Intervista a Noemi Agosta, vincitrice della sezione Moda per la Biennale MArteLive

Tempo stimato per la lettura: 5,6 minuti
Noemi Agosta è una fashion designer di moda con una formazione presso la Harim – Accademia Euromediterranea, dove sviluppa un forte interesse per la ricerca e la sperimentazione tessile. Durante il suo percorso, apprende tecniche di disegno dei figurini, modellistica e confezione, specializzandosi nell’abbigliamento femminile.
Fra i vari concorsi e riconoscimenti, nel 2023 si aggiudica il primo premio nella sezione “The Optical Drama” al concorso TFP Talent, esponendo a Milano Unica. I suoi capi sono stati pubblicati in editoriali come Vogue Talents e Falcon Magazine. Tra i suoi lavori recenti, spicca l’abito per il remake del video “La Notte Vola” di Lorella Cuccarini. Oggi, Noemi continua a esplorare l’intersezione tra arte e moda, creando pezzi che uniscono eleganza e sensualità.
Com’è stata la tua esperienza a MArtelive?
La mia esperienza a MArteLive è stata incredibilmente stimolante e gratificante. È stato un evento che mi ha permesso di entrare in contatto con un ambiente artistico ricco di contaminazioni tra diverse discipline, dove la moda dialogava con musica, arte visiva, teatro e performance.
Partecipare e vincere nella sezione moda è stato un grande riconoscimento per il mio lavoro e un’occasione per vedere le mie creazioni apprezzate da una giuria attenta e da un pubblico curioso e partecipe. Ciò che ho trovato più interessante è stato il contesto multidisciplinare dell’evento, che ha reso l’esperienza ancora più coinvolgente. Confrontarmi con altri artisti e creativi mi ha dato nuovi spunti di riflessione e ha rafforzato la mia convinzione che la moda non sia solo estetica, ma anche espressione artistica e culturale. MArteLive è stata una tappa importante nel mio percorso, un’esperienza che mi ha dato ancora più energia per continuare a sperimentare e raccontare
attraverso i miei abiti.
Come avviene il tuo processo creativo?
Il mio processo creativo nasce sempre da un’idea concettuale, da un’emozione o da un tema che mi colpisce profondamente. Ogni collezione è un viaggio di ricerca, in cui esploro simboli, contrasti e significati che voglio tradurre in forme, texture e colori. Inizio il mio processo creativo raccogliendo ispirazioni da diverse fonti: arte, filosofia, natura, fotografia, cinema e cultura contemporanea. Ciò che mi affascina maggiormente è la contrapposizione tra luce e ombra, purezza e perversione, corpo e abito. Questo dualismo diventa il filo conduttore della mia ricerca, permettendomi di esplorare significati profondi e tradurli in forme, texture e dettagli che danno vita alle mie creazioni.
Successivamente, passo alla sperimentazione tessile. Mi piace lavorare con materiali innovativi e tecniche artigianali, combinando lavorazioni tradizionali con elementi più sperimentali. Ad esempio, nella mia collezione ΚΑΘΑΡΟΣ, ho utilizzato il macramè e la maglia per creare fasciature che richiamano lo shibari, reinterpretandolo in chiave simbolica. Una volta definiti i materiali e le tecniche, inizio con i bozzetti e lo sviluppo dei cartamodelli, cercando di bilanciare estetica e vestibilità. La parte finale è il confezionamento e la rifinitura, dove ogni dettaglio viene curato per mantenere intatta la visione iniziale. Per me, la moda è un mezzo per raccontare storie e trasmettere messaggi. Ogni capo non è solo un abito, ma un’esperienza visiva e sensoriale che invita chi lo indossa a esplorare un significato
più profondo.
Ci racconti la genesi del progetto che hai presentato in MArtelive?
Il progetto nasce dalla frattura tra l’ideale e il reale, tra la promessa di purezza e la crudele iniziazione alla vita. È il momento in cui l’innocenza si sgretola sotto il peso della verità, quando la luce che ci ha guidati vacilla e lascia spazio all’ombra. Crescere significa perdere, scontrarsi con la disillusione, riconoscere che il divino a cui ci hanno insegnato a credere convive con il caos del mondo terreno. A questa trasformazione si intreccia il dolore di un cuore spezzato, la violenta consapevolezza che anche l’amore, simbolo di eternità, può sgretolarsi come polvere. Da questa collisione tra estasi e caduta nasce il dialogo tra luce e oscurità, tra purezza e perversione, tra il desiderio di elevarsi e il peso della carne.
Attraverso lavorazioni artigianali come il macramè e la maglia, ho reinterpretato il concetto di legame, ispirandomi alla simbologia dello shibari, che nelle antiche cerimonie giapponesi rappresentava la connessione tra umano e divino. I dettagli argentati e riflettenti, invece, simboleggiano la luce interiore che resiste nonostante le ferite, mentre il contrasto tra il corpo e l’abito evidenzia la distanza tra ciò che siamo e ciò che mostriamo al mondo. L’obiettivo di questo progetto era raccontare un viaggio emotivo, fatto di cicatrici e rinascite, di perdite e nuove consapevolezze. MArteLive è stato il palcoscenico perfetto per presentarlo, permettendomi di trasformare il mio lavoro in un’esperienza visiva e concettuale che va oltre il semplice atto di vestire, invitando chi osserva a riconoscersi in queste contrapposizioni universali.
Quali sono le tue fonti di ispirazione (di qualunque genere e in qualsiasi campo)?
Le mie fonti di ispirazione sono molteplici e spesso si intrecciano tra loro in modo istintivo. L’arte, la filosofia, il cinema e la fotografia sono elementi fondamentali nella mia ricerca visiva, ma ciò che mi affascina di più è il contrasto tra opposti: luce e ombra, purezza e perversione, sacro e profano.
Mi interessa esplorare l’animo umano nelle sue contraddizioni, lasciandomi ispirare dalla simbologia religiosa, dai miti antichi e dalle estetiche legate al corpo e alla sua espressione. L’idea di trasformazione, di perdita e rinascita, è un concetto ricorrente nel mio lavoro, così come il rapporto tra vulnerabilità e forza, spesso tradotto in contrasti materici e lavorazioni che giocano con fasciature, trasparenze e strutture avvolgenti. Anche la musica gioca un ruolo importante nel mio processo creativo, aiutandomi a entrare in una dimensione emotiva che poi trasferisco nei miei capi. Ogni collezione nasce da una ricerca interiore, un viaggio che parte da una suggestione e si trasforma in un racconto visivo, in cui ogni dettaglio ha un significato profondo.
Cosa farai domani? Quali sono i tuoi progetti futuri?
Continuerò a formarmi attraverso corsi di aggiornamento, affinando le mie competenze e ampliando le mie conoscenze, mentre lavorerò costantemente per far crescere il mio brand. Ogni opportunità di apprendimento è fondamentale per evolvermi come designer, così da poter dare vita a collezioni sempre più raffinate e innovative.
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Intervista a Noemi Agosta, vincitrice della sezione Moda per la Biennale MArteLive
Tempo stimato per la lettura: 17 minuti
Noemi Agosta è una fashion designer di moda con una formazione presso la Harim – Accademia Euromediterranea, dove sviluppa un forte interesse per la ricerca e la sperimentazione tessile. Durante il suo percorso, apprende tecniche di disegno dei figurini, modellistica e confezione, specializzandosi nell’abbigliamento femminile.
Fra i vari concorsi e riconoscimenti, nel 2023 si aggiudica il primo premio nella sezione “The Optical Drama” al concorso TFP Talent, esponendo a Milano Unica. I suoi capi sono stati pubblicati in editoriali come Vogue Talents e Falcon Magazine. Tra i suoi lavori recenti, spicca l’abito per il remake del video “La Notte Vola” di Lorella Cuccarini. Oggi, Noemi continua a esplorare l’intersezione tra arte e moda, creando pezzi che uniscono eleganza e sensualità.
Com’è stata la tua esperienza a MArtelive?
La mia esperienza a MArteLive è stata incredibilmente stimolante e gratificante. È stato un evento che mi ha permesso di entrare in contatto con un ambiente artistico ricco di contaminazioni tra diverse discipline, dove la moda dialogava con musica, arte visiva, teatro e performance.
Partecipare e vincere nella sezione moda è stato un grande riconoscimento per il mio lavoro e un’occasione per vedere le mie creazioni apprezzate da una giuria attenta e da un pubblico curioso e partecipe. Ciò che ho trovato più interessante è stato il contesto multidisciplinare dell’evento, che ha reso l’esperienza ancora più coinvolgente. Confrontarmi con altri artisti e creativi mi ha dato nuovi spunti di riflessione e ha rafforzato la mia convinzione che la moda non sia solo estetica, ma anche espressione artistica e culturale. MArteLive è stata una tappa importante nel mio percorso, un’esperienza che mi ha dato ancora più energia per continuare a sperimentare e raccontare
attraverso i miei abiti.
Come avviene il tuo processo creativo?
Il mio processo creativo nasce sempre da un’idea concettuale, da un’emozione o da un tema che mi colpisce profondamente. Ogni collezione è un viaggio di ricerca, in cui esploro simboli, contrasti e significati che voglio tradurre in forme, texture e colori. Inizio il mio processo creativo raccogliendo ispirazioni da diverse fonti: arte, filosofia, natura, fotografia, cinema e cultura contemporanea. Ciò che mi affascina maggiormente è la contrapposizione tra luce e ombra, purezza e perversione, corpo e abito. Questo dualismo diventa il filo conduttore della mia ricerca, permettendomi di esplorare significati profondi e tradurli in forme, texture e dettagli che danno vita alle mie creazioni.
Successivamente, passo alla sperimentazione tessile. Mi piace lavorare con materiali innovativi e tecniche artigianali, combinando lavorazioni tradizionali con elementi più sperimentali. Ad esempio, nella mia collezione ΚΑΘΑΡΟΣ, ho utilizzato il macramè e la maglia per creare fasciature che richiamano lo shibari, reinterpretandolo in chiave simbolica. Una volta definiti i materiali e le tecniche, inizio con i bozzetti e lo sviluppo dei cartamodelli, cercando di bilanciare estetica e vestibilità. La parte finale è il confezionamento e la rifinitura, dove ogni dettaglio viene curato per mantenere intatta la visione iniziale. Per me, la moda è un mezzo per raccontare storie e trasmettere messaggi. Ogni capo non è solo un abito, ma un’esperienza visiva e sensoriale che invita chi lo indossa a esplorare un significato
più profondo.
Ci racconti la genesi del progetto che hai presentato in MArtelive?
Il progetto nasce dalla frattura tra l’ideale e il reale, tra la promessa di purezza e la crudele iniziazione alla vita. È il momento in cui l’innocenza si sgretola sotto il peso della verità, quando la luce che ci ha guidati vacilla e lascia spazio all’ombra. Crescere significa perdere, scontrarsi con la disillusione, riconoscere che il divino a cui ci hanno insegnato a credere convive con il caos del mondo terreno. A questa trasformazione si intreccia il dolore di un cuore spezzato, la violenta consapevolezza che anche l’amore, simbolo di eternità, può sgretolarsi come polvere. Da questa collisione tra estasi e caduta nasce il dialogo tra luce e oscurità, tra purezza e perversione, tra il desiderio di elevarsi e il peso della carne.
Attraverso lavorazioni artigianali come il macramè e la maglia, ho reinterpretato il concetto di legame, ispirandomi alla simbologia dello shibari, che nelle antiche cerimonie giapponesi rappresentava la connessione tra umano e divino. I dettagli argentati e riflettenti, invece, simboleggiano la luce interiore che resiste nonostante le ferite, mentre il contrasto tra il corpo e l’abito evidenzia la distanza tra ciò che siamo e ciò che mostriamo al mondo. L’obiettivo di questo progetto era raccontare un viaggio emotivo, fatto di cicatrici e rinascite, di perdite e nuove consapevolezze. MArteLive è stato il palcoscenico perfetto per presentarlo, permettendomi di trasformare il mio lavoro in un’esperienza visiva e concettuale che va oltre il semplice atto di vestire, invitando chi osserva a riconoscersi in queste contrapposizioni universali.
Quali sono le tue fonti di ispirazione (di qualunque genere e in qualsiasi campo)?
Le mie fonti di ispirazione sono molteplici e spesso si intrecciano tra loro in modo istintivo. L’arte, la filosofia, il cinema e la fotografia sono elementi fondamentali nella mia ricerca visiva, ma ciò che mi affascina di più è il contrasto tra opposti: luce e ombra, purezza e perversione, sacro e profano.
Mi interessa esplorare l’animo umano nelle sue contraddizioni, lasciandomi ispirare dalla simbologia religiosa, dai miti antichi e dalle estetiche legate al corpo e alla sua espressione. L’idea di trasformazione, di perdita e rinascita, è un concetto ricorrente nel mio lavoro, così come il rapporto tra vulnerabilità e forza, spesso tradotto in contrasti materici e lavorazioni che giocano con fasciature, trasparenze e strutture avvolgenti. Anche la musica gioca un ruolo importante nel mio processo creativo, aiutandomi a entrare in una dimensione emotiva che poi trasferisco nei miei capi. Ogni collezione nasce da una ricerca interiore, un viaggio che parte da una suggestione e si trasforma in un racconto visivo, in cui ogni dettaglio ha un significato profondo.
Cosa farai domani? Quali sono i tuoi progetti futuri?
Continuerò a formarmi attraverso corsi di aggiornamento, affinando le mie competenze e ampliando le mie conoscenze, mentre lavorerò costantemente per far crescere il mio brand. Ogni opportunità di apprendimento è fondamentale per evolvermi come designer, così da poter dare vita a collezioni sempre più raffinate e innovative.
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