Cristian Porretta della Galleria Faber ci racconta la sua idea d’Arte legata ad un’etica del “fare”
Tempo stimato per la lettura: 6,5 minuti
Abbiamo intervistato Cristian Porretta, titolare della Galleria Faber di Roma che ci ha raccontato quanto il suo progetto artistico si sia sviluppato attorno ad un’idea di arte che presupponga un’etica del fare, un’arte che plasma la materia attraverso azioni e conoscenze…
Ci puoi raccontare quando e perché è nata la Galleria Faber a Roma?
La galleria d’arte Faber nasce nel 2013 da un’idea mia e di mia moglie. Avevo lavorato, come direttore artistico, per cinque anni in un altro spazio e questo mi ha permesso non solo di fare un’esperienza unica direttamente sul campo, ma anche di capire quanto mi piacesse questo lavoro. È venuto quindi naturale fare il passo successivo e renderci indipendenti. Il progetto artistico si è sviluppato attorno ad un’idea di arte che presuppone un’etica del fare, un’arte che plasma la materia attraverso azioni e conoscenze. Questa è la nostra ricerca ed è la visione che proponiamo e, a prescindere dalla scelta del mezzo espressivo, quello che più ci affascina dell’arte contemporanea.
Come è composto il tuo staff?
Tutta la parte di grafica e webdesign è affidata a mia moglie, lei è giapponese e si occupava di scenografia cinematografica a livelli altissimi, quindi sfrutto il suo occhio e la sua professionalità anche nella parte allestitiva e installativa. Siamo piccoli artigiani alla Faber e ci piace lavorare su ogni aspetto pratico in galleria. Ci avvaliamo di alcuni professionisti che ci seguono da tempo, il nostro fabbro, il corniciaio e factotum. Poi c’è una storica dell’arte che collabora con noi nell’organizzazione degli eventi. La parte di documentazione, poi, è essenziale e la nostra fotografa è veramente un valore aggiunto. Ultimamente c’è una persona che ci cura i social media, è un professionista del settore e un grande appassionato di contemporanea. Si lavora tutti su un progetto condiviso e indipendente e si cresce insieme unendo le forse e le abilità di ognuno.
Cos’è secondo te la creatività?
È pensare qualcosa e avere la capacità di realizzarlo in modo unico. È quello che ci attrae così tanto dell’Arte.
Che tipo di scelte compi quando si tratta di lavorare con un artista? Che caratteristiche o qualità ricerchi in particolare, in coloro che segui? Cosa deve “colpirti”?
La linea in galleria è ben definita, il rapporto e il legame che intercorre tra artista e materia è la cosa che più ci affascina e che proponiamo. Quindi nella scelta di collaborare con un artista, questo requisito non deve proprio mancare. Poi, sempre a livello artistico, c’è da valutare che linea progettuale vuole seguire l’artista e come questa si può inserire nella nostra linea programmatica. Ovviamente si valutano curriculum, possibilità di crescita artistica e di profilo generale. Quando si passa alla fase della conoscenza diretta, gli aspetti da tenere in considerazione sono molteplici, ma è chiaro che lavorare nel progetto Faber dà vita ad un rapporto lavorativo e in certi momenti creativo di grande condivisione, pertanto si deve andare d’accordo.
Di quale progetto ti stai occupando adesso?
Per i prossimi tre mesi avremo in mostra il progetto TRASMUTAZIONI 2019. L’idea, nata un anno fa, è quella di una mostra in continuo divenire. Un’alternanza di opere e situazioni allestitive dialogo tra loro. Valerio Giacone, Manuela Giusto, Jacopo Mandich, Giulia Spernazza, Keisuke Matsuoka, Koro Ihara sono protagonisti di una riflessione sul cambiamento e sulla mutazione esteriore ed interiore. Punto focale dell’esposizione è la materia, la sua trasformazione e fusione con vari elementi. Pittura, scultura, installazioni e fotografia all’interno di un cammino di ricerca che unisce i sei autori presentati. Il percorso allestitivo mette in evidenza legami, interazioni e differenze interpretative tra gli artisti mostrando in maniera esaustiva una panoramica dei loro stili e dando un saggio dei loro lavori più recenti. È stato molto stimolante veder nascere il progetto e farlo crescere insieme agli artisti. È sicuramente impegnativo “trasmutare” periodicamente la galleria, ma è estremamente divertente, anche per il pubblico, osservare il continuo rinnovarsi degli allestimenti, mantenendo l’idea concettuale di base.
Stato dell’Arte, a tuo avviso, oggi…
Non è facile fare analisi su aspetti positivi e problemi del sistema Arte. Non è un momento floridissimo per idee e talento, ma neanche così brutto. Internazionalmente grandi Maestri ce ne sono, e artisti più giovani che stanno emergendo e propongono arte di qualità non mancano. Le fiere e gli spazi artistici si stanno piano piano rinnovando nelle loro proposte, e sono nate importanti Fondazioni per favorire lo sviluppo delle Arti. Istituzioni museali e Accademie, invece, non riescono proprio a supportare la voglia di arte e contemporaneità, la necessità di ricerca e qualità di cui il mondo artistico avrebbe bisogno. Alcuni paesi senz’altro sono più attivi; l’Est Europa, l’Asia e il Sud America sono sicuramente tra i più interessanti artisticamente per fermento ed interesse. Comunque segnali di risveglio, secondo me, se ne vedono anche in Italia. Bisogna incentivare e lavorare con passione e professionalità perché la voglia di Arte va maggiormente assecondata.
Una proposta per incentivare la conoscenza e la diffusione dell’Arte in Italia…
Questa proprio non la so. Però penso che per migliorare si debba partire dalla scuola. Intendo dalle elementari fino al liceo. Si deve cercare di far amare l’Arte, come qualsiasi altra cosa culturalmente e socialmente rilevante, fin da piccoli; la materia andrebbe trattata in maniera più stimolante e vivace.
Cosa ne pensi del rapporto tra social network e Arte…
Beh, si cambia. Oggi si comunica soprattutto così, il mondo dell’arte non fa eccezione. Io ho una persona che mi aiuta nella gestione dei social network, cerca di farmi capire che il medioevo è finito. Io utilizzo ancora un telefonino modello primi anni 2000…figurati. Capisco però che quando entri nelle dinamiche di rete ci si può appassionare. In ogni caso i social sono un mezzo importante nella diffusone dell’Arte, vanno utilizzati con professionalità in ambito lavorativo, ma a mio parere devono essere propedeutici e non nocivi all’altra forma di socialità necessaria all’uomo e all’arte, che è quella di un rapporto diretto. Comunque ora sto entrando nel meccanismo e siamo attivissimi su tutti I media.
Progetti per il futuro…
Stiamo lavorando su un progetto con Jacopo Mandich. La sua ricerca che parte dal legame e dalla fusione tra le materie, in particolare legno e ferro, si è incentrata, negli ultimi due anni, sul concetto di relazione, sulla voglia e la difficoltà di uscire dal nostro isolamento alla ricerca di legami. Partendo da questo si svilupperà un percorso espositivo complesso. Si partirà a fine febbraio con un’installazione molto scenografica in uno spazio esterno. A maggio Jacopo entrerà in galleria e sarà possibile vederlo all’opera in una installazione site-specific in ferro saldato. Questa prima fase, di azione aperta e seguente installazione, verrà scomposta per trasformarsi in una mostra-installazione che avrà come protagoniste le opere della serie Metavento e Ferro e pietra. Nella seconda fase scompare tutto, Mandich darà vita ad una nuova installazione che si tramuterà anch’essa in esposizione, e sarà incentrata sul lavoro in legno, ferro e fuoco. Si concluderà infine con un’installazione performatica in uno spazio pubblico. È un’operazione estremamente impegnativa, ma il progetto è davvero stimolante e noi ci crediamo al massimo. Il tutto dura tre mesi…speriamo bene.
Web: galleriafaber.com
Facebook: Galleria Faber
Instagram: Galleria d’Arte Faber
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Cristian Porretta della Galleria Faber ci racconta la sua idea d’Arte legata ad un’etica del “fare”
Tempo stimato per la lettura: 19 minuti
Abbiamo intervistato Cristian Porretta, titolare della Galleria Faber di Roma che ci ha raccontato quanto il suo progetto artistico si sia sviluppato attorno ad un’idea di arte che presupponga un’etica del fare, un’arte che plasma la materia attraverso azioni e conoscenze…
Ci puoi raccontare quando e perché è nata la Galleria Faber a Roma?
La galleria d’arte Faber nasce nel 2013 da un’idea mia e di mia moglie. Avevo lavorato, come direttore artistico, per cinque anni in un altro spazio e questo mi ha permesso non solo di fare un’esperienza unica direttamente sul campo, ma anche di capire quanto mi piacesse questo lavoro. È venuto quindi naturale fare il passo successivo e renderci indipendenti. Il progetto artistico si è sviluppato attorno ad un’idea di arte che presuppone un’etica del fare, un’arte che plasma la materia attraverso azioni e conoscenze. Questa è la nostra ricerca ed è la visione che proponiamo e, a prescindere dalla scelta del mezzo espressivo, quello che più ci affascina dell’arte contemporanea.
Come è composto il tuo staff?
Tutta la parte di grafica e webdesign è affidata a mia moglie, lei è giapponese e si occupava di scenografia cinematografica a livelli altissimi, quindi sfrutto il suo occhio e la sua professionalità anche nella parte allestitiva e installativa. Siamo piccoli artigiani alla Faber e ci piace lavorare su ogni aspetto pratico in galleria. Ci avvaliamo di alcuni professionisti che ci seguono da tempo, il nostro fabbro, il corniciaio e factotum. Poi c’è una storica dell’arte che collabora con noi nell’organizzazione degli eventi. La parte di documentazione, poi, è essenziale e la nostra fotografa è veramente un valore aggiunto. Ultimamente c’è una persona che ci cura i social media, è un professionista del settore e un grande appassionato di contemporanea. Si lavora tutti su un progetto condiviso e indipendente e si cresce insieme unendo le forse e le abilità di ognuno.
Cos’è secondo te la creatività?
È pensare qualcosa e avere la capacità di realizzarlo in modo unico. È quello che ci attrae così tanto dell’Arte.
Che tipo di scelte compi quando si tratta di lavorare con un artista? Che caratteristiche o qualità ricerchi in particolare, in coloro che segui? Cosa deve “colpirti”?
La linea in galleria è ben definita, il rapporto e il legame che intercorre tra artista e materia è la cosa che più ci affascina e che proponiamo. Quindi nella scelta di collaborare con un artista, questo requisito non deve proprio mancare. Poi, sempre a livello artistico, c’è da valutare che linea progettuale vuole seguire l’artista e come questa si può inserire nella nostra linea programmatica. Ovviamente si valutano curriculum, possibilità di crescita artistica e di profilo generale. Quando si passa alla fase della conoscenza diretta, gli aspetti da tenere in considerazione sono molteplici, ma è chiaro che lavorare nel progetto Faber dà vita ad un rapporto lavorativo e in certi momenti creativo di grande condivisione, pertanto si deve andare d’accordo.
Di quale progetto ti stai occupando adesso?
Per i prossimi tre mesi avremo in mostra il progetto TRASMUTAZIONI 2019. L’idea, nata un anno fa, è quella di una mostra in continuo divenire. Un’alternanza di opere e situazioni allestitive dialogo tra loro. Valerio Giacone, Manuela Giusto, Jacopo Mandich, Giulia Spernazza, Keisuke Matsuoka, Koro Ihara sono protagonisti di una riflessione sul cambiamento e sulla mutazione esteriore ed interiore. Punto focale dell’esposizione è la materia, la sua trasformazione e fusione con vari elementi. Pittura, scultura, installazioni e fotografia all’interno di un cammino di ricerca che unisce i sei autori presentati. Il percorso allestitivo mette in evidenza legami, interazioni e differenze interpretative tra gli artisti mostrando in maniera esaustiva una panoramica dei loro stili e dando un saggio dei loro lavori più recenti. È stato molto stimolante veder nascere il progetto e farlo crescere insieme agli artisti. È sicuramente impegnativo “trasmutare” periodicamente la galleria, ma è estremamente divertente, anche per il pubblico, osservare il continuo rinnovarsi degli allestimenti, mantenendo l’idea concettuale di base.
Stato dell’Arte, a tuo avviso, oggi…
Non è facile fare analisi su aspetti positivi e problemi del sistema Arte. Non è un momento floridissimo per idee e talento, ma neanche così brutto. Internazionalmente grandi Maestri ce ne sono, e artisti più giovani che stanno emergendo e propongono arte di qualità non mancano. Le fiere e gli spazi artistici si stanno piano piano rinnovando nelle loro proposte, e sono nate importanti Fondazioni per favorire lo sviluppo delle Arti. Istituzioni museali e Accademie, invece, non riescono proprio a supportare la voglia di arte e contemporaneità, la necessità di ricerca e qualità di cui il mondo artistico avrebbe bisogno. Alcuni paesi senz’altro sono più attivi; l’Est Europa, l’Asia e il Sud America sono sicuramente tra i più interessanti artisticamente per fermento ed interesse. Comunque segnali di risveglio, secondo me, se ne vedono anche in Italia. Bisogna incentivare e lavorare con passione e professionalità perché la voglia di Arte va maggiormente assecondata.
Una proposta per incentivare la conoscenza e la diffusione dell’Arte in Italia…
Questa proprio non la so. Però penso che per migliorare si debba partire dalla scuola. Intendo dalle elementari fino al liceo. Si deve cercare di far amare l’Arte, come qualsiasi altra cosa culturalmente e socialmente rilevante, fin da piccoli; la materia andrebbe trattata in maniera più stimolante e vivace.
Cosa ne pensi del rapporto tra social network e Arte…
Beh, si cambia. Oggi si comunica soprattutto così, il mondo dell’arte non fa eccezione. Io ho una persona che mi aiuta nella gestione dei social network, cerca di farmi capire che il medioevo è finito. Io utilizzo ancora un telefonino modello primi anni 2000…figurati. Capisco però che quando entri nelle dinamiche di rete ci si può appassionare. In ogni caso i social sono un mezzo importante nella diffusone dell’Arte, vanno utilizzati con professionalità in ambito lavorativo, ma a mio parere devono essere propedeutici e non nocivi all’altra forma di socialità necessaria all’uomo e all’arte, che è quella di un rapporto diretto. Comunque ora sto entrando nel meccanismo e siamo attivissimi su tutti I media.
Progetti per il futuro…
Stiamo lavorando su un progetto con Jacopo Mandich. La sua ricerca che parte dal legame e dalla fusione tra le materie, in particolare legno e ferro, si è incentrata, negli ultimi due anni, sul concetto di relazione, sulla voglia e la difficoltà di uscire dal nostro isolamento alla ricerca di legami. Partendo da questo si svilupperà un percorso espositivo complesso. Si partirà a fine febbraio con un’installazione molto scenografica in uno spazio esterno. A maggio Jacopo entrerà in galleria e sarà possibile vederlo all’opera in una installazione site-specific in ferro saldato. Questa prima fase, di azione aperta e seguente installazione, verrà scomposta per trasformarsi in una mostra-installazione che avrà come protagoniste le opere della serie Metavento e Ferro e pietra. Nella seconda fase scompare tutto, Mandich darà vita ad una nuova installazione che si tramuterà anch’essa in esposizione, e sarà incentrata sul lavoro in legno, ferro e fuoco. Si concluderà infine con un’installazione performatica in uno spazio pubblico. È un’operazione estremamente impegnativa, ma il progetto è davvero stimolante e noi ci crediamo al massimo. Il tutto dura tre mesi…speriamo bene.
Web: galleriafaber.com
Facebook: Galleria Faber
Instagram: Galleria d’Arte Faber
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