Arte degenerata: al museo Picasso un omaggio agli artisti detestati dal Nazismo

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 1 Marzo 2025

Tempo stimato per la lettura: 3,7 minuti

Negli anni ’30, la Germania nazista si trovò a fronteggiare un clima di repressione nei confronti dell’arte moderna. Le opere di alcuni dei più illustri artisti del XX° secolo furono oggetto di critiche feroci, insulti e, in molti casi, confiscate o addirittura distrutte. Questo attacco sistematico rappresentò una campagna di propaganda senza precedenti, mirata a screditare e annientare tutto ciò che il regime considerava “degenerato”.

A questi artisti, il Museo Nazionale Picasso-Parigi rende omaggio, dal 18 febbraio al 25 maggio 2025, con la sua nuova mostra temporanea: Arte degenerata”. Il processo dell’arte moderna sotto il nazismo. Commissari di quest’importante esposizione Johan Popelard, capo del dipartimento della conservazione e delle collezioni del Musée national Picasso-Paris e François Dareau, ricercatore presso lo stesso museo parigino.

La mostra del 1937 a Monaco

Per il regime, l’arte contemporanea non era solo una questione estetica, ma una minaccia diretta alla presunta purezza della razza tedesca. Questa visione distorta rifletteva una paura profonda nei confronti di tutto ciò che sfidava le convenzioni tradizionali e metteva in discussione l’ideologia nazista. In questo contesto, l’arte non era solo un’espressione creativa, ma un campo di battaglia ideologico, dove il regime cercava di affermare il proprio controllo e la propria visione del mondo.

Prima mostra in Francia dedicata alla cosiddetta arte “degenerata”, l’esposizione al museo Picasso-Parigi esplora e mette in prospettiva l’approccio dell’attacco metodico del regime nazista contro l’arte moderna. “Arte degenerata”: il processo dell’arte moderna sotto il nazismo, studia in particolare la mostra propagandistica “Entartete Kunst” (Arte degenerata), organizzata nel 1937 a Monaco, in cui furono presentate più di 600 opere di un centinaio di artisti, rappresentanti delle diverse correnti dell’arte moderna, a partire da Otto Dix a Ernst Ludwig Kirchner, da Wassily Kandinsky a Emil Nolde, da Paul Klee a Max Beckmann, in una produzione pensata per provocare il disgusto di visitatore.

La condanna dell’arte moderna per i nazisti

Durante questa campagna più di 1.400 artisti furono coinvolti: licenziati dal loro incarico di insegnanti, nell’impossibilità di esporre e lavorare, minacciati fisicamente o costretti all’esilio. Tante vite colpite improvvisamente e violentemente. Le opere appartenenti alle collezioni pubbliche furono confiscate per essere esposte in mostre diffamatorie.

Culmine di una serie di famigerate esposizioni allestite nei diversi musei dal 1933 (Dresda, Mannheim, Karlsruhe, ecc.) per denunciare le avanguardie artistiche come una minaccia alla “purezza” tedesca, è la citata “Entartete Kunst” che si svolge nel contesto di una metodica “epurazione” delle collezioni tedesche. In questo periodo più di 20.000 opere, comprese quelle di Vincent van Gogh, Marc Chagall o Pablo Picasso, un caso esemplare di “artisti degenerati”, vengono così ritirate, vendute o distrutte.

La degenerazione nella storia dell’arte

Al centro di questa orribile pagina della storia moderna, il termine “degenerazione” che emerge nel corso del XIX° secolo in diverse discipline (storia naturale, medicina, antropologia, storia dell’arte…) fino alla sua cristallizzazione nel cuore della “visione del mondo” nazionalsocialista, per fungere da vettore per il dispiegamento di teorie razziste e antisemite anche nella storia dell’arte.

La pubblicazione, negli anni Novanta dell’Ottocento, dell’opera in due volumi Degenerazione dello scrittore Max Nordau gioca un ruolo cruciale nell’incorporare questa nozione nella storia dell’arte. Per Nordau le opere d’arte moderna diventano i sintomi visibili e i vettori di patologie che rischiano di contaminare la società.

Una collezione di altissimo valore estetico

Attraverso l’eccezionale collezione di opere presentate alla mostra di 1937 e più ampiamente di dipinti e sculture confiscate dai musei tedeschi durante questa campagna contro l’arte “degenerata”, l’esposizione parigina permette di mostrare la portata dell’estetica degli artisti presi di mira. Ogni opera è quindi una testimonianza diretta di questa drammatica vicenda.

La mostra vede protagonisti grandi artisti come George Grosz, Paul Klee, Oskar Kokoschka Wassily Kandinsky o anche Vincent van Gogh e Pablo Picasso. Viene esposta una serie di opere dedicata agli artisti ebrei, tra i più violentemente attaccati, attorno ai due dipinti di Marc Chagall, presenti nella mostra di 1937 vengono presentate le opere di Jankel Adler, Ludwig Meidner, Hanns Katz e Otto Freundlich (assassinato nel 1943).

 

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Published On: 1 Marzo 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 11 minuti

Negli anni ’30, la Germania nazista si trovò a fronteggiare un clima di repressione nei confronti dell’arte moderna. Le opere di alcuni dei più illustri artisti del XX° secolo furono oggetto di critiche feroci, insulti e, in molti casi, confiscate o addirittura distrutte. Questo attacco sistematico rappresentò una campagna di propaganda senza precedenti, mirata a screditare e annientare tutto ciò che il regime considerava “degenerato”.

A questi artisti, il Museo Nazionale Picasso-Parigi rende omaggio, dal 18 febbraio al 25 maggio 2025, con la sua nuova mostra temporanea: Arte degenerata”. Il processo dell’arte moderna sotto il nazismo. Commissari di quest’importante esposizione Johan Popelard, capo del dipartimento della conservazione e delle collezioni del Musée national Picasso-Paris e François Dareau, ricercatore presso lo stesso museo parigino.

La mostra del 1937 a Monaco

Per il regime, l’arte contemporanea non era solo una questione estetica, ma una minaccia diretta alla presunta purezza della razza tedesca. Questa visione distorta rifletteva una paura profonda nei confronti di tutto ciò che sfidava le convenzioni tradizionali e metteva in discussione l’ideologia nazista. In questo contesto, l’arte non era solo un’espressione creativa, ma un campo di battaglia ideologico, dove il regime cercava di affermare il proprio controllo e la propria visione del mondo.

Prima mostra in Francia dedicata alla cosiddetta arte “degenerata”, l’esposizione al museo Picasso-Parigi esplora e mette in prospettiva l’approccio dell’attacco metodico del regime nazista contro l’arte moderna. “Arte degenerata”: il processo dell’arte moderna sotto il nazismo, studia in particolare la mostra propagandistica “Entartete Kunst” (Arte degenerata), organizzata nel 1937 a Monaco, in cui furono presentate più di 600 opere di un centinaio di artisti, rappresentanti delle diverse correnti dell’arte moderna, a partire da Otto Dix a Ernst Ludwig Kirchner, da Wassily Kandinsky a Emil Nolde, da Paul Klee a Max Beckmann, in una produzione pensata per provocare il disgusto di visitatore.

La condanna dell’arte moderna per i nazisti

Durante questa campagna più di 1.400 artisti furono coinvolti: licenziati dal loro incarico di insegnanti, nell’impossibilità di esporre e lavorare, minacciati fisicamente o costretti all’esilio. Tante vite colpite improvvisamente e violentemente. Le opere appartenenti alle collezioni pubbliche furono confiscate per essere esposte in mostre diffamatorie.

Culmine di una serie di famigerate esposizioni allestite nei diversi musei dal 1933 (Dresda, Mannheim, Karlsruhe, ecc.) per denunciare le avanguardie artistiche come una minaccia alla “purezza” tedesca, è la citata “Entartete Kunst” che si svolge nel contesto di una metodica “epurazione” delle collezioni tedesche. In questo periodo più di 20.000 opere, comprese quelle di Vincent van Gogh, Marc Chagall o Pablo Picasso, un caso esemplare di “artisti degenerati”, vengono così ritirate, vendute o distrutte.

La degenerazione nella storia dell’arte

Al centro di questa orribile pagina della storia moderna, il termine “degenerazione” che emerge nel corso del XIX° secolo in diverse discipline (storia naturale, medicina, antropologia, storia dell’arte…) fino alla sua cristallizzazione nel cuore della “visione del mondo” nazionalsocialista, per fungere da vettore per il dispiegamento di teorie razziste e antisemite anche nella storia dell’arte.

La pubblicazione, negli anni Novanta dell’Ottocento, dell’opera in due volumi Degenerazione dello scrittore Max Nordau gioca un ruolo cruciale nell’incorporare questa nozione nella storia dell’arte. Per Nordau le opere d’arte moderna diventano i sintomi visibili e i vettori di patologie che rischiano di contaminare la società.

Una collezione di altissimo valore estetico

Attraverso l’eccezionale collezione di opere presentate alla mostra di 1937 e più ampiamente di dipinti e sculture confiscate dai musei tedeschi durante questa campagna contro l’arte “degenerata”, l’esposizione parigina permette di mostrare la portata dell’estetica degli artisti presi di mira. Ogni opera è quindi una testimonianza diretta di questa drammatica vicenda.

La mostra vede protagonisti grandi artisti come George Grosz, Paul Klee, Oskar Kokoschka Wassily Kandinsky o anche Vincent van Gogh e Pablo Picasso. Viene esposta una serie di opere dedicata agli artisti ebrei, tra i più violentemente attaccati, attorno ai due dipinti di Marc Chagall, presenti nella mostra di 1937 vengono presentate le opere di Jankel Adler, Ludwig Meidner, Hanns Katz e Otto Freundlich (assassinato nel 1943).

 

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