CAMERA di Torino presenta Margaret Bourke-White e Paolo Novelli

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 22 Giugno 2024

Tempo stimato per la lettura: 4 minuti

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino presenta il suo programma espositivo dell’estate, che comprende una nuova esposizione dedicata a un’altra figura centrale della fotografia del XX secolo, l’americana Margaret Bourke-White.

Fino al 6 ottobre 2024, gli spazi del Centro accolgono Margaret Bourke-White. L’opera 1930 – 1960, un percorso espositivo a cura di Monica Poggi che attraverso 150 fotografie racconta il lavoro, la vita straordinaria e l’altissima qualità degli scatti di Bourke-White, capace di raccontare la complessa esperienza umana sulle pagine delle riviste a grande diffusione come LIFE – di cui la mostra presenta una ricca selezione – superando con determinazione barriere e confini di genere.

Le trasformazioni del mondo sono il cuore della ricerca entusiasta e incessante della fotografa nata a New York nel 1904, che studia biologia alla Columbia University e frequenta per alcune settimane il corso di fotografia tenuto dal famoso fotografo pittorialista Clarence H. White.

La fotografia: una finestra sul mondo

Nel 1929 l’editore Henry Luce la invita a New York per contribuire alla nascita della rivista illustrata Fortune e da quel momento la carriera di Bourke-White è un percorso in continua ascesa: pubblica celebri reportage sulle industrie americane e viaggia in Unione Sovietica. Negli anni Trenta delinea un’estetica particolarmente vicina agli ideali della rivista LIFE, concepita come una finestra sul mondo, testimone oculare dei grandi avvenimenti della storia. Se inizialmente i suoi lavori si contraddistinguono per la quasi totale assenza dell’uomo in favore delle architetture e delle macchine industriali, con la pubblicazione del libro fotografico You have seen their faces (1937) compie un cambio di rotta, concentrandosi sulla denuncia della povertà e della segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti.

L’unica donna corrispondente sul fronte nel 1942

Durante la Seconda guerra mondiale realizza reportage in Unione Sovietica, nel Nord Africa, in Italia e in Germania, seguendo l’entrata delle truppe statunitensi a Berlino e documentando gli orrori dei campi di concentramento. Bourke-White predilige la posa alla presa diretta spontanea più cara a Robert Capa, scelta che trasforma anche le persone più umili in attori universali, rappresentati di una collettività, eroici anche nella miseria. Dopo una carriera di reportage indimenticabili, nel 1957 è costretta ad abbandonare la fotografia a causa dei sintomi del morbo di Parkinson, dedicandosi alla scrittura della sua autobiografia Portrait of myself.

La mostra include un percorso di opere visivo-tattili accompagnate da audiodescrizioni che approfondiscono lo stile e la storia. La selezione comprende sia alcune delle immagini più note sia alcuni scatti meno conosciuti del lavoro dell’autrice.

Paolo Novelli Study n. 2 (2011) Gelatin silver print, Courtesy dell’Autore

Paolo Novelli alla Project Room

Con l’esposizione Il giorno dopo la notte, invece, fino al la Project Room 21 luglio 2024, la Project Room di CAMERA apre le sue porte alla personale di Paolo Novelli (Brescia, 1976) a cura del direttore artistico del Centro Walter Guadagnini, che riunisce due cicli di lavoro del fotografo – La notte non basta e Il giorno non basta – realizzati fra 2011 e 2018, considerati centrali nell’evoluzione del suo linguaggio.

Entrambe realizzate in analogico in un rigoroso bianco e nero, nel quale il processo di stampa assume un’importanza fondamentale, le due serie presentano sostanzialmente un unico soggetto, le finestre, coperte da persiane chiuse o murate, sulle facciate di edifici che non presentano alcuna caratteristica architettonica di particolare fascino. Le finestre qui vengono intese come una soglia, punto d’incontro tra dentro e fuori, luce e ombra. Il silenzio è un altro attore delle sue fotografie, avvolgente, in attesa di un movimento, un modo per sottolineare il tempo sospeso delle immagini, tra un prima e un dopo inconoscibili.

Dopotutto domani è un altro giorno

I titoli delle due serie derivano da una riflessione del fotografo sui modi di dire, che si allarga a una visione esistenziale: quando le cose vanno male, qualcuno a fine giornata ci rincuora con frasi come: “dormici sopra, fai passare la notte e domani mattina vedrai…”. Poi ti svegli e non è cambiato nulla.

La ricerca di Novelli è fatta di tempi lunghi di realizzazione che richiedono tempi altrettanto lunghi di visione; le sue immagini sono fatte di variazioni minime, di spostamenti di luce e ombra, di sfumature, in un morandiano affondo nel mistero della restituzione del mondo attraverso immagini tanto più silenziose quanto più evocative

Entrambe le mostre sono accompagnate da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore.

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CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino presenta il suo programma espositivo dell’estate, che comprende una nuova esposizione dedicata a un’altra figura centrale della fotografia del XX secolo, l’americana Margaret Bourke-White.

Fino al 6 ottobre 2024, gli spazi del Centro accolgono Margaret Bourke-White. L’opera 1930 – 1960, un percorso espositivo a cura di Monica Poggi che attraverso 150 fotografie racconta il lavoro, la vita straordinaria e l’altissima qualità degli scatti di Bourke-White, capace di raccontare la complessa esperienza umana sulle pagine delle riviste a grande diffusione come LIFE – di cui la mostra presenta una ricca selezione – superando con determinazione barriere e confini di genere.

Le trasformazioni del mondo sono il cuore della ricerca entusiasta e incessante della fotografa nata a New York nel 1904, che studia biologia alla Columbia University e frequenta per alcune settimane il corso di fotografia tenuto dal famoso fotografo pittorialista Clarence H. White.

La fotografia: una finestra sul mondo

Nel 1929 l’editore Henry Luce la invita a New York per contribuire alla nascita della rivista illustrata Fortune e da quel momento la carriera di Bourke-White è un percorso in continua ascesa: pubblica celebri reportage sulle industrie americane e viaggia in Unione Sovietica. Negli anni Trenta delinea un’estetica particolarmente vicina agli ideali della rivista LIFE, concepita come una finestra sul mondo, testimone oculare dei grandi avvenimenti della storia. Se inizialmente i suoi lavori si contraddistinguono per la quasi totale assenza dell’uomo in favore delle architetture e delle macchine industriali, con la pubblicazione del libro fotografico You have seen their faces (1937) compie un cambio di rotta, concentrandosi sulla denuncia della povertà e della segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti.

L’unica donna corrispondente sul fronte nel 1942

Durante la Seconda guerra mondiale realizza reportage in Unione Sovietica, nel Nord Africa, in Italia e in Germania, seguendo l’entrata delle truppe statunitensi a Berlino e documentando gli orrori dei campi di concentramento. Bourke-White predilige la posa alla presa diretta spontanea più cara a Robert Capa, scelta che trasforma anche le persone più umili in attori universali, rappresentati di una collettività, eroici anche nella miseria. Dopo una carriera di reportage indimenticabili, nel 1957 è costretta ad abbandonare la fotografia a causa dei sintomi del morbo di Parkinson, dedicandosi alla scrittura della sua autobiografia Portrait of myself.

La mostra include un percorso di opere visivo-tattili accompagnate da audiodescrizioni che approfondiscono lo stile e la storia. La selezione comprende sia alcune delle immagini più note sia alcuni scatti meno conosciuti del lavoro dell’autrice.

Paolo Novelli Study n. 2 (2011) Gelatin silver print, Courtesy dell’Autore

Paolo Novelli alla Project Room

Con l’esposizione Il giorno dopo la notte, invece, fino al la Project Room 21 luglio 2024, la Project Room di CAMERA apre le sue porte alla personale di Paolo Novelli (Brescia, 1976) a cura del direttore artistico del Centro Walter Guadagnini, che riunisce due cicli di lavoro del fotografo – La notte non basta e Il giorno non basta – realizzati fra 2011 e 2018, considerati centrali nell’evoluzione del suo linguaggio.

Entrambe realizzate in analogico in un rigoroso bianco e nero, nel quale il processo di stampa assume un’importanza fondamentale, le due serie presentano sostanzialmente un unico soggetto, le finestre, coperte da persiane chiuse o murate, sulle facciate di edifici che non presentano alcuna caratteristica architettonica di particolare fascino. Le finestre qui vengono intese come una soglia, punto d’incontro tra dentro e fuori, luce e ombra. Il silenzio è un altro attore delle sue fotografie, avvolgente, in attesa di un movimento, un modo per sottolineare il tempo sospeso delle immagini, tra un prima e un dopo inconoscibili.

Dopotutto domani è un altro giorno

I titoli delle due serie derivano da una riflessione del fotografo sui modi di dire, che si allarga a una visione esistenziale: quando le cose vanno male, qualcuno a fine giornata ci rincuora con frasi come: “dormici sopra, fai passare la notte e domani mattina vedrai…”. Poi ti svegli e non è cambiato nulla.

La ricerca di Novelli è fatta di tempi lunghi di realizzazione che richiedono tempi altrettanto lunghi di visione; le sue immagini sono fatte di variazioni minime, di spostamenti di luce e ombra, di sfumature, in un morandiano affondo nel mistero della restituzione del mondo attraverso immagini tanto più silenziose quanto più evocative

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