BERTOZZI & CASONI Ciò che vediamo non è ciò che è, ma ciò che siamo a Villa Igiea

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 12 Aprile 2025

Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti

A Palermo, Villa Igiea ospita, dal 16 aprile al 15 giugno 2025, la mostra di Bertozzi & Casoni dal titolo Ciò che vediamo non è ciò che è, ma ciò che siamo, a cura di Raffaele Quattrone. Protagoniste dell’esposizione le sorprendenti creazioni dei maestri indiscussi della ceramica contemporanea di ritorno in Sicilia in occasione della giornata mondiale dell’arte,  in dialogo con Villa Igiea.

Omaggi a Fontana, Morandi e Van Gogh

L’apparenza ingannevole invita a guardare più a fondo, a cercare ciò che non si vede attraverso la selezione di oltre dodici opere che tessono un percorso artistico disseminato nelle aree comuni di Villa Igiea. Le custodie di violino, contenenti tele tagliate in omaggio a Lucio Fontana, evocano un’assenza che risuona di significato, dove il taglio non è una lacerazione, ma un passaggio, un’apertura su nuove dimensioni. Il suono che manca diventa un’eco interiore, un invito ad ascoltare oltre la superficie del visibile.

I vasi omaggio a Giorgio Morandi e Vincent van Gogh si inseriscono in questa riflessione sulla materia e sulla percezione: il primo con la sua essenzialità silenziosa, il secondo con il suo tumulto emotivo, evocando entrambi il tempo e la memoria attraverso la forma e il colore.

 

L’Hotel, simbolo di accoglienza e metafora del viaggio interiore, diventa parte integrante del percorso espositivo dove la scultura degli artisti emiliani invita il pubblico a intraprendere un viaggio di scoperta tra ciò che si vede e ciò che non si vede. In occasione del vernissage, i maestri del Teatro Massimo di Palermo accompagnano il debutto con una performance musicale connessa alla ciclicità della vita e all’alternanza tra presenza e assenza.

Ogni opera è un enigma che gioca con la nostra percezione e con i nostri sensi

“Cosa resta di un suono dopo che è stato ascoltato? Cosa resta di un’immagine quando chiudiamo gli occhi? La realtà non è mai univoca, non è solo ciò che appare, ma anche ciò che rimane nascosto, ciò che la nostra mente, il nostro cuore e la nostra esperienza permettono di vedere”. Questa la riflessione di Raffaele Quattrone, cui si deve la curatela del racconto contemporaneo, realizzato in collaborazione con Athena Antichità. Pugliese, classe 1974 e bolognese d’adozione, Quattrone racconta che: “le sculture di Bertozzi & Casoni non sono semplici rappresentazioni della natura: fiori di ceramica che non sbocciano, custodie di violino che non contengono suono, vasi che non custodiscono più il tempo della materia. Ogni opera è un enigma che gioca con la nostra percezione e con i nostri sensi, suggerendo che ciò che vediamo è solo un frammento della realtà, un’illusione, un’ombra di qualcosa che va oltre il visibile. La visione non è solo un atto fisico: è intessuta di esperienze, emozioni, memorie. Guardiamo il mondo con gli occhi della nostra storia, dei nostri desideri, delle nostre paure. Le opere ci sfidano a chiedere: cosa vediamo davvero? Cos’è che ci sfugge? Un fiore non è solo un fiore, una custodia di violino non è solo un contenitore. Sono riflessi di qualcosa che esiste solo nella nostra percezione”.

Villa Igiea che, simbolo di accoglienza

La Villa, fondata dalla famiglia Florio, permette di valorizzare la forza narrativa delle opere  in un ambiente che stimola la riflessione sul rapporto tra arte e storia, tradizione e modernità. Aggiunge Quattrone: “La percezione estetica echeggia e percorre Villa Igiea che, simbolo di accoglienza e metafora del viaggio interiore, diventa parte integrante della mostra, dove la scultura di Bertozzi & Casoni invita il pubblico a intraprendere un viaggio di scoperta tra ciò che si vede e ciò che non si vede”. L’hotel, con le sue storie di viaggiatori di epoche diverse, è spazio d’elezione e testimone di percorsi che non si concludono mai, ma che si intrecciano continuamente proprio come la percezione che le opere – simbolo di movimento, ricerca e cambiamento – generano nello spettatore.

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Published On: 12 Aprile 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 10 minuti

A Palermo, Villa Igiea ospita, dal 16 aprile al 15 giugno 2025, la mostra di Bertozzi & Casoni dal titolo Ciò che vediamo non è ciò che è, ma ciò che siamo, a cura di Raffaele Quattrone. Protagoniste dell’esposizione le sorprendenti creazioni dei maestri indiscussi della ceramica contemporanea di ritorno in Sicilia in occasione della giornata mondiale dell’arte,  in dialogo con Villa Igiea.

Omaggi a Fontana, Morandi e Van Gogh

L’apparenza ingannevole invita a guardare più a fondo, a cercare ciò che non si vede attraverso la selezione di oltre dodici opere che tessono un percorso artistico disseminato nelle aree comuni di Villa Igiea. Le custodie di violino, contenenti tele tagliate in omaggio a Lucio Fontana, evocano un’assenza che risuona di significato, dove il taglio non è una lacerazione, ma un passaggio, un’apertura su nuove dimensioni. Il suono che manca diventa un’eco interiore, un invito ad ascoltare oltre la superficie del visibile.

I vasi omaggio a Giorgio Morandi e Vincent van Gogh si inseriscono in questa riflessione sulla materia e sulla percezione: il primo con la sua essenzialità silenziosa, il secondo con il suo tumulto emotivo, evocando entrambi il tempo e la memoria attraverso la forma e il colore.

 

L’Hotel, simbolo di accoglienza e metafora del viaggio interiore, diventa parte integrante del percorso espositivo dove la scultura degli artisti emiliani invita il pubblico a intraprendere un viaggio di scoperta tra ciò che si vede e ciò che non si vede. In occasione del vernissage, i maestri del Teatro Massimo di Palermo accompagnano il debutto con una performance musicale connessa alla ciclicità della vita e all’alternanza tra presenza e assenza.

Ogni opera è un enigma che gioca con la nostra percezione e con i nostri sensi

“Cosa resta di un suono dopo che è stato ascoltato? Cosa resta di un’immagine quando chiudiamo gli occhi? La realtà non è mai univoca, non è solo ciò che appare, ma anche ciò che rimane nascosto, ciò che la nostra mente, il nostro cuore e la nostra esperienza permettono di vedere”. Questa la riflessione di Raffaele Quattrone, cui si deve la curatela del racconto contemporaneo, realizzato in collaborazione con Athena Antichità. Pugliese, classe 1974 e bolognese d’adozione, Quattrone racconta che: “le sculture di Bertozzi & Casoni non sono semplici rappresentazioni della natura: fiori di ceramica che non sbocciano, custodie di violino che non contengono suono, vasi che non custodiscono più il tempo della materia. Ogni opera è un enigma che gioca con la nostra percezione e con i nostri sensi, suggerendo che ciò che vediamo è solo un frammento della realtà, un’illusione, un’ombra di qualcosa che va oltre il visibile. La visione non è solo un atto fisico: è intessuta di esperienze, emozioni, memorie. Guardiamo il mondo con gli occhi della nostra storia, dei nostri desideri, delle nostre paure. Le opere ci sfidano a chiedere: cosa vediamo davvero? Cos’è che ci sfugge? Un fiore non è solo un fiore, una custodia di violino non è solo un contenitore. Sono riflessi di qualcosa che esiste solo nella nostra percezione”.

Villa Igiea che, simbolo di accoglienza

La Villa, fondata dalla famiglia Florio, permette di valorizzare la forza narrativa delle opere  in un ambiente che stimola la riflessione sul rapporto tra arte e storia, tradizione e modernità. Aggiunge Quattrone: “La percezione estetica echeggia e percorre Villa Igiea che, simbolo di accoglienza e metafora del viaggio interiore, diventa parte integrante della mostra, dove la scultura di Bertozzi & Casoni invita il pubblico a intraprendere un viaggio di scoperta tra ciò che si vede e ciò che non si vede”. L’hotel, con le sue storie di viaggiatori di epoche diverse, è spazio d’elezione e testimone di percorsi che non si concludono mai, ma che si intrecciano continuamente proprio come la percezione che le opere – simbolo di movimento, ricerca e cambiamento – generano nello spettatore.

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