Maturità 2015: gli studenti scelgono la comunicazione
Tempo stimato per la lettura: 4,7 minuti
Ieri è andata in scena la prima prova dell’esame di maturità 2015, l’unica che prevede una prova uguale per tutti gli studenti impegnati nell’esame, a prescindere da quale sia l’indirizzo scelto: lo svolgimento di un tema.
Il Ministero, come ormai di consueto, ha inviato 4 diverse tipologie di tracce:
- L’analisi del testo letterario de “Il Sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino;
- La redazione di un saggio breve, a sua volta suddiviso in 4 diverse tipologie:
- Ambito artistico letterario, “La letteratura come esperienza di vita;
- Ambito socio-economico, “Le sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale”;
- Ambito storico-politico, “Il Mediterraneo: atlante geopolitico d’Europa e specchi di civiltà”;
- Ambito tecnico-scientifico, “Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’elettronica e dell’informatica ha trasformato il mondo della comunicazione, che oggi è dominato dalla connettività. Questi rapidi e profondi mutamenti offrono vaste opportunità ma suscitano anche riflessioni critiche;
- Argomento storico basato sui paralleli tra Resistenza e gli ideali risorgimentali;
- Tema di ordine generale sul diritto all’istruzione, partendo da un’affermazione di Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014.
Secondo i dati di Repubblica oltre il 50% dei maturandi ha scelto la traccia dell’ambito tecnico-scientifico, a riprova di quanto la comunicazione, la rete e i social siano sempre più pervasivi della vita quotidiana. A guardare bene, però, i testi dati dal Ministero non posso che rimanere, ancora una volta, con l’amaro in bocca; entrambe le citazioni, infatti, mettono in evidenza i lati negativi della rete.
«Con il telefonino è defunta una frase come “pronto, casa Heidegger, posso parlare con Martin?”. No, il messaggio raggiunge – tranne spiacevoli incidenti – lui, proprio lui; e lui, d’altra parte, può essere da qualunque parte. Abituati come siamo a trovare qualcuno, non riuscirci risulta particolarmente ansiogeno. La frase più minacciosa di tutte è “la persona chiamata non è al momento disponibile”. Reciprocamente, l’isolamento ontologico inizia nel momento in cui scopriamo che “non c’è campo” e incominciamo a cercarlo affannosamente. Ci sentiamo soli, ma fino a non molti anni fa era sempre così, perché eravamo sempre senza campo, e non è solo questione di parlare.»
Maurizio FERRARIS, Dove sei? Ontologia del telefonino, Bompiani, Milano 2005
«La nostra è una società altamente “permeabile”, oltre che “liquida”, per usare la nota categoria introdotta da Bauman. Permeabile perché l’uso (e talvolta l’abuso) dei nuovi strumenti di comunicazione travalica i confini delle sfere di vita, li penetra rendendoli più labili. È sufficiente osservare alcuni modi di agire quotidiani per rendersi conto di quanto sia sempre più difficile separare i momenti e gli ambiti della vita. L’uso del cellulare anche quando si è a tavola con ospiti o in famiglia. Conversare ad alta voce al telefono quando si è in luoghi pubblici, sul treno o in metropolitana. Inviare messaggi o telefonare (magari senza vivavoce), anche se si è alla guida. L’elenco potrebbe continuare e con episodi più o meno sgradevoli che giungono alla maleducazione. Così, la sfera del lavoro si confonde con quella della vita familiare, perché possiamo essere reperibili da mail e messaggi anche nei weekend o durante le ferie. L’ambito lavorativo, a sua volta, si può confondere con quello delle relazioni personali grazie ai social network. Tutto ciò indica come gli spazi della nostra vita siano permeati dalla dimensione della comunicazione e dall’utilizzo delle nuove tecnologie.»
Daniele MARINI, Con smartphone e social è amore (ma dopo i 60 anni), “La Stampa” del 9/2/2015
Le opportunità della rete, quindi, vengono solamente nominate nel titolo, ma nessuna traccia dà la possibilità di approfondire il discorso. Ecco quindi che, probabilmente, la maggior parte degli studenti, si sarà soffermata sui lati negativi di Internet e della rete, come il cyber-bullismo, il sexting, la possibilità di cadere in reti malintenzionati, il rischio di vedersi clonata la carta di credito, il mal-costume di usare il telefono a tavola. Se avessi dovuto svolgere io questo tema, invece, mi sarei concentrato su altro:
- Sulle possibilità di lavoro che la rete offre a migliaia e migliaia di italiani, con l’affermarsi delle nuove professioni in ambito digitale, come il social media manager, il SEO specialist, l’affiliation manager, il webmaster, il web-designer, ecc…
- Su come l’Italia non abbia capito ancora l’enorme potenzialità della comunicazione e del marketing online, non concependo ancora una facoltà universitaria che possa formare i professionisti di oggi e del domani;
- Di come i rapporti siano effettivamente cambiati a causa della rete e dei social; di come ormai qualsiasi cosa sia condivisa, anche il dolore, il lutto e di come magari ci si riesca a sentire meno soli;
- Di tutti quei fenomeni di cyber-bullismo vero, come la condivisione di video e foto porno messe in giro da ex frustrati per essere lasciati, o ancora, di come la rete non neghi un momento di celebrità a nessuno (vedi Andre Diprè);
- Di come grazie ai social si siano verificati casi di solidarietà: ritrovate persone scomparse, aiuto a persone in difficoltà;
Personalmente, per come il Ministero ha posto, ancora una volta, la comunicazione e i social si tratta dell’ennesima occasione persa, che sancisce per l’ennesima volta, quante opportunità il nostro Paese stia sprecando.
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Maturità 2015: gli studenti scelgono la comunicazione
Tempo stimato per la lettura: 14 minuti
Ieri è andata in scena la prima prova dell’esame di maturità 2015, l’unica che prevede una prova uguale per tutti gli studenti impegnati nell’esame, a prescindere da quale sia l’indirizzo scelto: lo svolgimento di un tema.
Il Ministero, come ormai di consueto, ha inviato 4 diverse tipologie di tracce:
- L’analisi del testo letterario de “Il Sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino;
- La redazione di un saggio breve, a sua volta suddiviso in 4 diverse tipologie:
- Ambito artistico letterario, “La letteratura come esperienza di vita;
- Ambito socio-economico, “Le sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale”;
- Ambito storico-politico, “Il Mediterraneo: atlante geopolitico d’Europa e specchi di civiltà”;
- Ambito tecnico-scientifico, “Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’elettronica e dell’informatica ha trasformato il mondo della comunicazione, che oggi è dominato dalla connettività. Questi rapidi e profondi mutamenti offrono vaste opportunità ma suscitano anche riflessioni critiche;
- Argomento storico basato sui paralleli tra Resistenza e gli ideali risorgimentali;
- Tema di ordine generale sul diritto all’istruzione, partendo da un’affermazione di Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014.
Secondo i dati di Repubblica oltre il 50% dei maturandi ha scelto la traccia dell’ambito tecnico-scientifico, a riprova di quanto la comunicazione, la rete e i social siano sempre più pervasivi della vita quotidiana. A guardare bene, però, i testi dati dal Ministero non posso che rimanere, ancora una volta, con l’amaro in bocca; entrambe le citazioni, infatti, mettono in evidenza i lati negativi della rete.
«Con il telefonino è defunta una frase come “pronto, casa Heidegger, posso parlare con Martin?”. No, il messaggio raggiunge – tranne spiacevoli incidenti – lui, proprio lui; e lui, d’altra parte, può essere da qualunque parte. Abituati come siamo a trovare qualcuno, non riuscirci risulta particolarmente ansiogeno. La frase più minacciosa di tutte è “la persona chiamata non è al momento disponibile”. Reciprocamente, l’isolamento ontologico inizia nel momento in cui scopriamo che “non c’è campo” e incominciamo a cercarlo affannosamente. Ci sentiamo soli, ma fino a non molti anni fa era sempre così, perché eravamo sempre senza campo, e non è solo questione di parlare.»
Maurizio FERRARIS, Dove sei? Ontologia del telefonino, Bompiani, Milano 2005
«La nostra è una società altamente “permeabile”, oltre che “liquida”, per usare la nota categoria introdotta da Bauman. Permeabile perché l’uso (e talvolta l’abuso) dei nuovi strumenti di comunicazione travalica i confini delle sfere di vita, li penetra rendendoli più labili. È sufficiente osservare alcuni modi di agire quotidiani per rendersi conto di quanto sia sempre più difficile separare i momenti e gli ambiti della vita. L’uso del cellulare anche quando si è a tavola con ospiti o in famiglia. Conversare ad alta voce al telefono quando si è in luoghi pubblici, sul treno o in metropolitana. Inviare messaggi o telefonare (magari senza vivavoce), anche se si è alla guida. L’elenco potrebbe continuare e con episodi più o meno sgradevoli che giungono alla maleducazione. Così, la sfera del lavoro si confonde con quella della vita familiare, perché possiamo essere reperibili da mail e messaggi anche nei weekend o durante le ferie. L’ambito lavorativo, a sua volta, si può confondere con quello delle relazioni personali grazie ai social network. Tutto ciò indica come gli spazi della nostra vita siano permeati dalla dimensione della comunicazione e dall’utilizzo delle nuove tecnologie.»
Daniele MARINI, Con smartphone e social è amore (ma dopo i 60 anni), “La Stampa” del 9/2/2015
Le opportunità della rete, quindi, vengono solamente nominate nel titolo, ma nessuna traccia dà la possibilità di approfondire il discorso. Ecco quindi che, probabilmente, la maggior parte degli studenti, si sarà soffermata sui lati negativi di Internet e della rete, come il cyber-bullismo, il sexting, la possibilità di cadere in reti malintenzionati, il rischio di vedersi clonata la carta di credito, il mal-costume di usare il telefono a tavola. Se avessi dovuto svolgere io questo tema, invece, mi sarei concentrato su altro:
- Sulle possibilità di lavoro che la rete offre a migliaia e migliaia di italiani, con l’affermarsi delle nuove professioni in ambito digitale, come il social media manager, il SEO specialist, l’affiliation manager, il webmaster, il web-designer, ecc…
- Su come l’Italia non abbia capito ancora l’enorme potenzialità della comunicazione e del marketing online, non concependo ancora una facoltà universitaria che possa formare i professionisti di oggi e del domani;
- Di come i rapporti siano effettivamente cambiati a causa della rete e dei social; di come ormai qualsiasi cosa sia condivisa, anche il dolore, il lutto e di come magari ci si riesca a sentire meno soli;
- Di tutti quei fenomeni di cyber-bullismo vero, come la condivisione di video e foto porno messe in giro da ex frustrati per essere lasciati, o ancora, di come la rete non neghi un momento di celebrità a nessuno (vedi Andre Diprè);
- Di come grazie ai social si siano verificati casi di solidarietà: ritrovate persone scomparse, aiuto a persone in difficoltà;
Personalmente, per come il Ministero ha posto, ancora una volta, la comunicazione e i social si tratta dell’ennesima occasione persa, che sancisce per l’ennesima volta, quante opportunità il nostro Paese stia sprecando.
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