Zellartcollage, l’arte del collage e la sua fantasia “libera” di creare
Tempo stimato per la lettura: 6,3 minuti
Ci siamo imbattuti su Instagram nell’artista Daniele Cenni, conosciuto come Zellartcollage, che nel giro di pochissimi mesi ha conquistato migliaia di follower. Lo abbiamo intercettato e ci siamo fatti raccontare un po’ di lui e della sua passione per l’arte del collage, a cui si è avvicinato da poco ma che coltiverà per sempre… come un amore a prima vista!
Daniele, ci puoi parlare un po’ di te, quando hai cominciato a realizzare le tue opere ma, soprattutto, perché?
Ciao a tutti! Mi chiamo Daniele (aka Zellartcollage) e sono un giovanotto (anche se i quaranta sono dietro l’angolo) fiorentino che lavora alla reception di un hotel in centro a Firenze.
Ho cominciato con i collage più o meno da più di un anno. Il primo collage l’ho realizzato circa 9 mesi fa, ma prima di farlo sono stato 4/5 mesi a cercare, ritagliare e catalogare più immagini possibili. Adesso ho talmente tanto di quel materiale da poter fare collage per altri 10 anni!
Il motivo per cui ho scelto di fare collage è dovuto alla mia frequentazione ad un corso di street art che mi ha fatto capire di essere abbastanza negato col disegno. Da quel momento ho capito che la mia fantasia poteva essere liberata solamente facendo collage.
Che cos’è secondo te la creatività?
Difficile dirlo in poche righe.
Penso sia un dono ma anche una capacità che si può acquisire e migliorare con il passare del tempo.
È un’espressione di pensiero da espandere in libertà, creando dal niente situazioni nuove mai esplorate.
È un modo per rompere delle regole senza la necessità che debbano essere migliori; un atteggiamento mentale che va coltivato continuamente.
Per essere creativi si deve avere una mente aperta e rispettosa degli stimoli più differenti che provengono da un campo totalmente diverso da quello in cui una persona si sta focalizzando. Bisogna avere una forte motivazione, una profonda passione e un’attitudine a imparare dai propri errori.
Tre aggettivi per descrivere il tuo metodo creativo…
Spontaneo, ironico e stimolante.
Quali sono i dettagli che ti colpiscono?
I colori, le parti del corpo e qualsiasi cosa simmetrica.
Quando trovi l’ispirazione per le tue creazioni? Avviene tutto all’improvviso o è frutto di un lavoro che ti impegna ore e dedizione?
È una cosa che cambia di giorno in giorno, anche a seconda di quanto la mia mente è fresca in quel determinato momento. A volte riesco a creare più cose in pochissimo tempo trovando un’immediata ispirazione, mentre in altri casi mi fondo il cervello e impiego un secolo per un collage minuscolo.
Perché hai scelto la tecnica del collage? Cosa esprime in più rispetto ad altre?
Con questa tecnica ho la possibilità di esprimere, con tutto me stesso, la mia creatività.
Non penso che esprima qualcosa in più rispetto ad altre tecniche. Adoro e ho un profondo rispetto per qualsiasi forma di arte.
Quando e come ti sei avvicinato all’Arte?
Negli anni scolastici, sia per demerito mio che per gli insegnanti che ho avuto, non mi sono applicato molto. Chiaramente me ne pento.
Mi sono avvicinato all’arte intorno all’età di 18 anni, quando ho incominciato ad avere un po’ di indipendenza economica, grazie all’arte contemporanea e la street art in generale. Nei vari viaggi che ho fatto, mi sono sempre impegnato a scovare gli angoli più disparati in cerca di arte di strada e, chiaramente, visitare più musei e mostre possibili.
Il cartone animato preferito da bambino…
Vi prego, devo sceglierne due… “Lupin” e “Tom & Jerry”.
Momento quiz: se domani ti svegliassi e scoprissi di avere ottenuto una qualità o un’abilità che non hai mai avuto, quale sceglieresti?
Senza il minimo dubbio, il teletrasporto. Visto che non avrò tempo e soldi per vedere ogni singola parte di questo mondo, almeno una volta al giorno vorrei tanto catapultarmi in altre realtà per vivere, vedere e conoscere più cose e persone possibili.
Qual è la prima opera d’arte che ricordi e ti ha colpito? Qual è, invece, l’ultima?
La prima senza dubbio il bellissimo murales “Tuttomondo” realizzato da Keith Haring nella città di Pisa. Quanto è fortunata la mia regione ad avere una delle sue ultime opere. Amo Keith Haring per tutto quello che ha rappresentato per la pop art e l’arte contemporanea in generale. Quanto vorrei fosse ancora vivo!
L’ultima opera di cui sono rimasto colpito è di Liliana Porter, presso la Biennale di arte a Venezia, che si chiama “El hombre con el hacha y otras situaciones breves” (l’uomo con l’ascia e altre situazioni brevi). Si tratta di un’installazione dove un uomo in miniatura brandisce un’ascia e viene posto in prossimità di una miriade di oggetti rotti: libri, sedie, tazze, ceramiche, giocattoli, una carcassa di un pianoforte, etc. Il tutto senza rispettare le reali proporzioni in modo da indurre il pubblico a riflettere sul rapporto tra la realtà e la sua rappresentazione.
Che rapporto hai con i social network? Quali canali preferisci? Ti piace usarli? In che direzione pensi possa andare il rapporto arte-creatività e social network?
I social network mi sono indubbiamente di grande aiuto per diffondere la mia arte, Instagram su tutti. Grazie ad esso ho fatto vedere i miei lavori e ho avuto la possibilità di conoscere e trarre ispirazione dai numerosi fantastici collagisti che ne fanno parte.
Se non fosse per i social network non avrei avuto l’occasione di fare questa intervista!
Dedico giornalmente un’oretta al mio “profilo” perché considero importante mantenermi attivo su un canale che mi può fare arrivare in ogni angolo del mondo.
Uso Facebook per uso personale e molte volte lo soffro perché alcune persone ne fanno uso in modo spropositato.
La direzione del rapporto arte-creatività/social network è quella giusta. Grazie alle varie piattaforme è possibile avere una vetrina in cui esporre le proprie “opere”, quasi sempre a costo zero!
È un modo per incontrare il proprio pubblico e farlo appassionare alle proprie “creazioni”.Vedere una mostra o delle opere a migliaia di chilometri di distanza o conoscere un artista di un’altra città per scambiarsi idee o opinioni, senza dover fare il minimo sforzo… è bellissimo!
Domanda finale d’obbligo: progetti per il futuro?
Sarebbe bellissimo poter dedicare più tempo ai collage e lavorare un po’ meno. Purtroppo il lavoro mi porta via troppo tempo e troppe energie. Vorrei viaggiare il più possibile in modo da avere più ispirazioni per i miei lavori. Nel frattempo mi piacerebbe poter esporre le mie “opere” nella mia città e prendere parte a dei collage club. Vorrei poterlo fare direttamente a casa mia, ma non dispongo degli spazi adatti.
Sono in procinto di creare un piccolo e-commerce attraverso la piattaforma “BigCartel” e, con un po’ di tempo libero in più, vorrei partecipare ai vari mercatini che si possono trovare a Firenze.
E, visto che non faccio collage da molto, vorrei poter continuare a farne come se non ci fosse un domani!
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Zellartcollage, l’arte del collage e la sua fantasia “libera” di creare
Tempo stimato per la lettura: 19 minuti
Ci siamo imbattuti su Instagram nell’artista Daniele Cenni, conosciuto come Zellartcollage, che nel giro di pochissimi mesi ha conquistato migliaia di follower. Lo abbiamo intercettato e ci siamo fatti raccontare un po’ di lui e della sua passione per l’arte del collage, a cui si è avvicinato da poco ma che coltiverà per sempre… come un amore a prima vista!
Daniele, ci puoi parlare un po’ di te, quando hai cominciato a realizzare le tue opere ma, soprattutto, perché?
Ciao a tutti! Mi chiamo Daniele (aka Zellartcollage) e sono un giovanotto (anche se i quaranta sono dietro l’angolo) fiorentino che lavora alla reception di un hotel in centro a Firenze.
Ho cominciato con i collage più o meno da più di un anno. Il primo collage l’ho realizzato circa 9 mesi fa, ma prima di farlo sono stato 4/5 mesi a cercare, ritagliare e catalogare più immagini possibili. Adesso ho talmente tanto di quel materiale da poter fare collage per altri 10 anni!
Il motivo per cui ho scelto di fare collage è dovuto alla mia frequentazione ad un corso di street art che mi ha fatto capire di essere abbastanza negato col disegno. Da quel momento ho capito che la mia fantasia poteva essere liberata solamente facendo collage.
Che cos’è secondo te la creatività?
Difficile dirlo in poche righe.
Penso sia un dono ma anche una capacità che si può acquisire e migliorare con il passare del tempo.
È un’espressione di pensiero da espandere in libertà, creando dal niente situazioni nuove mai esplorate.
È un modo per rompere delle regole senza la necessità che debbano essere migliori; un atteggiamento mentale che va coltivato continuamente.
Per essere creativi si deve avere una mente aperta e rispettosa degli stimoli più differenti che provengono da un campo totalmente diverso da quello in cui una persona si sta focalizzando. Bisogna avere una forte motivazione, una profonda passione e un’attitudine a imparare dai propri errori.
Tre aggettivi per descrivere il tuo metodo creativo…
Spontaneo, ironico e stimolante.
Quali sono i dettagli che ti colpiscono?
I colori, le parti del corpo e qualsiasi cosa simmetrica.
Quando trovi l’ispirazione per le tue creazioni? Avviene tutto all’improvviso o è frutto di un lavoro che ti impegna ore e dedizione?
È una cosa che cambia di giorno in giorno, anche a seconda di quanto la mia mente è fresca in quel determinato momento. A volte riesco a creare più cose in pochissimo tempo trovando un’immediata ispirazione, mentre in altri casi mi fondo il cervello e impiego un secolo per un collage minuscolo.
Perché hai scelto la tecnica del collage? Cosa esprime in più rispetto ad altre?
Con questa tecnica ho la possibilità di esprimere, con tutto me stesso, la mia creatività.
Non penso che esprima qualcosa in più rispetto ad altre tecniche. Adoro e ho un profondo rispetto per qualsiasi forma di arte.
Quando e come ti sei avvicinato all’Arte?
Negli anni scolastici, sia per demerito mio che per gli insegnanti che ho avuto, non mi sono applicato molto. Chiaramente me ne pento.
Mi sono avvicinato all’arte intorno all’età di 18 anni, quando ho incominciato ad avere un po’ di indipendenza economica, grazie all’arte contemporanea e la street art in generale. Nei vari viaggi che ho fatto, mi sono sempre impegnato a scovare gli angoli più disparati in cerca di arte di strada e, chiaramente, visitare più musei e mostre possibili.
Il cartone animato preferito da bambino…
Vi prego, devo sceglierne due… “Lupin” e “Tom & Jerry”.
Momento quiz: se domani ti svegliassi e scoprissi di avere ottenuto una qualità o un’abilità che non hai mai avuto, quale sceglieresti?
Senza il minimo dubbio, il teletrasporto. Visto che non avrò tempo e soldi per vedere ogni singola parte di questo mondo, almeno una volta al giorno vorrei tanto catapultarmi in altre realtà per vivere, vedere e conoscere più cose e persone possibili.
Qual è la prima opera d’arte che ricordi e ti ha colpito? Qual è, invece, l’ultima?
La prima senza dubbio il bellissimo murales “Tuttomondo” realizzato da Keith Haring nella città di Pisa. Quanto è fortunata la mia regione ad avere una delle sue ultime opere. Amo Keith Haring per tutto quello che ha rappresentato per la pop art e l’arte contemporanea in generale. Quanto vorrei fosse ancora vivo!
L’ultima opera di cui sono rimasto colpito è di Liliana Porter, presso la Biennale di arte a Venezia, che si chiama “El hombre con el hacha y otras situaciones breves” (l’uomo con l’ascia e altre situazioni brevi). Si tratta di un’installazione dove un uomo in miniatura brandisce un’ascia e viene posto in prossimità di una miriade di oggetti rotti: libri, sedie, tazze, ceramiche, giocattoli, una carcassa di un pianoforte, etc. Il tutto senza rispettare le reali proporzioni in modo da indurre il pubblico a riflettere sul rapporto tra la realtà e la sua rappresentazione.
Che rapporto hai con i social network? Quali canali preferisci? Ti piace usarli? In che direzione pensi possa andare il rapporto arte-creatività e social network?
I social network mi sono indubbiamente di grande aiuto per diffondere la mia arte, Instagram su tutti. Grazie ad esso ho fatto vedere i miei lavori e ho avuto la possibilità di conoscere e trarre ispirazione dai numerosi fantastici collagisti che ne fanno parte.
Se non fosse per i social network non avrei avuto l’occasione di fare questa intervista!
Dedico giornalmente un’oretta al mio “profilo” perché considero importante mantenermi attivo su un canale che mi può fare arrivare in ogni angolo del mondo.
Uso Facebook per uso personale e molte volte lo soffro perché alcune persone ne fanno uso in modo spropositato.
La direzione del rapporto arte-creatività/social network è quella giusta. Grazie alle varie piattaforme è possibile avere una vetrina in cui esporre le proprie “opere”, quasi sempre a costo zero!
È un modo per incontrare il proprio pubblico e farlo appassionare alle proprie “creazioni”.Vedere una mostra o delle opere a migliaia di chilometri di distanza o conoscere un artista di un’altra città per scambiarsi idee o opinioni, senza dover fare il minimo sforzo… è bellissimo!
Domanda finale d’obbligo: progetti per il futuro?
Sarebbe bellissimo poter dedicare più tempo ai collage e lavorare un po’ meno. Purtroppo il lavoro mi porta via troppo tempo e troppe energie. Vorrei viaggiare il più possibile in modo da avere più ispirazioni per i miei lavori. Nel frattempo mi piacerebbe poter esporre le mie “opere” nella mia città e prendere parte a dei collage club. Vorrei poterlo fare direttamente a casa mia, ma non dispongo degli spazi adatti.
Sono in procinto di creare un piccolo e-commerce attraverso la piattaforma “BigCartel” e, con un po’ di tempo libero in più, vorrei partecipare ai vari mercatini che si possono trovare a Firenze.
E, visto che non faccio collage da molto, vorrei poter continuare a farne come se non ci fosse un domani!
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