Elisa Fuksas e il suo ultimo film A.l.b.e. (A Life Beyond Earth)
Tempo stimato per la lettura: 2,4 minuti
Una giovane regista con un cognome importante e il desiderio di far crescere i suoi progetti. L’ultimo film si chiama A.l.b.e. (A Life Beyond Earth), in collaborazione con Tommaso Fagioli; sulla piattaforma Indiegogo è possibile contribuire alla sua realizzazione. Conosciamola meglio in questa intervista, dove dichiara: “Mi piace la parola Creazione che per me è un sinonimo di intelligenza. Un’intelligenza capace di applicarsi”.
Ci racconti com’è nata l’idea di girare A.l.b.e. (A Life Beyond Earth), il tuo ultimo film? È stata un’illuminazione improvvisa o al contrario il frutto di un percorso?
A.l.b.e. (A Life Beyond Earth) ha una storia abbastanza lunga e non lineare. Ha preso tante forme. Inizia come film di fiction – fantascienza – poi si trasforma in documentario scientifico fino e ora… ora è diventato un film della realtà, scienza fantastica e non più fantascienza.
Quali sono i registi della tua memoria, quali ami e perché?
Dino Risi perché è profondamente italiano, geniale, svagato, tragico. Lynch, Garrone, tutti quelli che sanno mostrare il loro mondo, non quello davanti agli occhi di tutti. Mi piace sentirmi estranea, turista nelle visioni degli altri.
La parte più difficile della lavorazione del tuo nuovo film…
La scrittura, senza dubbio. È stato difficile perché un processo nuovo per me. Abbiamo trascritto più che scritto, grazie a un lavoro quotidiano con i protagonisti (non attori).
L’obiettivo più grande a cui miri, in questo momento, per il vostro lavoro.
Rispettare i protagonisti che si sono prestati a mettere in scena la loro storia affidandosi alle mie regole. È un esperimento e loro sono il cuore di tutto.
Cosa significa secondo te la parola creatività? Chi definisci una persona creativa?
Creatività insieme a ispirazione sono due parole che non uso mai. Come se avessi un divieto. Mi piace la parola Creazione che per me è un sinonimo di intelligenza. Un’intelligenza capace di “applicarsi”.
Come ti proietti fra cinque anni?
Tanti, cinque anni. Mi piacerebbe essere qui e altrove. Anzi altrove e qui. Avere meno pregiudizi e meno paura del mondo.
Come giudichi lo stato dell’arte in Italia? Meglio l’Italia o l’estero, a tuo avviso, per lavorare in un ambito creativo?
L’Italia è tremenda, difficilissima, eppure meravigliosa Sono “partita” tante volte e sempre tornata. Non so ancora perché. Però come dice una mia cara amica non si torna, si va e basta. Quindi per ora “vado” in Italia poi chissà.
Stanley Kubrick una volta ha dichiarato: “Se può essere scritto, o pensato, un film può essere girato”. Che ne pensi?
Che vale per tutto. Credo religiosamente nella capacità della parola di produrre realtà. Però anche il pensiero non scherza.
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Elisa Fuksas e il suo ultimo film A.l.b.e. (A Life Beyond Earth)
Tempo stimato per la lettura: 7 minuti
Una giovane regista con un cognome importante e il desiderio di far crescere i suoi progetti. L’ultimo film si chiama A.l.b.e. (A Life Beyond Earth), in collaborazione con Tommaso Fagioli; sulla piattaforma Indiegogo è possibile contribuire alla sua realizzazione. Conosciamola meglio in questa intervista, dove dichiara: “Mi piace la parola Creazione che per me è un sinonimo di intelligenza. Un’intelligenza capace di applicarsi”.
Ci racconti com’è nata l’idea di girare A.l.b.e. (A Life Beyond Earth), il tuo ultimo film? È stata un’illuminazione improvvisa o al contrario il frutto di un percorso?
A.l.b.e. (A Life Beyond Earth) ha una storia abbastanza lunga e non lineare. Ha preso tante forme. Inizia come film di fiction – fantascienza – poi si trasforma in documentario scientifico fino e ora… ora è diventato un film della realtà, scienza fantastica e non più fantascienza.
Quali sono i registi della tua memoria, quali ami e perché?
Dino Risi perché è profondamente italiano, geniale, svagato, tragico. Lynch, Garrone, tutti quelli che sanno mostrare il loro mondo, non quello davanti agli occhi di tutti. Mi piace sentirmi estranea, turista nelle visioni degli altri.
La parte più difficile della lavorazione del tuo nuovo film…
La scrittura, senza dubbio. È stato difficile perché un processo nuovo per me. Abbiamo trascritto più che scritto, grazie a un lavoro quotidiano con i protagonisti (non attori).
L’obiettivo più grande a cui miri, in questo momento, per il vostro lavoro.
Rispettare i protagonisti che si sono prestati a mettere in scena la loro storia affidandosi alle mie regole. È un esperimento e loro sono il cuore di tutto.
Cosa significa secondo te la parola creatività? Chi definisci una persona creativa?
Creatività insieme a ispirazione sono due parole che non uso mai. Come se avessi un divieto. Mi piace la parola Creazione che per me è un sinonimo di intelligenza. Un’intelligenza capace di “applicarsi”.
Come ti proietti fra cinque anni?
Tanti, cinque anni. Mi piacerebbe essere qui e altrove. Anzi altrove e qui. Avere meno pregiudizi e meno paura del mondo.
Come giudichi lo stato dell’arte in Italia? Meglio l’Italia o l’estero, a tuo avviso, per lavorare in un ambito creativo?
L’Italia è tremenda, difficilissima, eppure meravigliosa Sono “partita” tante volte e sempre tornata. Non so ancora perché. Però come dice una mia cara amica non si torna, si va e basta. Quindi per ora “vado” in Italia poi chissà.
Stanley Kubrick una volta ha dichiarato: “Se può essere scritto, o pensato, un film può essere girato”. Che ne pensi?
Che vale per tutto. Credo religiosamente nella capacità della parola di produrre realtà. Però anche il pensiero non scherza.
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