Cristina Aielli, lingerie designer: “La creatività mi permette di dare forma al mio ideale di bellezza”
Tempo stimato per la lettura: 4,1 minuti
Abbiamo rivolto qualche domanda a Cristina Aielli, lingerie designer italiana, finalista della Biennale MArteLive.
Esteta, amante dei piccoli dettagli, Cristina Aielli è una lingerie designer italiana, nata a Roma nell’inverno del 1989, specializzata nelle tecniche della confezione d’alta moda. Da sempre affascinata dal mondo dell’intimo, dopo essersi diplomata al liceo artistico, frequenta l’Accademia d’alta moda e d’arte del costume Koefia, dove ha sviluppato il suo gusto personale ed ha affinato le sue abilità sartoriali. Successivamente si trasferisce a Milano e, seguendo la sua passione, si specializza nella confezione della corsetteria, terminando gli studi con il massimo dei voi e la lode. Nel mese di agosto 2015 partecipa alla Oxford Conference of Corsetry, dove, in occasione di un servizio fotografico, presenta il reggiseno Flora, il quale a seguito del suo imponente successo, ha ispirato la collezione di debutto The Velvet Garden della stilista. I riscontri positivi arrivati da tutto il mondo vanno al di là di ogni migliore aspettativa, ricevendo proposte di lavoro e richieste per le sue creazioni a livello internazionale. È in quel momento che decide di dare vita ad un brand che rispecchiasse la sua visione, e che avesse delle caratteristiche fondamentali del Made in Italy.
Raccontaci un po’ di te: quando hai cominciato a lavorare nel campo artistico, perché hai iniziato?
L’arte ha inconsciamente sempre fatto parte della mia vita. La manifestavo nei modi più disparati, da molto prima che mi rendessi conto che questo sarebbe stato il mio mestiere. Fin da piccola ho sempre avuto l’impressione che non avrei potuto fare altro, pur non sapendo esattamente cosa avrei fatto. Ricordo ancora quando dovetti scegliere l’indirizzo di studi per il liceo. Ero quella con la testa fra le nuvole, parecchio scarsa nelle materie scientifiche, il liceo artistico sembrava la scelta più giusta. A distanza di anni la definirei propizia per dare il via a quello che è stato il mio percorso.
Dopo gli studi liceali ho frequentato l’Accademia d’alta moda Koefia e, successivamente, dopo un deludente periodo speso a fare la stagista, sono arrivati gli studi di specializzazione in abbigliamento intimo.
Questi ultimi sono stati illuminanti per definire cosa avrei voluto fare davvero. Avevo trovato la mia dimensione artistica.
Il lavoro vero e proprio è iniziato nel 2016, anno in cui ho fondato il mio personale brand di lingerie d’alta moda, dopo aver partecipato alla Oxford Conference of Corsetry l’anno precedente e aver ricevuto un forte riscontro positivo.
Cosa significa per te “avere creatività”?
Avere creatività per me significa avere la capacità di dare un senso nuovo alle cose, avere un terzo, invisibile, occhio sul mondo che ti permette di vedere la realtà in maniera differente e trasformarla a tuo piacimento. Con la creatività si può dar vita a tante realtà parallele quante sono le persone nel mondo e anche di più, esprimersi e donare una parte di sé. In questo senso per me la creatività è una porta verso la bellezza infinita.
Per come affronto la vita e anche rispetto all’approccio che ho verso il mio lavoro, che ricerco continuamente.
Come è stata l’esperienza con MArteLive?
Partecipare al concorso indetto da MArteLive, è stata un’occasione per me per uscire dalla nicchia del pubblico di amanti della lingerie e avere un riscontro tangibile da persone che normalmente non si interesserebbero di questo e ricevere i loro pareri positivi è stata una bella sorpresa.
Inoltre, pur non amando le folle e le situazioni caotiche, questo evento è stato prezioso perché oltre a mostrare il mio lavoro ad un grande numero di persone, ho potuto parlare con molte di queste. Lavorando da sola e avendo la maggior parte del mio pubblico all’estero, non ho molte occasioni di incontrare gente per discutere di quello che faccio e questo un po’ mi dispiace.
Sei tra i primi finalisti della prossima Biennale, quali sono le tue aspettative?
Non ho particolari aspettative, spero solo che questa sia una buona occasione per far conoscere il mio lavoro a livello nazionale.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Oltre a confezionare i capi degli ordini ricevuti e a partecipare a servizi fotografici, in questo periodo mi sto dedicando a dare vita ad uno studio personale che prossimamente aprirà al pubblico, per chi si troverà a Roma e desidererà venirmi a trovare. Lo reputo un buon traguardo per il mio lavoro e una valida possibilità per me stessa che non vedo l’ora di poter ufficializzare e sperimentare.
Facebook: Cristina Aielli Couture
Instagram: Cristina Aielli Lingerie
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Cristina Aielli, lingerie designer: “La creatività mi permette di dare forma al mio ideale di bellezza”
Tempo stimato per la lettura: 12 minuti
Abbiamo rivolto qualche domanda a Cristina Aielli, lingerie designer italiana, finalista della Biennale MArteLive.
Esteta, amante dei piccoli dettagli, Cristina Aielli è una lingerie designer italiana, nata a Roma nell’inverno del 1989, specializzata nelle tecniche della confezione d’alta moda. Da sempre affascinata dal mondo dell’intimo, dopo essersi diplomata al liceo artistico, frequenta l’Accademia d’alta moda e d’arte del costume Koefia, dove ha sviluppato il suo gusto personale ed ha affinato le sue abilità sartoriali. Successivamente si trasferisce a Milano e, seguendo la sua passione, si specializza nella confezione della corsetteria, terminando gli studi con il massimo dei voi e la lode. Nel mese di agosto 2015 partecipa alla Oxford Conference of Corsetry, dove, in occasione di un servizio fotografico, presenta il reggiseno Flora, il quale a seguito del suo imponente successo, ha ispirato la collezione di debutto The Velvet Garden della stilista. I riscontri positivi arrivati da tutto il mondo vanno al di là di ogni migliore aspettativa, ricevendo proposte di lavoro e richieste per le sue creazioni a livello internazionale. È in quel momento che decide di dare vita ad un brand che rispecchiasse la sua visione, e che avesse delle caratteristiche fondamentali del Made in Italy.
Raccontaci un po’ di te: quando hai cominciato a lavorare nel campo artistico, perché hai iniziato?
L’arte ha inconsciamente sempre fatto parte della mia vita. La manifestavo nei modi più disparati, da molto prima che mi rendessi conto che questo sarebbe stato il mio mestiere. Fin da piccola ho sempre avuto l’impressione che non avrei potuto fare altro, pur non sapendo esattamente cosa avrei fatto. Ricordo ancora quando dovetti scegliere l’indirizzo di studi per il liceo. Ero quella con la testa fra le nuvole, parecchio scarsa nelle materie scientifiche, il liceo artistico sembrava la scelta più giusta. A distanza di anni la definirei propizia per dare il via a quello che è stato il mio percorso.
Dopo gli studi liceali ho frequentato l’Accademia d’alta moda Koefia e, successivamente, dopo un deludente periodo speso a fare la stagista, sono arrivati gli studi di specializzazione in abbigliamento intimo.
Questi ultimi sono stati illuminanti per definire cosa avrei voluto fare davvero. Avevo trovato la mia dimensione artistica.
Il lavoro vero e proprio è iniziato nel 2016, anno in cui ho fondato il mio personale brand di lingerie d’alta moda, dopo aver partecipato alla Oxford Conference of Corsetry l’anno precedente e aver ricevuto un forte riscontro positivo.
Cosa significa per te “avere creatività”?
Avere creatività per me significa avere la capacità di dare un senso nuovo alle cose, avere un terzo, invisibile, occhio sul mondo che ti permette di vedere la realtà in maniera differente e trasformarla a tuo piacimento. Con la creatività si può dar vita a tante realtà parallele quante sono le persone nel mondo e anche di più, esprimersi e donare una parte di sé. In questo senso per me la creatività è una porta verso la bellezza infinita.
Per come affronto la vita e anche rispetto all’approccio che ho verso il mio lavoro, che ricerco continuamente.
Come è stata l’esperienza con MArteLive?
Partecipare al concorso indetto da MArteLive, è stata un’occasione per me per uscire dalla nicchia del pubblico di amanti della lingerie e avere un riscontro tangibile da persone che normalmente non si interesserebbero di questo e ricevere i loro pareri positivi è stata una bella sorpresa.
Inoltre, pur non amando le folle e le situazioni caotiche, questo evento è stato prezioso perché oltre a mostrare il mio lavoro ad un grande numero di persone, ho potuto parlare con molte di queste. Lavorando da sola e avendo la maggior parte del mio pubblico all’estero, non ho molte occasioni di incontrare gente per discutere di quello che faccio e questo un po’ mi dispiace.
Sei tra i primi finalisti della prossima Biennale, quali sono le tue aspettative?
Non ho particolari aspettative, spero solo che questa sia una buona occasione per far conoscere il mio lavoro a livello nazionale.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Oltre a confezionare i capi degli ordini ricevuti e a partecipare a servizi fotografici, in questo periodo mi sto dedicando a dare vita ad uno studio personale che prossimamente aprirà al pubblico, per chi si troverà a Roma e desidererà venirmi a trovare. Lo reputo un buon traguardo per il mio lavoro e una valida possibilità per me stessa che non vedo l’ora di poter ufficializzare e sperimentare.
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