Come insegnare la creatività

About the Author: Redazione ViviCreativo

Come insegnare la creatività
Published On: 24 Febbraio 2015

Tempo stimato per la lettura: 6,5 minuti

Si è sempre pensato che creativi si nasca e che la creatività non si potesse incentivare.
Ma nel suo ultimo articolo, pubblicato su Harvard Business Review,  Tomas Chamorro-Premuzic, professore di Psicologia dell’economia all’University College London (UCL) ci spiega come insegnare a qualcuno a essere più creativo. Qui su ViviCreativo trovate la versione integrale dell’articolo.

Anche se il nostro livello di creatività varia da momento a momento, noi tutti abbiamo un livello di creatività base diverso l’uno dall’altro. Per esempio, possiamo affermare senza problemi che John Coltrane fosse più creativo di Justin Bieber e che il talento creativo di Leonardo Da Vinci sia maggiore di quello di George W. Bush. Nel mondo degli affari pochi imprenditori possono realisticamente aspettarsi di emulare colossi dell’innovazione come Steve Jobs, Jeff Bezos, or Richard Brenson, o le compagnie che loro hanno creato.

Ma è possibile insegnare a qualcuno ad essere più creativo?
Da un certo punto di vista è difficile modificare il nostro livello di creatività: esso deriva da alcune caratteristiche personali come la curiosità intellettuale, l’apertura alle esperienze e la non-convenzionalità, che sono ampiamente radicate da tempo nel nostro carattere quando raggiungiamo la prima età adulta.

È stato inoltre dimostrato che gli individui creativi possiedono un quoziente intellettivo maggiore e un livello minore di inibizione nell’esprimere pensieri inadeguati o  irrilevanti, il materiale grezzo su cui poi si lavora per l’idea creativa.

Come le recenti ricerche dimostrano,  gli ingredienti chiave per una performance creativa dipendono dal campo in cui ci si esprime: nelle arti il quoziente intellettivo è irrilevante, mentre sono fondamentali la ricerca della bellezza, la tendenza a “fantasticare” e una fervida immaginazione; nelle scienze il pensiero, il ragionamento e la spinta a scoprire la verità sono addirittura più importanti del quoziente intellettivo.

Quindi la creatività non è totalmente malleabile, le caratteristiche personali la limitano, ma può essere promossa attraverso interventi stabiliti, specialmente se attuati per un lungo periodo. Studi sulla genetica hanno dimostrato come solamente il 10% della variabilità creativa sia influenzato dai geni, per questo si può sperimentare e provare a migliorare la creatività.

Ma quali sono i principali fattore da tenere in considerazione quando si vuole aiutare la creatività?

Dare molti feedback:  Considerato che molte persone non sono così creative come pensano, è importante che ogni tentativo di insegnare la creatività sia fatto con persone disposte che forniscano feedback, soprattutto nel caso siano essi dei narcisisti, in quanto i narcisisti tendono a sopravvalutare le loro competenze. I feedback sono essenziali per aiutare le persone a colmare il gap tra la loro fiducia in sé stessi e le loro effettive competenze.  Gli impiegati che cercano più feedback hanno mostrato di lavorare con maggiore creatività rispetto a coloro che non cercano feedback. Invece, coloro che non cercano feedback rimarranno creativi esclusivamente nella loro mente.

Allenarsi nel pensiero creativo: Diversi esercizi hanno dimostrato di poter allenare le nostre capacità creative. Per esempio: insegnare alle persone a scoprire nuove idee, a svolgere compiti sfidanti, accumulare competenze al di fuori della loro area di competenza, o combinare idee od oggetti che non sembrano avere correlazione tra di loro.
La ragione per cui gli incubatori sono così efficaci è che loro combinano diverse di queste tecniche (ad esempio incentivano le persone a svolgere compiti diversi da quelli che fanno quotidianamente, spingono le stesse persone a vedere la stessa cosa da una prospettiva diversa, per esempio quella del cliente).
Anche piccole modifiche alla routine quotidiana, tipo cambiare la strada che si fa per arrivare a lavoro, può avere un effetto benefico sulla nostra creatività.

Anche la meditazione e il relax possono migliorare le performance creative; è stato dimostrato che manager che stimolano la creatività dei loro impiegati, utilizzando la meditazione non solamente su di loro ma anche su sé stessi, valutano e premiano maggiormente le idee creative degli altri.

Assegnare compiti che amano ai propri dipendenti: Uno dei metodi più efficaci per stimolare la creatività dei propri dipendenti è quello di aumentare le loro motivazioni individuali, in modo particolare le motivazioni intrinseche (il piacere, il coinvolgimento e l’interesse nello svolgere un particolare compito).
Al contrario ricompense estrinseche, come un incentivo economico, tendono a inibire la creatività delle persone. Con parole di Carl Jung: “la mente creativa gioca con gli oggetti che ama”.

Aiutare gli impiegati a sviluppare competenza: Per ogni argomento, la performance creativa non dipende esclusivamente dal potenziale, dalle capacità di ragionamento e di pensiero, ma anche e soprattutto dalla propria competenza sull’argomento.
Molte persone tendono a credere che la conoscenza dell’argomento inibisca la creatività, che più si legga e si sappia di un determinato argomento e più duro sia essere creativi.
Da una parte è virtualmente impossibile sviluppare un’idea totalmente originale, d’altro canto è impossibile produrre qualcosa di creativo su un argomento di cui non si ha alcuna competenza.  Se non si è capaci di suonare il piano, non si potrà improvvisare una canzone; se non si conosce una lingua non si potrà raccontare una barzelletta; se non si sa programmare non si potrà sviluppare un’app originale. Piuttosto, un’alta conoscenza dell’argomento, particolarmente in un’area che ci appassiona, incrementerà la nostra capacità di essere creativi.

Naturalmente la conoscenza di un argomento non è di per sé una condizione sufficiente ad essere creativi, bisogna anche essere in grado di riorganizzare le competenze in modo originale. Come disse Picasso: “impara le regole come un professionista, così puoi infrangerle come un artista”.

Infine, non dimenticare che se il pensiero individuale creativo è importante, molto di più è riuscire ad avere un team creativo.
La nozione occidentale di “creativo” come una superstar individuale è in netto contrasto con la realtà dell’innovazione nel mondo reale. La creatività è soprattutto uno sforzo di gruppo che può emergere solo da un’attività di gruppo coordinata, perché richiede che gli individui mettano da parte il loro programma individuale per lavorare come un team, e questo è il perché la leadership è una caratteristica fondamentale nella creatività.

Qui tre suggerimenti che i manager possono seguire per incentivare la creatività del proprio gruppo:

  • Bilanciare differenze e similitudini: I team che lavorano meglio tendono a essere simili nei loro valori (sono tutti motivati e orientati a raggiungere l’obiettivo), ma diversi nel loro stile (hanno differenti personalità, caratteristiche e backgrounds).
  • Evitare di avere troppi creativi: Anche se i generatori di idee sono fondamentali in ogni team creativo, le loro idee saranno implementate e realizzate solamente se all’interno del team ci saranno anche persone pragmatiche, che amano l’esecuzione e che aiutano a trasformare le idee creative in un’innovazione concreta.
  • Abbraccia i fallimenti: Sembra un cliché, ma è vero. Troppi manager e aziende vogliono creatività ma non fanno abbastanza attenzione nel promuoverla all’interno del proprio team. Loro pretendono che i propri impiegati ottengano “di più con meno” e sono felici di sostenere le loro idee solamente se sono sicuri di raggiungere risultati. Se non si è preparati ad affrontare un fallimento non si deve incoraggiare i propri dipendenti ad essere creativi.

Voi cosa ne pensate? È possibile secondo voi stimolare la creatività?

 

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Si è sempre pensato che creativi si nasca e che la creatività non si potesse incentivare.
Ma nel suo ultimo articolo, pubblicato su Harvard Business Review,  Tomas Chamorro-Premuzic, professore di Psicologia dell’economia all’University College London (UCL) ci spiega come insegnare a qualcuno a essere più creativo. Qui su ViviCreativo trovate la versione integrale dell’articolo.

Anche se il nostro livello di creatività varia da momento a momento, noi tutti abbiamo un livello di creatività base diverso l’uno dall’altro. Per esempio, possiamo affermare senza problemi che John Coltrane fosse più creativo di Justin Bieber e che il talento creativo di Leonardo Da Vinci sia maggiore di quello di George W. Bush. Nel mondo degli affari pochi imprenditori possono realisticamente aspettarsi di emulare colossi dell’innovazione come Steve Jobs, Jeff Bezos, or Richard Brenson, o le compagnie che loro hanno creato.

Ma è possibile insegnare a qualcuno ad essere più creativo?
Da un certo punto di vista è difficile modificare il nostro livello di creatività: esso deriva da alcune caratteristiche personali come la curiosità intellettuale, l’apertura alle esperienze e la non-convenzionalità, che sono ampiamente radicate da tempo nel nostro carattere quando raggiungiamo la prima età adulta.

È stato inoltre dimostrato che gli individui creativi possiedono un quoziente intellettivo maggiore e un livello minore di inibizione nell’esprimere pensieri inadeguati o  irrilevanti, il materiale grezzo su cui poi si lavora per l’idea creativa.

Come le recenti ricerche dimostrano,  gli ingredienti chiave per una performance creativa dipendono dal campo in cui ci si esprime: nelle arti il quoziente intellettivo è irrilevante, mentre sono fondamentali la ricerca della bellezza, la tendenza a “fantasticare” e una fervida immaginazione; nelle scienze il pensiero, il ragionamento e la spinta a scoprire la verità sono addirittura più importanti del quoziente intellettivo.

Quindi la creatività non è totalmente malleabile, le caratteristiche personali la limitano, ma può essere promossa attraverso interventi stabiliti, specialmente se attuati per un lungo periodo. Studi sulla genetica hanno dimostrato come solamente il 10% della variabilità creativa sia influenzato dai geni, per questo si può sperimentare e provare a migliorare la creatività.

Ma quali sono i principali fattore da tenere in considerazione quando si vuole aiutare la creatività?

Dare molti feedback:  Considerato che molte persone non sono così creative come pensano, è importante che ogni tentativo di insegnare la creatività sia fatto con persone disposte che forniscano feedback, soprattutto nel caso siano essi dei narcisisti, in quanto i narcisisti tendono a sopravvalutare le loro competenze. I feedback sono essenziali per aiutare le persone a colmare il gap tra la loro fiducia in sé stessi e le loro effettive competenze.  Gli impiegati che cercano più feedback hanno mostrato di lavorare con maggiore creatività rispetto a coloro che non cercano feedback. Invece, coloro che non cercano feedback rimarranno creativi esclusivamente nella loro mente.

Allenarsi nel pensiero creativo: Diversi esercizi hanno dimostrato di poter allenare le nostre capacità creative. Per esempio: insegnare alle persone a scoprire nuove idee, a svolgere compiti sfidanti, accumulare competenze al di fuori della loro area di competenza, o combinare idee od oggetti che non sembrano avere correlazione tra di loro.
La ragione per cui gli incubatori sono così efficaci è che loro combinano diverse di queste tecniche (ad esempio incentivano le persone a svolgere compiti diversi da quelli che fanno quotidianamente, spingono le stesse persone a vedere la stessa cosa da una prospettiva diversa, per esempio quella del cliente).
Anche piccole modifiche alla routine quotidiana, tipo cambiare la strada che si fa per arrivare a lavoro, può avere un effetto benefico sulla nostra creatività.

Anche la meditazione e il relax possono migliorare le performance creative; è stato dimostrato che manager che stimolano la creatività dei loro impiegati, utilizzando la meditazione non solamente su di loro ma anche su sé stessi, valutano e premiano maggiormente le idee creative degli altri.

Assegnare compiti che amano ai propri dipendenti: Uno dei metodi più efficaci per stimolare la creatività dei propri dipendenti è quello di aumentare le loro motivazioni individuali, in modo particolare le motivazioni intrinseche (il piacere, il coinvolgimento e l’interesse nello svolgere un particolare compito).
Al contrario ricompense estrinseche, come un incentivo economico, tendono a inibire la creatività delle persone. Con parole di Carl Jung: “la mente creativa gioca con gli oggetti che ama”.

Aiutare gli impiegati a sviluppare competenza: Per ogni argomento, la performance creativa non dipende esclusivamente dal potenziale, dalle capacità di ragionamento e di pensiero, ma anche e soprattutto dalla propria competenza sull’argomento.
Molte persone tendono a credere che la conoscenza dell’argomento inibisca la creatività, che più si legga e si sappia di un determinato argomento e più duro sia essere creativi.
Da una parte è virtualmente impossibile sviluppare un’idea totalmente originale, d’altro canto è impossibile produrre qualcosa di creativo su un argomento di cui non si ha alcuna competenza.  Se non si è capaci di suonare il piano, non si potrà improvvisare una canzone; se non si conosce una lingua non si potrà raccontare una barzelletta; se non si sa programmare non si potrà sviluppare un’app originale. Piuttosto, un’alta conoscenza dell’argomento, particolarmente in un’area che ci appassiona, incrementerà la nostra capacità di essere creativi.

Naturalmente la conoscenza di un argomento non è di per sé una condizione sufficiente ad essere creativi, bisogna anche essere in grado di riorganizzare le competenze in modo originale. Come disse Picasso: “impara le regole come un professionista, così puoi infrangerle come un artista”.

Infine, non dimenticare che se il pensiero individuale creativo è importante, molto di più è riuscire ad avere un team creativo.
La nozione occidentale di “creativo” come una superstar individuale è in netto contrasto con la realtà dell’innovazione nel mondo reale. La creatività è soprattutto uno sforzo di gruppo che può emergere solo da un’attività di gruppo coordinata, perché richiede che gli individui mettano da parte il loro programma individuale per lavorare come un team, e questo è il perché la leadership è una caratteristica fondamentale nella creatività.

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  • Evitare di avere troppi creativi: Anche se i generatori di idee sono fondamentali in ogni team creativo, le loro idee saranno implementate e realizzate solamente se all’interno del team ci saranno anche persone pragmatiche, che amano l’esecuzione e che aiutano a trasformare le idee creative in un’innovazione concreta.
  • Abbraccia i fallimenti: Sembra un cliché, ma è vero. Troppi manager e aziende vogliono creatività ma non fanno abbastanza attenzione nel promuoverla all’interno del proprio team. Loro pretendono che i propri impiegati ottengano “di più con meno” e sono felici di sostenere le loro idee solamente se sono sicuri di raggiungere risultati. Se non si è preparati ad affrontare un fallimento non si deve incoraggiare i propri dipendenti ad essere creativi.

Voi cosa ne pensate? È possibile secondo voi stimolare la creatività?

 

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