Intervista a Sofia Bonvicini su “Sturmtruppen”, 50 anni in mostra con Bonvi
Tempo stimato per la lettura: 4,8 minuti
I classici sono sempre una nostra fonte di ispirazione, perché da loro ereditiamo conoscenze che ci sono e ci saranno utili.
ViviCreativo celebra la creatività in tutte le sue forme e in questa occasione abbiamo deciso di omaggiare un grande artista e interprete italiano dal nome indimenticabile, Bonvi.
A Bologna, fino al 7 aprile 2019, il bellissimo e storico Palazzo Fava ospita oltre 200 opere del disegnatore, provenienti dall’Archivio Bonvicini e in gran parte inedite.
Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini, in arte Bonvi (1941-1995), è stato autore prolifico, innovatore unico e di grande talento, uno dei primi a rivendicare dignità intellettuale per una professione snobbata dalla cultura “accademica”.
Spirito libero, curioso ed eclettico, oltre che nel fumetto ha spaziato nei più diversi campi della comunicazione, dalla pubblicità al cinema, dalla musica alla televisione, al giornalismo.
Con la figlia Sofia Bonvicini, abbiamo parlato di questa iniziativa, tra i suoi ricordi di Bologna – “io della Bologna della seconda metà degli anni ’80 mi ricordo sopratutto il gelato con le patatine al Bar Nettuno” – e un augurio per il futuro….
Ci racconti come è nata l’idea di questa mostra, che raccoglie opere edite e inedite di un artista geniale come Bonvi?
L’idea è nata in una sera buia e tempestosa…no, scherzo ovviamente. Più che che un’ idea, la definirei “un’esigenza”, nata da tutte le persone e gli amanti del fumetto che leggono e ricordano ancora Sturmtruppen e Bonvi con molto affetto, che ha trovato terreno fertile tra le mura del patron di casa, Genus Boninae, in particolare il Presidente Fabio Roversi Monaco che per primo ha creduto in questo progetto. La mostra, che si articola per tematiche, ospita una selezione accurata di più di 200 materiali originali (tra opere originali e veri e propri cimeli) ed è concentrata per lo più intorno a Sturmturppen, essendo il biennio 2018-2019 la ricorrenza dei cinquant’anni dalla nascita della prima, storica striscia di Sturmtruppen ed essendo questo il biennio che vede il rilancio anche editoriale del fumetto, con un’ edizione integrale interamente e, per la prima volta, a colori! Ma c’è dell’ altro. Tanto altro. La mostra infatti è un’ occasione per scoprire anche altri volti del’ autore Bonvi, che oltre a Sturmtruppen ha creato, durante la sua vita una vera e propria moltitudine di characters diversi tra loro. Da Nick Carter a Cattivik, passando per Cronache del Dopobomba e Storie dello Spazio Profondo, approdando sulle sponde dell’ Uomo di Tsushima sino ad arrivare a veri e propri gioielli a colori, quasi inediti, come la serie a colori di PlayGulp, tanto per citarne una.
Le mostre di illustrazione e fumetti in Italia sono sempre più diffuse e numerose. Quali sono gli elementi su cui puntate maggiormente?
Sicuramente l’effetto “WOW”. Che non è soltanto una parola onomatopeica, ma è un vero e proprio elemento emozionale in grado di suscitare nel visitatore un sentimento di stupore e di esaltazione alla vista non soltanto degli elementi originali, ma anche delle istallazioni che li accolgono, progettati ad hoc per lo scopo.
Il tuo personaggio preferito.
Se parliamo di Sturmtruppen, uno dei miei personaggi preferiti è il Sergenten…il bullo violento che si rende ridicolo agli occhi della truppa lo trovo molto contemporaneo…E qua mi fermo. Se parliamo delle Opere di Bonvi, sicuramente Cronache del Dopobomba, è l’opera che reputo tra le più interessanti. Sotto tutti i punti di vista.
Il tuo rapporto con Bologna oggi.
Bologna è una bella città in cui la vita scorre quasi naturalmente. Che per molte città nel mondo, questo è un vero “lusso”
Cosa e quanto è cambiato, secondo te, dalla Bologna di tuo padre (o di Francesco Guccini e Lucio Dalla) e quanto invece è rimasto simile? Che ricordi ne hai?
Io della Bologna di quegli anni (parliamo per praticità della seconda metà degli anni ’80), mi ricordo sopratutto il gelato con le patatine al Bar Nettuno (sì sì, avete capito bene….il gelato con dentro le patatine… una mia variante gourmet dell’epoca al “solito gelato”) insieme al mio papà, mentre le macchine sfrecciavano su via Rizzoli e ci si telefonava solo dalle cabine telefoniche della Telecom.
Ora il bar Nettuno non credo che esista più, il centro è quasi tutto pedonale e le cabine della Telecom a differenza di Londra, le hanno smantellate…Il resto credo sia leggenda, non trovi?
Cosa ammiri di più del lavoro di tuo padre?
Tutto e non lo dico soltanto perché ne avrei tutti gli interessi a dirlo, ma perché è proprio così. Lo trovo completo. Era un artista completo, come sono complete, rotonde le sue opere.
Una domanda che rivolgo spesso agli organizzatori di fiere nazionali e internazionali è che oggi il pubblico è sempre più attratto dai cosplayer. Qual è il tuo pensiero a riguardo?
Francamente non ho un “pensiero” a riguardo. I cosplayer sono un dato di fatto. Come è un dato di fatto la società liquida in cui viviamo nella quale la gente ha bisogno di creare e sentirsi parte di una comunità (o community, detta all’inglese). E se questo sentimento di “appartenza ad una comunità” raccogliesse tutti gli amanti dei travestimenti e del mondo fantasy in generale, non ne vedo alcuna stranezza.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Ai posteri l’ardua sentenza.
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Intervista a Sofia Bonvicini su “Sturmtruppen”, 50 anni in mostra con Bonvi
Tempo stimato per la lettura: 14 minuti
I classici sono sempre una nostra fonte di ispirazione, perché da loro ereditiamo conoscenze che ci sono e ci saranno utili.
ViviCreativo celebra la creatività in tutte le sue forme e in questa occasione abbiamo deciso di omaggiare un grande artista e interprete italiano dal nome indimenticabile, Bonvi.
A Bologna, fino al 7 aprile 2019, il bellissimo e storico Palazzo Fava ospita oltre 200 opere del disegnatore, provenienti dall’Archivio Bonvicini e in gran parte inedite.
Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini, in arte Bonvi (1941-1995), è stato autore prolifico, innovatore unico e di grande talento, uno dei primi a rivendicare dignità intellettuale per una professione snobbata dalla cultura “accademica”.
Spirito libero, curioso ed eclettico, oltre che nel fumetto ha spaziato nei più diversi campi della comunicazione, dalla pubblicità al cinema, dalla musica alla televisione, al giornalismo.
Con la figlia Sofia Bonvicini, abbiamo parlato di questa iniziativa, tra i suoi ricordi di Bologna – “io della Bologna della seconda metà degli anni ’80 mi ricordo sopratutto il gelato con le patatine al Bar Nettuno” – e un augurio per il futuro….
Ci racconti come è nata l’idea di questa mostra, che raccoglie opere edite e inedite di un artista geniale come Bonvi?
L’idea è nata in una sera buia e tempestosa…no, scherzo ovviamente. Più che che un’ idea, la definirei “un’esigenza”, nata da tutte le persone e gli amanti del fumetto che leggono e ricordano ancora Sturmtruppen e Bonvi con molto affetto, che ha trovato terreno fertile tra le mura del patron di casa, Genus Boninae, in particolare il Presidente Fabio Roversi Monaco che per primo ha creduto in questo progetto. La mostra, che si articola per tematiche, ospita una selezione accurata di più di 200 materiali originali (tra opere originali e veri e propri cimeli) ed è concentrata per lo più intorno a Sturmturppen, essendo il biennio 2018-2019 la ricorrenza dei cinquant’anni dalla nascita della prima, storica striscia di Sturmtruppen ed essendo questo il biennio che vede il rilancio anche editoriale del fumetto, con un’ edizione integrale interamente e, per la prima volta, a colori! Ma c’è dell’ altro. Tanto altro. La mostra infatti è un’ occasione per scoprire anche altri volti del’ autore Bonvi, che oltre a Sturmtruppen ha creato, durante la sua vita una vera e propria moltitudine di characters diversi tra loro. Da Nick Carter a Cattivik, passando per Cronache del Dopobomba e Storie dello Spazio Profondo, approdando sulle sponde dell’ Uomo di Tsushima sino ad arrivare a veri e propri gioielli a colori, quasi inediti, come la serie a colori di PlayGulp, tanto per citarne una.
Le mostre di illustrazione e fumetti in Italia sono sempre più diffuse e numerose. Quali sono gli elementi su cui puntate maggiormente?
Sicuramente l’effetto “WOW”. Che non è soltanto una parola onomatopeica, ma è un vero e proprio elemento emozionale in grado di suscitare nel visitatore un sentimento di stupore e di esaltazione alla vista non soltanto degli elementi originali, ma anche delle istallazioni che li accolgono, progettati ad hoc per lo scopo.
Il tuo personaggio preferito.
Se parliamo di Sturmtruppen, uno dei miei personaggi preferiti è il Sergenten…il bullo violento che si rende ridicolo agli occhi della truppa lo trovo molto contemporaneo…E qua mi fermo. Se parliamo delle Opere di Bonvi, sicuramente Cronache del Dopobomba, è l’opera che reputo tra le più interessanti. Sotto tutti i punti di vista.
Il tuo rapporto con Bologna oggi.
Bologna è una bella città in cui la vita scorre quasi naturalmente. Che per molte città nel mondo, questo è un vero “lusso”
Cosa e quanto è cambiato, secondo te, dalla Bologna di tuo padre (o di Francesco Guccini e Lucio Dalla) e quanto invece è rimasto simile? Che ricordi ne hai?
Io della Bologna di quegli anni (parliamo per praticità della seconda metà degli anni ’80), mi ricordo sopratutto il gelato con le patatine al Bar Nettuno (sì sì, avete capito bene….il gelato con dentro le patatine… una mia variante gourmet dell’epoca al “solito gelato”) insieme al mio papà, mentre le macchine sfrecciavano su via Rizzoli e ci si telefonava solo dalle cabine telefoniche della Telecom.
Ora il bar Nettuno non credo che esista più, il centro è quasi tutto pedonale e le cabine della Telecom a differenza di Londra, le hanno smantellate…Il resto credo sia leggenda, non trovi?
Cosa ammiri di più del lavoro di tuo padre?
Tutto e non lo dico soltanto perché ne avrei tutti gli interessi a dirlo, ma perché è proprio così. Lo trovo completo. Era un artista completo, come sono complete, rotonde le sue opere.
Una domanda che rivolgo spesso agli organizzatori di fiere nazionali e internazionali è che oggi il pubblico è sempre più attratto dai cosplayer. Qual è il tuo pensiero a riguardo?
Francamente non ho un “pensiero” a riguardo. I cosplayer sono un dato di fatto. Come è un dato di fatto la società liquida in cui viviamo nella quale la gente ha bisogno di creare e sentirsi parte di una comunità (o community, detta all’inglese). E se questo sentimento di “appartenza ad una comunità” raccogliesse tutti gli amanti dei travestimenti e del mondo fantasy in generale, non ne vedo alcuna stranezza.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Ai posteri l’ardua sentenza.
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