Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli: corpo, identità di genere, multiculturalismo

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 8 Marzo 2025

Tempo stimato per la lettura: 4,3 minuti

Dal 7 marzo al 4 maggio 2025, Palazzo Reale di Milano ospita una mostra di grande rilevanza nel panorama dell’arte contemporanea: DA CINDY SHERMAN A FRANCESCO VEZZOLI. 80 artisti contemporanei. Curata da Daniele Fenaroli e con la consulenza scientifica di Vincenzo de Bellis, l’esposizione, promossa dal Comune di Milano – Cultura e dalla Fondazione Giuseppe Iannaccone, presenta oltre 140 opere di 80 artisti internazionali, offrendo un’opportunità unica per riflettere su temi cruciali della contemporaneità.

La mostra si sviluppa attraverso undici sezioni, ognuna delle quali racconta una storia unica e invita i visitatori a un viaggio visivo attraverso le molteplici sfaccettature dell’arte contemporanea. Temi come identità, corpo, sessualità e marginalità emergono in modo preponderante, con artisti come Wangechi Mutu, Raqib Shaw e Luigi Ontani che esplorano le dinamiche dell’appartenenza culturale, mescolando tradizione e modernità.

La Collezione Iannaccone dimostra come una passione individuale possa trasformarsi in un bene collettivo, perché l’arte non è un affare di pochi, ma un patrimonio che appartiene a tutti. Iole Siena, Presidente Gruppo Arthemisia – dal Catalogo

Indagine sul corpo e sull’identità

Nella prima sala, l’arte di Cindy Sherman apre il percorso espositivo, ponendo l’accento sull’indagine del corpo e sull’identità attraverso l’uso del ritratto e dell’autoritratto. Le opere iconiche della Sherman, dai Untitled Film Stills agli scatti più recenti, invitano a riflettere sulla costruzione sociale degli stereotipi di genere. Questa introduzione si collega perfettamente alla sezione successiva, dedicata a Francesco Vezzoli e ad altri artisti come Nan Goldin e Lisa Yuskavage, che si confrontano con la rappresentazione del corpo e dell’identità.

L’arte come strumento critico

La terza sezione approfondisce la tematica del ritratto come strumento critico per interrogare la condizione umana. Artisti come Elizabeth Peyton e John Currin offrono visioni intime e provocatorie, mentre Catherine Opie e Rineke Dijkstra adottano un approccio documentaristico per catturare l’essenza di gruppi sociali marginalizzati.

La quarta sala si concentra sulla rappresentazione e rivendicazione del corpo, con opere di Toyin Ojih Odutola e Kehinde Wiley che celebrano la forza e la dignità del corpo nero, riscrivendo la storia visiva della cultura. Qui, il corpo diventa un simbolo di appartenenza e rinascita, esplorando la complessità delle tradizioni culturali.

Il corpo umano: mito, realtà e fragilità

Passando alla sesta sala, l’arte di Kiki Smith si fa portavoce dell’interesse per il corpo umano, intrecciando mito e realtà. Le sue sculture evocano una connessione profonda con il mondo naturale, interrogandosi sul ruolo dell’essere umano nella società contemporanea.

La mostra prosegue con opere di artisti come Tracy Emin e Lisa Yuskavage che esplorano la sessualità e la vulnerabilità femminile, mentre il duo Muntean/Rosenblum affronta l’ambiguità del sogno e della realtà. In queste sale, le opere invitano a una riflessione profonda sull’identità e le dinamiche sociali.

Il corpo come strumento politico

Le ultime sezioni si concentrano su temi politici e sociali, con artisti come Adrian Paci e Marinella Senatore che raccontano storie di comunità e lotte collettive. Le opere di Fabio Mauri e Banksy denunciano violazioni dei diritti umani, mentre la scultura di Marc Quinn affronta il tema della diversità e dell’inclusione.

La mostra si conclude con una riflessione sul corpo a riposo, con opere di artisti come Laura Owens e Dana Schutz che esplorano la vulnerabilità e l’intimità. Qui, il corpo disteso diventa simbolo di introspezione e della fragilità dell’esistenza umana.

Questa mostra presenta per la prima volta al pubblico il nucleo contemporaneo della raccolta. Undici sezioni che propongono un percorso di riflessione su tematiche centrali della nostra epoca: dall’identità di genere al multiculturalismo, dal rapporto tra innovazione e tradizione alla condizione umana nelle sue molteplici sfaccettature.

Tommaso Sacchi, Assessore alla CulturaComune di Milano – dal Catalogo

Il Catalogo

Con un catalogo pubblicato da Allemandi e una serie di eventi collaterali, DA CINDY SHERMAN A FRANCESCO VEZZOLI non è soltanto un’esposizione, ma un’esperienza che invita il visitatore a esplorare le complessità della contemporaneità attraverso il linguaggio dell’arte. La mostra, patrocinata dal Parlamento europeo per l’alto valore sociale dei temi trattati, si inserisce perfettamente nel programma della Milano Art Week 2025, confermando Palazzo Reale come un punto di riferimento per il dibattito culturale e artistico.

 

 

 

 

Foto e crediti

1: Cindy Sherman, Untitled #555, 2010/2012, © Cindy Sherman Courtesy dell’Artista e Hauser & Wirth – particolare

2: Margherita Manzelli”S”, 2000Olio su lino, 150×220 cmPhoto Credit Studio VandraschCourtesy dell’artista e Collezione GiuseppeIannaccone – particolare

3: Marinella SenatoreThe School of Narrative Dance: Little Chaos #2,2013Stampa su carta Hahnemühle, 160×300 cmPhoto Credit Studio VandraschCourtesy l’artista e Collezione Giuseppe Iannaccone – particolare

4: Paola Pivi Senza titolo (asino), 2003 Stampa fotografica incorniciata, 180×224 cm Fotografia di Hugo Glendinning Courtesy Massimo De Carlo e Collezione Giuseppe Iannaccone – particolare

5: Installation views,DA CINDY SHERMAN A FRANCESCO VEZZOLI. 80 artisti contemporanei,2025, Palazzo Reale, Milano. Ph. Studio Cucù – Il catalogo

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Da Cindy Sherman a Francesco Vezzoli: corpo, identità di genere, multiculturalismo

Published On: 8 Marzo 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 13 minuti

Dal 7 marzo al 4 maggio 2025, Palazzo Reale di Milano ospita una mostra di grande rilevanza nel panorama dell’arte contemporanea: DA CINDY SHERMAN A FRANCESCO VEZZOLI. 80 artisti contemporanei. Curata da Daniele Fenaroli e con la consulenza scientifica di Vincenzo de Bellis, l’esposizione, promossa dal Comune di Milano – Cultura e dalla Fondazione Giuseppe Iannaccone, presenta oltre 140 opere di 80 artisti internazionali, offrendo un’opportunità unica per riflettere su temi cruciali della contemporaneità.

La mostra si sviluppa attraverso undici sezioni, ognuna delle quali racconta una storia unica e invita i visitatori a un viaggio visivo attraverso le molteplici sfaccettature dell’arte contemporanea. Temi come identità, corpo, sessualità e marginalità emergono in modo preponderante, con artisti come Wangechi Mutu, Raqib Shaw e Luigi Ontani che esplorano le dinamiche dell’appartenenza culturale, mescolando tradizione e modernità.

La Collezione Iannaccone dimostra come una passione individuale possa trasformarsi in un bene collettivo, perché l’arte non è un affare di pochi, ma un patrimonio che appartiene a tutti. Iole Siena, Presidente Gruppo Arthemisia – dal Catalogo

Indagine sul corpo e sull’identità

Nella prima sala, l’arte di Cindy Sherman apre il percorso espositivo, ponendo l’accento sull’indagine del corpo e sull’identità attraverso l’uso del ritratto e dell’autoritratto. Le opere iconiche della Sherman, dai Untitled Film Stills agli scatti più recenti, invitano a riflettere sulla costruzione sociale degli stereotipi di genere. Questa introduzione si collega perfettamente alla sezione successiva, dedicata a Francesco Vezzoli e ad altri artisti come Nan Goldin e Lisa Yuskavage, che si confrontano con la rappresentazione del corpo e dell’identità.

L’arte come strumento critico

La terza sezione approfondisce la tematica del ritratto come strumento critico per interrogare la condizione umana. Artisti come Elizabeth Peyton e John Currin offrono visioni intime e provocatorie, mentre Catherine Opie e Rineke Dijkstra adottano un approccio documentaristico per catturare l’essenza di gruppi sociali marginalizzati.

La quarta sala si concentra sulla rappresentazione e rivendicazione del corpo, con opere di Toyin Ojih Odutola e Kehinde Wiley che celebrano la forza e la dignità del corpo nero, riscrivendo la storia visiva della cultura. Qui, il corpo diventa un simbolo di appartenenza e rinascita, esplorando la complessità delle tradizioni culturali.

Il corpo umano: mito, realtà e fragilità

Passando alla sesta sala, l’arte di Kiki Smith si fa portavoce dell’interesse per il corpo umano, intrecciando mito e realtà. Le sue sculture evocano una connessione profonda con il mondo naturale, interrogandosi sul ruolo dell’essere umano nella società contemporanea.

La mostra prosegue con opere di artisti come Tracy Emin e Lisa Yuskavage che esplorano la sessualità e la vulnerabilità femminile, mentre il duo Muntean/Rosenblum affronta l’ambiguità del sogno e della realtà. In queste sale, le opere invitano a una riflessione profonda sull’identità e le dinamiche sociali.

Il corpo come strumento politico

Le ultime sezioni si concentrano su temi politici e sociali, con artisti come Adrian Paci e Marinella Senatore che raccontano storie di comunità e lotte collettive. Le opere di Fabio Mauri e Banksy denunciano violazioni dei diritti umani, mentre la scultura di Marc Quinn affronta il tema della diversità e dell’inclusione.

La mostra si conclude con una riflessione sul corpo a riposo, con opere di artisti come Laura Owens e Dana Schutz che esplorano la vulnerabilità e l’intimità. Qui, il corpo disteso diventa simbolo di introspezione e della fragilità dell’esistenza umana.

Questa mostra presenta per la prima volta al pubblico il nucleo contemporaneo della raccolta. Undici sezioni che propongono un percorso di riflessione su tematiche centrali della nostra epoca: dall’identità di genere al multiculturalismo, dal rapporto tra innovazione e tradizione alla condizione umana nelle sue molteplici sfaccettature.

Tommaso Sacchi, Assessore alla CulturaComune di Milano – dal Catalogo

Il Catalogo

Con un catalogo pubblicato da Allemandi e una serie di eventi collaterali, DA CINDY SHERMAN A FRANCESCO VEZZOLI non è soltanto un’esposizione, ma un’esperienza che invita il visitatore a esplorare le complessità della contemporaneità attraverso il linguaggio dell’arte. La mostra, patrocinata dal Parlamento europeo per l’alto valore sociale dei temi trattati, si inserisce perfettamente nel programma della Milano Art Week 2025, confermando Palazzo Reale come un punto di riferimento per il dibattito culturale e artistico.

 

 

 

 

Foto e crediti

1: Cindy Sherman, Untitled #555, 2010/2012, © Cindy Sherman Courtesy dell’Artista e Hauser & Wirth – particolare

2: Margherita Manzelli”S”, 2000Olio su lino, 150×220 cmPhoto Credit Studio VandraschCourtesy dell’artista e Collezione GiuseppeIannaccone – particolare

3: Marinella SenatoreThe School of Narrative Dance: Little Chaos #2,2013Stampa su carta Hahnemühle, 160×300 cmPhoto Credit Studio VandraschCourtesy l’artista e Collezione Giuseppe Iannaccone – particolare

4: Paola Pivi Senza titolo (asino), 2003 Stampa fotografica incorniciata, 180×224 cm Fotografia di Hugo Glendinning Courtesy Massimo De Carlo e Collezione Giuseppe Iannaccone – particolare

5: Installation views,DA CINDY SHERMAN A FRANCESCO VEZZOLI. 80 artisti contemporanei,2025, Palazzo Reale, Milano. Ph. Studio Cucù – Il catalogo

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