PopUp! Festival 2020 veste di contemporaneo la città di Osimo

About the Author: Alessia

Published On: 27 Settembre 2020

Tempo stimato per la lettura: 4,1 minuti

Agostino Iacurci, Broken Fingaz, Giorgio Bartocci, Allegra Corbo, sono gli artisti di fama internazionale invitati da PopUp per riscrivere visivamente e artisticamente spazi urbani e luoghi non convenzionali di Osimo.
Allestita anche la Street Gallery, collettiva che presenta 40 opere di trenta artisti italiani nel cuore del bellissimo borgo marchigiano.
Il Festival è in contemporanea con la mostra di Keith Haring a Palazzo Campana, fino al 10 gennaio.

OSIMO – Opere d’arte contemporanea per riscrivere lo spazio urbano, è in corso a Osimo PopUp! Festival 2020 con un programma d’eccezione che richiama nelle Marche artisti riconosciuti internazionalmente. Giorgio Bartocci, Allegra Corbo e Twoone hanno già realizzato le loro opere murali site-specific e permanenti, mentre il collettivo Broken Finga e trenta artisti italiani contemporanei sono coinvolti in installazioni temporanee.

In arrivo anche l’atteso lavoro di Agostino Iacurci. Giunto nel 2020 alla sua quinta edizione, il Festival è ideato e prodotto da PopUp Studio, con il sostegno del Comune di Osimo e il cofinanziamento della Regione Marche.
“Dalle facciate di un capannone industriale agli interni di una casa di riposo, dal cantiere dell’ex cinema cittadino agli spazi di affissione delle vie del centro storico, dal mercato pubblico alla funicolare, PopUp! Festival porta l’arte contemporanea nello spazio urbano – spiega l’architetto Monica Caputo di PopUp Studio – creando un dialogo con la comunità, in un processo di rigenerazione più che mai prezioso in questo tempo di pandemia, quando si è chiamati a rimodellare le proprie abitudini e l’Arte può diventare un atto di resilienza e rinascita”. Sono diverse e sorprendenti le opere che i visitatori possono scoprire nel territorio di Osimo, a partire dalla zona suburbana. “Self Protection. Architettura liquida nr.10” di Giorgio Bartocci è una pittura murale realizzata sulle quattro facciate (1.000 mq) di un capannone industriale al km 309,5 della Statale 16 (uscita A14 Ancona Sud).

La dilatazione, il dinamismo, la sovrapposizione delle forme, l’utilizzo di 45 tonalità di colore scelte e campionate dall’artista, le tinte metallizzate che rifrangendo la luce permetton all’opera di mutare aspetto nell’arco delle 24 ore, fanno dell’opera di Bartocci un intervento ambientale monumentale in grado di coinvolgere e giocare con la nostr percezione visiva e di porsi come un landmark vibrante di colori ed energia. Giorgio Bartocci vive e lavora a Milano, collaborando con istituzioni pubbliche, enti privati, grandi brand come Nike e Napapijri, fra esposizioni, performance e opere di visual design nelle capitali d’Europa, da Parigi a Berlino a Dresda. PopUp! Festival porta l’arte contemporanea anche negli ambienti di cura, all’interno della
casa di riposo Padre Bambozzi dove l’artista Allegra Corbo ha realizzato “La prim molecola”, opera che nasce con il coinvolgimento degli ospiti della struttura. Il progetto è iniziato lo scorso autunno con un workshop tenuto dall’artista, durante il quale gli anziani, alcuni ultracentenari, hanno fatto riemergere le proprie memorie “verdi” (i giardini e orti dell’infanzia, gli alberi dai quali mangiavano i frutti, i fiori dell’amato) e le hanno restituite con varie tecniche artistiche (disegno, acquerello, cut-out, stampa blockprint).

Dopo il lockdown, in agosto, l’artista ha realizzato un’opera murale riproducendo quelle immagini in un collage immaginifico, un giardino visionario dove la Natura si incontra con la rimembranza. L’opera si ispira ai cut-outs di Matisse, ultimi lavori realizzati dal maestro francese quando una malattia limitò la sua mobilità fisica. L’intervento nasce da un progetto di PopUp Studio in collaborazione con l’artista e con il supporto della Fondazione Padre Bambozzi. Allegra Corbo, è una visual artist e performer della scena underground italiana ed europea, ha inoltre collaborato con la Societas Raffaello Sanzio e con la Mutoid Waste Company. Presente con le sue opere in molte collezioni private, è impegnata negli ultimi anni in lavori community specific. PopUp! Festival 2020 è fatto anche di interventi temporanei, installati e disseminati nel cuore della città.

Fino al 15 ottobre il collettivo israeliano Broken Fingaz, impossibilitato a partecipare a causa delle restrizioni anti Covid, è presente virtualmente ad Osimo con la gigantografia di una sua opera coloratissima, pop e psichedelica installata sull’impalcatura del cantiere dell’ex Cinema Concerto. Mentre, lungo le vie del centro, le bacheche in ferro battuto messe a disposizione dalle associazioni cittadine e dal Comune cambiano destinazione d’uso e accolgono nei loro spazi protetti la Street Gallery. L’esposizione presenta quaranta opere di trenta artisti italiani contemporanei che indagano e raccontano le emozioni vissute durante la quarantena. Una mostra all’aperto, lungo il corso Mazzini, la via principale, e sotto i porticati comunali, per riappropriarsi dello spazio civile, sociale, vitale, perduto durante la pandemia.

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PopUp! Festival 2020 veste di contemporaneo la città di Osimo

Published On: 27 Settembre 2020

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 12 minuti

Agostino Iacurci, Broken Fingaz, Giorgio Bartocci, Allegra Corbo, sono gli artisti di fama internazionale invitati da PopUp per riscrivere visivamente e artisticamente spazi urbani e luoghi non convenzionali di Osimo.
Allestita anche la Street Gallery, collettiva che presenta 40 opere di trenta artisti italiani nel cuore del bellissimo borgo marchigiano.
Il Festival è in contemporanea con la mostra di Keith Haring a Palazzo Campana, fino al 10 gennaio.

OSIMO – Opere d’arte contemporanea per riscrivere lo spazio urbano, è in corso a Osimo PopUp! Festival 2020 con un programma d’eccezione che richiama nelle Marche artisti riconosciuti internazionalmente. Giorgio Bartocci, Allegra Corbo e Twoone hanno già realizzato le loro opere murali site-specific e permanenti, mentre il collettivo Broken Finga e trenta artisti italiani contemporanei sono coinvolti in installazioni temporanee.

In arrivo anche l’atteso lavoro di Agostino Iacurci. Giunto nel 2020 alla sua quinta edizione, il Festival è ideato e prodotto da PopUp Studio, con il sostegno del Comune di Osimo e il cofinanziamento della Regione Marche.
“Dalle facciate di un capannone industriale agli interni di una casa di riposo, dal cantiere dell’ex cinema cittadino agli spazi di affissione delle vie del centro storico, dal mercato pubblico alla funicolare, PopUp! Festival porta l’arte contemporanea nello spazio urbano – spiega l’architetto Monica Caputo di PopUp Studio – creando un dialogo con la comunità, in un processo di rigenerazione più che mai prezioso in questo tempo di pandemia, quando si è chiamati a rimodellare le proprie abitudini e l’Arte può diventare un atto di resilienza e rinascita”. Sono diverse e sorprendenti le opere che i visitatori possono scoprire nel territorio di Osimo, a partire dalla zona suburbana. “Self Protection. Architettura liquida nr.10” di Giorgio Bartocci è una pittura murale realizzata sulle quattro facciate (1.000 mq) di un capannone industriale al km 309,5 della Statale 16 (uscita A14 Ancona Sud).

La dilatazione, il dinamismo, la sovrapposizione delle forme, l’utilizzo di 45 tonalità di colore scelte e campionate dall’artista, le tinte metallizzate che rifrangendo la luce permetton all’opera di mutare aspetto nell’arco delle 24 ore, fanno dell’opera di Bartocci un intervento ambientale monumentale in grado di coinvolgere e giocare con la nostr percezione visiva e di porsi come un landmark vibrante di colori ed energia. Giorgio Bartocci vive e lavora a Milano, collaborando con istituzioni pubbliche, enti privati, grandi brand come Nike e Napapijri, fra esposizioni, performance e opere di visual design nelle capitali d’Europa, da Parigi a Berlino a Dresda. PopUp! Festival porta l’arte contemporanea anche negli ambienti di cura, all’interno della
casa di riposo Padre Bambozzi dove l’artista Allegra Corbo ha realizzato “La prim molecola”, opera che nasce con il coinvolgimento degli ospiti della struttura. Il progetto è iniziato lo scorso autunno con un workshop tenuto dall’artista, durante il quale gli anziani, alcuni ultracentenari, hanno fatto riemergere le proprie memorie “verdi” (i giardini e orti dell’infanzia, gli alberi dai quali mangiavano i frutti, i fiori dell’amato) e le hanno restituite con varie tecniche artistiche (disegno, acquerello, cut-out, stampa blockprint).

Dopo il lockdown, in agosto, l’artista ha realizzato un’opera murale riproducendo quelle immagini in un collage immaginifico, un giardino visionario dove la Natura si incontra con la rimembranza. L’opera si ispira ai cut-outs di Matisse, ultimi lavori realizzati dal maestro francese quando una malattia limitò la sua mobilità fisica. L’intervento nasce da un progetto di PopUp Studio in collaborazione con l’artista e con il supporto della Fondazione Padre Bambozzi. Allegra Corbo, è una visual artist e performer della scena underground italiana ed europea, ha inoltre collaborato con la Societas Raffaello Sanzio e con la Mutoid Waste Company. Presente con le sue opere in molte collezioni private, è impegnata negli ultimi anni in lavori community specific. PopUp! Festival 2020 è fatto anche di interventi temporanei, installati e disseminati nel cuore della città.

Fino al 15 ottobre il collettivo israeliano Broken Fingaz, impossibilitato a partecipare a causa delle restrizioni anti Covid, è presente virtualmente ad Osimo con la gigantografia di una sua opera coloratissima, pop e psichedelica installata sull’impalcatura del cantiere dell’ex Cinema Concerto. Mentre, lungo le vie del centro, le bacheche in ferro battuto messe a disposizione dalle associazioni cittadine e dal Comune cambiano destinazione d’uso e accolgono nei loro spazi protetti la Street Gallery. L’esposizione presenta quaranta opere di trenta artisti italiani contemporanei che indagano e raccontano le emozioni vissute durante la quarantena. Una mostra all’aperto, lungo il corso Mazzini, la via principale, e sotto i porticati comunali, per riappropriarsi dello spazio civile, sociale, vitale, perduto durante la pandemia.

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