Silvia Sciarra, fotografa: “La creatività è il linguaggio universale che ci tiene vivi”
Tempo stimato per la lettura: 3,7 minuti
Silvia Sciarra, dopo aver conseguito il diploma al Liceo Scientifico, si iscrive al corso di Diploma Accademico di I° livello in Arti Multimediali e Tecnologiche, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Con il conseguimento del titolo di Laurea, continua il suo percorso formativo, frequentando attualmente il corso di Diploma di II° livello in Fotografia Editoriale.
Ha partecipato alle seguenti mostre collettive. Nel 2018, ECLIPSE, mostra d’arte presso Scuderia Fortezza, a Spello. Poi MEMEnto Internet semper – a cura di Chiara Passa. Nel 2017 e 2016 partecipa all’esposizione fotografica promossa dall’A.U.S.E.R. del Comune di Civitavecchia, condotto dai soci dell’Associazione Cinematografica Civitavecchia B.F.I.
LIFE
“Doors, directions, roads”, 2018
Il progetto fotografico cerca di cogliere l’essenza della vita di ogni persona, vissuta nel proprio intimo.
Le fotografie sono pensate come una sorta di crescendo, dove ogni elemento coesiste con l’altro in quanto aggiunge un nuovo tassello.
Si cerca di racchiudere, in questo modo, la vita in sé, dalla storia che è custodita in ogni uomo, da ciò che porta dentro ed impara poi a leggere se stesso, alle scelte che ogni giorno si è chiamati a fare.
Ci racconti l’esperienza con MArteLive? Perché hai deciso di partecipare e quali sono le tue aspettative sulla finale?
Il MArteLive è stata una grande esperienza formativa, mi ha dato l’opportunità non soltanto di mettermi in gioco ma soprattutto di esporre in un contesto artistico multidisciplinare.
Sono sicuramente eventi che fanno bene all’Arte.
Non ho ambizioni per la finale, prendo ogni esposizione, concorso ed evento come una opportunità per far vedere e conoscere sempre più un tassello di me.
Come si sta sviluppando la tua attività artistica?
Sto continuando il mio percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Roma specializzandomi in Fotografia Editoriale. In questo periodo sto cercando di approfondire il mio particolare interesse fotografico in contesti sociali, nello specifico sto collaborando con una struttura che promuove la cultura dell’incontro, dell’accoglienza e dell’integrazione tra migranti, rifugiati e comunità locale.
Cosa significa per te la parola creatività?
La creatività è essere se stessi.
È il linguaggio universale che ci tiene vivi, ci fa andare oltre al senso di abitudine che ci persuade.
Semplicemente linfa vitale.
Se non avessi fatto questo lavoro, cosa avresti voluto svolgere?
Ero una ragazza timida e riservata, ma osservavo tanto, osservavo ogni cosa che mi circondava con una empatia così naturale.
Da piccola dicevano fossi l’artista di casa, passavo i pomeriggi sul terrazzo di mia nonna a disegnare sulla solita agenda degli orrendi scarabocchi.
Amavo l’arte, costruivo dei portapenne orribili ma era il mio modo di esprimermi.
Incontro la fotografia un po’ per caso, anche se al caso non ci ho mai creduto.
Capì solamente nel 2015, durante un viaggio missionario in Tanzania che mi cambiò la vita, che la fotografia non era lo scudo dietro al quale quella ragazza timida si nascondeva, ma era il mio mezzo, l’unico modo attraverso il quale riuscivo a creare un legame, un rapporto con chi avevo difronte.
No, non potrei fare un altro lavoro. Sono ancora giovane, la strada è lunga ma la mia ambizione è questa e sono determinata a coltivarla.
Quale artista, non del tuo campo, del passato o del presente, è stato per te fonte di ammirazione e ispirazione?
Ogni cosa che ho intorno per me è fonte di ispirazione. Sono alla continua ricerca di stimoli, facendo tesoro di ogni cosa studiata e vissuta. Sono fonte di ispirazione non soltanto i grandi artisti ma anche le persone con le quali condivido ogni mia giornata.
È fondamentale per me citare alcuni degli artisti che hanno influenzato i miei ultimi progetti; dalle maschere di Pirandello, ai campi di energia di colori nei quadri di Kandinsky, dalla fotografia di Paolo Pellegrin ai percorsi percettivi di Studio Azzurro.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho molti progetti nel cassetto, ai quali pian piano sto dando vita. Sto per partire per l’Erasmus, è un’esperienza che ho cercato molto e che vorrei sfruttare non solo a livello didattico ma soprattutto a livello artistico e personale.
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Silvia Sciarra, fotografa: “La creatività è il linguaggio universale che ci tiene vivi”
Tempo stimato per la lettura: 11 minuti
Silvia Sciarra, dopo aver conseguito il diploma al Liceo Scientifico, si iscrive al corso di Diploma Accademico di I° livello in Arti Multimediali e Tecnologiche, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Con il conseguimento del titolo di Laurea, continua il suo percorso formativo, frequentando attualmente il corso di Diploma di II° livello in Fotografia Editoriale.
Ha partecipato alle seguenti mostre collettive. Nel 2018, ECLIPSE, mostra d’arte presso Scuderia Fortezza, a Spello. Poi MEMEnto Internet semper – a cura di Chiara Passa. Nel 2017 e 2016 partecipa all’esposizione fotografica promossa dall’A.U.S.E.R. del Comune di Civitavecchia, condotto dai soci dell’Associazione Cinematografica Civitavecchia B.F.I.
LIFE
“Doors, directions, roads”, 2018
Il progetto fotografico cerca di cogliere l’essenza della vita di ogni persona, vissuta nel proprio intimo.
Le fotografie sono pensate come una sorta di crescendo, dove ogni elemento coesiste con l’altro in quanto aggiunge un nuovo tassello.
Si cerca di racchiudere, in questo modo, la vita in sé, dalla storia che è custodita in ogni uomo, da ciò che porta dentro ed impara poi a leggere se stesso, alle scelte che ogni giorno si è chiamati a fare.
Ci racconti l’esperienza con MArteLive? Perché hai deciso di partecipare e quali sono le tue aspettative sulla finale?
Il MArteLive è stata una grande esperienza formativa, mi ha dato l’opportunità non soltanto di mettermi in gioco ma soprattutto di esporre in un contesto artistico multidisciplinare.
Sono sicuramente eventi che fanno bene all’Arte.
Non ho ambizioni per la finale, prendo ogni esposizione, concorso ed evento come una opportunità per far vedere e conoscere sempre più un tassello di me.
Come si sta sviluppando la tua attività artistica?
Sto continuando il mio percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Roma specializzandomi in Fotografia Editoriale. In questo periodo sto cercando di approfondire il mio particolare interesse fotografico in contesti sociali, nello specifico sto collaborando con una struttura che promuove la cultura dell’incontro, dell’accoglienza e dell’integrazione tra migranti, rifugiati e comunità locale.
Cosa significa per te la parola creatività?
La creatività è essere se stessi.
È il linguaggio universale che ci tiene vivi, ci fa andare oltre al senso di abitudine che ci persuade.
Semplicemente linfa vitale.
Se non avessi fatto questo lavoro, cosa avresti voluto svolgere?
Ero una ragazza timida e riservata, ma osservavo tanto, osservavo ogni cosa che mi circondava con una empatia così naturale.
Da piccola dicevano fossi l’artista di casa, passavo i pomeriggi sul terrazzo di mia nonna a disegnare sulla solita agenda degli orrendi scarabocchi.
Amavo l’arte, costruivo dei portapenne orribili ma era il mio modo di esprimermi.
Incontro la fotografia un po’ per caso, anche se al caso non ci ho mai creduto.
Capì solamente nel 2015, durante un viaggio missionario in Tanzania che mi cambiò la vita, che la fotografia non era lo scudo dietro al quale quella ragazza timida si nascondeva, ma era il mio mezzo, l’unico modo attraverso il quale riuscivo a creare un legame, un rapporto con chi avevo difronte.
No, non potrei fare un altro lavoro. Sono ancora giovane, la strada è lunga ma la mia ambizione è questa e sono determinata a coltivarla.
Quale artista, non del tuo campo, del passato o del presente, è stato per te fonte di ammirazione e ispirazione?
Ogni cosa che ho intorno per me è fonte di ispirazione. Sono alla continua ricerca di stimoli, facendo tesoro di ogni cosa studiata e vissuta. Sono fonte di ispirazione non soltanto i grandi artisti ma anche le persone con le quali condivido ogni mia giornata.
È fondamentale per me citare alcuni degli artisti che hanno influenzato i miei ultimi progetti; dalle maschere di Pirandello, ai campi di energia di colori nei quadri di Kandinsky, dalla fotografia di Paolo Pellegrin ai percorsi percettivi di Studio Azzurro.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ho molti progetti nel cassetto, ai quali pian piano sto dando vita. Sto per partire per l’Erasmus, è un’esperienza che ho cercato molto e che vorrei sfruttare non solo a livello didattico ma soprattutto a livello artistico e personale.
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