febbraio 2025, è allestita nella Sala Sbisà del Magazzino 26 in Porto Vecchio.
L’esposizione, organizzata dal Comune di Trieste e realizzata da Prandicom – IES Trieste Lifestyle, presenta 35 abiti di scena indossati da Raffaella Carrà e provenienti dell’Archivio Privato Giovanni Gioia e Vincenzo Mola (Collezioni Carrà). Il tutto accompagnato da alcuni dei video più iconici del suo periodo in RAI selezionati da Massimiliano Canè, autore televisivo, che ha donato inoltre alla mostra due abiti della sua collezione privata.
Protagonista della storia della televisione italiana
«Con questa iniziativa rendiamo omaggio a una donna e grande artista che, a suo modo, è stata anche, come si direbbe oggi, un’influencer, ma un’influencer che ha saputo costruire e mantenere una carriera ad altissimi livelli per cinquant’anni, facendo la storia della televisione italiana», ha dichiarato l’assessore comunale alle Politiche della Cultura e del Turismo Giorgio Rossi. «Gli abiti esposti – ha proseguito Giorgio Rossi -sono stati realizzati con grandissima maestria, ogni capo è un capolavoro di sartoria, ricordiamo che il made in Italy rappresenta ancora oggi un punto di riferimento nel mondo in termini di qualità e creatività.»
Un’icona della moda e dello spettacolo
Gli abiti di scena di Raffaella Carrà rivivono in un percorso espositivo – per la prima volta presentato nel Nordest – caleidoscopico e scintillante, come è stata la carriera della “Raffa” nazionale, star indiscussa: un’icona dello spettacolo e della moda fra le più note e amate, da Trieste in giù, a tutto il pianeta. Attraverso questi costumi, viene si ricostruiscono oltre 30 anni di storia dello spettacolo, della TV e della società italiana. Dal tour di “Forte, forte, forte” del 1976 e dallo show del 1978 “Ma che sera” di cui è rimasto nell’immaginario collettivo italiano il ritornello della sigla d’inizio, “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù!”, fino a “Carràmba! che fortuna” del 2008:
Una macchina del tempo glamour
Collezioni Carrà ha estratto dal suo archivio una sequenza di abiti che ci proiettano nei programmi-cult della Tv italiana, e non solo: attraverso tournée e produzioni cinematografiche che hanno visto protagonista Raffaella Carrà in Italia e all’estero.
Un’esposizione trasporta il visitatore, come una macchina del tempo glamour sfavillante, attraverso 32 anni di televisione, di spettacolo, di evoluzione sociale e del costume, sulle ali di uno dei personaggi più iconici e amati.
Una collezione unica nel suo genere
A Trieste è esposta una collezione davvero d’eccezione, tra strass, paillettes, chiffon, pietre Swarovski, luccichii, tessuti preziosi, tagli originali, sempre personali, di alta sartoria. Taglie dalla 38 alla 42, vestiti che pesano anche dieci chili, abiti disegnati da note griffe dello spettacolo come Gabriele Mayer e la sua sartoria artistica (dalla quale sono usciti anche molti abiti di Renato Zero e Lorella Cuccarini o i costumi di film come Marie Antoinette di Sofia Coppola).
Un patrimonio culturale e artistico
A firmare gli abiti sono anche molti altri professionisti del mondo dello spettacolo, come Corrado Colabucci e Luca Sabatelli: vestiti che rappresentano un patrimonio culturale e artistico, dai quali si sprigiona ai visitatori lo stile del personaggio Carrà nel suo l’impeccabile caschetto biondo, nelle eleganze maliziose e negli eccessi indossati con ironia. Abiti di lustrini, costumi da sera e tute ma anche giacche, motivi dall’optical al super chic, tante mise sospese fra il bianco, il nero e il rosso – i colori più amati – ma anche l’oro, il blu notte e l’argento. Trentacinque “scrigni” fruscianti, che schiudono l’icona, mito del varietà, ma anche la storia della televisione italiana così come Raffaella Carrà l’ha incarnata.
Uno stile di vita
In tutta la sua carriera raffaella Carrà ha saputo affermare l’immagine di una donna libera e indipendente, protagonista di cambi culturali straordinari: come il mostrare l’ombelico, che amava definire “alla bolognese”, nella trasmissione Canzonissima al fianco di Corrado.
Non è mai stata una “potiche”, come direbbero i francesi. Elegante con un po’ di malizia, mai volgare in abiti audaci che sapeva portare con glamour e ironia. Ben definita dal grande regista spagnolo Pedro Almodóvar «Raffaella Carrà no es una mujer, es un estilo de vida» (Raffaella Carrà non è una donna, è uno stile di vita). Anche per questo l’evento espositivo di Trieste si rivela una dedica appassionata a una grande donna di spettacolo, al suo talento e alla sua umanità.
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