CARAVAGGIO 2025 a Palazzo Barberini

About the Author: Alice Stocchi

Published On: 10 Marzo 2025

Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti

Dal 7 marzo al 6 luglio 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con Galleria Borghese, con il supporto della Direzione Generale Musei – Ministero della Cultura, presentano a Palazzo Barberini CARAVAGGIO 2025, a cura di Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon.

CARAVAGGIO 2025 è uno dei progetti più ambiziosi mai dedicati alla pittura di Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610): con ventiquattro dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali la mostra di Palazzo Barberini offre un percorso tra opere difficilmente visibili e nuovi accostamenti, in uno dei luoghi simbolo della connessione tra l’artista e i suoi mecenati.

Indagine su Caravaggio

Riunendo alcuni dei dipinti più celebri, CARAVAGGIO 2025 propone una nuova e approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale operata dal Maestro lombardo, esplorando, in un contesto senza precedenti per ampiezza e straordinarietà, l’innovazione che introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo. L’esposizione rappresenta un’opportunità unica per riscoprire l’arte di Caravaggio in chiave nuova, in un percorso espositivo che integra scoperte, riflessioni critiche e un confronto ravvicinato tra i suoi capolavori: non solo un tributo al genio dell’artista, ma una vera occasione di indagine sulla profonda influenza che ha esercitato sull’arte coeva e successiva e sull’immaginario collettivo contemporaneo.

I capolavori in mostra

Tra le opere in esposizione un posto speciale è senz’altro occupato dal Ritratto di Maffeo Barberini, pubblicato da Roberto Longhi nel 1963 e mai esposto al pubblico fino a pochi mesi fa, dall’Ecce Homo recentemente riscoperto (2021), che torna in Italia dopo quattro secoli, e dalla prima versione della Conversione di Saulo della cappella Cerasi, difficilmente accessibile poiché conservata in una dimora privata.

Accanto al San Francesco in meditazione, al San Giovanni Battista, alla Giuditta e Oloferne e al Narciso, parte della collezione permanente delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, troviamo alcuni capolavori che “tornano a casa”: i Bari, i Musici e la Santa Caterina d’Alessandria, che Antonio Barberini acquistò nel 1628 dalla collezione del cardinal del Monte.

L’artista in quattro tappe fondamentali

Il percorso espositivo è articolato in quattro sezioni, guida il pubblico alla scoperta dell’intera parabola artistica del Merisi, coprendo un arco cronologico di circa quindici anni, dall’arrivo a Roma intorno al 1595 alla morte a Porto Ercole nel 1610. Dal non facile “debutto romano” al ingagliardire gli oscuri,” sulla produzione ritrattistica di Caravaggio, che seppur dovette essere molto vasta e stimata, ne sono rimaste pochissime sono le testimonianze. Dal “dramma sacro tra Roma e Napoli” al “finale di partita”, sulla fase finale della vita dell’artista: animato dal costante desiderio di tornare a Roma e ottenere il perdono di Papa Paolo V Borghese.

 La Venticinquesima opera della mostra

In occasione di quest’esposizione, è eccezionalmente visitabile il Giove, Nettuno e Plutone, l’unico dipinto murale eseguito da Caravaggio nel 1597 (ca) all’interno del Casino dell’Aurora, a Villa Ludovisi (Porta Pinciana) su commissione del cardinale del Monte per il soffitto del camerino in cui quest’ultimo si dilettava nell’alchimia. L’opera, raramente accessibile, raffigura infatti un’allegoria della triade alchemica di Paracelso: Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, e Plutone del sale e della terra.

Per approfondire sulla mostra

Il catalogo della mostra, edito da Marsilio Arte, approfondisce i temi di CARAVAGGIO 2025, presentando nuovi studi critici e saggi di alcuni tra i maggiori esperti internazionali, che esplorano gli snodi biografici di Caravaggio, l’evoluzione del suo stile e il contesto culturale che ha influenzato la sua arte, con nuove chiavi di lettura e riflessioni sulla sua eredità.

Il saggio di Keith Christiansen apre il catalogo tracciando la parabola artistica del grande Maestro, mentre i contributi delle due curatrici, Maria Cristina Terzaghi e Francesca Cappelletti, si concentrano sull’arrivo del Maestro a Roma e sul collezionismo delle sue opere da parte delle grandi famiglie romane.

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Published On: 10 Marzo 2025

About the Author: Alice Stocchi

Tempo stimato per la lettura: 11 minuti

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CARAVAGGIO 2025 è uno dei progetti più ambiziosi mai dedicati alla pittura di Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610): con ventiquattro dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali la mostra di Palazzo Barberini offre un percorso tra opere difficilmente visibili e nuovi accostamenti, in uno dei luoghi simbolo della connessione tra l’artista e i suoi mecenati.

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Riunendo alcuni dei dipinti più celebri, CARAVAGGIO 2025 propone una nuova e approfondita riflessione sulla rivoluzione artistica e culturale operata dal Maestro lombardo, esplorando, in un contesto senza precedenti per ampiezza e straordinarietà, l’innovazione che introdusse nel panorama artistico, religioso e sociale del suo tempo. L’esposizione rappresenta un’opportunità unica per riscoprire l’arte di Caravaggio in chiave nuova, in un percorso espositivo che integra scoperte, riflessioni critiche e un confronto ravvicinato tra i suoi capolavori: non solo un tributo al genio dell’artista, ma una vera occasione di indagine sulla profonda influenza che ha esercitato sull’arte coeva e successiva e sull’immaginario collettivo contemporaneo.

I capolavori in mostra

Tra le opere in esposizione un posto speciale è senz’altro occupato dal Ritratto di Maffeo Barberini, pubblicato da Roberto Longhi nel 1963 e mai esposto al pubblico fino a pochi mesi fa, dall’Ecce Homo recentemente riscoperto (2021), che torna in Italia dopo quattro secoli, e dalla prima versione della Conversione di Saulo della cappella Cerasi, difficilmente accessibile poiché conservata in una dimora privata.

Accanto al San Francesco in meditazione, al San Giovanni Battista, alla Giuditta e Oloferne e al Narciso, parte della collezione permanente delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, troviamo alcuni capolavori che “tornano a casa”: i Bari, i Musici e la Santa Caterina d’Alessandria, che Antonio Barberini acquistò nel 1628 dalla collezione del cardinal del Monte.

L’artista in quattro tappe fondamentali

Il percorso espositivo è articolato in quattro sezioni, guida il pubblico alla scoperta dell’intera parabola artistica del Merisi, coprendo un arco cronologico di circa quindici anni, dall’arrivo a Roma intorno al 1595 alla morte a Porto Ercole nel 1610. Dal non facile “debutto romano” al ingagliardire gli oscuri,” sulla produzione ritrattistica di Caravaggio, che seppur dovette essere molto vasta e stimata, ne sono rimaste pochissime sono le testimonianze. Dal “dramma sacro tra Roma e Napoli” al “finale di partita”, sulla fase finale della vita dell’artista: animato dal costante desiderio di tornare a Roma e ottenere il perdono di Papa Paolo V Borghese.

 La Venticinquesima opera della mostra

In occasione di quest’esposizione, è eccezionalmente visitabile il Giove, Nettuno e Plutone, l’unico dipinto murale eseguito da Caravaggio nel 1597 (ca) all’interno del Casino dell’Aurora, a Villa Ludovisi (Porta Pinciana) su commissione del cardinale del Monte per il soffitto del camerino in cui quest’ultimo si dilettava nell’alchimia. L’opera, raramente accessibile, raffigura infatti un’allegoria della triade alchemica di Paracelso: Giove, personificazione dello zolfo e dell’aria, Nettuno del mercurio e dell’acqua, e Plutone del sale e della terra.

Per approfondire sulla mostra

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