Creatività Liquida: Arancia Meccanica by Gregory Camillò

About the Author: Redazione ViviCreativo

creatività liquida
Published On: 18 Aprile 2019

Tempo stimato per la lettura: 12,6 minuti

30 Ricette, 30 barman e barlady, 30 film.

La creatività incontra la mixology che incontra il cinema, proponendo alle nostre papille gustative cocktail inediti, ispirati alle pellicole del cinema più famose. Questa settimana Arancia Meccanica.

 

Ricetta #5, dal film Arancia Meccanica

ogni settimana una ricetta, scoprite con noi Latte +, il cocktail ispirato ad Arancia Meccanica. Cinema, cocktail, design e creatività

arancia meccanica

Cocktail Latte Più
dal film Arancia Meccanica

di Gregory Camillò

Gregory Camillò

«Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova Milkbar vende latte più, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalinica, che è quello che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza. (da Arancia Meccanica – il film)»

Arancia meccanica è un’opera letteraria dello scrittore Anthony Burgess edita nel 1962.
Il romanzo fu utilizzato come traccia nel 1965 per una pellicola diretta da Andy Warhol dal titolo Vinyl e successivamente, nel 1971, il regista Stanley Kubrick lo trasformerà nel film premio Oscar che tutti noi conosciamo.

La pellicola è un vero e proprio cult ad oggi, ed è praticamente conosciuta da tutti, come lo stesso regista è fonte di studio e di ispirazione per molti cineasti in erba e non solo…

Arancia Meccanica è un film controverso e molto spesso l’opinione pubblica condanna la creatività perché è “disturbata” dal messaggio che esprime. Si tende a condannare senza analizzare la critica sociale che c’è dietro. Un po’ quello che è capitato a Dirty Dancing, “pellicola romantica” senza pensare allo spaccato sociale che c’è dietro.

Il romanzo, come il film, parla di un futuro  fantapolitico o distopico in cui regna una società votata a un’esasperata violenza, soprattutto nei giovani, e un condizionamento del pensiero sistematico.

Un valido argomento di riflessione quello della violenza, che rimane nonostante il passare degli anni molto attuale, pensiamo al bullismo e alla violenza alla quale assistiamo ogni giorno e forse ci siamo anche abituati a vivere in un mondo così.

In un futuro imprecisato, nella metropoli londinese, vive il giovane Alexander “Alex” DeLarge da Kubrick rinominato poi Burgess in onore dell’autore del libro, un ragazzo di famiglia operaia, eccentrico, antisociale e capo della banda criminale dei Drughi, con i quali trascorre il tempo libero dedicandosi a sesso, ai furti e all’amata ultraviolenza.

Punto di ritrovo della banda è il locale Korova Milk Bar, dove si può consumare del lattepiù, ossia latte migliorato con mescalina e altre sostanze stupefacenti.

La trama si articola in 5 momenti:

– La vita da drughi

Dopo aver commesso atroci infamie, tra cui la “visita a sorpresa” come veniva chiamata dai drughi in cui entrano nell’appartamento dello scrittore Frank Alexander e commettono atroci atti criminali tra cui lo stupro della moglie, decidono di rapinare, con le stesse modalità della “visita a sorpresa”, una casa adibita a clinica per dimagrire, dove al momento vive solo l’attempata proprietaria con un gran numero di gatti.

La sera stessa i quattro si recano sul posto. Alex prova a farsi aprire la porta nel modo consueto, ma la donna, allarmata dal precedente episodio di violenza appreso dai giornali, non apre e chiama la polizia. Alex riesce comunque a entrare da una finestra e, dopo uno scambio di feroci battute e una breve colluttazione, colpisce la donna con una scultura a forma di fallo.

Udendo le sirene della polizia in arrivo, Alex esce tentando di fuggire, ma i Drughi lo stanno aspettando e Dim lo colpisce con una bottiglia di lattepiù in faccia, lasciandolo ferito in balia della polizia.

– L’arresto di Alex

Tradito dai suoi compagni viene arrestato, picchiato dai poliziotti, che mal sopportano la sua strafottenza. Viene poi informato della morte della donna. Dopo un breve processo, Alex viene condannato a 14 anni di carcere per omicidio.

– La cura Ludovico

Dopo aver scontato due anni di carcere, viene a conoscenza di un’iniziativa del nuovo Governo salito in carica, che promette la scarcerazione immediata a patto che ci si sottoponga a un innovativo programma di “rieducazione”: il trattamento Ludovico.

Alex si fa quindi notare dal Segretario per gli affari interni in visita al carcere, viene scelto per il trattamento e, con il pensiero rivolto alla scarcerazione in solo due settimane, accetta tutte le condizioni.

Nonostante lo scetticismo del direttore della prigione e del capo delle guardie, Alex viene trasferito in un centro medico dove incomincia la cura, la quale consiste nella somministrazione di farmaci unita alla visione di lungometraggi dove sono contenute scene di violenza.

La visione delle pellicole è “obbligata” dalla posizione di Alex, legato a breve distanza dallo schermo e con delle pinze che lo costringono a tenere gli occhi aperti.

Le scene di violenza insieme con l’effetto dei farmaci, incominciano a provocare in lui delle sensazioni di dolore e di nausea che tendono ad aumentare a mano a mano che il trattamento prosegue fino a coinvolgere, oltre alle immagini di violenza e di sesso, anche la musica di sottofondo della proiezione che, durante la visione di un documentario su Hitler, è la nona Sinfonia di Beethoven.

– Il rientro in società

Alex viene scarcerato, ma il suo rientro nella società è tragico: tutte le persone che prima, quando lui era più forte e violento erano sue vittime, nel momento in cui la situazione si capovolge ed è lui a essere completamente indifeso e innocuo, rovesciano i ruoli e prendono il suo posto nel comportarsi da carnefici, vendicandosi.

A casa trova un altro ragazzo che vive nella sua camera, in affitto, per strada incontra un barbone da lui precedentemente aggredito che gli restituisce il favore, viene salvato da due poliziotti che si rivelano i suoi ex amici drughi, i quali sapendo della cura affrontata da Axel e della sua vulnerabilità lo portano fuori città ammanettato e lo torturano immergendogli la testa in una vasca piena d’acqua e percuotendolo con il manganello.

Ferito e disperato, Alex raggiunge una casa per chiedere aiuto, ma la casa è quella dello scrittore Frank Alexander, ora invalido e vedovo dopo la morte della moglie, dovuta a suo avviso allo shock che la donna ha subito durante e dopo lo stupro.

In un primo momento lo scrittore non riconosce Alex e decide di aiutarlo, però poi lo sente cantare Singin’ in the rain riconosce allora la voce dell’autore della violenza subita e prepara la propria vendetta: prima narcotizza Alex, poi, una volta ottenute da lui le informazioni per screditare il governo, lo chiude in una stanza e gli fa ascoltare ad alto volume la nona Sinfonia di Beethoven, provocandogli un dolore straziante. Alex si convince a cercare nella morte la liberazione dalla sua sofferenza e si getta dalla finestra.

– Epilogo

Alex si risveglia molto tempo dopo in un letto d’ospedale, dopo un lungo coma.
Nel periodo della convalescenza, una psichiatra gli fa un test nel quale Alex risponde con spacconeria e strafottenza, rendendosi conto di non provare più il malessere che accompagnava la propria aggressività. Nel frattempo la stampa, venuta a conoscenza dell’accaduto, attacca duramente il governo per i metodi coercitivi usati su di lui.

Un giorno Alex riceve una visita del Segretario per gli affari interni, preoccupato per lo scandalo causato dalla vicenda. Il Segretario, con atteggiamento remissivo e conciliante, gli offre il proprio appoggio e quello del governo in cambio della sua collaborazione, al fine di assicurare la buona fede e soprattutto la tenuta del governo.

Alex accetta l’accordo e chiede al Segretario di diventare il capo della polizia: una posizione ideale per lui, per esercitare violenza in modo legale.

Questo gli permetterebbe poi di ritornare capo dei suoi ex-Drughi ora poliziotti e vendicarsi di quando lo avevano incontrato indifeso a causa della cura, percuotendolo e seviziandolo. Il politico, preoccupato, gli propone in prima battuta di diventare un semplice poliziotto ma, ricattato da Alex, accetta anche questa condizione (esiste una versione del film dove questa parte è stata tagliata).

Alex immagina la sua nuova vita trascorrere come prima tra sesso, musica e violenza, ma libera dalle angosce dovute alla legge, poiché egli ora lavora per essa.

Leggi tutta la trama su Wikipedia

Il film di Arancia Meccanica è un cult della cinematografia, ancora terribilmente attuale in un’epoca in cui, come oggi, la violenza è ancora più macabra e sconcertante

Non manca di spunti di riflessione sul buono e il cattivo, basta pensare all’epilogo che vede Alex ormai capo della polizia e legittimato a esercitare a quel punto l’amata ultraviolenza, a quando Alex era indifeso dove i prima “buoni” diventano i suoi carnefici.

E’ una pellicola che ci allontana dal concetto di pregiudizio e ci insegna che tutti siamo tutto ma sono le nostre scelte che ci rendono quello che siamo in realtà.

Un film ricco di spunti creativi ed artistici: come scenografia il riferimento alla pop art di Piet Mondrian, l’optical art e altri riferimenti a Lichtenstein e Brancusi, soprattutto in casa di Alex e dello scrittore Alexander.

L’arredamento degli interni è di transizione tra anni 60 e 70 più tendente a questi ultimi.
Nell’estetica del film sono presenti diversi riferimenti sessuali, ad esempio le sculture a forma di fallo, le sedute e i tavoli del Korova Milk Bar… questo perché secondo Kubrick:
“niente riesce a risvegliare lo spettatore dal torpore meglio del sesso”

Inoltre nella pellicola la donna è spesso ridotta ad oggetto per criticare la tendenza che la pubblicità stava assumendo rispetto all’utilizzo del corpo femminile.

I costumi sono stati realizzati da Milena Canonero, che insieme a Kubrick decide di realizzare per i drughi dei costumi a metà tra un poliziotto e un supereroe perverso.
Per rendere questo i costumi vengono realizzati completamente bianchi.

Bianco come purezza, ma anche come asetticità, malattia, morte.

Il bianco diventa così un colore degenerato, dissacrato. Un esempio ne è anche il latte, bianco, trasmette sicurezza, ma in realtà è degenerato dalle droghe al suo interno.

La musica come nel romanzo assume un ruolo centrale e preponderante. Come ci descrive Wikipedia:

“La dimensione dominante di questa colonna sonora è lo sbeffeggiamento, il sarcasmo, l’irrisione: nelle tracce trovano posto la Nona di Beethoven stravolta al synthetizer da Wendy Carlos, maestra in queste trascrizioni; poi una versione accelerata; l’ouverture del Guglielmo Tell rossiniano che commenta la sequenza, accelerata anch’essa, dell’orgia di Alex con le due fanciulle del Chelsea Drugstore; infine troviamo la musica per il funerale della regina Maria di Purcell.

Il cineasta collega le musiche a un’espressività musicale platealmente negativa e “degenerata”, come quella di un rock satanico o a una qualunque forma d’arte sospettabile di pregiudizio. Kubrick propone una meditazione sulla musica “alta”, quella assoluta e intangibile dei Beethoven, Purcell e Rossini, qui dissacrata da atteggiamenti impertinenti, da “baffi alla Gioconda”, ben diversi dall’ossequiosa riverenza a essa tributata in 2001: Odissea nello spazio.

Simmetricamente, Kubrick trasferisce poi questa riflessione circa la natura ambigua e indisciplinabile della musica anche su una pagina ben più recente e leggera ma anch’essa “esemplare”, a suo modo, in termini di morale: la cinematografica e fortunatissima Singin’ in the Rain. Il brano viene caricato di valenze bizzarre e sconcertanti, al punto che lo scandalo musicale, e relativi dibattiti con feroci polemiche, finiranno per focalizzarsi quasi più su questa popolarissima e virtuosa pagina che sui numerosi capitoli di musica colta di cui il lungometraggio è gremito.”

LA RICETTA

BARMAN: Gregory Camillò di El Bar Social Maria Sabina, nel sottosuolo del bar La Punta Expendio de Agave di Roma

drink latte +

INGREDIENTI

3cl tequila Los Tres Toños
3cl mezcal Herencia de Sanchez
2cl latte di canapa
1cl sciroppo d’agave
2cl succo di lime
1,5cl albume
Top soda

Bicchiere: Collins glass
Tecnica: dry shake/ shake and strain

PREPARAZIONE

Versare gli ingredienti in uno shaker, mescolare con un barspoon e shakerare con vigore. Filtrare tutto in un bicchiere hurricane con ghiaccio a cubi e aggiungere ghiaccio tritato sul quale verrà versato il bitter.

ISPIRAZIONE

Il drink, Latte + ispirato ad Arancia Meccanica è stato preparato a El Bar Social Maria Sabina, che si trova nel sottosuolo del bar La Punta Expendio de Agave di Roma, una “velada locanda” che prepara pozioni mistiche e drink ispirati ai rituali ancestrali e moderni dedicati proprio alla sciamana messicana.

Sei seduto al Korowa Milk Bar. Occhio cristallino dritto in macchina, una bombetta nera, un costume bianco, un ibrido tra una divisa e una camicia di forza. Una musica sinistra accompagna il carrello all’indietro che svela piano piano l’ambiente circostante. Luci a neon, tavoli formati da manichini di donne, scritte sul muro dietro di voi. Sei Alex De Large e quelli seduti accanto a te sono i tuoi inseparabili compagni, i Drughi. Dietro l’obiettivo della macchina di presa lo sguardo impenetrabile di Stanley Kubrick e sì, sei il controverso protagonista di Arancia Meccanica.

Hai in mano un bicchiere cilindrico trasparente, candido e stai bevendo il Latte + che non è altro che latte riformato con mescalina. La mescalina è una sostanza alcaloide dotata di proprietà allucinogene e narcotiche contenuta in una cactacea messicana chiamata Peyote, usata nei riti scimanici dai nativi americani, che ha conosciuto una notevole diffusione negli anni Sessanta.

Uno stimola- gulliver, perché tu, Alex, il cervello lo chiami così. E continui ad “arroverrellartelo” in attesa di capire il mondo, incastrarlo e trovare un modo per evaderlo.

Da qui parte l’ispirazione per il drink: il nostro Latte + è una rivisitazione del Ramon Fizza, un mix psicoattivo di ingredienti pronto a trasportati in un mondo e a esplodere come un’arancia ad orologeria.

Guarda il trailer

https://www.youtube.com/watch?v=tT915koYrVc

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Published On: 18 Aprile 2019

About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 38 minuti

30 Ricette, 30 barman e barlady, 30 film.

La creatività incontra la mixology che incontra il cinema, proponendo alle nostre papille gustative cocktail inediti, ispirati alle pellicole del cinema più famose. Questa settimana Arancia Meccanica.

 

Ricetta #5, dal film Arancia Meccanica

ogni settimana una ricetta, scoprite con noi Latte +, il cocktail ispirato ad Arancia Meccanica. Cinema, cocktail, design e creatività

arancia meccanica

Cocktail Latte Più
dal film Arancia Meccanica

di Gregory Camillò

Gregory Camillò

«Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milkbar, arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova Milkbar vende latte più, cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalinica, che è quello che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto, e disposto all’esercizio dell’amata ultraviolenza. (da Arancia Meccanica – il film)»

Arancia meccanica è un’opera letteraria dello scrittore Anthony Burgess edita nel 1962.
Il romanzo fu utilizzato come traccia nel 1965 per una pellicola diretta da Andy Warhol dal titolo Vinyl e successivamente, nel 1971, il regista Stanley Kubrick lo trasformerà nel film premio Oscar che tutti noi conosciamo.

La pellicola è un vero e proprio cult ad oggi, ed è praticamente conosciuta da tutti, come lo stesso regista è fonte di studio e di ispirazione per molti cineasti in erba e non solo…

Arancia Meccanica è un film controverso e molto spesso l’opinione pubblica condanna la creatività perché è “disturbata” dal messaggio che esprime. Si tende a condannare senza analizzare la critica sociale che c’è dietro. Un po’ quello che è capitato a Dirty Dancing, “pellicola romantica” senza pensare allo spaccato sociale che c’è dietro.

Il romanzo, come il film, parla di un futuro  fantapolitico o distopico in cui regna una società votata a un’esasperata violenza, soprattutto nei giovani, e un condizionamento del pensiero sistematico.

Un valido argomento di riflessione quello della violenza, che rimane nonostante il passare degli anni molto attuale, pensiamo al bullismo e alla violenza alla quale assistiamo ogni giorno e forse ci siamo anche abituati a vivere in un mondo così.

In un futuro imprecisato, nella metropoli londinese, vive il giovane Alexander “Alex” DeLarge da Kubrick rinominato poi Burgess in onore dell’autore del libro, un ragazzo di famiglia operaia, eccentrico, antisociale e capo della banda criminale dei Drughi, con i quali trascorre il tempo libero dedicandosi a sesso, ai furti e all’amata ultraviolenza.

Punto di ritrovo della banda è il locale Korova Milk Bar, dove si può consumare del lattepiù, ossia latte migliorato con mescalina e altre sostanze stupefacenti.

La trama si articola in 5 momenti:

– La vita da drughi

Dopo aver commesso atroci infamie, tra cui la “visita a sorpresa” come veniva chiamata dai drughi in cui entrano nell’appartamento dello scrittore Frank Alexander e commettono atroci atti criminali tra cui lo stupro della moglie, decidono di rapinare, con le stesse modalità della “visita a sorpresa”, una casa adibita a clinica per dimagrire, dove al momento vive solo l’attempata proprietaria con un gran numero di gatti.

La sera stessa i quattro si recano sul posto. Alex prova a farsi aprire la porta nel modo consueto, ma la donna, allarmata dal precedente episodio di violenza appreso dai giornali, non apre e chiama la polizia. Alex riesce comunque a entrare da una finestra e, dopo uno scambio di feroci battute e una breve colluttazione, colpisce la donna con una scultura a forma di fallo.

Udendo le sirene della polizia in arrivo, Alex esce tentando di fuggire, ma i Drughi lo stanno aspettando e Dim lo colpisce con una bottiglia di lattepiù in faccia, lasciandolo ferito in balia della polizia.

– L’arresto di Alex

Tradito dai suoi compagni viene arrestato, picchiato dai poliziotti, che mal sopportano la sua strafottenza. Viene poi informato della morte della donna. Dopo un breve processo, Alex viene condannato a 14 anni di carcere per omicidio.

– La cura Ludovico

Dopo aver scontato due anni di carcere, viene a conoscenza di un’iniziativa del nuovo Governo salito in carica, che promette la scarcerazione immediata a patto che ci si sottoponga a un innovativo programma di “rieducazione”: il trattamento Ludovico.

Alex si fa quindi notare dal Segretario per gli affari interni in visita al carcere, viene scelto per il trattamento e, con il pensiero rivolto alla scarcerazione in solo due settimane, accetta tutte le condizioni.

Nonostante lo scetticismo del direttore della prigione e del capo delle guardie, Alex viene trasferito in un centro medico dove incomincia la cura, la quale consiste nella somministrazione di farmaci unita alla visione di lungometraggi dove sono contenute scene di violenza.

La visione delle pellicole è “obbligata” dalla posizione di Alex, legato a breve distanza dallo schermo e con delle pinze che lo costringono a tenere gli occhi aperti.

Le scene di violenza insieme con l’effetto dei farmaci, incominciano a provocare in lui delle sensazioni di dolore e di nausea che tendono ad aumentare a mano a mano che il trattamento prosegue fino a coinvolgere, oltre alle immagini di violenza e di sesso, anche la musica di sottofondo della proiezione che, durante la visione di un documentario su Hitler, è la nona Sinfonia di Beethoven.

– Il rientro in società

Alex viene scarcerato, ma il suo rientro nella società è tragico: tutte le persone che prima, quando lui era più forte e violento erano sue vittime, nel momento in cui la situazione si capovolge ed è lui a essere completamente indifeso e innocuo, rovesciano i ruoli e prendono il suo posto nel comportarsi da carnefici, vendicandosi.

A casa trova un altro ragazzo che vive nella sua camera, in affitto, per strada incontra un barbone da lui precedentemente aggredito che gli restituisce il favore, viene salvato da due poliziotti che si rivelano i suoi ex amici drughi, i quali sapendo della cura affrontata da Axel e della sua vulnerabilità lo portano fuori città ammanettato e lo torturano immergendogli la testa in una vasca piena d’acqua e percuotendolo con il manganello.

Ferito e disperato, Alex raggiunge una casa per chiedere aiuto, ma la casa è quella dello scrittore Frank Alexander, ora invalido e vedovo dopo la morte della moglie, dovuta a suo avviso allo shock che la donna ha subito durante e dopo lo stupro.

In un primo momento lo scrittore non riconosce Alex e decide di aiutarlo, però poi lo sente cantare Singin’ in the rain riconosce allora la voce dell’autore della violenza subita e prepara la propria vendetta: prima narcotizza Alex, poi, una volta ottenute da lui le informazioni per screditare il governo, lo chiude in una stanza e gli fa ascoltare ad alto volume la nona Sinfonia di Beethoven, provocandogli un dolore straziante. Alex si convince a cercare nella morte la liberazione dalla sua sofferenza e si getta dalla finestra.

– Epilogo

Alex si risveglia molto tempo dopo in un letto d’ospedale, dopo un lungo coma.
Nel periodo della convalescenza, una psichiatra gli fa un test nel quale Alex risponde con spacconeria e strafottenza, rendendosi conto di non provare più il malessere che accompagnava la propria aggressività. Nel frattempo la stampa, venuta a conoscenza dell’accaduto, attacca duramente il governo per i metodi coercitivi usati su di lui.

Un giorno Alex riceve una visita del Segretario per gli affari interni, preoccupato per lo scandalo causato dalla vicenda. Il Segretario, con atteggiamento remissivo e conciliante, gli offre il proprio appoggio e quello del governo in cambio della sua collaborazione, al fine di assicurare la buona fede e soprattutto la tenuta del governo.

Alex accetta l’accordo e chiede al Segretario di diventare il capo della polizia: una posizione ideale per lui, per esercitare violenza in modo legale.

Questo gli permetterebbe poi di ritornare capo dei suoi ex-Drughi ora poliziotti e vendicarsi di quando lo avevano incontrato indifeso a causa della cura, percuotendolo e seviziandolo. Il politico, preoccupato, gli propone in prima battuta di diventare un semplice poliziotto ma, ricattato da Alex, accetta anche questa condizione (esiste una versione del film dove questa parte è stata tagliata).

Alex immagina la sua nuova vita trascorrere come prima tra sesso, musica e violenza, ma libera dalle angosce dovute alla legge, poiché egli ora lavora per essa.

Leggi tutta la trama su Wikipedia

Il film di Arancia Meccanica è un cult della cinematografia, ancora terribilmente attuale in un’epoca in cui, come oggi, la violenza è ancora più macabra e sconcertante

Non manca di spunti di riflessione sul buono e il cattivo, basta pensare all’epilogo che vede Alex ormai capo della polizia e legittimato a esercitare a quel punto l’amata ultraviolenza, a quando Alex era indifeso dove i prima “buoni” diventano i suoi carnefici.

E’ una pellicola che ci allontana dal concetto di pregiudizio e ci insegna che tutti siamo tutto ma sono le nostre scelte che ci rendono quello che siamo in realtà.

Un film ricco di spunti creativi ed artistici: come scenografia il riferimento alla pop art di Piet Mondrian, l’optical art e altri riferimenti a Lichtenstein e Brancusi, soprattutto in casa di Alex e dello scrittore Alexander.

L’arredamento degli interni è di transizione tra anni 60 e 70 più tendente a questi ultimi.
Nell’estetica del film sono presenti diversi riferimenti sessuali, ad esempio le sculture a forma di fallo, le sedute e i tavoli del Korova Milk Bar… questo perché secondo Kubrick:
“niente riesce a risvegliare lo spettatore dal torpore meglio del sesso”

Inoltre nella pellicola la donna è spesso ridotta ad oggetto per criticare la tendenza che la pubblicità stava assumendo rispetto all’utilizzo del corpo femminile.

I costumi sono stati realizzati da Milena Canonero, che insieme a Kubrick decide di realizzare per i drughi dei costumi a metà tra un poliziotto e un supereroe perverso.
Per rendere questo i costumi vengono realizzati completamente bianchi.

Bianco come purezza, ma anche come asetticità, malattia, morte.

Il bianco diventa così un colore degenerato, dissacrato. Un esempio ne è anche il latte, bianco, trasmette sicurezza, ma in realtà è degenerato dalle droghe al suo interno.

La musica come nel romanzo assume un ruolo centrale e preponderante. Come ci descrive Wikipedia:

“La dimensione dominante di questa colonna sonora è lo sbeffeggiamento, il sarcasmo, l’irrisione: nelle tracce trovano posto la Nona di Beethoven stravolta al synthetizer da Wendy Carlos, maestra in queste trascrizioni; poi una versione accelerata; l’ouverture del Guglielmo Tell rossiniano che commenta la sequenza, accelerata anch’essa, dell’orgia di Alex con le due fanciulle del Chelsea Drugstore; infine troviamo la musica per il funerale della regina Maria di Purcell.

Il cineasta collega le musiche a un’espressività musicale platealmente negativa e “degenerata”, come quella di un rock satanico o a una qualunque forma d’arte sospettabile di pregiudizio. Kubrick propone una meditazione sulla musica “alta”, quella assoluta e intangibile dei Beethoven, Purcell e Rossini, qui dissacrata da atteggiamenti impertinenti, da “baffi alla Gioconda”, ben diversi dall’ossequiosa riverenza a essa tributata in 2001: Odissea nello spazio.

Simmetricamente, Kubrick trasferisce poi questa riflessione circa la natura ambigua e indisciplinabile della musica anche su una pagina ben più recente e leggera ma anch’essa “esemplare”, a suo modo, in termini di morale: la cinematografica e fortunatissima Singin’ in the Rain. Il brano viene caricato di valenze bizzarre e sconcertanti, al punto che lo scandalo musicale, e relativi dibattiti con feroci polemiche, finiranno per focalizzarsi quasi più su questa popolarissima e virtuosa pagina che sui numerosi capitoli di musica colta di cui il lungometraggio è gremito.”

LA RICETTA

BARMAN: Gregory Camillò di El Bar Social Maria Sabina, nel sottosuolo del bar La Punta Expendio de Agave di Roma

drink latte +

INGREDIENTI

3cl tequila Los Tres Toños
3cl mezcal Herencia de Sanchez
2cl latte di canapa
1cl sciroppo d’agave
2cl succo di lime
1,5cl albume
Top soda

Bicchiere: Collins glass
Tecnica: dry shake/ shake and strain

PREPARAZIONE

Versare gli ingredienti in uno shaker, mescolare con un barspoon e shakerare con vigore. Filtrare tutto in un bicchiere hurricane con ghiaccio a cubi e aggiungere ghiaccio tritato sul quale verrà versato il bitter.

ISPIRAZIONE

Il drink, Latte + ispirato ad Arancia Meccanica è stato preparato a El Bar Social Maria Sabina, che si trova nel sottosuolo del bar La Punta Expendio de Agave di Roma, una “velada locanda” che prepara pozioni mistiche e drink ispirati ai rituali ancestrali e moderni dedicati proprio alla sciamana messicana.

Sei seduto al Korowa Milk Bar. Occhio cristallino dritto in macchina, una bombetta nera, un costume bianco, un ibrido tra una divisa e una camicia di forza. Una musica sinistra accompagna il carrello all’indietro che svela piano piano l’ambiente circostante. Luci a neon, tavoli formati da manichini di donne, scritte sul muro dietro di voi. Sei Alex De Large e quelli seduti accanto a te sono i tuoi inseparabili compagni, i Drughi. Dietro l’obiettivo della macchina di presa lo sguardo impenetrabile di Stanley Kubrick e sì, sei il controverso protagonista di Arancia Meccanica.

Hai in mano un bicchiere cilindrico trasparente, candido e stai bevendo il Latte + che non è altro che latte riformato con mescalina. La mescalina è una sostanza alcaloide dotata di proprietà allucinogene e narcotiche contenuta in una cactacea messicana chiamata Peyote, usata nei riti scimanici dai nativi americani, che ha conosciuto una notevole diffusione negli anni Sessanta.

Uno stimola- gulliver, perché tu, Alex, il cervello lo chiami così. E continui ad “arroverrellartelo” in attesa di capire il mondo, incastrarlo e trovare un modo per evaderlo.

Da qui parte l’ispirazione per il drink: il nostro Latte + è una rivisitazione del Ramon Fizza, un mix psicoattivo di ingredienti pronto a trasportati in un mondo e a esplodere come un’arancia ad orologeria.

Guarda il trailer

https://www.youtube.com/watch?v=tT915koYrVc

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