Come riconoscere un messaggio virale
Tempo stimato per la lettura: 4,8 minuti
Da anni ormai non si parla di altro: di marketing e messaggi virali. Ma come è possibile riconoscere un messaggio virale? Come creare qualcosa che finisca sulle bocche (o sarebbe meglio dire le bacheche) di tutti?
Anche le aziende e le agenzie di comunicazione non vedono l’ora di riuscire a diffondere un messaggio o una campagna di comunicazione che diventi virale, cioè condivisa da gran parte delle persone on-line e off-line.
L’ultimo case history di messaggio virale è quello di #TheDress e delle campagne di real time-marketing che i brand hanno saputo creare, sfruttando la popolarità di #TheDress e diffondendo le loro immagini su Facebook e Twitter (nessuno ha saputo creare una campagna di comunicazione virale su whatsapp riguardo l’argomento).
Creare un messaggio virale
Spesso si pensa che la creazione di un video, un articolo o un’immagine virale sia gratis; probabilmente non vi è concezione più sbagliata. Prima di tutto perché dietro questo messaggi e il conseguente contagio virale delle persone vi è un’idea e, a mio modesto parere, non vi è nulla che costi più di un’idea.
Un altro aspetto da considerare è che spesso, tranne in rari casi, per dare il via alla diffusione e alla condivisione sui social di un messaggio virale realizzato ad hoc da parte di un brand, bisogna investire un budget in promozione pubblicitaria, magari coinvolgendo uno degli influencer del settore che darà il via alla campagna.
I 6 principi di Viral Marketing di Wilson
Il 2 gennaio del 2000 un consulente commerciale di nome Ralph Wilson ha definito per la prima volta il Viral Marketing, enunciando anche i suoi 6 principi.
Secondo Wilson il marketing virale è una strategia che incoraggia gli individui a condividere un messaggio di marketing con gli altri, creando il potenziale per una crescita esponenziale dell’esposizione e dell’influenza del messaggio.
Vediamo ora quali sono i 6 principi del marketing virale individuati da Wilson:
1) Offre servizi o prodotti di valore gratuitamente: gratis è la parola più potente che un addetto al marketing possa pronunciare. Le campagne virali potrebbero non far vendere direttamente oggi o domani, ma portano un aumento d’interesse nei confronti del vostro brand, aumento di interesse che nel medio periodo può portare a un aumento delle vendite.
2) È facilmente condivisibile: il virus può diffondersi solamente se è facile da trasmettere. Il marketing virale funziona su Internet perché la comunicazione istantanea è veloce e poco costosa.
3) È facilmente scalabile: per essere diffusa la pandemia non deve uccidere colui che infetta ma deve solamente colpirlo. Il messaggio virale deve riuscire a coinvolgere un grande numero di persone nel minor tempo possibile.
4) Sfrutta motivazioni e comportamenti comuni: riuscire a sfruttare le emozioni, il desiderio di essere trendy delle persone per incentivare la condivisione del messaggio.
5) Utilizza gli attuali network di comunicazione: impara a posizionare il tuo messaggio nei flussi di comunicazioni già esistenti tra le persone e aumenterai in maniera vertiginosa la sua diffusione.
6) Ottenere vantaggi dalle risorse altrui: i piani di marketing virali utilizzano le risorse delle persone che riescono a contagiare per diffondere il proprio messaggio. I programmi di affiliazione posizionano testi o link grafici su altri siti.
Come riconoscere un messaggio virale?
In un articolo dell’Harvard Business Review, Srini Pillay, CEO di NeuroBusinessGroup, ci spiega come riconoscere un messaggio virale.
Lo studio dimostra che le idee che sono destinate a essere diffuse hanno delle caratteristiche distintive: nello specifico esse dipendono dal cervello di chi inizia a diffondere il messaggio.
Questi messaggi attivano due regioni del cervello chiamate il circuito di ricompensa, che registra il valore di un messaggio per chi lo diffonde, e il circuito di mentalizzazione, che si attiva quando noi vediamo il messaggio dal punto di vista di chi lo ascolta.
Più valore dai all’idea che vuoi diffondere più sarà facile farla diventare un messaggio virale, allo stesso modo dovrai essere in grado di capire che valore darà a quel messaggio chi lo ascolta.
Approfondiamo quindi il concetto di valore. A prima vista ogni idea che vogliamo diffondere sembra avere un grande valore, ma lo abbiamo davvero esaminato approfonditamente? Per capirci meglio: se sei un responsabile di un fondo di biotecnologia che vuole comunicare l’importanza di investire nella biotecnologia, potresti pensare che il tuo valore è nell’aver compiuto un investimento di successo per i tuoi azionisti, ma per una persona comune non sarà così. Quindi il valore che tu hai creato per i tuoi azionisti creerà un valore “x” che azionerà il tuo circuito di ricompensa.
Ma questa attivazione sarà sicuramente più piccola rispetto al fatto che tu stai investendo nell’aiuto di persone malate, aiutando a trovare una cura per loro (valore y). Inoltre, se tu riconosci quanto sia soddisfacente questo per te, questo creerà un ulteriore valore e attiverà ancora maggiormente il tuo centro di ricompensa (valore z).
Perciò questo valore avrà un’implicazione finanziaria, sociale ed emozionale che aumenterà il tuo senso di soddisfazione.
Dopo aver analizzato il valore che tu dai alla tua idea è necessario fare lo stesso per capire che valore può dare al tuo messaggio chi lo ascolta, se il tuo messaggio riesce a colmare i bisogni della tua audience. Confrontando e sommando i diversi valori assegnati riuscirai a capire se il tuoi messaggio può diventare virale o no. Sembra semplice, no?
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Come riconoscere un messaggio virale
Tempo stimato per la lettura: 14 minuti
Da anni ormai non si parla di altro: di marketing e messaggi virali. Ma come è possibile riconoscere un messaggio virale? Come creare qualcosa che finisca sulle bocche (o sarebbe meglio dire le bacheche) di tutti?
Anche le aziende e le agenzie di comunicazione non vedono l’ora di riuscire a diffondere un messaggio o una campagna di comunicazione che diventi virale, cioè condivisa da gran parte delle persone on-line e off-line.
L’ultimo case history di messaggio virale è quello di #TheDress e delle campagne di real time-marketing che i brand hanno saputo creare, sfruttando la popolarità di #TheDress e diffondendo le loro immagini su Facebook e Twitter (nessuno ha saputo creare una campagna di comunicazione virale su whatsapp riguardo l’argomento).
Creare un messaggio virale
Spesso si pensa che la creazione di un video, un articolo o un’immagine virale sia gratis; probabilmente non vi è concezione più sbagliata. Prima di tutto perché dietro questo messaggi e il conseguente contagio virale delle persone vi è un’idea e, a mio modesto parere, non vi è nulla che costi più di un’idea.
Un altro aspetto da considerare è che spesso, tranne in rari casi, per dare il via alla diffusione e alla condivisione sui social di un messaggio virale realizzato ad hoc da parte di un brand, bisogna investire un budget in promozione pubblicitaria, magari coinvolgendo uno degli influencer del settore che darà il via alla campagna.
I 6 principi di Viral Marketing di Wilson
Il 2 gennaio del 2000 un consulente commerciale di nome Ralph Wilson ha definito per la prima volta il Viral Marketing, enunciando anche i suoi 6 principi.
Secondo Wilson il marketing virale è una strategia che incoraggia gli individui a condividere un messaggio di marketing con gli altri, creando il potenziale per una crescita esponenziale dell’esposizione e dell’influenza del messaggio.
Vediamo ora quali sono i 6 principi del marketing virale individuati da Wilson:
1) Offre servizi o prodotti di valore gratuitamente: gratis è la parola più potente che un addetto al marketing possa pronunciare. Le campagne virali potrebbero non far vendere direttamente oggi o domani, ma portano un aumento d’interesse nei confronti del vostro brand, aumento di interesse che nel medio periodo può portare a un aumento delle vendite.
2) È facilmente condivisibile: il virus può diffondersi solamente se è facile da trasmettere. Il marketing virale funziona su Internet perché la comunicazione istantanea è veloce e poco costosa.
3) È facilmente scalabile: per essere diffusa la pandemia non deve uccidere colui che infetta ma deve solamente colpirlo. Il messaggio virale deve riuscire a coinvolgere un grande numero di persone nel minor tempo possibile.
4) Sfrutta motivazioni e comportamenti comuni: riuscire a sfruttare le emozioni, il desiderio di essere trendy delle persone per incentivare la condivisione del messaggio.
5) Utilizza gli attuali network di comunicazione: impara a posizionare il tuo messaggio nei flussi di comunicazioni già esistenti tra le persone e aumenterai in maniera vertiginosa la sua diffusione.
6) Ottenere vantaggi dalle risorse altrui: i piani di marketing virali utilizzano le risorse delle persone che riescono a contagiare per diffondere il proprio messaggio. I programmi di affiliazione posizionano testi o link grafici su altri siti.
Come riconoscere un messaggio virale?
In un articolo dell’Harvard Business Review, Srini Pillay, CEO di NeuroBusinessGroup, ci spiega come riconoscere un messaggio virale.
Lo studio dimostra che le idee che sono destinate a essere diffuse hanno delle caratteristiche distintive: nello specifico esse dipendono dal cervello di chi inizia a diffondere il messaggio.
Questi messaggi attivano due regioni del cervello chiamate il circuito di ricompensa, che registra il valore di un messaggio per chi lo diffonde, e il circuito di mentalizzazione, che si attiva quando noi vediamo il messaggio dal punto di vista di chi lo ascolta.
Più valore dai all’idea che vuoi diffondere più sarà facile farla diventare un messaggio virale, allo stesso modo dovrai essere in grado di capire che valore darà a quel messaggio chi lo ascolta.
Approfondiamo quindi il concetto di valore. A prima vista ogni idea che vogliamo diffondere sembra avere un grande valore, ma lo abbiamo davvero esaminato approfonditamente? Per capirci meglio: se sei un responsabile di un fondo di biotecnologia che vuole comunicare l’importanza di investire nella biotecnologia, potresti pensare che il tuo valore è nell’aver compiuto un investimento di successo per i tuoi azionisti, ma per una persona comune non sarà così. Quindi il valore che tu hai creato per i tuoi azionisti creerà un valore “x” che azionerà il tuo circuito di ricompensa.
Ma questa attivazione sarà sicuramente più piccola rispetto al fatto che tu stai investendo nell’aiuto di persone malate, aiutando a trovare una cura per loro (valore y). Inoltre, se tu riconosci quanto sia soddisfacente questo per te, questo creerà un ulteriore valore e attiverà ancora maggiormente il tuo centro di ricompensa (valore z).
Perciò questo valore avrà un’implicazione finanziaria, sociale ed emozionale che aumenterà il tuo senso di soddisfazione.
Dopo aver analizzato il valore che tu dai alla tua idea è necessario fare lo stesso per capire che valore può dare al tuo messaggio chi lo ascolta, se il tuo messaggio riesce a colmare i bisogni della tua audience. Confrontando e sommando i diversi valori assegnati riuscirai a capire se il tuoi messaggio può diventare virale o no. Sembra semplice, no?
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