Valentina Marziali: “Il Tuo teatro diventerà il Gigi Proietti Globe Theatre”
Tempo stimato per la lettura: 3,7 minuti
Omaggio di Valentina Marziali
Valentina Marziali è una delle allieve più brillanti di Gigi. Con la commozione negli occhi, ci parla di un Maestro di vita e di lavoro. Un uomo buono, generoso, unico, che lascia un vuoto incolmabile nella vita di tutti. Il Globe Theatre diventerà il Gigi Proietti Theatre e la sua storia diventerà leggenda. Come è giusto che sia.
_______
Ciao Maestro,
benvenuto a casa tua, tra i tuoi attori, i tuoi tecnici e queste assi, che hai voluto e che hai tenuto a battesimo. Noi un po’ ce l’abbiamo con te, non si va via così, senza preavviso, senza dire niente, senza neppure averci consultato.
Totò direbbe “E che so’ fiaschi che se abboffano?”.
Che sò, una telefonata l’avresti potuta fare, un piccolo sondaggio: “Che dite, me ne vado?”
Penso che t’avremmo risposto alla tua maniera: “Ma nun c’annà, ma lassa perde, ma chi te lo fa fa…`”.
Invece tu, come il tuo toto, cocciuto, non hai chiesto niente a nessuno e sei andato.
Non ci stupisce, sei sempre stato indipendente e forse per questo ci sei sempre tanto piaciuto, senza padroni né padrini, libero di fare il tuo teatro.
Lo dicevi sempre: “Fo fa il suo, io fo’ il mio”. Un teatro privato, privato di tutto, tranne del cuore e della passione verso il pubblico e verso un mestiere, quello dell’attore, sono sempre parole tue, che è il più bello del mondo.
Comunque come che sia, sei andato Maestro.
Qualcuno dice che t’era arrivata voce che su gli serviva una mano, uno che li facesse ridere, che li incantasse con quella voce unica e bellissima che Dio t’ha donato.
Qualcun altro sostiene che dovevano fare una mandrakata, qualcuno un po’ blasfemo, che gli serviva un attore della… della ma… se semo capiti, per fare uno spettacolo da Dio. In molti però crediamo che sia stata un’idea tutta tua, magari pensando che era il momento giusto, che tanto potevamo fare a meno di te, che qualcosa l’avevamo imparato, che sapessimo, come si usa dire, camminare da soli.
Beh, Maestro, se hai pensato questo mi spiace, ma hai toppato, fattelo dire, di te non si può fare a meno. Uno come te serve sempre e specie in questi tempi dove sorridere è difficile, dove trovare il lato comico è un’impresa titanica, dove lo sport preferito è l’insulto con ludibrio e dove il mestiere dell’attore, fare spettacolo, è considerato un accessorie futile e inutile al vivere quotidiano.
Però sì, ci proveremo a camminare da soli, a portare avanti il tuo teatro e la tua memoria, ci proveremo. Ognuno seguendo il suo talento, ognuno per ciò che sa fare. Faremo tutti del nostro meglio: il reparto tecnico, il reparto organizzativo, la tua Carlotta, la tua Susanna, e con loro tutti gli attori e i registi, e i musicisti e gli scenografi che tu hai voluto in tutti questi anni a lavorare qui, e che oggi sono tutti qui presenti.
Metteremo tutto noi stessi per farti sentire orgoglioso del tuo teatro… che non so se lo sai, ma questo sarà il Tuo teatro e per sempre, il Gigi Proietti Globe Theatre.
Bella cosa vero? Per noi sì e anche per Roma e per tutto il tuo pubblico.
Ce la metteremo tutta Maestro e faremo del nostro meglio perché tu, da lassù, ne sia fiero e contento. Ah, prima di finire questo saluto, questo nostro congedo, vorremmo farti un paio di domande: “Vittorio, ti è già venuto a salutare? Virgilio, come t’ha accolto, col grappino? E Loretta, t’ha fatto trovare pronto il camerino?”.
A noi piace pensare di sì e se tu sei d’accordo, ti salutiamo con il nostro applauso, che è il nostro grazie per le tante risate e per tante cose che ci hai insegnato.
Ciao Maestro.
Omaggio di Virginia Raggi
Omaggio di Marisa Laurito
Omaggio di Edoardo Leo
Omaggio di Paola Cortellesi
Omaggio di Enrico Brigano
Omaggio di Walter Veltroni
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Valentina Marziali: “Il Tuo teatro diventerà il Gigi Proietti Globe Theatre”
Tempo stimato per la lettura: 11 minuti
Omaggio di Valentina Marziali
Valentina Marziali è una delle allieve più brillanti di Gigi. Con la commozione negli occhi, ci parla di un Maestro di vita e di lavoro. Un uomo buono, generoso, unico, che lascia un vuoto incolmabile nella vita di tutti. Il Globe Theatre diventerà il Gigi Proietti Theatre e la sua storia diventerà leggenda. Come è giusto che sia.
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Ciao Maestro,
benvenuto a casa tua, tra i tuoi attori, i tuoi tecnici e queste assi, che hai voluto e che hai tenuto a battesimo. Noi un po’ ce l’abbiamo con te, non si va via così, senza preavviso, senza dire niente, senza neppure averci consultato.
Totò direbbe “E che so’ fiaschi che se abboffano?”.
Che sò, una telefonata l’avresti potuta fare, un piccolo sondaggio: “Che dite, me ne vado?”
Penso che t’avremmo risposto alla tua maniera: “Ma nun c’annà, ma lassa perde, ma chi te lo fa fa…`”.
Invece tu, come il tuo toto, cocciuto, non hai chiesto niente a nessuno e sei andato.
Non ci stupisce, sei sempre stato indipendente e forse per questo ci sei sempre tanto piaciuto, senza padroni né padrini, libero di fare il tuo teatro.
Lo dicevi sempre: “Fo fa il suo, io fo’ il mio”. Un teatro privato, privato di tutto, tranne del cuore e della passione verso il pubblico e verso un mestiere, quello dell’attore, sono sempre parole tue, che è il più bello del mondo.
Comunque come che sia, sei andato Maestro.
Qualcuno dice che t’era arrivata voce che su gli serviva una mano, uno che li facesse ridere, che li incantasse con quella voce unica e bellissima che Dio t’ha donato.
Qualcun altro sostiene che dovevano fare una mandrakata, qualcuno un po’ blasfemo, che gli serviva un attore della… della ma… se semo capiti, per fare uno spettacolo da Dio. In molti però crediamo che sia stata un’idea tutta tua, magari pensando che era il momento giusto, che tanto potevamo fare a meno di te, che qualcosa l’avevamo imparato, che sapessimo, come si usa dire, camminare da soli.
Beh, Maestro, se hai pensato questo mi spiace, ma hai toppato, fattelo dire, di te non si può fare a meno. Uno come te serve sempre e specie in questi tempi dove sorridere è difficile, dove trovare il lato comico è un’impresa titanica, dove lo sport preferito è l’insulto con ludibrio e dove il mestiere dell’attore, fare spettacolo, è considerato un accessorie futile e inutile al vivere quotidiano.
Però sì, ci proveremo a camminare da soli, a portare avanti il tuo teatro e la tua memoria, ci proveremo. Ognuno seguendo il suo talento, ognuno per ciò che sa fare. Faremo tutti del nostro meglio: il reparto tecnico, il reparto organizzativo, la tua Carlotta, la tua Susanna, e con loro tutti gli attori e i registi, e i musicisti e gli scenografi che tu hai voluto in tutti questi anni a lavorare qui, e che oggi sono tutti qui presenti.
Metteremo tutto noi stessi per farti sentire orgoglioso del tuo teatro… che non so se lo sai, ma questo sarà il Tuo teatro e per sempre, il Gigi Proietti Globe Theatre.
Bella cosa vero? Per noi sì e anche per Roma e per tutto il tuo pubblico.
Ce la metteremo tutta Maestro e faremo del nostro meglio perché tu, da lassù, ne sia fiero e contento. Ah, prima di finire questo saluto, questo nostro congedo, vorremmo farti un paio di domande: “Vittorio, ti è già venuto a salutare? Virgilio, come t’ha accolto, col grappino? E Loretta, t’ha fatto trovare pronto il camerino?”.
A noi piace pensare di sì e se tu sei d’accordo, ti salutiamo con il nostro applauso, che è il nostro grazie per le tante risate e per tante cose che ci hai insegnato.
Ciao Maestro.
Omaggio di Virginia Raggi
Omaggio di Marisa Laurito
Omaggio di Edoardo Leo
Omaggio di Paola Cortellesi
Omaggio di Enrico Brigano
Omaggio di Walter Veltroni
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