#DontMancriminate, contro la discriminazione del maschio
Tempo stimato per la lettura: 2,9 minuti
Il magazine indiano Maggcom, dedicato a moda, lifestyle e gossip, lancia la campagna social #DontMancriminate contro la discriminazione del maschio proprio in un periodo di rivendicazioni e battaglie per i diritti civili e il raggiungimento della gender equality. E, naturalmente, è subito accesa polemica.
Dopo la storica sentenza della Corte Costituzionale americana sulla legittimità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, qualcuno ha sentito il bisogno di pensare anche a loro, gli uomini, protagonisti quasi sempre in negativo di fatti di cronaca e oggetto di ostilità, avversione e pregiudizio. Secondo il magazine, infatti, staremmo assistendo ad una crescente misandria che trasforma il “sesso forte” in una minoranza silenziosa.
Così si legge tra i commenti di chi appoggia la campagna:
“The people are demanding EQUALITY. They want equal rights for women, but where’s equality if you give all the comfort to women. There are quotas for ladies, why not for men? (okay I know that men outnumber women) but that doesn’t just mean that you reserve for them. You study equally. Some reservations are important for their safety but this ain’t equality. The taglines should be changed. For example- “WHY SHOULD BOYS HAVE ALL THE FUN” could be changed to “WHY SHOULD WOMEN HAVE ALL THE FUN.”
O ancora:
“Why should men have to give up their seat if they see a lady standing? Why should he have to hold out a door for a lady passing by? Men don’t get free entry in clubs. Men unlike women don’t get periods (yes don’t be so ashamed of it girls, you do that!) and so men can’t work their way out of the problem saying they are PMSing. Men certainly do not get the sympathy votes.Why should men not cry? Why should men do the heavy lifting? Why not girls?”
Sospendendo il giudizio sulla validità o meno di quello che viene detto, l’impressione è di trovarsi di fronte ad una trovata pubblicitaria, forse anche sgangherata e che qualcuno ha già definito come un “social epic fail”. Di certo è notevole il clamore suscitato in pochi giorni dalla campagna, forse anche a causa dei poster realizzati usando il volto di uomini celebri, da Brad Pitt a Johnny Depp, da Jude Law ad Elijha Wood, non si capisce se con il loro consenso, ma ad un rapida occhiata sembrerebbe proprio di no. Non mancano poi i gadget, come le t-shirt con le scritte provocatorie: “Let’s talk Sex”, “It’s Man’s world. Bullshit” o “You want GENDER EQUALITY? Take it”.
Una domanda comunque vorremmo farla, perché un magazine che si occupa principalmente di moda e che ha come oggetto quasi esclusivo della propria comunicazione, sui social e non solo, immagini di donne ammiccanti e bellissime abbia a cuore l’incolumità del maschio, per giunta in un paese, l’India, con una forte preponderanza maschile e in cui avviene uno stupro ogni 22 minuti?
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#DontMancriminate, contro la discriminazione del maschio
Tempo stimato per la lettura: 8 minuti
Il magazine indiano Maggcom, dedicato a moda, lifestyle e gossip, lancia la campagna social #DontMancriminate contro la discriminazione del maschio proprio in un periodo di rivendicazioni e battaglie per i diritti civili e il raggiungimento della gender equality. E, naturalmente, è subito accesa polemica.
Dopo la storica sentenza della Corte Costituzionale americana sulla legittimità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, qualcuno ha sentito il bisogno di pensare anche a loro, gli uomini, protagonisti quasi sempre in negativo di fatti di cronaca e oggetto di ostilità, avversione e pregiudizio. Secondo il magazine, infatti, staremmo assistendo ad una crescente misandria che trasforma il “sesso forte” in una minoranza silenziosa.
Così si legge tra i commenti di chi appoggia la campagna:
“The people are demanding EQUALITY. They want equal rights for women, but where’s equality if you give all the comfort to women. There are quotas for ladies, why not for men? (okay I know that men outnumber women) but that doesn’t just mean that you reserve for them. You study equally. Some reservations are important for their safety but this ain’t equality. The taglines should be changed. For example- “WHY SHOULD BOYS HAVE ALL THE FUN” could be changed to “WHY SHOULD WOMEN HAVE ALL THE FUN.”
O ancora:
“Why should men have to give up their seat if they see a lady standing? Why should he have to hold out a door for a lady passing by? Men don’t get free entry in clubs. Men unlike women don’t get periods (yes don’t be so ashamed of it girls, you do that!) and so men can’t work their way out of the problem saying they are PMSing. Men certainly do not get the sympathy votes.Why should men not cry? Why should men do the heavy lifting? Why not girls?”
Sospendendo il giudizio sulla validità o meno di quello che viene detto, l’impressione è di trovarsi di fronte ad una trovata pubblicitaria, forse anche sgangherata e che qualcuno ha già definito come un “social epic fail”. Di certo è notevole il clamore suscitato in pochi giorni dalla campagna, forse anche a causa dei poster realizzati usando il volto di uomini celebri, da Brad Pitt a Johnny Depp, da Jude Law ad Elijha Wood, non si capisce se con il loro consenso, ma ad un rapida occhiata sembrerebbe proprio di no. Non mancano poi i gadget, come le t-shirt con le scritte provocatorie: “Let’s talk Sex”, “It’s Man’s world. Bullshit” o “You want GENDER EQUALITY? Take it”.
Una domanda comunque vorremmo farla, perché un magazine che si occupa principalmente di moda e che ha come oggetto quasi esclusivo della propria comunicazione, sui social e non solo, immagini di donne ammiccanti e bellissime abbia a cuore l’incolumità del maschio, per giunta in un paese, l’India, con una forte preponderanza maschile e in cui avviene uno stupro ogni 22 minuti?
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