Decoding Korea: la K-art al Grand Palais Immersif

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 4 Agosto 2024

Tempo stimato per la lettura: 5,7 minuti

Al Grand Palais Immersif di Parigi, dal 26 luglio al 25 agosto 2024, si tiene la mostra a ingresso gratuito Decoding Korea che mira a decodificare ed esprimere le caratteristiche uniche della cultura coreana attraverso l’arte contemporanea digitale e mediatica.

Una società in continua mutazione

Con opere di undici importanti artisti coreani, tra cui il pioniere Nam June PAIK, KANG Yiyun, KWON Hayoun, KIM Heecheon, RAM HAN, ROOMTONE, PARCO Junebum, YEOM Ji Hye, LEE Yongbaek, LEE Lee-nam e JUNG Yeondoo.

Questa mostra presenta opere dotate di tecnologia modi innovativi per esplorare e affrontare il pensiero ed emozioni umane. In totale, il diciannove opere dalla mostra interpretare l’identità evolutiva della società coreana e vari problemi che lei incontrare. Questi lavori esplorano concetti chiave come memoria, potere, confini, tecnologia e ambiente, temi centrali che definiscono storia coreana moderna. HA attraverso queste opere, i visitatori acquisirà una visione approfondita dei contesti sociali, politici e culturali della Corea contemporanea.

La stagione coreana

«Gli artisti danno vita a tutte le loro creazioni e il pubblico, a sua volta, anima queste opere d’arte», dichiara nel comunicato Yoo In-Chon, Ministro della Cultura, Sport e turismo coreano. «Noi aspettando con ansia il momento in cui le esperienze di Decoding Korea risuoneranno dentro di voi, innescando nuove storie e forse anche ispirando viaggi futuri in Corea. Lanciata a maggio di quest’anno, “The Korea Season” è una vetrina che presenta, per sei mesi, l’arte e la cultura coreana per portare la diversità del nostro Paese sulla scena mondiale. Noi continueremo i nostri sforzi per comunicare più profondamente con il pubblico internazionale attraverso l’arte.»

ROOMTONE, Inside Dream (2023) © Artplace

Vero e proprio viaggio filosofico

Decoding Korea ci ricorda che l’arte non è solo una fonte di piacere visivo, ma anche un potente strumento capace di determinare un cambiamento sociale.

La mostra fornisce una comprensione approfondita della complessa identità della Corea e delle varie questioni attuali – sociali – politiche – storiche e culturali che la circondano, offrendo allo stesso tempo nuove fonti di ispirazione e riflessione.

Le memorie collettive, soprattutto quelle che trascendono le generazioni, possono trasformarsi in saggezza quando sono connesse. Tutta la comunicazione, sia tra estranei, all’interno di famiglie e comunità, o tra generazioni, funziona come un rimedio contro l’odio e i conflitti che gettano il mondo nell’instabilità.

Una mostra immersiva e poetica

«Con opere tecnologiche all’avanguardia e immersive che attivano i sensi, la mostra decifra dalla fine alla fine la storia della Corea, una grande nazione ancora nella sua infanzia dove il mondo di domani si scrive in tempo reale, e immagina nuovi paesaggi, scenari per le generazioni a venire», afferma Jérôme Sans, critico e co-fondatore del Palais de Tokyo a Parigi.

Attraverso le piattaforme digitali, gli eventi storici e il loro impatto sono condivisi in tempo reale in tutto il mondo, amplificando esperienze di sofferenza su scala internazionale. Il loro dolore diventa il nostro e la nostra speranza diventa la loro.

Niente è impossibile da quando siamo sopravvissuti alla guerra!

«Ricordo ancora il tono moralizzante che assumeva mio nonno quando ripeteva questa frase, avendo vissuto i venti violenti della colonizzazione giapponese e della guerra di Corea», spiega il curatore Lee Daehyung. «Il suo spirito sofferente e inflessibile è stato naturalmente tramandato alla generazione dei miei genitori. Una generazione che ha partecipato alla ricostruzione del Paese, alla sua ripresa economica e alla sua industrializzazione. D’altra parte, la generazione successiva, nata nell’abbondanza materiale, cercò nuovi valori e nuove sfide per sostituire la memoria di questo lontano passato.

La storia coreana contemporanea è come un film. In un secolo, è passato da nazione colonizzata a potente esportatore di cultura, dalle rovine della guerra a un’economia leader a livello globale, e da paese destinatario di aiuti a donatore internazionale. Rappresenta un modello di successo dal punto di vista economico, industriale e democratico».

Bowl of small unforgiven – RAM HAN © Artplace

Un caleidoscopio artistico

In questo senso, Decoding Korea non è una semplice mostra d’arte, ma un viaggio filosofico che esplora la complessità e la natura multiforme della società coreana e della sua arte contemporanea. La mostra, che riunisce undici artisti nati tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’90 – KANG Yiyun, KIM Heecheon, KWON Hayoun, RAM HAN, ROOMTONE, PARK Junebum, LEE Yongbaek, LEE Lee-nam, YEOM Ji Hye e JUNG Yeondoo, accompagnati dagli archivi video di Nam June PAIK. Gli archivi video forniscono un quadro teorico per reinterpretare la società coreana dal punto di vista filosofico, estetico e culturale.

Nam June PAIK, che ha vissuto il XX° secolo immaginando il XXI°, sognava un mondo in cui l’arte trascende le forme fisse e si evolve continuamente grazie alla tecnologia digitale. Ha immaginato il panorama futuro di un mondo migliore, dove gli esseri umani e la tecnologia si fondono per massimizzare il potenziale creativo dell’umanità. Ispirati dalla visione di Nam June PAIK, questi undici artisti coreani si riuniscono al Grand Palais Immersif di Parigi.

Le radici della memoria e la saggezza transgenerazionale

Decoding Korea esplora concetti chiave della moderna società coreana, come memoria, potere, confini, tecnologia e ambiente. La memoria non è una semplice reminiscenza del passato, ma è un elemento vitale che plasma il presente e il futuro. Spesso è il punto di partenza di un’identità collettiva. Il potere, d’altro canto, è la forza essenziale che forma e sostiene le relazioni sociali e politiche.

Come sottolinea il curatore della mostra Lee Daehyung, Decoding Korea scava in profondità nel tessuto filosofico e culturale della Corea. Facendo eco alla resilienza e allo spirito delle generazioni che hanno sopportato l’occupazione giapponese e la guerra di Corea, la mostra mette in luce la saggezza transgenerazionale che ha spinto la Corea da nazione colonizzata a potenza culturale, trasformando le rovine della guerra in una delle prime dieci economie globali.

Attraverso il prisma della media art contemporanea, Decoded Korea non solo mette in mostra la genialità artistica degli artisti coreani, ma invita anche gli spettatori a riflettere sull’esperienza umana condivisa e sulla memoria collettiva che modellano il nostro presente e futuro.

 

Foto apertura

JUNG Yeondoo, Crow’s Eye View (2022) © Artplace

KANG Yiyun, Finite (2021) © Artplace

LEE Yongbaek, Angel-Soldier (2011) © Artplace

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Published On: 4 Agosto 2024

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 17 minuti

Al Grand Palais Immersif di Parigi, dal 26 luglio al 25 agosto 2024, si tiene la mostra a ingresso gratuito Decoding Korea che mira a decodificare ed esprimere le caratteristiche uniche della cultura coreana attraverso l’arte contemporanea digitale e mediatica.

Una società in continua mutazione

Con opere di undici importanti artisti coreani, tra cui il pioniere Nam June PAIK, KANG Yiyun, KWON Hayoun, KIM Heecheon, RAM HAN, ROOMTONE, PARCO Junebum, YEOM Ji Hye, LEE Yongbaek, LEE Lee-nam e JUNG Yeondoo.

Questa mostra presenta opere dotate di tecnologia modi innovativi per esplorare e affrontare il pensiero ed emozioni umane. In totale, il diciannove opere dalla mostra interpretare l’identità evolutiva della società coreana e vari problemi che lei incontrare. Questi lavori esplorano concetti chiave come memoria, potere, confini, tecnologia e ambiente, temi centrali che definiscono storia coreana moderna. HA attraverso queste opere, i visitatori acquisirà una visione approfondita dei contesti sociali, politici e culturali della Corea contemporanea.

La stagione coreana

«Gli artisti danno vita a tutte le loro creazioni e il pubblico, a sua volta, anima queste opere d’arte», dichiara nel comunicato Yoo In-Chon, Ministro della Cultura, Sport e turismo coreano. «Noi aspettando con ansia il momento in cui le esperienze di Decoding Korea risuoneranno dentro di voi, innescando nuove storie e forse anche ispirando viaggi futuri in Corea. Lanciata a maggio di quest’anno, “The Korea Season” è una vetrina che presenta, per sei mesi, l’arte e la cultura coreana per portare la diversità del nostro Paese sulla scena mondiale. Noi continueremo i nostri sforzi per comunicare più profondamente con il pubblico internazionale attraverso l’arte.»

ROOMTONE, Inside Dream (2023) © Artplace

Vero e proprio viaggio filosofico

Decoding Korea ci ricorda che l’arte non è solo una fonte di piacere visivo, ma anche un potente strumento capace di determinare un cambiamento sociale.

La mostra fornisce una comprensione approfondita della complessa identità della Corea e delle varie questioni attuali – sociali – politiche – storiche e culturali che la circondano, offrendo allo stesso tempo nuove fonti di ispirazione e riflessione.

Le memorie collettive, soprattutto quelle che trascendono le generazioni, possono trasformarsi in saggezza quando sono connesse. Tutta la comunicazione, sia tra estranei, all’interno di famiglie e comunità, o tra generazioni, funziona come un rimedio contro l’odio e i conflitti che gettano il mondo nell’instabilità.

Una mostra immersiva e poetica

«Con opere tecnologiche all’avanguardia e immersive che attivano i sensi, la mostra decifra dalla fine alla fine la storia della Corea, una grande nazione ancora nella sua infanzia dove il mondo di domani si scrive in tempo reale, e immagina nuovi paesaggi, scenari per le generazioni a venire», afferma Jérôme Sans, critico e co-fondatore del Palais de Tokyo a Parigi.

Attraverso le piattaforme digitali, gli eventi storici e il loro impatto sono condivisi in tempo reale in tutto il mondo, amplificando esperienze di sofferenza su scala internazionale. Il loro dolore diventa il nostro e la nostra speranza diventa la loro.

Niente è impossibile da quando siamo sopravvissuti alla guerra!

«Ricordo ancora il tono moralizzante che assumeva mio nonno quando ripeteva questa frase, avendo vissuto i venti violenti della colonizzazione giapponese e della guerra di Corea», spiega il curatore Lee Daehyung. «Il suo spirito sofferente e inflessibile è stato naturalmente tramandato alla generazione dei miei genitori. Una generazione che ha partecipato alla ricostruzione del Paese, alla sua ripresa economica e alla sua industrializzazione. D’altra parte, la generazione successiva, nata nell’abbondanza materiale, cercò nuovi valori e nuove sfide per sostituire la memoria di questo lontano passato.

La storia coreana contemporanea è come un film. In un secolo, è passato da nazione colonizzata a potente esportatore di cultura, dalle rovine della guerra a un’economia leader a livello globale, e da paese destinatario di aiuti a donatore internazionale. Rappresenta un modello di successo dal punto di vista economico, industriale e democratico».

Bowl of small unforgiven – RAM HAN © Artplace

Un caleidoscopio artistico

In questo senso, Decoding Korea non è una semplice mostra d’arte, ma un viaggio filosofico che esplora la complessità e la natura multiforme della società coreana e della sua arte contemporanea. La mostra, che riunisce undici artisti nati tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’90 – KANG Yiyun, KIM Heecheon, KWON Hayoun, RAM HAN, ROOMTONE, PARK Junebum, LEE Yongbaek, LEE Lee-nam, YEOM Ji Hye e JUNG Yeondoo, accompagnati dagli archivi video di Nam June PAIK. Gli archivi video forniscono un quadro teorico per reinterpretare la società coreana dal punto di vista filosofico, estetico e culturale.

Nam June PAIK, che ha vissuto il XX° secolo immaginando il XXI°, sognava un mondo in cui l’arte trascende le forme fisse e si evolve continuamente grazie alla tecnologia digitale. Ha immaginato il panorama futuro di un mondo migliore, dove gli esseri umani e la tecnologia si fondono per massimizzare il potenziale creativo dell’umanità. Ispirati dalla visione di Nam June PAIK, questi undici artisti coreani si riuniscono al Grand Palais Immersif di Parigi.

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Decoding Korea esplora concetti chiave della moderna società coreana, come memoria, potere, confini, tecnologia e ambiente. La memoria non è una semplice reminiscenza del passato, ma è un elemento vitale che plasma il presente e il futuro. Spesso è il punto di partenza di un’identità collettiva. Il potere, d’altro canto, è la forza essenziale che forma e sostiene le relazioni sociali e politiche.

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Attraverso il prisma della media art contemporanea, Decoded Korea non solo mette in mostra la genialità artistica degli artisti coreani, ma invita anche gli spettatori a riflettere sull’esperienza umana condivisa e sulla memoria collettiva che modellano il nostro presente e futuro.

 

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