Artiste follemente pioniere in mostra a Parigi

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 4 Marzo 2022

Tempo stimato per la lettura: 4,5 minuti

 

Pionnières : Artistes dans le Paris des années folles (Pioniere: artiste nella Parigi degli anni ruggenti) è il titolo dell’esposizione in corso fino al 10 luglio 2022, al musée du Luxembourg di Parigi. Attraverso dipinti, sculture, fotografie, video, opere tessili e letterarie, l’esposizione mette in luce il ruolo primordiale di alcune “nuove” donne, nate alla fine dell’Ottocento o all’inizio del Novecento, le prime ad essere riconosciute come artiste.

Queste pioniere erano indipendenti economicamente e avevano un loro atelier, una galleria o una casa d’edizione, tenevano dei corsi nelle scuole d’arte, e nei loro lavori rappresentavano liberamente corpi nudi, maschili o femminili.

Artiste su tutti i fronti

Il riconoscimento del loro ruolo essenziale nello sviluppo dei grandi movimenti artistici della modernità è fondamentale. Artiste quali Tamara de Lempicka, Sonia Delaunay, Tarsila do Amaral, Romaine Brooks, Claude Cahun, Mela Muter, Maria Blanchard o anche Chana Orloff, sono finalmente entrate nelle grandi scuole d’arte fino ad allora riservate agli uomini. A loro viene associata per lo spirito innovativo Joséphine Baker personaggio icona di quell’epoca.

Sono le prime ad avere l’opportunità di vestirsi come desiderano, di vivere la propria sessualità qualunque essa sia, di scegliere il proprio marito oppure la propria compagna. La loro vita e il loro corpo, di cui sono le prime a rivendicare la piena proprietà, sono gli strumenti del loro lavoro, che reinventano in tutti i materiali, su tutti i media. L’interdisciplinarietà e la performatività della loro creazione hanno influenzato intere generazioni di artisti e continuano ad influenzare anche oggi.

Marevna (Marie Vorobieff), La Mort et la femme, 1917
Una vita senza limiti

Gli anni ’20 furono un periodo di bollicine e di effervescenza culturale. Dopo la fine della Prima Guerra mondiale, i parigini hanno riscoperto il desiderio di divertirsi e godersi la vita. Il periodo sarà quindi sinonimo di festeggiamenti, esuberanza e forte crescita economica.

I ruggenti anni Venti sono inoltre caratterizzati da una rara energia creativa e vivacità artistica, dove le donne devono essere riconosciute come essenziali. È forse la consapevolezza di forze minacciose già all’opera (il Fascismo in Italia o il Nazismo in Germania) o il ricordo delle loro madri e delle loro nonne la cui vita era stata ancor più difficili, che le spingono a vivere con assoluta intensità, come per dimostrare a sé stesse di essere ancora vive.

Parigi è una festa

È in questo contesto politico, sociale e culturale che nasce il mito della Parigi dei ruggenti anni Venti, che viene presto associato a cabaret, club, caffè-teatro, balli in maschera e sale da musica oltre a una moda che accorcia gli abiti, sottolinea la vita e taglia i capelli.

La crisi economica, l’ascesa del totalitarismo, poi la Seconda Guerra mondiale, limiteranno la visibilità delle donne e faranno dimenticare alle persone questo momento straordinario negli anni ’20, quando avevano la parola. L’euforia prima della tempesta si gioca soprattutto in alcune capitali. Parigi ha un ruolo centrale, e più precisamente il Quartiere Latino, Montparnasse e Montmartre.

Tela di sinistra: Émilie Charmy, Hania Routchine, 1921
Scultura: Chana Orloff, Grande baigneuse accroupie, 1925
Tela di destra: Mela Muter, Nu cubiste, 1919-1923,
La maternità senza stereotipi

Per quest’artiste non c’è bisogno di apparire o fingere: la maternità può essere stancante. Immediatamente dopo la guerra, Mela Muter e Maria Blanchard come artiste straniere che vivono a Parigi, reagiscono alle disuguaglianze di classe nella società francese a fronte di una politica che milita per un aumento della natalità. Le loro Madonne sono operaie o donne di servizio, di origine spagnola o africana, lontane dall’immagine tradizionale della maternità felice.

Il discorso è diverso per Chana Orloff e Tamara de Lempicka. Le sculture di madri “single” di Orloff esaltano una potente visione della donna, capace di assumere il ruolo di due genitori e quello di un’artista di successo che vive della sua arte. Lontano da ogni preoccupazione sociale, Lempicka traduce in pittura la stretta inquadratura cinematografica hollywoodiana in voga all’epoca. Il trattamento delle sue figure mette in risalto la loro sensualità e il loro fascino.


Un nuovo sguardo sulla donna

Pionnières : Artistes dans le Paris des années folles, curata da Camille Morineau, e dalla storica dell’arte Lucia Pesapane come curatrice associata, è suddivisa in sette sezioni, che analizzano i diversi percorsi intrapresi da queste donne sorprendenti. Resistenti e creative, innovative e provocatorie queste artiste furono le prime a saper cogliere lo spirito dei tempi e tradurlo formalmente attraverso le loro opere.

Il visitatore ammira le opere di queste “pioniere” che sembrano aver inventato, un secolo prima, il nostro mondo di oggi. Tra artiste più o meno note al grande pubblico, la mostra Pionnières mette in valore l’importanza determinante dei lavori di quest’artiste all’interno della storia dell’arte e della società degli anni Venti.

 

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Published On: 4 Marzo 2022

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 13 minuti

 

Pionnières : Artistes dans le Paris des années folles (Pioniere: artiste nella Parigi degli anni ruggenti) è il titolo dell’esposizione in corso fino al 10 luglio 2022, al musée du Luxembourg di Parigi. Attraverso dipinti, sculture, fotografie, video, opere tessili e letterarie, l’esposizione mette in luce il ruolo primordiale di alcune “nuove” donne, nate alla fine dell’Ottocento o all’inizio del Novecento, le prime ad essere riconosciute come artiste.

Queste pioniere erano indipendenti economicamente e avevano un loro atelier, una galleria o una casa d’edizione, tenevano dei corsi nelle scuole d’arte, e nei loro lavori rappresentavano liberamente corpi nudi, maschili o femminili.

Artiste su tutti i fronti

Il riconoscimento del loro ruolo essenziale nello sviluppo dei grandi movimenti artistici della modernità è fondamentale. Artiste quali Tamara de Lempicka, Sonia Delaunay, Tarsila do Amaral, Romaine Brooks, Claude Cahun, Mela Muter, Maria Blanchard o anche Chana Orloff, sono finalmente entrate nelle grandi scuole d’arte fino ad allora riservate agli uomini. A loro viene associata per lo spirito innovativo Joséphine Baker personaggio icona di quell’epoca.

Sono le prime ad avere l’opportunità di vestirsi come desiderano, di vivere la propria sessualità qualunque essa sia, di scegliere il proprio marito oppure la propria compagna. La loro vita e il loro corpo, di cui sono le prime a rivendicare la piena proprietà, sono gli strumenti del loro lavoro, che reinventano in tutti i materiali, su tutti i media. L’interdisciplinarietà e la performatività della loro creazione hanno influenzato intere generazioni di artisti e continuano ad influenzare anche oggi.

Marevna (Marie Vorobieff), La Mort et la femme, 1917
Una vita senza limiti

Gli anni ’20 furono un periodo di bollicine e di effervescenza culturale. Dopo la fine della Prima Guerra mondiale, i parigini hanno riscoperto il desiderio di divertirsi e godersi la vita. Il periodo sarà quindi sinonimo di festeggiamenti, esuberanza e forte crescita economica.

I ruggenti anni Venti sono inoltre caratterizzati da una rara energia creativa e vivacità artistica, dove le donne devono essere riconosciute come essenziali. È forse la consapevolezza di forze minacciose già all’opera (il Fascismo in Italia o il Nazismo in Germania) o il ricordo delle loro madri e delle loro nonne la cui vita era stata ancor più difficili, che le spingono a vivere con assoluta intensità, come per dimostrare a sé stesse di essere ancora vive.

Parigi è una festa

È in questo contesto politico, sociale e culturale che nasce il mito della Parigi dei ruggenti anni Venti, che viene presto associato a cabaret, club, caffè-teatro, balli in maschera e sale da musica oltre a una moda che accorcia gli abiti, sottolinea la vita e taglia i capelli.

La crisi economica, l’ascesa del totalitarismo, poi la Seconda Guerra mondiale, limiteranno la visibilità delle donne e faranno dimenticare alle persone questo momento straordinario negli anni ’20, quando avevano la parola. L’euforia prima della tempesta si gioca soprattutto in alcune capitali. Parigi ha un ruolo centrale, e più precisamente il Quartiere Latino, Montparnasse e Montmartre.

Tela di sinistra: Émilie Charmy, Hania Routchine, 1921
Scultura: Chana Orloff, Grande baigneuse accroupie, 1925
Tela di destra: Mela Muter, Nu cubiste, 1919-1923,
La maternità senza stereotipi

Per quest’artiste non c’è bisogno di apparire o fingere: la maternità può essere stancante. Immediatamente dopo la guerra, Mela Muter e Maria Blanchard come artiste straniere che vivono a Parigi, reagiscono alle disuguaglianze di classe nella società francese a fronte di una politica che milita per un aumento della natalità. Le loro Madonne sono operaie o donne di servizio, di origine spagnola o africana, lontane dall’immagine tradizionale della maternità felice.

Il discorso è diverso per Chana Orloff e Tamara de Lempicka. Le sculture di madri “single” di Orloff esaltano una potente visione della donna, capace di assumere il ruolo di due genitori e quello di un’artista di successo che vive della sua arte. Lontano da ogni preoccupazione sociale, Lempicka traduce in pittura la stretta inquadratura cinematografica hollywoodiana in voga all’epoca. Il trattamento delle sue figure mette in risalto la loro sensualità e il loro fascino.


Un nuovo sguardo sulla donna

Pionnières : Artistes dans le Paris des années folles, curata da Camille Morineau, e dalla storica dell’arte Lucia Pesapane come curatrice associata, è suddivisa in sette sezioni, che analizzano i diversi percorsi intrapresi da queste donne sorprendenti. Resistenti e creative, innovative e provocatorie queste artiste furono le prime a saper cogliere lo spirito dei tempi e tradurlo formalmente attraverso le loro opere.

Il visitatore ammira le opere di queste “pioniere” che sembrano aver inventato, un secolo prima, il nostro mondo di oggi. Tra artiste più o meno note al grande pubblico, la mostra Pionnières mette in valore l’importanza determinante dei lavori di quest’artiste all’interno della storia dell’arte e della società degli anni Venti.

 

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