Etiopia, la valle delle steli al museo Fenaille di Rodez

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 15 Giugno 2024

Tempo stimato per la lettura: 5 minuti

Un viaggio nel tempo e nello spazio, grazie a una delle spedizioni archeologiche più misteriose in corso in Etiopia. Per quasi un secolo, diverse generazioni di ricercatori hanno cercato di svelare i segreti dei misteriosi megaliti del Corno d’Africa.

Il museo Fenaille di Rodez presenta, per la prima volta in Francia, una sintesi di questo lavoro con una selezione unica di steli provenienti dal sito di Tuto Fela, conservate nel museo Weltkulturen di Francoforte.

L’esposizione Éthiopie, la vallée des stèles (Etiopia, la valle delle steli), dal 15 giugno al 3 novembre 2024, restituisce il lavoro scientifico intrapreso per quasi un secolo attorno a questi monumenti nonché i risultati più recenti, frutto di nuove tecniche di indagine in campo archeologico.

Le nuove sfide della ricerca archeologica

La mostra “d’interesse nazionale” si propone, inoltre, di presentare le attuali sfide di conservazione di un patrimonio fragile, soggetto a forte pressione demografica, in una regione in cui predomina l’agro forestazione tradizionale riconosciuta patrimonio mondiale dell’UNESCO, associando la gestione delle foreste alla coltivazione del caffè e dell’ensete (Ensete ventricosum), talvolta chiamato “finto banano”.

La connessione di questo argomento archeologico primario importanza con le questioni contemporanee di conservazione del patrimonio e le risorse naturali, in connessione con le comunità locali, testimoniano il rinnovamento riflessioni e pratiche della ricerca archeologica.

Un patrimonio in gran parte sconosciuto

Questa esposizione si basa su un insieme unico di stele etiopi conservate nelle collezioni del museo Weltkulturen di Francoforte in seguito alle missioni dell’etnologo Adolf E. Jensen, all’origine della seconda spedizione nel 1934. Quasi dieci monoliti del sito di Tuto Fela sono presentati per la prima volta in Francia, in associazione con disegni e acquerelli prodotti sul campo dall’artista Alf Bayrle. Questa selezione è integrata da un’ampia scelta di sculture, oggetti, fotografie e archivi di scavo provenienti da collezioni pubbliche francesi e tedesche (Museo Quai Branly – Jacques Chirac, Parigi; Frobenius-Institut, Francoforte, ecc.). Questo insieme ricostituisce il contesto culturale e politico del paese africano.

La mostra è curata da Anne-Lise Goujon, segretaria scientifica presso CFEE, co-direttore della missione Abaya e Aurélien Pierre, direttore dei musei di Rodez, coadiuvati dal commissario scientifico Vincent Ard, ricercatore del CNRS, co-direttore della missione Abaya.

Il megalitismo del Corno d’Africa

Il megalitismo del Corno d’Africa è uno dei più ricchi ed eccezionali del continente africano. Nell’Etiopia meridionale, sulle pendici orientali della valle del Rift, quasi centotrenta siti finora identificati riuniscono diverse migliaia di stele falliche o antropomorfe. La densità delle scoperte, distribuite tra le zone di Gedeo, Oromo Guji e Sidaama, è unica nella scala del continente africano e ne fa un gruppo di interesse mondiale. Da settembre 2023, il paesaggio culturale del paese Gedeo è stato appena inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Questo patrimonio storico rimane ancora in gran parte sconosciuto. Recenti ricerche archeologiche mostrano il pieno sviluppo di queste società megalitiche tra l’VIII e il XV secolo d.C. Nessuna fonte scritta menziona la loro esistenza, ma la portata dei resti conservati richiede di rinnovare il posto di queste società nella storia del paese e nelle sue relazioni con il regno cristiano d’Etiopia.

La storia della scoperta

Nel 1931, il padre cappuccino François Azaïs (1870–1966) rivelò per la prima volta alla comunità internazionale questi veri e propri campi di stele nascosti sotto una vegetazione lussureggiante, sulle scarpate del lago Abaya. Sulle sue orme si susseguiranno diverse generazioni di ricercatori, tra cui l’etnologo tedesco Adolf Ellegard Jensen (1899 – 1965), il direttore dell’Istituto etiope di archeologia Francis Anfray (1926-2022) o più recentemente le squadre dello studioso della preistoria Roger Joussaume.

Il rilancio della missione

Nel 2018, grazie alle riprese di un documentario per il canale ARTE, è stato rilanciato un nuovo programma di ricerca archeologica. Questa nuova missione denominata “Abaya” beneficia del sostegno del Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri. Riunisce specialisti di varie discipline e si propone di affinare la conoscenza di questi siti, della loro cronologia e del loro funzionamento. Più in generale si cerca di comprendere meglio le condizioni di aspetto di questi complessi monumentali in questa regione dell’Etiopia meridionale.

Etiopia, il mistero dei megaliti

Questa mostra sarà successivamente presentata in Etiopia, attingendo alle collezioni e alla documentazione conservata nelle diverse istituzioni, in collaborazione con il Museo Nazionale di Addis Abeba e l’EHA (Ethiopian Heritage Authority). Un importante programma di sensibilizzazione e formazione per le comunità locali accompagna questo progetto nel paese di Gedeo. Le steli, che restano in loco, vengono preservate dall’usura del tempo e dai saccheggi.

Il museo Fenaille di Rodez

Il Museo Fenaille, partner di questo progetto, sostiene la missione su questioni di conservazione, restauro e valorizzazione. Il museo è noto per la sua eccezionale collezione di statue menhir- le prime rappresentazioni dell’Uomo su larga scala nell’Europa occidentale -, tanto care al pittore Pierre Soulages. Scolpite quasi 5.000 anni fa, queste enigmatiche sculture sono le statue monumentali più antiche d’Europa.

L’istituzione, che riflette da diversi anni sulla rappresentazione della figura umana nelle società preistoriche o extraeuropee, è stata pazientemente costruita grazie alla generosità dei suoi 1000 donatori. Tra questi Maurice Fenaille, pioniere dell’industria petrolifera, saggio collezionista e mecenate di Rodin. Esteso su più di 2.000 m², il percorso accompagna il visitatore in un viaggio attraverso le epoche e i secoli, dalle misteriose statue menhir della fine della preistoria ai commoventi ritratti di Madame Fenaille realizzati da Auguste Rodin.

 

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Published On: 15 Giugno 2024

About the Author: Cristina Biordi

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Un viaggio nel tempo e nello spazio, grazie a una delle spedizioni archeologiche più misteriose in corso in Etiopia. Per quasi un secolo, diverse generazioni di ricercatori hanno cercato di svelare i segreti dei misteriosi megaliti del Corno d’Africa.

Il museo Fenaille di Rodez presenta, per la prima volta in Francia, una sintesi di questo lavoro con una selezione unica di steli provenienti dal sito di Tuto Fela, conservate nel museo Weltkulturen di Francoforte.

L’esposizione Éthiopie, la vallée des stèles (Etiopia, la valle delle steli), dal 15 giugno al 3 novembre 2024, restituisce il lavoro scientifico intrapreso per quasi un secolo attorno a questi monumenti nonché i risultati più recenti, frutto di nuove tecniche di indagine in campo archeologico.

Le nuove sfide della ricerca archeologica

La mostra “d’interesse nazionale” si propone, inoltre, di presentare le attuali sfide di conservazione di un patrimonio fragile, soggetto a forte pressione demografica, in una regione in cui predomina l’agro forestazione tradizionale riconosciuta patrimonio mondiale dell’UNESCO, associando la gestione delle foreste alla coltivazione del caffè e dell’ensete (Ensete ventricosum), talvolta chiamato “finto banano”.

La connessione di questo argomento archeologico primario importanza con le questioni contemporanee di conservazione del patrimonio e le risorse naturali, in connessione con le comunità locali, testimoniano il rinnovamento riflessioni e pratiche della ricerca archeologica.

Un patrimonio in gran parte sconosciuto

Questa esposizione si basa su un insieme unico di stele etiopi conservate nelle collezioni del museo Weltkulturen di Francoforte in seguito alle missioni dell’etnologo Adolf E. Jensen, all’origine della seconda spedizione nel 1934. Quasi dieci monoliti del sito di Tuto Fela sono presentati per la prima volta in Francia, in associazione con disegni e acquerelli prodotti sul campo dall’artista Alf Bayrle. Questa selezione è integrata da un’ampia scelta di sculture, oggetti, fotografie e archivi di scavo provenienti da collezioni pubbliche francesi e tedesche (Museo Quai Branly – Jacques Chirac, Parigi; Frobenius-Institut, Francoforte, ecc.). Questo insieme ricostituisce il contesto culturale e politico del paese africano.

La mostra è curata da Anne-Lise Goujon, segretaria scientifica presso CFEE, co-direttore della missione Abaya e Aurélien Pierre, direttore dei musei di Rodez, coadiuvati dal commissario scientifico Vincent Ard, ricercatore del CNRS, co-direttore della missione Abaya.

Il megalitismo del Corno d’Africa

Il megalitismo del Corno d’Africa è uno dei più ricchi ed eccezionali del continente africano. Nell’Etiopia meridionale, sulle pendici orientali della valle del Rift, quasi centotrenta siti finora identificati riuniscono diverse migliaia di stele falliche o antropomorfe. La densità delle scoperte, distribuite tra le zone di Gedeo, Oromo Guji e Sidaama, è unica nella scala del continente africano e ne fa un gruppo di interesse mondiale. Da settembre 2023, il paesaggio culturale del paese Gedeo è stato appena inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Questo patrimonio storico rimane ancora in gran parte sconosciuto. Recenti ricerche archeologiche mostrano il pieno sviluppo di queste società megalitiche tra l’VIII e il XV secolo d.C. Nessuna fonte scritta menziona la loro esistenza, ma la portata dei resti conservati richiede di rinnovare il posto di queste società nella storia del paese e nelle sue relazioni con il regno cristiano d’Etiopia.

La storia della scoperta

Nel 1931, il padre cappuccino François Azaïs (1870–1966) rivelò per la prima volta alla comunità internazionale questi veri e propri campi di stele nascosti sotto una vegetazione lussureggiante, sulle scarpate del lago Abaya. Sulle sue orme si susseguiranno diverse generazioni di ricercatori, tra cui l’etnologo tedesco Adolf Ellegard Jensen (1899 – 1965), il direttore dell’Istituto etiope di archeologia Francis Anfray (1926-2022) o più recentemente le squadre dello studioso della preistoria Roger Joussaume.

Il rilancio della missione

Nel 2018, grazie alle riprese di un documentario per il canale ARTE, è stato rilanciato un nuovo programma di ricerca archeologica. Questa nuova missione denominata “Abaya” beneficia del sostegno del Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri. Riunisce specialisti di varie discipline e si propone di affinare la conoscenza di questi siti, della loro cronologia e del loro funzionamento. Più in generale si cerca di comprendere meglio le condizioni di aspetto di questi complessi monumentali in questa regione dell’Etiopia meridionale.

Etiopia, il mistero dei megaliti

Questa mostra sarà successivamente presentata in Etiopia, attingendo alle collezioni e alla documentazione conservata nelle diverse istituzioni, in collaborazione con il Museo Nazionale di Addis Abeba e l’EHA (Ethiopian Heritage Authority). Un importante programma di sensibilizzazione e formazione per le comunità locali accompagna questo progetto nel paese di Gedeo. Le steli, che restano in loco, vengono preservate dall’usura del tempo e dai saccheggi.

Il museo Fenaille di Rodez

Il Museo Fenaille, partner di questo progetto, sostiene la missione su questioni di conservazione, restauro e valorizzazione. Il museo è noto per la sua eccezionale collezione di statue menhir- le prime rappresentazioni dell’Uomo su larga scala nell’Europa occidentale -, tanto care al pittore Pierre Soulages. Scolpite quasi 5.000 anni fa, queste enigmatiche sculture sono le statue monumentali più antiche d’Europa.

L’istituzione, che riflette da diversi anni sulla rappresentazione della figura umana nelle società preistoriche o extraeuropee, è stata pazientemente costruita grazie alla generosità dei suoi 1000 donatori. Tra questi Maurice Fenaille, pioniere dell’industria petrolifera, saggio collezionista e mecenate di Rodin. Esteso su più di 2.000 m², il percorso accompagna il visitatore in un viaggio attraverso le epoche e i secoli, dalle misteriose statue menhir della fine della preistoria ai commoventi ritratti di Madame Fenaille realizzati da Auguste Rodin.

 

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