Al centro del mondo tra scatti, passione e le meraviglie dei paesaggi urbani
Tempo stimato per la lettura: 3,1 minuti
Se pensate a un paesaggio urbano cosa vi viene in mente?
Abbiamo intercettato Giulio Cosmo Calisse, fotografo e motion designer romano che vive e lavora a Toronto.
In questa intervista si racconta e spiega che il suo lavoro è la sua passione e che vorrebbe “vivere di scatti e riprese in giro per il mondo”.
Parlaci un po’ di te, un italiano che vive e lavora a Toronto: come mai questa scelta?
Toronto mi è rimasta impressa dopo esserci stato nel 2007 come studente. È una città con una mentalità all’avanguardia e piena di giovani ambiziosi provenienti da ogni parte del mondo.
Nel 2008 sono andato a lavorare a Milano come motion designer a tempo pieno, ma le 8 ore al giorno chiuso in ufficio non mi andavano giù, e la situazione economica del paese non mi permetteva di fare il freelance. Dopo un paio d’anni decisi di risparmiare il possibile col mio piccolo stipendio ed andai a fare l’immigrato in Canada.
Affinità e divergenze tra Roma e Toronto…
Sono due città fondamentalmente diverse; Roma è ovviamente una capitale storica, un vero museo all’aria aperta, piena di tesori inestimabili. I Romani sono praticamente tutti Italiani, ed hanno una cultura molto poco influenzata dall’estero. Toronto invece ha poca storia propria; i cittadini, per il 50% nati all’estero, hanno ognuno una storia individuale e vogliono realizzare le proprie ambizioni.
Cosa, chi e perché ti ha ispirato (o ti ispira tuttora) in questa scelta di vita e professione di fotografo e motion designer.
Fin da piccolo ho avuto una passione per le arti visive, grafica, cinema, fotografia o 3D. L’ispirazione è spesso quella dei paesaggi futuristici che vediamo in svariati media, solo che nei miei scatti si tratta sempre del mondo moderno.
I tuoi lavori (anche dei singoli scatti) sembrano sempre in movimento, sembra raccontino sempre una storia. C’è un elemento, un denominatore comune che vorresti comunicare attraverso le tue opere, siano essi paesaggi urbani o persone singole?
L’obiettivo per me è creare fascino per l’architettura di questi “centri del mondo”, che la gente prende per scontata quando ci passa davanti quotidianamente. Spesso, e non ingiustamente, critichiamo il mondo moderno senza però fermarci per apprezzarne le meraviglie.
Quando lavori alle opere che realizzi? Sei metodico oppure non hai orari?
Ho la fortuna di non avere più nessun tipo di orario fisso, ma il tempo che trascorro nelle attività legate a foto e video supera certamente le 10 ore al giorno in media. Ad alcuni può sembrare molto, ma per me è raramente un obbligo.
In un lavoro creativo le giornate non finiscono mai. Qual è il tuo record di ore di lavoro consecutive?
Le giornate più lunghe sono sicuramente nell’ambito del cinema! Mi è capitato più di una volta di lavorare sul set di un lungometraggio indipendente e di raggiungere le 15 ore di lavoro di fila.
Se pensi al tuo futuro lavorativo, come lo immagini? Torneresti in Italia?
Nell’ideale vorrei conciliare il lavoro con il viaggiare, e vivere girando paesi, facendo scatti e riprese del mondo – praticamente il sogno di tutti gli artisti.
Per quanto riguarda l’Italia, mi sembra che venga rispettato più lo spirito imprenditoriale di quello creativo, e per questo mi è difficile immaginare un ritorno.
Il tuo prossimo lavoro
.
Sto preparando un video su Toronto girato interamente con droni, ma le leggi sui quadricotteri si stanno stringendo rapidamente. Spero di riuscire a finire il progetto in tutta legalità!
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Al centro del mondo tra scatti, passione e le meraviglie dei paesaggi urbani
Tempo stimato per la lettura: 9 minuti
Se pensate a un paesaggio urbano cosa vi viene in mente?
Abbiamo intercettato Giulio Cosmo Calisse, fotografo e motion designer romano che vive e lavora a Toronto.
In questa intervista si racconta e spiega che il suo lavoro è la sua passione e che vorrebbe “vivere di scatti e riprese in giro per il mondo”.
Parlaci un po’ di te, un italiano che vive e lavora a Toronto: come mai questa scelta?
Toronto mi è rimasta impressa dopo esserci stato nel 2007 come studente. È una città con una mentalità all’avanguardia e piena di giovani ambiziosi provenienti da ogni parte del mondo.
Nel 2008 sono andato a lavorare a Milano come motion designer a tempo pieno, ma le 8 ore al giorno chiuso in ufficio non mi andavano giù, e la situazione economica del paese non mi permetteva di fare il freelance. Dopo un paio d’anni decisi di risparmiare il possibile col mio piccolo stipendio ed andai a fare l’immigrato in Canada.
Affinità e divergenze tra Roma e Toronto…
Sono due città fondamentalmente diverse; Roma è ovviamente una capitale storica, un vero museo all’aria aperta, piena di tesori inestimabili. I Romani sono praticamente tutti Italiani, ed hanno una cultura molto poco influenzata dall’estero. Toronto invece ha poca storia propria; i cittadini, per il 50% nati all’estero, hanno ognuno una storia individuale e vogliono realizzare le proprie ambizioni.
Cosa, chi e perché ti ha ispirato (o ti ispira tuttora) in questa scelta di vita e professione di fotografo e motion designer.
Fin da piccolo ho avuto una passione per le arti visive, grafica, cinema, fotografia o 3D. L’ispirazione è spesso quella dei paesaggi futuristici che vediamo in svariati media, solo che nei miei scatti si tratta sempre del mondo moderno.
I tuoi lavori (anche dei singoli scatti) sembrano sempre in movimento, sembra raccontino sempre una storia. C’è un elemento, un denominatore comune che vorresti comunicare attraverso le tue opere, siano essi paesaggi urbani o persone singole?
L’obiettivo per me è creare fascino per l’architettura di questi “centri del mondo”, che la gente prende per scontata quando ci passa davanti quotidianamente. Spesso, e non ingiustamente, critichiamo il mondo moderno senza però fermarci per apprezzarne le meraviglie.
Quando lavori alle opere che realizzi? Sei metodico oppure non hai orari?
Ho la fortuna di non avere più nessun tipo di orario fisso, ma il tempo che trascorro nelle attività legate a foto e video supera certamente le 10 ore al giorno in media. Ad alcuni può sembrare molto, ma per me è raramente un obbligo.
In un lavoro creativo le giornate non finiscono mai. Qual è il tuo record di ore di lavoro consecutive?
Le giornate più lunghe sono sicuramente nell’ambito del cinema! Mi è capitato più di una volta di lavorare sul set di un lungometraggio indipendente e di raggiungere le 15 ore di lavoro di fila.
Se pensi al tuo futuro lavorativo, come lo immagini? Torneresti in Italia?
Nell’ideale vorrei conciliare il lavoro con il viaggiare, e vivere girando paesi, facendo scatti e riprese del mondo – praticamente il sogno di tutti gli artisti.
Per quanto riguarda l’Italia, mi sembra che venga rispettato più lo spirito imprenditoriale di quello creativo, e per questo mi è difficile immaginare un ritorno.
Il tuo prossimo lavoro
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Sto preparando un video su Toronto girato interamente con droni, ma le leggi sui quadricotteri si stanno stringendo rapidamente. Spero di riuscire a finire il progetto in tutta legalità!
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