Federica Di Benedetto, fotografa: “La creatività è come farsi un regalo”
Tempo stimato per la lettura: 2,4 minuti
Un nuovo contributo, una nuova storia di una delle finaliste per la Biennale MArteLive: questa volta abbiamo intervistato Federica Di Benedetto, fotografa – ora fotografa ufficiale al Teatro Eliseo di Roma – che tra un inizio casuale e la voglia di “farsi un regalo”, ha fatto proprio questo mestiere…
Raccontaci un po’ di te: quando hai cominciato a lavorare nel campo artistico, perché hai iniziato?
Mi sono avvicinata alla fotografia nel 2007 durante un viaggio che ho fatto da sola a Venezia con una Kodak usa e getta. Avevo venti anni, frequentavo medicina e mai mi sarei immaginata che dopo dieci anni la fotografia sarebbe diventato il mio mestiere. Ho iniziato a scattare per concentrare la mia attenzione su altro da me e ricordarmelo, da allora non ho più smesso! In campo artistico però nasco prima come attrice che come fotografa. Studio recitazione dall’età di tre anni ed è anche per questo motivo che attualmente a livello professionale lavoro soprattutto in teatro come fotografa di scena.
Cosa significa per te “avere creatività”?
Penso che la creatività nasca dal bisogno di farsi un regalo. Non credo sia un dono di pochi, credo che tutti la abbiano, ma non tutti, purtroppo, vogliono “regalarsela”.
Come è stata l’esperienza con MArteLive?
MArteLive è stata per me un’esperienza molto stimolante e ben organizzata, al di sopra delle mie aspettative. Altre volte mi è capitato di partecipare a delle collettive d’arte, ma mai come questa volta ne sono uscita soddisfatta. Ho notato che, durante la serata della finale regionale Lazio, nonostante vi fossero tante performance dal vivo che magari potevano “oscurare” la visione delle opere “staticamente” esposte, la sala di fotografia sia stata molto frequentata, e, devo dire, non me lo sarei mai aspettato!
Sei tra i primi finalisti della prossima Biennale, quali sono le tue aspettative?
Spero di avere la possibilità di conoscere altri artisti con cui magari, in futuro, organizzare altre collettive e, ovviamente, sarei felice che il progetto che espongo, “Noce”, a cui sono molto legata, possa essere conosciuto anche al di fuori della cerchia dei conoscenti più intimi.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Attualmente sono la fotografa del Teatro Eliseo, mi occupo prevalentemente di fotografare attori, musicisti, volti noti.
Sarei felice però di sviluppare un progetto su tutti coloro che fanno funzionare la macchina teatrale, arrampicati sulle scale o in graticcia, azionando motori, facendo calare americane o arrotolando delle corde; come fotografa del teatro Eliseo ho il privilegio di vedere luoghi che alla maggior parte del pubblico sono sconosciuti, mi farebbe piacere raccontare la vita che si cela lì dentro.
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Federica Di Benedetto, fotografa: “La creatività è come farsi un regalo”
Tempo stimato per la lettura: 7 minuti
Un nuovo contributo, una nuova storia di una delle finaliste per la Biennale MArteLive: questa volta abbiamo intervistato Federica Di Benedetto, fotografa – ora fotografa ufficiale al Teatro Eliseo di Roma – che tra un inizio casuale e la voglia di “farsi un regalo”, ha fatto proprio questo mestiere…
Raccontaci un po’ di te: quando hai cominciato a lavorare nel campo artistico, perché hai iniziato?
Mi sono avvicinata alla fotografia nel 2007 durante un viaggio che ho fatto da sola a Venezia con una Kodak usa e getta. Avevo venti anni, frequentavo medicina e mai mi sarei immaginata che dopo dieci anni la fotografia sarebbe diventato il mio mestiere. Ho iniziato a scattare per concentrare la mia attenzione su altro da me e ricordarmelo, da allora non ho più smesso! In campo artistico però nasco prima come attrice che come fotografa. Studio recitazione dall’età di tre anni ed è anche per questo motivo che attualmente a livello professionale lavoro soprattutto in teatro come fotografa di scena.
Cosa significa per te “avere creatività”?
Penso che la creatività nasca dal bisogno di farsi un regalo. Non credo sia un dono di pochi, credo che tutti la abbiano, ma non tutti, purtroppo, vogliono “regalarsela”.
Come è stata l’esperienza con MArteLive?
MArteLive è stata per me un’esperienza molto stimolante e ben organizzata, al di sopra delle mie aspettative. Altre volte mi è capitato di partecipare a delle collettive d’arte, ma mai come questa volta ne sono uscita soddisfatta. Ho notato che, durante la serata della finale regionale Lazio, nonostante vi fossero tante performance dal vivo che magari potevano “oscurare” la visione delle opere “staticamente” esposte, la sala di fotografia sia stata molto frequentata, e, devo dire, non me lo sarei mai aspettato!
Sei tra i primi finalisti della prossima Biennale, quali sono le tue aspettative?
Spero di avere la possibilità di conoscere altri artisti con cui magari, in futuro, organizzare altre collettive e, ovviamente, sarei felice che il progetto che espongo, “Noce”, a cui sono molto legata, possa essere conosciuto anche al di fuori della cerchia dei conoscenti più intimi.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Attualmente sono la fotografa del Teatro Eliseo, mi occupo prevalentemente di fotografare attori, musicisti, volti noti.
Sarei felice però di sviluppare un progetto su tutti coloro che fanno funzionare la macchina teatrale, arrampicati sulle scale o in graticcia, azionando motori, facendo calare americane o arrotolando delle corde; come fotografa del teatro Eliseo ho il privilegio di vedere luoghi che alla maggior parte del pubblico sono sconosciuti, mi farebbe piacere raccontare la vita che si cela lì dentro.
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