NEVERMIND, il nuovo film di Eros Puglielli al Cinema dal 1º agosto
Tempo stimato per la lettura: 5,9 minuti
- Dal 1º agosto uscirà nei cinema NEVERMIND, il nuovo film di Eros Puglielli con Paolo Sassanelli, Andrea Sartoretti, Giulia Michelini, Massimo Poggio e Alberto Molinari, distribuito da Minerva Pictures.
Eros Puglielli torna al cinema per raccontare attraverso alcune storie la sua personale visione della condizione umana. NEVERMIND segue infatti le vite di cinque persone stravolte da situazioni sconvolgenti e paradossali. Un avvocato con un’abitudine ‘molto’ particolare; una baby-sitter alle prese con un nuovo inquietante lavoro; un vecchio amico d’infanzia dal torbido presente; un cuoco con un’ossessione che non gli dà tregua e uno psicologo perseguitato da un carro attrezzi. Situazioni folli e ai confini della realtà, raccontate nei cinque episodi del film, collegati tra loro attraverso personaggi in comune, con una sorta di passaggio di testimone, mediante il quale un personaggio secondario di un episodio diventa protagonista di quello successivo. Negli episodi le persone sono costrette a subire situazioni ed eventi estremamente singolari e paradossali, difficili da decodificare. Per quanto i fatti narrati possano sembrare a prima vista estremi, in qualche modo lo spettatore li troverà familiari e catartici perché in realtà esplorano i lati oscuri, scomodi e inconfessabili che si annidano nel nostro quotidiano.
Una commedia ‘psichedelica’, come l’ha definita il regista, in cui la risata si alterna alla tensione. Una comicità scomoda e corrosiva, quasi sempre politicamente scorretta che rende ogni episodio di NEVERMIND un piccolo irriverente cult!
La produzione è di Déjà Vu Production, Minerva Pictures e Monkey King Pictures.
Da cosa hai tratto ispirazione per la scrittura e la realizzazione della storia dei cinque personaggi che si trovano, in questo film, a vivere situazioni sconvolgenti, surreali e paradossali?
Gli spunti vengono principalmente dall’osservazione della vita reale. Penso che la vita reale sia una fonte inesauribile di spunti e ispirazione.
Credo che il tessuto della cosiddetta “normalità” sia in realtà “la stranezza”. Credo che se osserviamo attentamente il mondo che ci circonda con un minimo di onestà vedremo prima o poi apparire davanti ai nostri occhi un mondo assolutamente pazzo e imprevedibile. Almeno questa è la mia esperienza di essere umano.
Perché questo titolo “NEVERMIND”? Qual è l’origine?
NEVERMIND è un invito che facciamo allo spettatore alle prese con queste storie che tanto ricordano la follia del nostro quotidiano. Spesso l’ossessione e l’incaponimento che esercitiamo nei confronti delle nostre esperienze difficoltose non fa che aumentare I problemi che cerchiamo di risolvere. È un invito a mollare la presa e a prendere le cose per quello che sono.
Hai definito “NEVERMIND” una commedia ‘psichedelica’. Perché hai deciso di raccontarla?
Perché credo sia un tipo di cinema molto divertente sia da vedere che da fare. Credo che lo spirito fondamentale di questo film sia molto empatico nei confronti degli spettatori.
In film è ad episodi, collegati tra loro attraverso la presenza di personaggi in comune. Qual è la difficoltà maggiore che ti sei trovato ad affrontare – e a girare – questa tipologia di sviluppo narrativo?
La difficoltà principale è stata nella costruzione della struttura generale. Fare un film ad episodi per me significa anche considerare la struttura generale complessiva del film. È un lavoro doppio da questo punto di vista perché si deve considerare la struttura del capitolo all’interno della struttura di un film unico che necessità del giusto crescendo.
Fare un film ad episodi ha anche i suoi vantaggi. Si possono infatti realizzare delle parti separatamente andando incontro alle esigenze dei vari attori. Entro certi limiti, il film ad episodi può avere una certa elasticità organizzativa.
Che aspettative hai, a pochi giorni dall’esordio del film? Quali emozioni si muovono in te?
È tutto un grande esperimento e un grande punto interrogativo. Ma ho fede che questo film possa avere la sua strana pazza storia.
Il surreale e il grottesco sono dei leitmotiv anche negli altri tuoi film: quali messaggi vorresti arrivassero al pubblico? Cosa significa per te tutto questo?
Nel caso di NEVERMIND vorrei che arrivasse un certo spirito di fondo benevolo nei confronti delle nostre vite e delle nostre difficoltose esperienze come esseri umani. Riguardo il grottesco ed il surreale, credo siano il mio background, credo siano parte integrante della mia natura, anche se mi piace moltissimo cimentarmi con il genere puro.
I tuoi maestri e punti di riferimento nel Cinema – quelli che ti hanno ispirato e ti ispirano tuttora – e…in altri campi, diversi dal tuo (ad esempio nella Musica, nella Letteratura o nell’Arte).
I miei punti di riferimento sono moltissimi. Il surrealismo mi ha influenzato molto, partendo da Bunuel passando per i Monty Phyton, John Landis, Fellini, David Linch e Kaurismaki, fino alla commedia surreale del trio ZAZ.
Ma Spielberg quando ero bambino mi ha fatto accorgere, durante la visione di E.T. che esisteva una cosa chiamata “regia” e con il tempo mi sono innamorato dei registi che come lui avevano una peculiare percezione della realtà che restituivano sullo schermo sotto forma di “stile” e “visione”. I nomi sono moltissimi e vanno da Orson Welles a Sam Raimi…
Cosa significa per te la parola “creatività”?
La creatività è un certo tipo di energia che attraverso lo sviluppo di capacità pratiche può consentire all’universo di continuare ad esprimersi nei modi più disparati attraverso di noi. E’ una esplorazione costruttiva, che trova soluzioni la dove c’è inerzia…
Il talento…in 3 aggettivi.
Intuitivo, visionario, operoso.
Il tuo primo film che hai visto al Cinema. Che ricordo ne hai?
Forse è stato Bambi! Un ricordo straziante e lacerante. All’uscita ero arrabbiato perché non capivo il motivo per cui si dovesse soffrire così tanto per vedere un film.
Se non avessi fatto questo lavoro, quale pensi sarebbe stato il tuo percorso?
In qualche dimensione parallela penso di essere un fumettista sociopatico.
Ti chiedo una tua opinione e un tuo punto di vista sul Cinema italiano di oggi. Che futuro ne intravedi? Come pensi potrà svilupparsi, anche in un contesto internazionale?
Anche se non si percepisce ancora abbastanza, credo sia in atto un grande cambiamento nel nostro cinema. Negli ultimi quattro anni sono stati realizzati film molto interessanti anche capaci di comunicare con un pubblico internazionale. Si sta finalmente sperimentando un cinema più vario che potenzialmente potrà aprire le frontiere a forme e a contenuti sempre più liberi e creativi.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Sto lavorando al mio prossimo film per il cinema. Cerco di non fermarmi mai, anche perché come dice Spielberg: “…da grande voglio fare il regista…”.
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NEVERMIND, il nuovo film di Eros Puglielli al Cinema dal 1º agosto
Tempo stimato per la lettura: 18 minuti
- Dal 1º agosto uscirà nei cinema NEVERMIND, il nuovo film di Eros Puglielli con Paolo Sassanelli, Andrea Sartoretti, Giulia Michelini, Massimo Poggio e Alberto Molinari, distribuito da Minerva Pictures.
Eros Puglielli torna al cinema per raccontare attraverso alcune storie la sua personale visione della condizione umana. NEVERMIND segue infatti le vite di cinque persone stravolte da situazioni sconvolgenti e paradossali. Un avvocato con un’abitudine ‘molto’ particolare; una baby-sitter alle prese con un nuovo inquietante lavoro; un vecchio amico d’infanzia dal torbido presente; un cuoco con un’ossessione che non gli dà tregua e uno psicologo perseguitato da un carro attrezzi. Situazioni folli e ai confini della realtà, raccontate nei cinque episodi del film, collegati tra loro attraverso personaggi in comune, con una sorta di passaggio di testimone, mediante il quale un personaggio secondario di un episodio diventa protagonista di quello successivo. Negli episodi le persone sono costrette a subire situazioni ed eventi estremamente singolari e paradossali, difficili da decodificare. Per quanto i fatti narrati possano sembrare a prima vista estremi, in qualche modo lo spettatore li troverà familiari e catartici perché in realtà esplorano i lati oscuri, scomodi e inconfessabili che si annidano nel nostro quotidiano.
Una commedia ‘psichedelica’, come l’ha definita il regista, in cui la risata si alterna alla tensione. Una comicità scomoda e corrosiva, quasi sempre politicamente scorretta che rende ogni episodio di NEVERMIND un piccolo irriverente cult!
La produzione è di Déjà Vu Production, Minerva Pictures e Monkey King Pictures.
Da cosa hai tratto ispirazione per la scrittura e la realizzazione della storia dei cinque personaggi che si trovano, in questo film, a vivere situazioni sconvolgenti, surreali e paradossali?
Gli spunti vengono principalmente dall’osservazione della vita reale. Penso che la vita reale sia una fonte inesauribile di spunti e ispirazione.
Credo che il tessuto della cosiddetta “normalità” sia in realtà “la stranezza”. Credo che se osserviamo attentamente il mondo che ci circonda con un minimo di onestà vedremo prima o poi apparire davanti ai nostri occhi un mondo assolutamente pazzo e imprevedibile. Almeno questa è la mia esperienza di essere umano.
Perché questo titolo “NEVERMIND”? Qual è l’origine?
NEVERMIND è un invito che facciamo allo spettatore alle prese con queste storie che tanto ricordano la follia del nostro quotidiano. Spesso l’ossessione e l’incaponimento che esercitiamo nei confronti delle nostre esperienze difficoltose non fa che aumentare I problemi che cerchiamo di risolvere. È un invito a mollare la presa e a prendere le cose per quello che sono.
Hai definito “NEVERMIND” una commedia ‘psichedelica’. Perché hai deciso di raccontarla?
Perché credo sia un tipo di cinema molto divertente sia da vedere che da fare. Credo che lo spirito fondamentale di questo film sia molto empatico nei confronti degli spettatori.
In film è ad episodi, collegati tra loro attraverso la presenza di personaggi in comune. Qual è la difficoltà maggiore che ti sei trovato ad affrontare – e a girare – questa tipologia di sviluppo narrativo?
La difficoltà principale è stata nella costruzione della struttura generale. Fare un film ad episodi per me significa anche considerare la struttura generale complessiva del film. È un lavoro doppio da questo punto di vista perché si deve considerare la struttura del capitolo all’interno della struttura di un film unico che necessità del giusto crescendo.
Fare un film ad episodi ha anche i suoi vantaggi. Si possono infatti realizzare delle parti separatamente andando incontro alle esigenze dei vari attori. Entro certi limiti, il film ad episodi può avere una certa elasticità organizzativa.
Che aspettative hai, a pochi giorni dall’esordio del film? Quali emozioni si muovono in te?
È tutto un grande esperimento e un grande punto interrogativo. Ma ho fede che questo film possa avere la sua strana pazza storia.
Il surreale e il grottesco sono dei leitmotiv anche negli altri tuoi film: quali messaggi vorresti arrivassero al pubblico? Cosa significa per te tutto questo?
Nel caso di NEVERMIND vorrei che arrivasse un certo spirito di fondo benevolo nei confronti delle nostre vite e delle nostre difficoltose esperienze come esseri umani. Riguardo il grottesco ed il surreale, credo siano il mio background, credo siano parte integrante della mia natura, anche se mi piace moltissimo cimentarmi con il genere puro.
I tuoi maestri e punti di riferimento nel Cinema – quelli che ti hanno ispirato e ti ispirano tuttora – e…in altri campi, diversi dal tuo (ad esempio nella Musica, nella Letteratura o nell’Arte).
I miei punti di riferimento sono moltissimi. Il surrealismo mi ha influenzato molto, partendo da Bunuel passando per i Monty Phyton, John Landis, Fellini, David Linch e Kaurismaki, fino alla commedia surreale del trio ZAZ.
Ma Spielberg quando ero bambino mi ha fatto accorgere, durante la visione di E.T. che esisteva una cosa chiamata “regia” e con il tempo mi sono innamorato dei registi che come lui avevano una peculiare percezione della realtà che restituivano sullo schermo sotto forma di “stile” e “visione”. I nomi sono moltissimi e vanno da Orson Welles a Sam Raimi…
Cosa significa per te la parola “creatività”?
La creatività è un certo tipo di energia che attraverso lo sviluppo di capacità pratiche può consentire all’universo di continuare ad esprimersi nei modi più disparati attraverso di noi. E’ una esplorazione costruttiva, che trova soluzioni la dove c’è inerzia…
Il talento…in 3 aggettivi.
Intuitivo, visionario, operoso.
Il tuo primo film che hai visto al Cinema. Che ricordo ne hai?
Forse è stato Bambi! Un ricordo straziante e lacerante. All’uscita ero arrabbiato perché non capivo il motivo per cui si dovesse soffrire così tanto per vedere un film.
Se non avessi fatto questo lavoro, quale pensi sarebbe stato il tuo percorso?
In qualche dimensione parallela penso di essere un fumettista sociopatico.
Ti chiedo una tua opinione e un tuo punto di vista sul Cinema italiano di oggi. Che futuro ne intravedi? Come pensi potrà svilupparsi, anche in un contesto internazionale?
Anche se non si percepisce ancora abbastanza, credo sia in atto un grande cambiamento nel nostro cinema. Negli ultimi quattro anni sono stati realizzati film molto interessanti anche capaci di comunicare con un pubblico internazionale. Si sta finalmente sperimentando un cinema più vario che potenzialmente potrà aprire le frontiere a forme e a contenuti sempre più liberi e creativi.
Cosa farai domani – progetti per il futuro…
Sto lavorando al mio prossimo film per il cinema. Cerco di non fermarmi mai, anche perché come dice Spielberg: “…da grande voglio fare il regista…”.
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