Gianmarco Fumasoli e il suo amore per il fumetto
Tempo stimato per la lettura: 12,3 minuti
La passione per il fumetto lo ha portato a dirigere una casa editrice
A tu per tu con Gianmarco Fumasoli, Direttore Editoriale di Bugs Comics, casa editrice di fumetti
Gianmarco Fumasoli, Direttore di Bugs Comics, prima della partecipazione alle prossime edizioni del Romics, si racconta a noi di ViviCreativo. Un’anima che, spinta dalla fantasia con cui ha fatto dei viaggi bellissimi, è riuscito a rendere la sua passione più grande, quella per il fumetto, il suo lavoro. Conosciamolo meglio attraverso le sue parole, che definisce la creatività come “intuitiva, folle e impegnativa“. E afferma che: “…quando credi in qualcosa, lo devi fare con tutto te stesso e se devi prendere un treno, devi prenderlo quando sta partendo dalla stazione, non quando è in viaggio”.
Gianmarco ci racconti di te? Quando ma soprattutto perché è nata la tua passione per i fumetti?
Intanto buongiorno a tutti e grazie Alessia per questa bella chiacchierata. La mia passione per i fumetti è figlia della mia passione per il poter raccontare. Sono stato uno di quei bambini che già dai primi anni di scuola doveva essere richiamato all’attenzione più volte e ho sempre viaggiato tanto con la fantasia creando i miei mondi e i miei personaggi, da bambino come da adulto.
Poi l’incontro con il fumetto ha visto questa mia passione dirigersi verso uno scopo preciso e specifico; il fumetto ha avuto su di me sempre un fascino incredibile.
La serialità del fumetto, il potersi affezionare a un personaggio e seguirne le avventure giorno dopo giorno grazie a un mezzo di comunicazione che richiede, comunque, una buona dose di inventiva da parte di chi ne usufruisce è affascinante. Non ricordo chi ha detto che il fumetto è in realtà quello che la mente costruisce tra una vignetta e l’altra e credo che questa sia la magia vera e propria, che permette a chi si affaccia a questo mondo, di contribuire con la fantasia ad affrontare un mondo dove tutto può cambiare di lettura in lettura.
Come invece è nata l’idea di creare la casa editrice Bugs Comics? Che sviluppi avete per il futuro?
L’idea della BUGS nasce dalla necessità di raccontare e fare quello che avrei sempre voluto fare; niente di più e niente di meno. Grazie a professionisti conosciuti nel corso di una vita passata a frequentare questo ambiente, la visione della BUGS ha preso forma. Il futuro ci vedrà ampliare le nostre pubblicazioni affrontando nuovi generi oltre gli attuali, approdare alle edicole e, contemporaneamente, a un tipo di narrazione differente. Al momento noi siamo riconosciuti e riconoscibili per la pubblicazione di riviste di genere; quello che vorrei fare è arrivare a prodotti differenti e mercati differenti.
Sul vostro sito ad un certo punto compare: “In via approssimativa e mettendo da parte lo sciovinismo vertebrato, possiamo dire che, in sostanza, tutti gli organismi sono insetti” Robert May. Da questa frase è collegata anche la scelta del vostro nome?
Sul nostro sito, in realtà, appaiono una manciata di frasi sugli insetti, sui “BUGS”. Il sito permette di visualizzarne random una alla volta ma sono tutte orientate a omaggiare le nostre passioni e a sottolineare, comunque, il concetto alla base della scelta del nostro nome. Gli insetti sono una classe che rappresenta il più grande gruppo animale sulla terra, ne esistono milioni, ognuno con le sue caratteristiche e peculiarità, capaci di influenzare tutti gli aspetti e le abitudini della vita umana.
Il primo e l’ultimo fumetto che hai comprato…
Bella domanda. Il primo fumetto che ho avuto tra le mani è stata una vecchia ristampa dei Peanuts, credo originariamente di mio nonno; il primo che ho deciso di acquistare invece, nel 1986 anche se i soldi li ha messi mia madre, è stato il numero uno di Dylan Dog. L’ultimo fumetto acquistato è stato il numero 17 di BPRD.
Quali aspetti non devono mancare nelle persone che collaborano con te?
Oggi purtroppo per vari motivi legati al mercato, al fatto che bisogna sempre stare con mille occhi e attenti a non farsi mai fregare, molti autori, giustamente, vedono una nuova realtà editoriale inizialmente con diffidenza. Quello che cerco negli autori che lavorano con me è l’entusiasmo nel poter ancora credere che le cose possano essere cambiate, che se t’impegni veramente anima e corpo in un progetto, puoi realizzare qualcosa d’importante. Sembra più che altro uno spot pubblicitario motivazionale; me ne rendo conto ma ti assicuro che è il vero motore del gruppo che rappresenta BUGS Comics.
Quando leggi o recensisci un illustratore o un disegnatore, cosa cerchi? Quali sono i particolari o le “leve” che ti incuriosiscono?
Sono sempre alla ricerca di nuovi autori da coinvolgere in progetti futuri, in parte perché alcuni dei ragazzi che esordiscono con noi, per fortuna, vengono chiamati anche da altre realtà editoriali e hanno meno tempo da dedicare alla BUGS anche se di questo ne sono felice e fiero e in parte perché amo andare a cercare nuovi talenti, gente in gamba con voglia di fare. Quello che mi colpisce sempre è l’originalità legata alla tradizione. In genere si è portati a pensare che disegnatori realistici siano disegnatori che “cercano un lavoro” e quindi non sondano le possibilità che la carriera che si sono scelti, può dargli; secondo me non è così. Amo cercare artisti che abbiano studiato il passato per poter costruirci sopra il loro stile, utilizzando il proprio bagaglio culturale e personale. In pratica: “studia il passato, impara le regole che muovono il mondo del fumetto e poi mettici il tuo per cambiarle”.
Chi ha creduto per primo in te, a livello professionale…
Non devo pensarci molto: Paolo Altibrandi. Paolo è un professionista assoluto nel suo, una persona seria, gran lavoratore, appassionato di quello che fa. Lui ha curato non so più nemmeno quanta roba. Dalle edizioni Cioè alla ACME, da Lupo Alberto a Blue, dai colori per Dylan Dog a qualsiasi cosa. Averlo a fianco in BUGS con la sua esperienza è una delle carte vincenti di tutto il progetto e quando mi ha detto “Ok, facciamolo”, ti assicuro che è stata la spinta finale che mi serviva. Dare fiducia a un ragazzo con un progetto ma senza esperienza è stata una cosa che solo una grande passione per la tua professione, ti spinge a fare. I primi tempi (e ogni tanto anche oggi), ogni volta che non capivo qualcosa, Paolo si metteva seduto vicino a me e mi spiegava il perché e il “per come”. Io dopotutto volevo fare i miei fumetti ma non sapevo nemmeno cosa fosse un timone, mi mancavano molte basi tecniche ed ero (e lo sono tutt’ora) un gran capoccione eppure Paolo, spesso con molta pazienza, si metteva lì e mi spiegava tutto, dalla A alla Z. Credo che non smetterò mai di ringraziarlo.
Italia vs Estero: affinità e divergenze nel mondo dei comics, secondo la tua esperienza…
Diciamo che Italia vs estero è un confronto complicato. Ogni paese, anche volendo considerare solo quelli europei, ha una propria codifica e una propria tipologia di fumetto, dall’ ”historieta” spagnola fino ai comics inglesi, cambiano le gabbie, il modo di raccontare, il tipo di storia che si affronta. Ogni paese ha, in questa rappresentazione della propria cultura, delle caratteristiche specifiche. Quello che posso dire con certezza è che, per quanto molti la pensino diversamente, il fumetto italiano non ha nulla da invidiare rispetto al resto del mondo. L’arte degli autori italiani è in grado di catturare l’immaginario dei lettori di tutto il mondo e sarebbe splendido se con un mercato in crescita, si potesse ipotizzare di far rientrare alcuni dei grandi autori italiani che lavorano all’estero o almeno permettere loro di lavorare contemporaneamente fuori e a casa.
Il mercato italiano del fumetto è oggi il quarto al mondo e cresce del 37% annuo, secondo le stime più recenti dell’AIE, per un valore di circa 200 milioni di euro. Insomma non sono briciole…qual è il tuo pensiero a riguardo?
I dati dell’AIE sono sicuramente molto interessanti ma, purtroppo, parziali. Credo vengano prese in considerazione solo le librerie di varia che sicuramente, negli ultimi anni, hanno rappresentato un fondamentale canale di crescita per il fumetto in Italia ma, in parte, vengono tenute fuori edicole e fumetterie che sono ancora, in modo e per motivi differenti, punti vendita fondamentali.
Detto questo comunque il fumetto è in crescita e sta vivendo da una manciata di anni, una nuova primavera. Penso che a parte i fumetti e i libri di cucina, pochi altri settori editoriali stiano avendo una crescita importante.
Credo che da qui ai prossimi 7/10 anni, molte cose cambieranno: gli equilibri tra edicole, fumetterie e librerie, verranno modificati; le edicole diminuiranno ma diversificando i prodotti disponibili rimarranno comunque un forte punto di riferimento per i fumetti e permetteranno alle librerie, di varia e non, di rafforzarsi. Grandi cambiamenti ma numeri che rimarranno stabili secondo me.
Anche le fiere e i festival funzionano: Lucca Comics & Games è ormai un fenomeno di costume, e anche le altre non smettono di crescere… perché secondo te?
Beh credo che una crescita accompagni l’altra. Se il mercato del fumetto italiano ha una crescita costante è logico supporre che di conseguenza crescano le manifestazioni e le iniziative che se ne occupano. Oggi si contano tantissime fiere che trattano anche fumetto, che poi siano vere e proprie fiere “del fumetto” e non fiere che mettono la parola “comics” nel nome ma che poi, di fatto, sia un aspetto solo marginale, andrebbe verificato con attenzione. DI fatto, comunque, se lo fanno vuol dire che attira pubblico e se attira pubblico è perché l’attenzione, nei confronti di questo fenomeno culturale, è cresciuta molto. Noi ci muoviamo spesso e cerchiamo di toccare più fiere possibili perché è importantissimo, fondamentale direi, il contatto diretto con i lettori ma più cresciamo e più affrontare fiere dove almeno un minimo rientro economico non è garantito è complicato, primo perché dobbiamo movimentare sempre più materiale, persone e allestimenti e secondo perché stiamo in fiera sempre tutti insieme e quando sono troppo ravvicinate, 5 giorni in fiera tolgono lavoro alla produzione, ma cerchiamo di fare il possibile.
A Roma a breve partiranno le edizioni del Romics, la XXII edizione dal 5 all’ 8 ottobre 2017 e la XXIII dal 5 all’ 8 aprile 2018… cosa ti aspetti di trovare? Cosa “vorresti” trovare?
In ogni fiera dove torniamo spero di trovare un buon riscontro da parte dei lettori, qualcuno che torni e mi dica “finalmente ci rivediamo”, persone che abbiano avuto modo di comprare i nostri fumetti e passino per una dedica o che abbiano aspettato la nuova edizione di quello specifico appuntamento, per prendere i volumi e farseli dedicare dagli autori. In ogni fiera mi aspetto di trovare un gruppo BUGS sempre più forte e coeso perché più cresciamo e più si fa pesante il peso delle responsabilità che ci portiamo sulle spalle e, di conseguenza, diventa facile cadere. In fiera diamo sempre il meglio e riusciamo a comunicare il vero spirito di questa casa editrice.
Puoi riassumere la parola creatività con 3 aggettivi?
Intuitiva
La creatività è spesso figlia dell’intuito; del riuscire, anche inconsapevolmente, ad accettare e interpretare ciò che la nostra mente percepisce al di fuori dei classici schemi di pensiero. Ciò che arriva andando oltre la consapevolezza, che spesso è nuovo, che il nostro intuito ci permette di interpretare, smontare e assemblare in altra forma, è un meccanismo proprio delle menti creative.
Folle
Alle volte basta credere in se stessi per riuscire a fare quel passo in più verso i propri obiettivi per quanto inconcepibili appaiano al di fuori, ma a volte, quello che una mente creativa arriva a immaginare o progettare, può esser scambiato per follia e spesso, magari, lo è.
Impegnativa
Le menti creative ricevono input inaspettati dalle situazioni più disparate. Per riuscire a fare proprie certe sensazioni e seguire il proprio intuito, ci vuole impegno. Bisogna impiegare passione e determinazione perchè non è sempre semplice credere in quello che immagini, soprattutto quando attorno a te le persone non ne sono convinte.
Come ti vedi, invece, fra 3 anni?
Bella domanda. Se andasse tutto come spero e come sto cercando di far andare, tra tre anni la BUGS sarà arrivata in edicola già da un anno almeno, sarà cresciuta e magari avrà anche messo in piedi quello che spero un giorno possa diventare realtà: una redazione fisica in grado di poter accogliere giovani autori per farli crescere e fargli toccare con mani il lavoro di redazione accanto a professionisti affermati. Una sorta di nave scuola che, ad oggi, ancora non possiamo permetterci di essere al 100%. Qualcosa già la stiamo facendo ma in piccolo, ancora non abbiamo ambienti grandi tanto da poterci permettere di realizzare il laboratorio che vorrei ma tra tre anni, potrebbe anche essere…
L’ultimo NO ricevuto che, come si dice, aiuta a crescere…
Ne arrivano sempre di NO, non tutti possono essere d’accordo con determinate scelte o politiche di crescita specifiche e spesso sono “no” duri da mandare giù. Finché, comunque, dipendeva tutto da noi, abbiamo fatto muro e stiamo andando avanti. Ultimamente, per alcuni progetti futuri, in via di definizione e che vedono l’intervento di altre persone e professionisti del settore, qualche “no” più pesante sta arrivando ma sull’altro piatto della bilancia arrivano anche i “si” e questo ci aiuta a considerarli molto importanti. Io sono dell’idea che se credi in qualcosa, lo devi fare con tutto te stesso e se devi prendere un treno, devi prenderlo quando sta partendo dalla stazione, non quando è in viaggio.
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Gianmarco Fumasoli e il suo amore per il fumetto
Tempo stimato per la lettura: 37 minuti
La passione per il fumetto lo ha portato a dirigere una casa editrice
A tu per tu con Gianmarco Fumasoli, Direttore Editoriale di Bugs Comics, casa editrice di fumetti
Gianmarco Fumasoli, Direttore di Bugs Comics, prima della partecipazione alle prossime edizioni del Romics, si racconta a noi di ViviCreativo. Un’anima che, spinta dalla fantasia con cui ha fatto dei viaggi bellissimi, è riuscito a rendere la sua passione più grande, quella per il fumetto, il suo lavoro. Conosciamolo meglio attraverso le sue parole, che definisce la creatività come “intuitiva, folle e impegnativa“. E afferma che: “…quando credi in qualcosa, lo devi fare con tutto te stesso e se devi prendere un treno, devi prenderlo quando sta partendo dalla stazione, non quando è in viaggio”.
Gianmarco ci racconti di te? Quando ma soprattutto perché è nata la tua passione per i fumetti?
Intanto buongiorno a tutti e grazie Alessia per questa bella chiacchierata. La mia passione per i fumetti è figlia della mia passione per il poter raccontare. Sono stato uno di quei bambini che già dai primi anni di scuola doveva essere richiamato all’attenzione più volte e ho sempre viaggiato tanto con la fantasia creando i miei mondi e i miei personaggi, da bambino come da adulto.
Poi l’incontro con il fumetto ha visto questa mia passione dirigersi verso uno scopo preciso e specifico; il fumetto ha avuto su di me sempre un fascino incredibile.
La serialità del fumetto, il potersi affezionare a un personaggio e seguirne le avventure giorno dopo giorno grazie a un mezzo di comunicazione che richiede, comunque, una buona dose di inventiva da parte di chi ne usufruisce è affascinante. Non ricordo chi ha detto che il fumetto è in realtà quello che la mente costruisce tra una vignetta e l’altra e credo che questa sia la magia vera e propria, che permette a chi si affaccia a questo mondo, di contribuire con la fantasia ad affrontare un mondo dove tutto può cambiare di lettura in lettura.
Come invece è nata l’idea di creare la casa editrice Bugs Comics? Che sviluppi avete per il futuro?
L’idea della BUGS nasce dalla necessità di raccontare e fare quello che avrei sempre voluto fare; niente di più e niente di meno. Grazie a professionisti conosciuti nel corso di una vita passata a frequentare questo ambiente, la visione della BUGS ha preso forma. Il futuro ci vedrà ampliare le nostre pubblicazioni affrontando nuovi generi oltre gli attuali, approdare alle edicole e, contemporaneamente, a un tipo di narrazione differente. Al momento noi siamo riconosciuti e riconoscibili per la pubblicazione di riviste di genere; quello che vorrei fare è arrivare a prodotti differenti e mercati differenti.
Sul vostro sito ad un certo punto compare: “In via approssimativa e mettendo da parte lo sciovinismo vertebrato, possiamo dire che, in sostanza, tutti gli organismi sono insetti” Robert May. Da questa frase è collegata anche la scelta del vostro nome?
Sul nostro sito, in realtà, appaiono una manciata di frasi sugli insetti, sui “BUGS”. Il sito permette di visualizzarne random una alla volta ma sono tutte orientate a omaggiare le nostre passioni e a sottolineare, comunque, il concetto alla base della scelta del nostro nome. Gli insetti sono una classe che rappresenta il più grande gruppo animale sulla terra, ne esistono milioni, ognuno con le sue caratteristiche e peculiarità, capaci di influenzare tutti gli aspetti e le abitudini della vita umana.
Il primo e l’ultimo fumetto che hai comprato…
Bella domanda. Il primo fumetto che ho avuto tra le mani è stata una vecchia ristampa dei Peanuts, credo originariamente di mio nonno; il primo che ho deciso di acquistare invece, nel 1986 anche se i soldi li ha messi mia madre, è stato il numero uno di Dylan Dog. L’ultimo fumetto acquistato è stato il numero 17 di BPRD.
Quali aspetti non devono mancare nelle persone che collaborano con te?
Oggi purtroppo per vari motivi legati al mercato, al fatto che bisogna sempre stare con mille occhi e attenti a non farsi mai fregare, molti autori, giustamente, vedono una nuova realtà editoriale inizialmente con diffidenza. Quello che cerco negli autori che lavorano con me è l’entusiasmo nel poter ancora credere che le cose possano essere cambiate, che se t’impegni veramente anima e corpo in un progetto, puoi realizzare qualcosa d’importante. Sembra più che altro uno spot pubblicitario motivazionale; me ne rendo conto ma ti assicuro che è il vero motore del gruppo che rappresenta BUGS Comics.
Quando leggi o recensisci un illustratore o un disegnatore, cosa cerchi? Quali sono i particolari o le “leve” che ti incuriosiscono?
Sono sempre alla ricerca di nuovi autori da coinvolgere in progetti futuri, in parte perché alcuni dei ragazzi che esordiscono con noi, per fortuna, vengono chiamati anche da altre realtà editoriali e hanno meno tempo da dedicare alla BUGS anche se di questo ne sono felice e fiero e in parte perché amo andare a cercare nuovi talenti, gente in gamba con voglia di fare. Quello che mi colpisce sempre è l’originalità legata alla tradizione. In genere si è portati a pensare che disegnatori realistici siano disegnatori che “cercano un lavoro” e quindi non sondano le possibilità che la carriera che si sono scelti, può dargli; secondo me non è così. Amo cercare artisti che abbiano studiato il passato per poter costruirci sopra il loro stile, utilizzando il proprio bagaglio culturale e personale. In pratica: “studia il passato, impara le regole che muovono il mondo del fumetto e poi mettici il tuo per cambiarle”.
Chi ha creduto per primo in te, a livello professionale…
Non devo pensarci molto: Paolo Altibrandi. Paolo è un professionista assoluto nel suo, una persona seria, gran lavoratore, appassionato di quello che fa. Lui ha curato non so più nemmeno quanta roba. Dalle edizioni Cioè alla ACME, da Lupo Alberto a Blue, dai colori per Dylan Dog a qualsiasi cosa. Averlo a fianco in BUGS con la sua esperienza è una delle carte vincenti di tutto il progetto e quando mi ha detto “Ok, facciamolo”, ti assicuro che è stata la spinta finale che mi serviva. Dare fiducia a un ragazzo con un progetto ma senza esperienza è stata una cosa che solo una grande passione per la tua professione, ti spinge a fare. I primi tempi (e ogni tanto anche oggi), ogni volta che non capivo qualcosa, Paolo si metteva seduto vicino a me e mi spiegava il perché e il “per come”. Io dopotutto volevo fare i miei fumetti ma non sapevo nemmeno cosa fosse un timone, mi mancavano molte basi tecniche ed ero (e lo sono tutt’ora) un gran capoccione eppure Paolo, spesso con molta pazienza, si metteva lì e mi spiegava tutto, dalla A alla Z. Credo che non smetterò mai di ringraziarlo.
Italia vs Estero: affinità e divergenze nel mondo dei comics, secondo la tua esperienza…
Diciamo che Italia vs estero è un confronto complicato. Ogni paese, anche volendo considerare solo quelli europei, ha una propria codifica e una propria tipologia di fumetto, dall’ ”historieta” spagnola fino ai comics inglesi, cambiano le gabbie, il modo di raccontare, il tipo di storia che si affronta. Ogni paese ha, in questa rappresentazione della propria cultura, delle caratteristiche specifiche. Quello che posso dire con certezza è che, per quanto molti la pensino diversamente, il fumetto italiano non ha nulla da invidiare rispetto al resto del mondo. L’arte degli autori italiani è in grado di catturare l’immaginario dei lettori di tutto il mondo e sarebbe splendido se con un mercato in crescita, si potesse ipotizzare di far rientrare alcuni dei grandi autori italiani che lavorano all’estero o almeno permettere loro di lavorare contemporaneamente fuori e a casa.
Il mercato italiano del fumetto è oggi il quarto al mondo e cresce del 37% annuo, secondo le stime più recenti dell’AIE, per un valore di circa 200 milioni di euro. Insomma non sono briciole…qual è il tuo pensiero a riguardo?
I dati dell’AIE sono sicuramente molto interessanti ma, purtroppo, parziali. Credo vengano prese in considerazione solo le librerie di varia che sicuramente, negli ultimi anni, hanno rappresentato un fondamentale canale di crescita per il fumetto in Italia ma, in parte, vengono tenute fuori edicole e fumetterie che sono ancora, in modo e per motivi differenti, punti vendita fondamentali.
Detto questo comunque il fumetto è in crescita e sta vivendo da una manciata di anni, una nuova primavera. Penso che a parte i fumetti e i libri di cucina, pochi altri settori editoriali stiano avendo una crescita importante.
Credo che da qui ai prossimi 7/10 anni, molte cose cambieranno: gli equilibri tra edicole, fumetterie e librerie, verranno modificati; le edicole diminuiranno ma diversificando i prodotti disponibili rimarranno comunque un forte punto di riferimento per i fumetti e permetteranno alle librerie, di varia e non, di rafforzarsi. Grandi cambiamenti ma numeri che rimarranno stabili secondo me.
Anche le fiere e i festival funzionano: Lucca Comics & Games è ormai un fenomeno di costume, e anche le altre non smettono di crescere… perché secondo te?
Beh credo che una crescita accompagni l’altra. Se il mercato del fumetto italiano ha una crescita costante è logico supporre che di conseguenza crescano le manifestazioni e le iniziative che se ne occupano. Oggi si contano tantissime fiere che trattano anche fumetto, che poi siano vere e proprie fiere “del fumetto” e non fiere che mettono la parola “comics” nel nome ma che poi, di fatto, sia un aspetto solo marginale, andrebbe verificato con attenzione. DI fatto, comunque, se lo fanno vuol dire che attira pubblico e se attira pubblico è perché l’attenzione, nei confronti di questo fenomeno culturale, è cresciuta molto. Noi ci muoviamo spesso e cerchiamo di toccare più fiere possibili perché è importantissimo, fondamentale direi, il contatto diretto con i lettori ma più cresciamo e più affrontare fiere dove almeno un minimo rientro economico non è garantito è complicato, primo perché dobbiamo movimentare sempre più materiale, persone e allestimenti e secondo perché stiamo in fiera sempre tutti insieme e quando sono troppo ravvicinate, 5 giorni in fiera tolgono lavoro alla produzione, ma cerchiamo di fare il possibile.
A Roma a breve partiranno le edizioni del Romics, la XXII edizione dal 5 all’ 8 ottobre 2017 e la XXIII dal 5 all’ 8 aprile 2018… cosa ti aspetti di trovare? Cosa “vorresti” trovare?
In ogni fiera dove torniamo spero di trovare un buon riscontro da parte dei lettori, qualcuno che torni e mi dica “finalmente ci rivediamo”, persone che abbiano avuto modo di comprare i nostri fumetti e passino per una dedica o che abbiano aspettato la nuova edizione di quello specifico appuntamento, per prendere i volumi e farseli dedicare dagli autori. In ogni fiera mi aspetto di trovare un gruppo BUGS sempre più forte e coeso perché più cresciamo e più si fa pesante il peso delle responsabilità che ci portiamo sulle spalle e, di conseguenza, diventa facile cadere. In fiera diamo sempre il meglio e riusciamo a comunicare il vero spirito di questa casa editrice.
Puoi riassumere la parola creatività con 3 aggettivi?
Intuitiva
La creatività è spesso figlia dell’intuito; del riuscire, anche inconsapevolmente, ad accettare e interpretare ciò che la nostra mente percepisce al di fuori dei classici schemi di pensiero. Ciò che arriva andando oltre la consapevolezza, che spesso è nuovo, che il nostro intuito ci permette di interpretare, smontare e assemblare in altra forma, è un meccanismo proprio delle menti creative.
Folle
Alle volte basta credere in se stessi per riuscire a fare quel passo in più verso i propri obiettivi per quanto inconcepibili appaiano al di fuori, ma a volte, quello che una mente creativa arriva a immaginare o progettare, può esser scambiato per follia e spesso, magari, lo è.
Impegnativa
Le menti creative ricevono input inaspettati dalle situazioni più disparate. Per riuscire a fare proprie certe sensazioni e seguire il proprio intuito, ci vuole impegno. Bisogna impiegare passione e determinazione perchè non è sempre semplice credere in quello che immagini, soprattutto quando attorno a te le persone non ne sono convinte.
Come ti vedi, invece, fra 3 anni?
Bella domanda. Se andasse tutto come spero e come sto cercando di far andare, tra tre anni la BUGS sarà arrivata in edicola già da un anno almeno, sarà cresciuta e magari avrà anche messo in piedi quello che spero un giorno possa diventare realtà: una redazione fisica in grado di poter accogliere giovani autori per farli crescere e fargli toccare con mani il lavoro di redazione accanto a professionisti affermati. Una sorta di nave scuola che, ad oggi, ancora non possiamo permetterci di essere al 100%. Qualcosa già la stiamo facendo ma in piccolo, ancora non abbiamo ambienti grandi tanto da poterci permettere di realizzare il laboratorio che vorrei ma tra tre anni, potrebbe anche essere…
L’ultimo NO ricevuto che, come si dice, aiuta a crescere…
Ne arrivano sempre di NO, non tutti possono essere d’accordo con determinate scelte o politiche di crescita specifiche e spesso sono “no” duri da mandare giù. Finché, comunque, dipendeva tutto da noi, abbiamo fatto muro e stiamo andando avanti. Ultimamente, per alcuni progetti futuri, in via di definizione e che vedono l’intervento di altre persone e professionisti del settore, qualche “no” più pesante sta arrivando ma sull’altro piatto della bilancia arrivano anche i “si” e questo ci aiuta a considerarli molto importanti. Io sono dell’idea che se credi in qualcosa, lo devi fare con tutto te stesso e se devi prendere un treno, devi prenderlo quando sta partendo dalla stazione, non quando è in viaggio.
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