EuroFabrique: giovani artisti creano l’Europa di domani
Tempo stimato per la lettura: 6,2 minuti
Dal 7 al 10 febbraio 2022, nell’ambito della Presidenza francese dell’Unione Europea, al Grand Palais Éphémère di Parigi si è tenuta EuroFabrique. 400 studenti delle scuole d’arte francesi ed europee sono stati chiamati a decostruire l’Europa di ieri per immaginare quella di domani. Hanno rappresentato così nuove forme e nuovi simboli. Hanno prodotto sia opere che oggetti di comunicazione per far esistere l’UE: poster, film, canzoni, poesie, installazioni, dipinti, spettacoli e molto altro.
L’evento è stato aperto al pubblico il 10 febbraio a ingresso libero, proprio per permettere al maggior numero persone di incontrare e dialogare con gli artisti di domani, che sono prima di tutto dei cittadini europei.
Al di là delle date parigine, EuroFabrique farà parte a lungo termine della creazione di una rete di scuole che serva da acceleratore di progetti collaborativi, sia nell’ambito di bandi esistenti come Europa Creativa che nella prospettiva innovativa di un programma di incarichi europei.
Uno spazio per tutti gli artisti
Gli studenti di ciascuna scuola francese presente a Eurofabrique hanno presentato i progetti realizzati in collaborazione con gli allievi di un’altra scuola d’arte europea. 34 istituti d’arte francesi ed europei, accompagnati da un trentacinquesimo istituto immaginato per l’occasione, che ha riunito gli studenti rifugiati, in connessione con il PEI (Programme Étudiant·es Invité·es) e gli artisti in esilio residenti nelle scuole d’arte francesi grazie a PAUSE, (Programme national d’accueil en urgence des scientifiques et des artistes en exil). E ancora, vi hanno partecipato gli allievi del FEMIS, la scuola di cinema statale francese, e del Conservatorio nazionale di musica e danza di Parigi, nonché quelli della Scuola nazionale di teatro di Strasburgo.
Multilinguismo e polisemanticità
A Parigi, l’École Supérieure d’Art et de Design (ÉSAD) d’Orléans, che ha lavorato insieme all’Eugeniusz Geppert Accademia d’Arte e Design da Wroclaw (Polonia), ha presentato Europa2022. Un progetto di “3D DATA Sculture” che immagina una topografia sonora dell’Europa rivelandone la sua diversità linguistica e la sua identità attraverso idiomi, accenti e intonazioni.
Le sculture sono state generate grazie a un processo di “fisicalizzazione” dei dati sonori raccolti. Sono state registrate le letture di un testo sull’Europa del filosofo ceco Jan Patočka, in alcune lingue europee meno diffuse. Il risultato: alcune specie di “campane” realizzate in ceramica con una stampante in 3D e inserite in una struttura in legno che rappresenta la cartografia del Vecchio continente.
Artisti iconoclasti
Nuovi simboli, nuove bandiere, nuove icone e una nuova segnaletica sono stati al centro del progetto molto articolato Symbols Sourc€book delle scuole francesi TALM di Tours e d’Angers, insieme all’Accademia d’arte di Latvia, in Lettonia. Il progetto si divide in due tempi. Il primo è costituito dalla raccolta di una documentazione con lo scopo di produrre una memoria materiale dei segni visivi, grafici, tipografici, araldici, numismatici, cartografici ma anche di tutte le altre forme polivalenti attraverso le quali il potere si esercita e si riproduce. Il secondo, a Parigi, ha previsto l’attivazione e la reinterpretazione di tali oggetti e immagini.
Tra le opere esposte le sculture realizzate con una stampante 3D di Raphaël Bouffier. Il giovane artista di Tours ha creato un mini-busto di Carlo Magno sostituendone alcuni attributi. La statua è blu come il colore della bandiera europea, al posto del cerchio di 12 stelle dorate del filo spinato. Sulla corona dell’Imperatore del Sacro Romano Impero capeggia il simbolo dell’euro. Un’opera che condanna l’aspetto prettamente economico che unisce e disunisce i 27 Stati membri dell’Ue, le cui frontiere non sono realmente aperte.
Superare la soglia
Sul tema dei confini hanno lavorato anche i ragazzi dell’Haute école des arts du Rhin di Strasbourgo in collaborazione con HfG, Staatliche Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe, in Germania. Gli studenti hanno presentato tre progetti complementari sull’idea di frontiera, ispirati dal fiume Reno che divide la Francia dalla Germania. Tra questi Wipe Your Feet (Before Entering). Entrando appunto nel Grand Palais Éphémère, il visitatore si trova di fronte a un enorme stoino, costituito dall’insieme di tanti zerbini su cui è stato dipinto un gigantesco QR code. Questo rinvia in uno spazio virtuale in cui le porte delle due scuole d’arte appaiono alternate, una a fianco all’altra, in una sequenza senza fine.
L’opera evoca la nozione di soglia, di passaggio, simbolizza la frontiera entro lo spazio esteriore e lo spazio domestico. Ma anche ha per funzione quella di far togliere lo sporco che è all’esteriore di un luogo come forma di rispetto verso l’ospite. Inoltre, spesso vi si ritrovano dei messaggi di benvenuto più o meno umoristici. L’enorme QR code fa riferimento, più o meno direttamente, alla situazione attuale in cui la cultura è accessibile esclusivamente a chi possiede il pass sanitario.
L’ unica presenza italiana
L’Accademia di Belle Arti L’Aquila (abaq), gemellata con l’École supériore d’art d’Annecy Alps, è stata l’unica scuola superiore italiana a partecipare a EuroFabrique. Urgence Pazienza è il titolo del progetto che suona come un ossimoro. Esso rinvia a un rapporto contraddittorio tra l’urgenza delle questioni ecologiche e politiche contemporanee e i tempi troppo lunghi della democrazia.
Il progetto ha previsto in un primo momento lo scambio di piccoli oggetti di sopravvivenza tra una scuola e l’altra. Oggetti che ciascun ricevente ha “attivato”, realizzando un’azione e rispondendo con un nuovo invio di oggetti. Come, ad esempio, l’olio essenziale per sogni profetici confezionato dall’abaq e sparso in volo da un parapendio sulle Alpi, di cui è stato mostrato il video realizzato dalla scuola francese. Questo scambio ha permesso di tessere relazioni irrazionali e immaginifiche tra persone straniere e sconosciute, preparando la loro collaborazione più pratica al Grand Palais Éphémère. In seguito, a Parigi hanno costruito insieme un “rifugio”, uno spazio conviviale, dove prendere le decisioni e riflettere sul progetto artistico comune.
Senza confini per un flusso d’idee continuo
Le scuole hanno esposto i loro progetti in degli spazi aperti, non in degli stand delimitati come accede nelle fiere d’arte. La scenografia dell’evento ha voluto disegnare una nuova geografia senza frontiere. L’obiettivo è stato quello di creare connessioni tra le accademie. Con questo spirito è stata creata una segnaletica diversa e dei mobili polifunzionali.
EuroFabrique ha lanciato un messaggio di speranza e fiducia, con la convinzione che l’arte, il design, la creazione e la cultura sono buone leve per reinventare, rincantare e rivitalizzare l’Europa.
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EuroFabrique: giovani artisti creano l’Europa di domani
Tempo stimato per la lettura: 18 minuti
Dal 7 al 10 febbraio 2022, nell’ambito della Presidenza francese dell’Unione Europea, al Grand Palais Éphémère di Parigi si è tenuta EuroFabrique. 400 studenti delle scuole d’arte francesi ed europee sono stati chiamati a decostruire l’Europa di ieri per immaginare quella di domani. Hanno rappresentato così nuove forme e nuovi simboli. Hanno prodotto sia opere che oggetti di comunicazione per far esistere l’UE: poster, film, canzoni, poesie, installazioni, dipinti, spettacoli e molto altro.
L’evento è stato aperto al pubblico il 10 febbraio a ingresso libero, proprio per permettere al maggior numero persone di incontrare e dialogare con gli artisti di domani, che sono prima di tutto dei cittadini europei.
Al di là delle date parigine, EuroFabrique farà parte a lungo termine della creazione di una rete di scuole che serva da acceleratore di progetti collaborativi, sia nell’ambito di bandi esistenti come Europa Creativa che nella prospettiva innovativa di un programma di incarichi europei.
Uno spazio per tutti gli artisti
Gli studenti di ciascuna scuola francese presente a Eurofabrique hanno presentato i progetti realizzati in collaborazione con gli allievi di un’altra scuola d’arte europea. 34 istituti d’arte francesi ed europei, accompagnati da un trentacinquesimo istituto immaginato per l’occasione, che ha riunito gli studenti rifugiati, in connessione con il PEI (Programme Étudiant·es Invité·es) e gli artisti in esilio residenti nelle scuole d’arte francesi grazie a PAUSE, (Programme national d’accueil en urgence des scientifiques et des artistes en exil). E ancora, vi hanno partecipato gli allievi del FEMIS, la scuola di cinema statale francese, e del Conservatorio nazionale di musica e danza di Parigi, nonché quelli della Scuola nazionale di teatro di Strasburgo.
Multilinguismo e polisemanticità
A Parigi, l’École Supérieure d’Art et de Design (ÉSAD) d’Orléans, che ha lavorato insieme all’Eugeniusz Geppert Accademia d’Arte e Design da Wroclaw (Polonia), ha presentato Europa2022. Un progetto di “3D DATA Sculture” che immagina una topografia sonora dell’Europa rivelandone la sua diversità linguistica e la sua identità attraverso idiomi, accenti e intonazioni.
Le sculture sono state generate grazie a un processo di “fisicalizzazione” dei dati sonori raccolti. Sono state registrate le letture di un testo sull’Europa del filosofo ceco Jan Patočka, in alcune lingue europee meno diffuse. Il risultato: alcune specie di “campane” realizzate in ceramica con una stampante in 3D e inserite in una struttura in legno che rappresenta la cartografia del Vecchio continente.
Artisti iconoclasti
Nuovi simboli, nuove bandiere, nuove icone e una nuova segnaletica sono stati al centro del progetto molto articolato Symbols Sourc€book delle scuole francesi TALM di Tours e d’Angers, insieme all’Accademia d’arte di Latvia, in Lettonia. Il progetto si divide in due tempi. Il primo è costituito dalla raccolta di una documentazione con lo scopo di produrre una memoria materiale dei segni visivi, grafici, tipografici, araldici, numismatici, cartografici ma anche di tutte le altre forme polivalenti attraverso le quali il potere si esercita e si riproduce. Il secondo, a Parigi, ha previsto l’attivazione e la reinterpretazione di tali oggetti e immagini.
Tra le opere esposte le sculture realizzate con una stampante 3D di Raphaël Bouffier. Il giovane artista di Tours ha creato un mini-busto di Carlo Magno sostituendone alcuni attributi. La statua è blu come il colore della bandiera europea, al posto del cerchio di 12 stelle dorate del filo spinato. Sulla corona dell’Imperatore del Sacro Romano Impero capeggia il simbolo dell’euro. Un’opera che condanna l’aspetto prettamente economico che unisce e disunisce i 27 Stati membri dell’Ue, le cui frontiere non sono realmente aperte.
Superare la soglia
Sul tema dei confini hanno lavorato anche i ragazzi dell’Haute école des arts du Rhin di Strasbourgo in collaborazione con HfG, Staatliche Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe, in Germania. Gli studenti hanno presentato tre progetti complementari sull’idea di frontiera, ispirati dal fiume Reno che divide la Francia dalla Germania. Tra questi Wipe Your Feet (Before Entering). Entrando appunto nel Grand Palais Éphémère, il visitatore si trova di fronte a un enorme stoino, costituito dall’insieme di tanti zerbini su cui è stato dipinto un gigantesco QR code. Questo rinvia in uno spazio virtuale in cui le porte delle due scuole d’arte appaiono alternate, una a fianco all’altra, in una sequenza senza fine.
L’opera evoca la nozione di soglia, di passaggio, simbolizza la frontiera entro lo spazio esteriore e lo spazio domestico. Ma anche ha per funzione quella di far togliere lo sporco che è all’esteriore di un luogo come forma di rispetto verso l’ospite. Inoltre, spesso vi si ritrovano dei messaggi di benvenuto più o meno umoristici. L’enorme QR code fa riferimento, più o meno direttamente, alla situazione attuale in cui la cultura è accessibile esclusivamente a chi possiede il pass sanitario.
L’ unica presenza italiana
L’Accademia di Belle Arti L’Aquila (abaq), gemellata con l’École supériore d’art d’Annecy Alps, è stata l’unica scuola superiore italiana a partecipare a EuroFabrique. Urgence Pazienza è il titolo del progetto che suona come un ossimoro. Esso rinvia a un rapporto contraddittorio tra l’urgenza delle questioni ecologiche e politiche contemporanee e i tempi troppo lunghi della democrazia.
Il progetto ha previsto in un primo momento lo scambio di piccoli oggetti di sopravvivenza tra una scuola e l’altra. Oggetti che ciascun ricevente ha “attivato”, realizzando un’azione e rispondendo con un nuovo invio di oggetti. Come, ad esempio, l’olio essenziale per sogni profetici confezionato dall’abaq e sparso in volo da un parapendio sulle Alpi, di cui è stato mostrato il video realizzato dalla scuola francese. Questo scambio ha permesso di tessere relazioni irrazionali e immaginifiche tra persone straniere e sconosciute, preparando la loro collaborazione più pratica al Grand Palais Éphémère. In seguito, a Parigi hanno costruito insieme un “rifugio”, uno spazio conviviale, dove prendere le decisioni e riflettere sul progetto artistico comune.
Senza confini per un flusso d’idee continuo
Le scuole hanno esposto i loro progetti in degli spazi aperti, non in degli stand delimitati come accede nelle fiere d’arte. La scenografia dell’evento ha voluto disegnare una nuova geografia senza frontiere. L’obiettivo è stato quello di creare connessioni tra le accademie. Con questo spirito è stata creata una segnaletica diversa e dei mobili polifunzionali.
EuroFabrique ha lanciato un messaggio di speranza e fiducia, con la convinzione che l’arte, il design, la creazione e la cultura sono buone leve per reinventare, rincantare e rivitalizzare l’Europa.
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