Elisabetta Minutoli, direttrice e coreografa del Piccolo Balletto Sorano si racconta su ViviCreativo
Tempo stimato per la lettura: 3,8 minuti
Proseguono le nostre interviste ai finalisti della Biennale MArteLive. Questa volta a raccontarsi è Elisabetta Minutoli, direttrice e coreografa del Piccolo Balletto Sorano, partendo dalla prima volta in cui a 16 anni ha partecipato come ginnasta al concerto di Baglioni nel 1998 allo Stadio Olimpico, rimanendo colpita dal corpo di ballo…
Il Piccolo Balletto Sorano nasce nel 2012 dall’intuizione della sua fondatrice Elisabetta Minutoli. I primi anni di attività hanno visto questa compagnia giovanile molto attiva in diversi teatri Italiani.
Tra le collaborazioni del Piccolo Balletto Sorano ricordiamo quella con l’auditorium Santa Cecilia di Roma, con il quale il Piccolo Balletto Sorano ha realizzato l’Histoire du Soldat, debuttando proprio all’Auditorium di Santa Cecilia in Roma. Nel 2016 la compagnia vince il premio per la migliore coreografia al concorso di danza diretto da Claudia Zaccari al Teatro Piccolo di Pietralata in Roma
Raccontaci di te in almeno tre righe…quando hai cominciato la tua professione artistica? Perché?
Il mio incontro con la danza è avvenuto a 16 anni quando partecipai come ginnasta al concerto di Baglioni nel 1998 allo Stadio Olimpico e rimasi colpita dal corpo di ballo. Come ginnasta la mia esperienza si sarebbe esaurita a Roma, mentre i danzatori avrebbero continuato il tour per tutta Italia, sarebbero entrati nella magia dello spettacolo tutte le sere e soprattutto avrebbero avuto il privilegio di instaurare ogni giorno con centinaia di persone diverse uno scambio di energia ed emozioni attraverso il linguaggio del corpo…subito capii che avrei voluto fare anche io la stessa cosa.
Da allora il mio percorso da danzatrice è iniziato e mi ha portato a girare in tutto il mondo. Ed è ancora così.
Per quanto riguarda l’aspetto creativo, ho iniziato questa avventura proprio quando ho deciso di dare vita al Piccolo Balletto Sorano nel 2012. Dopo un corso professionale che ho tenuto insieme a mio marito per due anni a Sora, il CAP della Compagnia Botega, ho cercato un modo per poter crescere insieme ai ragazzi (tra cui proprio i due danzatori finalisti, Jonathan Colafrancesco e Miriam Fantozzi). Ho deciso di provare a dirigere e coreografare questa piccola compagnia giovanile da cui sono nate preziose collaborazioni con il maestro Enzo Carbone, l’Associazione il Faro di Sora, il maestro Carmine Diodoro dell”Accademia Santa Cecilia, fino ad approdare a New York per la piattaforma coreografica Idaco, la Slammer Band di Edoardo Inglese e il gruppo incontrato proprio a Marte Live Subba and the Roots.
Partiamo da cosa stai facendo ora. Di cosa ti stat occupando? Cosa hai in programma nel prossimo futuro?
In questo momento sto vivendo a New York ed insegno danza contemporanea in uno dei centri più importanti della Grande Mela, Peridance Capezio Center. Sono Direttrice Artistica Associata e membro della compagnia Vivo Ballet diretta da Enzo Celli, mio marito, che risiede a New York e del Vivo Professional Training Center con sede a Roma. Inoltre continuo a fare progetti come coreografa freelance, dividendomi tra New York e l’Italia dove sono direttrice artistica e coreografa del Piccolo Balletto Sorano con cui ho avuto il piacere di arrivare in finale qui a MArteLive.
Qualcuno ha scritto: “Il talento non esiste. Esistono soltanto l’ispirazione e l’ambizione”. Sei d’accordo?
Il talento esiste, eccome! Sicuramente da solo non basta, l’aspirazione e l’ispirazione sicuramente sono due elementi che fanno da supporto, anche se credo che ciò che faccia la differenza sia il carattere, la determinazione accompagnata da una buona dose di curiosità e infinito studio.
La tua esperienza in MArteLive: come è stata? Quali sono le tue aspettative verso la Biennale?
Purtroppo ho vissuto l’esperienza a distanza e quando i ragazzi mi hanno comunicato che eravamo passati per la finale sono rimasta piacevolmente sorpresa. Con questa selezione si sono creati già delle connessioni importanti, come per esempio l’opportunità di danzare in un videoclip dei Subba and the Roots e, grazie a Barbara Devi Greco, di esibirsi all’ultima Maratona di Roma. La Biennale sarà un palco importante e non vedo l’ora di condividere l’esperienza con tutti gli altri artisti selezionati. Spero che si creino nuove collaborazioni che mi permettano di continuare a condividere e far danza nella mia terra.
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Elisabetta Minutoli, direttrice e coreografa del Piccolo Balletto Sorano si racconta su ViviCreativo
Tempo stimato per la lettura: 11 minuti
Proseguono le nostre interviste ai finalisti della Biennale MArteLive. Questa volta a raccontarsi è Elisabetta Minutoli, direttrice e coreografa del Piccolo Balletto Sorano, partendo dalla prima volta in cui a 16 anni ha partecipato come ginnasta al concerto di Baglioni nel 1998 allo Stadio Olimpico, rimanendo colpita dal corpo di ballo…
Il Piccolo Balletto Sorano nasce nel 2012 dall’intuizione della sua fondatrice Elisabetta Minutoli. I primi anni di attività hanno visto questa compagnia giovanile molto attiva in diversi teatri Italiani.
Tra le collaborazioni del Piccolo Balletto Sorano ricordiamo quella con l’auditorium Santa Cecilia di Roma, con il quale il Piccolo Balletto Sorano ha realizzato l’Histoire du Soldat, debuttando proprio all’Auditorium di Santa Cecilia in Roma. Nel 2016 la compagnia vince il premio per la migliore coreografia al concorso di danza diretto da Claudia Zaccari al Teatro Piccolo di Pietralata in Roma
Raccontaci di te in almeno tre righe…quando hai cominciato la tua professione artistica? Perché?
Il mio incontro con la danza è avvenuto a 16 anni quando partecipai come ginnasta al concerto di Baglioni nel 1998 allo Stadio Olimpico e rimasi colpita dal corpo di ballo. Come ginnasta la mia esperienza si sarebbe esaurita a Roma, mentre i danzatori avrebbero continuato il tour per tutta Italia, sarebbero entrati nella magia dello spettacolo tutte le sere e soprattutto avrebbero avuto il privilegio di instaurare ogni giorno con centinaia di persone diverse uno scambio di energia ed emozioni attraverso il linguaggio del corpo…subito capii che avrei voluto fare anche io la stessa cosa.
Da allora il mio percorso da danzatrice è iniziato e mi ha portato a girare in tutto il mondo. Ed è ancora così.
Per quanto riguarda l’aspetto creativo, ho iniziato questa avventura proprio quando ho deciso di dare vita al Piccolo Balletto Sorano nel 2012. Dopo un corso professionale che ho tenuto insieme a mio marito per due anni a Sora, il CAP della Compagnia Botega, ho cercato un modo per poter crescere insieme ai ragazzi (tra cui proprio i due danzatori finalisti, Jonathan Colafrancesco e Miriam Fantozzi). Ho deciso di provare a dirigere e coreografare questa piccola compagnia giovanile da cui sono nate preziose collaborazioni con il maestro Enzo Carbone, l’Associazione il Faro di Sora, il maestro Carmine Diodoro dell”Accademia Santa Cecilia, fino ad approdare a New York per la piattaforma coreografica Idaco, la Slammer Band di Edoardo Inglese e il gruppo incontrato proprio a Marte Live Subba and the Roots.
Partiamo da cosa stai facendo ora. Di cosa ti stat occupando? Cosa hai in programma nel prossimo futuro?
In questo momento sto vivendo a New York ed insegno danza contemporanea in uno dei centri più importanti della Grande Mela, Peridance Capezio Center. Sono Direttrice Artistica Associata e membro della compagnia Vivo Ballet diretta da Enzo Celli, mio marito, che risiede a New York e del Vivo Professional Training Center con sede a Roma. Inoltre continuo a fare progetti come coreografa freelance, dividendomi tra New York e l’Italia dove sono direttrice artistica e coreografa del Piccolo Balletto Sorano con cui ho avuto il piacere di arrivare in finale qui a MArteLive.
Qualcuno ha scritto: “Il talento non esiste. Esistono soltanto l’ispirazione e l’ambizione”. Sei d’accordo?
Il talento esiste, eccome! Sicuramente da solo non basta, l’aspirazione e l’ispirazione sicuramente sono due elementi che fanno da supporto, anche se credo che ciò che faccia la differenza sia il carattere, la determinazione accompagnata da una buona dose di curiosità e infinito studio.
La tua esperienza in MArteLive: come è stata? Quali sono le tue aspettative verso la Biennale?
Purtroppo ho vissuto l’esperienza a distanza e quando i ragazzi mi hanno comunicato che eravamo passati per la finale sono rimasta piacevolmente sorpresa. Con questa selezione si sono creati già delle connessioni importanti, come per esempio l’opportunità di danzare in un videoclip dei Subba and the Roots e, grazie a Barbara Devi Greco, di esibirsi all’ultima Maratona di Roma. La Biennale sarà un palco importante e non vedo l’ora di condividere l’esperienza con tutti gli altri artisti selezionati. Spero che si creino nuove collaborazioni che mi permettano di continuare a condividere e far danza nella mia terra.
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