Creatività Liquida: Supertramp by Joy Napolitano il drink ispirato al film Into the Wild
Tempo stimato per la lettura: 11,9 minuti
30 Ricette, 30 barman e barlady, 30 film. Questa settimana Supertramp.
La creatività incontra la mixology che incontra il cinema, proponendo alle nostre papille gustative cocktail inediti, ispirati alle pellicole del cinema più famose. Scoprite con noi Supertramp ispirato alla pellicola Into the wild di Sean Penn.
Ricetta #9, dal film Into the Wild
Ogni settimana una ricetta, scoprite con noi Supertramp, il cocktail ispirato al film del regista Sean Penn. Cinema, cocktail, design e creatività
Cocktail Supertramp dal film Into the Wild
di Joy Napolitano
Una storia vera che ha commosso il mondo, che ancora ci emoziona e ci fa riflettere sulla vita e su quello che è realmente importante. Una storia che è diventata un film indimenticabile, Into the Wild e che oggi diventa anche un cocktail. Buona lettura.
«C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo…»
(Dalla lettera di McCandless scritta all’amico Ronald Franz – pseudonimo)
Così scriveva il protagonista di questa storia, Christopher Johnson McCandless, noto anche con lo pseudonimo Alexander Supertramp, un ragazzo che voleva essere libero, che ha provato ad allontanarsi dalla superficialità del mondo abbracciando la vita nel suo stato più “puro”.
La storia di Chris ha toccato il cuore di molti di noi, ha ispirato lo scrittore Jon Krakauer per il suo libro del 1996 “Nelle terre estreme” e il regista Sean Penn per il suo film “Into the wild, nelle terre selvagge”, del 2007.
Chris aveva solo 22 anni quando decise di lasciare la sua famiglia borghese e il suo promettente futuro, aveva appena ottenuto una laurea a pieni voti all’Emory University in Georgia, prima di intraprendere quell’ultimo estremo viaggio.
Quello che colpisce di questa storia, e che forse ha colpito al cuore anche lo scrittore Krakauer e il regista Penn, è che è una storia vera. Chris non è un personaggio di fantasia ma un ragazzo vero, che decise di andare nel cuore di un territorio come l’Alaska per ritrovare sé stesso.
Un ragazzo colto, un grande lettore, dolce e sensibile. Una storia che ci colpisce perché tocca delle corde e dei bisogni che non riguardano solo Chris ma ognuno di noi. Paura, coraggio, voglia di vivere e curiosità di conoscere. La sua storia fa riflettere tutti, anche persone tremendamente diverse tra loro.
Quelli tra noi che, almeno una volta nella vita, hanno sognato di intraprendere un viaggio di scoperta interiore ma magari non ne hanno mai avuto il coraggio, o altri che invece lo hanno fatto e poi sono tornati alla grande giostra della vita.
Chris McCandless è suo malgrado diventato un mito: rappresenta la giovinezza che non ha paura di perdere tutto pur di seguire i propri sogni. Ma Chris è anche un ragazzo in carne e ossa, con una famiglia che ha abbandonato. E le ragioni della sua scelta sono quelle che Krakauer aveva cercato di comprendere con l’aiuto della sorella di Chris, Carine. Ma Carine aveva chiesto a Krakauer di rispettare il silenzio su alcuni aspetti della vita del fratello che coinvolgevano i genitori e lei stessa.
Tuttavia nel novembre 2014 Carine McCandless, la sorella minore di Chris, vede pubblicato il suo libro di memorie di dal titolo: “Into the Wild Truth”. Nel libro vengono descritti gli anni della loro infanzia, e in particolare l’atteggiamento violento del padre nei confronti della loro madre Billie, del loro abuso di alcol e del loro essere ossessivi e manipolatori.
Carine McCandless spiega come gli episodi vissuti durante la loro infanzia abbiano spinto Chris a fuggire da famiglia e società e a “rifugiarsi” nella natura selvaggia. In una dichiarazione rilasciata ai media prima che il libro fosse messo sul mercato, i genitori Walt e Billie McCandless hanno negato i fatti presenti nel libro, affermando che quest’ultimo è “una finzione letteraria, che non ha niente a che vedere con nostro figlio Chris, il suo viaggio e il suo carattere”.
Riportiamo un estratto del libro:
“La presenza del fucile mi colse di sorpresa. Non ne avevo mai visto uno così da vicino prima e non sapevo nemmeno che Chris avesse un fucile. Ma i libri e il diario erano così rappresentativi del fratello che amavo che sulle labbra mi rispuntò un sorriso, una sensazione di cui il mio viso era orfano da tre giorni. Tra i libri c’erano Walden di Henry David Thoreau e Il dottor Živago di Boris Pasternak, insieme a letture più amene come Il terminale uomo di Crichton e addirittura qualche opera di Louis L’Amour.
Chris amava leggere e riusciva a immergersi con altrettanto entusiasmo in pagine di alta filosofia come in disimpegnati romanzi western. Da bambino aveva una libreria blu piena della sua collezione, in perfetto ordine, dei gialli degli Hardy Boys, ma amava anche i libri di Ray Bradbury. Quando io leggevo La piccola casa nella prateria o Black Beauty, lui sollevava lo sguardo dalle pagine di Rumore di tuono solo per dirmi come il semplice atto di calpestare una farfalla potesse sostanzialmente mutare il futuro dell’umanità. «Ogni nostra azione ha una ricaduta sul tutto» mi spiegò serio. Poi si dedicò a qualcosa di più leggero, come Il mio amico Yeller, e me lo passò, una volta finito, perché lo leggessi anch’io.”
Chris, il suo viaggio e il suo carattere”.
Il film del 2007 scritto e diretto da Sean Penn e basato sul libro di Krakauer “nelle terre estreme” ha come protagonista l’attore californiano Emile Hirsch che per la sua interpretazione ha ottenuto il premio come miglior attore dal National Board Review.
La colonna sonora è stata composta da Michael Brook, all’interno ci sono canzoni di Eddie Vedder, il brano “Guaranteed” ha vinto il Golden Globe per la miglior canzone originale.
Il libro di Krakauer è stato pubblicato nel 1996 mentre il film è uscito il 21 settembre 2007 negli USA e in Italia il 25 gennaio 2008, dopo essere stato presentato alla Festa Internazionale di Roma il 20 ottobre 2007 dove si è aggiudicato il premio fastweb nella sezione premiere.
“Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila” (Chris McCandless)
Sean Penn si innamorò della storia di Chris dopo aver letto il libro e si mobilitò per ottenere i diritti che inizialmente gli furono negati dalla famiglia del ragazzo, la quale nutriva profondi dubbi all’idea di vedere la storia drammatica del proprio figlio sul grande schermo.
Il regista dovette attendere quasi un decennio. Nell’arco di questo tempo continuò a intrattenere rapporti con la sorella di Chris, e abbozza una sceneggiatura che all’inizio vedeva Leonardo di Caprio come protagonista e Marlon Brando nella parte di Ron Franz.
Penn ripercorse l’itinerario di Chris e parlò con le persone che avevano avuto modo di conoscerlo. Quando cominciò a pensare di accantonare l’idea arrivò il consenso della famiglia McCandless.
La produzione del film fu avviata nel 2006, Penn scelse collaboratori influenti come Eric Gautier per la fotografia, il quale, vista l’importanza degli esterni aveva il compito di valorizzare i paesaggi facendoli diventare parte integrante della storia.
Molta importanza ricoprirono le scenografie per le quali il regista si rivolse all’architetto scenografo Derek R. Hill, al quale fu affidato il compito di fare sopralluoghi e ricerche logistiche, al fine di trovare i luoghi più adatti alle riprese.
I costumi furono affidati a Mary Claire Hannan che dovette trasformare il personaggio di Chris da ragazzo borghese in vero e proprio vagabondo. Ogni abito doveva rappresentare il viaggio e l’avventura di Chris, dai jeans logori fino all’equipaggiamento comprensivo di parka per ripararsi dal freddo.
La Hannan lavorò sulla creazione degli elementi chiave che rappresentassero al meglio i personaggi incontrati da Chris, l’eleganza della borghesia di Atlanta, la ruvidezza degli agricoltori del Dakota del sud, fino ai colorati abiti delle comunità hippie.
Otto mesi di duro lavoro in condizioni estreme, il caldo soffocante del deserto del Nevada, le nevi del monte Denali e le rapide del fiume Colorado.
Tecnici ed attori hanno lavorato on the road ripercorrendo le tappe del viaggio di Chris; 36 location e 4 sessioni di riprese in Alaska.
“Per me è un onore rendere omaggio alla memoria di Chris, una persona davvero speciale, unica, animata da fortissimi ideali” (Emile Hirsch – Protagonista del film)
Sean Penn ha frequentato il giovane attore per quattro mesi per capire se fosse in grado di affrontare l’esperienza così intensa e impegnativa sia dal punto di vista psicologico che fisico. Il ragazzo affrontò le riprese in uno stato di semi denutrizione perdendo 20kg, arrivando a pesare 52kg per girare le scene finali del film in Alaska.
Senza ausilio dello stuntman l’attore affronta diverse prove, dalla scalata di cime innevate fino alla discesa delle rapide in kayak, è stato affiancato da veri cacciatori per girare la scena dell’uccisione dell’alce.
Emile si è calato completamente nella parte tanto da accantonare vita privata ed evitando addirittura di festeggiare il suo ventunesimo compleanno.
Il suo lavoro ricevette critiche lusinghiere da critici e addetti ai lavori e vincendo premi tra cui il National Board of Review Award 2007.
Into the wild è il quarto film dell’attore Sean Penn. Sean verso la fine degli anni 90 si trovava in una libreria di Brentwood quando scoprì il libro di Krakauer, al quale si appassionò tanto da aspettare quasi un decennio per ottenere i diritti per il suo film.
Nella pellicola appare attraverso delle immagini, l’allora presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush. Penn ha da sempre una visione critica verso l’establishment tanto da schierarsi contro l’amministrazione dell’allora presidente inserendo nel film una velata politica, dipingendo un ritratto della società americana dedita al consumismo e priva di ideali.
In un’intervista cita Bruce Springsteen:
“Quanta strada abbiamo fatto, eppure stiamo tornando indietro.”
Il road movie di Sean Penn racconta con sensibilità la storia di Chris, la ricerca di sé stesso, i sogni, l’inquietudine e gli errori senza farlo apparire come martire o come eroe.
Il film non ha un ordine cronologico ma si avvale di flashback tra presente e passato.
La pellicola si divide in cinque capitoli:
1. La mia nascita
2. L’adolescenza
3. L’età adulta
4. La famiglia
5. La conquista della saggezza
Il film si conclude con l’immagine reale di Chris nel famoso autoscatto che lo raffigura appoggiato al magic bus.
Dopo l’uscita del film in molti si sono avventurati nel percorrere le tappe del viaggio di Chris fino alla vecchia carcassa del magic bus. Il giornalista Francesco Semprini paragona questo pellegrinaggio a quello verso la tomba di Jim Morrison al cimitero del Père-Lachaise di Parigi.
La colonna sonora del film è composta da canzoni e musiche originali del leader dei Perl Jam Eddie Vedder con pezzi alla chitarra eseguiti da Michael Brook e Kaki King.
Il brano principale della colonna sonora intitolato “guaranteed” ha vinto un Golden Globe per la miglior canzone originale nel 2008.
Sono nate diverse polemiche circa la scena dell’uccisione dell’alce, ripresa in primo piano.
In seguito alle polemiche l’ American Humaine Association ha certificato che l’animale in realtà non fosse vero.
Trailer:
LA RICETTA
INGREDIENTI:
6 cl VII Hills Italian Dry Gin
2,5 cl fermentato naturale di salvia e lime*
Top di Acqua Perrier
*Fare fermentare per 5 giorni dei lime privi del succo e foglie di salvia non fresche dentro un barattolo di vetro con un litro d’acqua e 200 grammi di zucchero.
Bicchiere: Collins
Garnish: una foglia di salvia
PREPARAZIONE:
Preparare il drink direttamente nel bicchiere, versando prima il fermentato di salvia e lime a cui si aggiunge il VII Hills Italian Dry Gin, quindi riempire il bicchiere di ghiaccio e finire il drink versando acqua Perrier fino all’orlo e utilizzando una foglia di salvia come guarnizione.
ISPIRAZIONE:
Supertramp, l’alter-ego di Chris, l’uomo che è scappato dalla vita quotidiana per cercare il suo IO fuori dal contesto sociale riconosciuto. Libertà, in qualsiasi parte si trovi, purché si rimanga a contatto con la propria anima: questo è lo spirito essenziale del drink omonimo Supertramp, ispirato al film “Into the Wild”.
La libertà è scegliere un gin diverso visto come allontanamento dalle masse copiosamente unite nella mediocrità, l’italiano VII Hills Italian Dry Gin, che utilizza botaniche romane e la scelta del riuso di scarti alimentari per mostrare rispetto al mondo che ci circonda, grazie alla salvia non più fresca e ai lime già spremuti. Il tutto miscelato da Joy Napolitano che chiude il long drink con Acqua Perrier. #0waste
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Creatività Liquida: Supertramp by Joy Napolitano il drink ispirato al film Into the Wild
Tempo stimato per la lettura: 35 minuti
30 Ricette, 30 barman e barlady, 30 film. Questa settimana Supertramp.
La creatività incontra la mixology che incontra il cinema, proponendo alle nostre papille gustative cocktail inediti, ispirati alle pellicole del cinema più famose. Scoprite con noi Supertramp ispirato alla pellicola Into the wild di Sean Penn.
Ricetta #9, dal film Into the Wild
Ogni settimana una ricetta, scoprite con noi Supertramp, il cocktail ispirato al film del regista Sean Penn. Cinema, cocktail, design e creatività
Cocktail Supertramp dal film Into the Wild
di Joy Napolitano
Una storia vera che ha commosso il mondo, che ancora ci emoziona e ci fa riflettere sulla vita e su quello che è realmente importante. Una storia che è diventata un film indimenticabile, Into the Wild e che oggi diventa anche un cocktail. Buona lettura.
«C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo…»
(Dalla lettera di McCandless scritta all’amico Ronald Franz – pseudonimo)
Così scriveva il protagonista di questa storia, Christopher Johnson McCandless, noto anche con lo pseudonimo Alexander Supertramp, un ragazzo che voleva essere libero, che ha provato ad allontanarsi dalla superficialità del mondo abbracciando la vita nel suo stato più “puro”.
La storia di Chris ha toccato il cuore di molti di noi, ha ispirato lo scrittore Jon Krakauer per il suo libro del 1996 “Nelle terre estreme” e il regista Sean Penn per il suo film “Into the wild, nelle terre selvagge”, del 2007.
Chris aveva solo 22 anni quando decise di lasciare la sua famiglia borghese e il suo promettente futuro, aveva appena ottenuto una laurea a pieni voti all’Emory University in Georgia, prima di intraprendere quell’ultimo estremo viaggio.
Quello che colpisce di questa storia, e che forse ha colpito al cuore anche lo scrittore Krakauer e il regista Penn, è che è una storia vera. Chris non è un personaggio di fantasia ma un ragazzo vero, che decise di andare nel cuore di un territorio come l’Alaska per ritrovare sé stesso.
Un ragazzo colto, un grande lettore, dolce e sensibile. Una storia che ci colpisce perché tocca delle corde e dei bisogni che non riguardano solo Chris ma ognuno di noi. Paura, coraggio, voglia di vivere e curiosità di conoscere. La sua storia fa riflettere tutti, anche persone tremendamente diverse tra loro.
Quelli tra noi che, almeno una volta nella vita, hanno sognato di intraprendere un viaggio di scoperta interiore ma magari non ne hanno mai avuto il coraggio, o altri che invece lo hanno fatto e poi sono tornati alla grande giostra della vita.
Chris McCandless è suo malgrado diventato un mito: rappresenta la giovinezza che non ha paura di perdere tutto pur di seguire i propri sogni. Ma Chris è anche un ragazzo in carne e ossa, con una famiglia che ha abbandonato. E le ragioni della sua scelta sono quelle che Krakauer aveva cercato di comprendere con l’aiuto della sorella di Chris, Carine. Ma Carine aveva chiesto a Krakauer di rispettare il silenzio su alcuni aspetti della vita del fratello che coinvolgevano i genitori e lei stessa.
Tuttavia nel novembre 2014 Carine McCandless, la sorella minore di Chris, vede pubblicato il suo libro di memorie di dal titolo: “Into the Wild Truth”. Nel libro vengono descritti gli anni della loro infanzia, e in particolare l’atteggiamento violento del padre nei confronti della loro madre Billie, del loro abuso di alcol e del loro essere ossessivi e manipolatori.
Carine McCandless spiega come gli episodi vissuti durante la loro infanzia abbiano spinto Chris a fuggire da famiglia e società e a “rifugiarsi” nella natura selvaggia. In una dichiarazione rilasciata ai media prima che il libro fosse messo sul mercato, i genitori Walt e Billie McCandless hanno negato i fatti presenti nel libro, affermando che quest’ultimo è “una finzione letteraria, che non ha niente a che vedere con nostro figlio Chris, il suo viaggio e il suo carattere”.
Riportiamo un estratto del libro:
“La presenza del fucile mi colse di sorpresa. Non ne avevo mai visto uno così da vicino prima e non sapevo nemmeno che Chris avesse un fucile. Ma i libri e il diario erano così rappresentativi del fratello che amavo che sulle labbra mi rispuntò un sorriso, una sensazione di cui il mio viso era orfano da tre giorni. Tra i libri c’erano Walden di Henry David Thoreau e Il dottor Živago di Boris Pasternak, insieme a letture più amene come Il terminale uomo di Crichton e addirittura qualche opera di Louis L’Amour.
Chris amava leggere e riusciva a immergersi con altrettanto entusiasmo in pagine di alta filosofia come in disimpegnati romanzi western. Da bambino aveva una libreria blu piena della sua collezione, in perfetto ordine, dei gialli degli Hardy Boys, ma amava anche i libri di Ray Bradbury. Quando io leggevo La piccola casa nella prateria o Black Beauty, lui sollevava lo sguardo dalle pagine di Rumore di tuono solo per dirmi come il semplice atto di calpestare una farfalla potesse sostanzialmente mutare il futuro dell’umanità. «Ogni nostra azione ha una ricaduta sul tutto» mi spiegò serio. Poi si dedicò a qualcosa di più leggero, come Il mio amico Yeller, e me lo passò, una volta finito, perché lo leggessi anch’io.”
Chris, il suo viaggio e il suo carattere”.
Il film del 2007 scritto e diretto da Sean Penn e basato sul libro di Krakauer “nelle terre estreme” ha come protagonista l’attore californiano Emile Hirsch che per la sua interpretazione ha ottenuto il premio come miglior attore dal National Board Review.
La colonna sonora è stata composta da Michael Brook, all’interno ci sono canzoni di Eddie Vedder, il brano “Guaranteed” ha vinto il Golden Globe per la miglior canzone originale.
Il libro di Krakauer è stato pubblicato nel 1996 mentre il film è uscito il 21 settembre 2007 negli USA e in Italia il 25 gennaio 2008, dopo essere stato presentato alla Festa Internazionale di Roma il 20 ottobre 2007 dove si è aggiudicato il premio fastweb nella sezione premiere.
“Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila” (Chris McCandless)
Sean Penn si innamorò della storia di Chris dopo aver letto il libro e si mobilitò per ottenere i diritti che inizialmente gli furono negati dalla famiglia del ragazzo, la quale nutriva profondi dubbi all’idea di vedere la storia drammatica del proprio figlio sul grande schermo.
Il regista dovette attendere quasi un decennio. Nell’arco di questo tempo continuò a intrattenere rapporti con la sorella di Chris, e abbozza una sceneggiatura che all’inizio vedeva Leonardo di Caprio come protagonista e Marlon Brando nella parte di Ron Franz.
Penn ripercorse l’itinerario di Chris e parlò con le persone che avevano avuto modo di conoscerlo. Quando cominciò a pensare di accantonare l’idea arrivò il consenso della famiglia McCandless.
La produzione del film fu avviata nel 2006, Penn scelse collaboratori influenti come Eric Gautier per la fotografia, il quale, vista l’importanza degli esterni aveva il compito di valorizzare i paesaggi facendoli diventare parte integrante della storia.
Molta importanza ricoprirono le scenografie per le quali il regista si rivolse all’architetto scenografo Derek R. Hill, al quale fu affidato il compito di fare sopralluoghi e ricerche logistiche, al fine di trovare i luoghi più adatti alle riprese.
I costumi furono affidati a Mary Claire Hannan che dovette trasformare il personaggio di Chris da ragazzo borghese in vero e proprio vagabondo. Ogni abito doveva rappresentare il viaggio e l’avventura di Chris, dai jeans logori fino all’equipaggiamento comprensivo di parka per ripararsi dal freddo.
La Hannan lavorò sulla creazione degli elementi chiave che rappresentassero al meglio i personaggi incontrati da Chris, l’eleganza della borghesia di Atlanta, la ruvidezza degli agricoltori del Dakota del sud, fino ai colorati abiti delle comunità hippie.
Otto mesi di duro lavoro in condizioni estreme, il caldo soffocante del deserto del Nevada, le nevi del monte Denali e le rapide del fiume Colorado.
Tecnici ed attori hanno lavorato on the road ripercorrendo le tappe del viaggio di Chris; 36 location e 4 sessioni di riprese in Alaska.
“Per me è un onore rendere omaggio alla memoria di Chris, una persona davvero speciale, unica, animata da fortissimi ideali” (Emile Hirsch – Protagonista del film)
Sean Penn ha frequentato il giovane attore per quattro mesi per capire se fosse in grado di affrontare l’esperienza così intensa e impegnativa sia dal punto di vista psicologico che fisico. Il ragazzo affrontò le riprese in uno stato di semi denutrizione perdendo 20kg, arrivando a pesare 52kg per girare le scene finali del film in Alaska.
Senza ausilio dello stuntman l’attore affronta diverse prove, dalla scalata di cime innevate fino alla discesa delle rapide in kayak, è stato affiancato da veri cacciatori per girare la scena dell’uccisione dell’alce.
Emile si è calato completamente nella parte tanto da accantonare vita privata ed evitando addirittura di festeggiare il suo ventunesimo compleanno.
Il suo lavoro ricevette critiche lusinghiere da critici e addetti ai lavori e vincendo premi tra cui il National Board of Review Award 2007.
Into the wild è il quarto film dell’attore Sean Penn. Sean verso la fine degli anni 90 si trovava in una libreria di Brentwood quando scoprì il libro di Krakauer, al quale si appassionò tanto da aspettare quasi un decennio per ottenere i diritti per il suo film.
Nella pellicola appare attraverso delle immagini, l’allora presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush. Penn ha da sempre una visione critica verso l’establishment tanto da schierarsi contro l’amministrazione dell’allora presidente inserendo nel film una velata politica, dipingendo un ritratto della società americana dedita al consumismo e priva di ideali.
In un’intervista cita Bruce Springsteen:
“Quanta strada abbiamo fatto, eppure stiamo tornando indietro.”
Il road movie di Sean Penn racconta con sensibilità la storia di Chris, la ricerca di sé stesso, i sogni, l’inquietudine e gli errori senza farlo apparire come martire o come eroe.
Il film non ha un ordine cronologico ma si avvale di flashback tra presente e passato.
La pellicola si divide in cinque capitoli:
1. La mia nascita
2. L’adolescenza
3. L’età adulta
4. La famiglia
5. La conquista della saggezza
Il film si conclude con l’immagine reale di Chris nel famoso autoscatto che lo raffigura appoggiato al magic bus.
Dopo l’uscita del film in molti si sono avventurati nel percorrere le tappe del viaggio di Chris fino alla vecchia carcassa del magic bus. Il giornalista Francesco Semprini paragona questo pellegrinaggio a quello verso la tomba di Jim Morrison al cimitero del Père-Lachaise di Parigi.
La colonna sonora del film è composta da canzoni e musiche originali del leader dei Perl Jam Eddie Vedder con pezzi alla chitarra eseguiti da Michael Brook e Kaki King.
Il brano principale della colonna sonora intitolato “guaranteed” ha vinto un Golden Globe per la miglior canzone originale nel 2008.
Sono nate diverse polemiche circa la scena dell’uccisione dell’alce, ripresa in primo piano.
In seguito alle polemiche l’ American Humaine Association ha certificato che l’animale in realtà non fosse vero.
Trailer:
LA RICETTA
INGREDIENTI:
6 cl VII Hills Italian Dry Gin
2,5 cl fermentato naturale di salvia e lime*
Top di Acqua Perrier
*Fare fermentare per 5 giorni dei lime privi del succo e foglie di salvia non fresche dentro un barattolo di vetro con un litro d’acqua e 200 grammi di zucchero.
Bicchiere: Collins
Garnish: una foglia di salvia
PREPARAZIONE:
Preparare il drink direttamente nel bicchiere, versando prima il fermentato di salvia e lime a cui si aggiunge il VII Hills Italian Dry Gin, quindi riempire il bicchiere di ghiaccio e finire il drink versando acqua Perrier fino all’orlo e utilizzando una foglia di salvia come guarnizione.
ISPIRAZIONE:
Supertramp, l’alter-ego di Chris, l’uomo che è scappato dalla vita quotidiana per cercare il suo IO fuori dal contesto sociale riconosciuto. Libertà, in qualsiasi parte si trovi, purché si rimanga a contatto con la propria anima: questo è lo spirito essenziale del drink omonimo Supertramp, ispirato al film “Into the Wild”.
La libertà è scegliere un gin diverso visto come allontanamento dalle masse copiosamente unite nella mediocrità, l’italiano VII Hills Italian Dry Gin, che utilizza botaniche romane e la scelta del riuso di scarti alimentari per mostrare rispetto al mondo che ci circonda, grazie alla salvia non più fresca e ai lime già spremuti. Il tutto miscelato da Joy Napolitano che chiude il long drink con Acqua Perrier. #0waste
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