Federica Rezzi, vincitrice del concorso MArteLive

About the Author: Alessia

Federica Rezzi
Published On: 19 Marzo 2022

Tempo stimato per la lettura: 5,9 minuti

 

Francesca Rezzi classe 1981, laureata in Lingue e Letterature Straniere ha iniziato a lavorare il metallo nel 2011 quando viveva e lavorava a Berlino. Lì ha imparato dalle tecniche classiche al banchetto alla fusione in sabbia e a cera persa, ha cominciato a sperimentare con diversi materiali da accostare all’argento o al bronzo come il legno o la ceramica, le pietre sia grezze che tagliate e ha avuto modo di esprimere la propria creatività e la sua visione puntando l’accento sui contrasti, sull’equilibrio degli opposti, sulla grande forza espressiva del colore. In questa direzione ha continuato la sua ricerca. Ha voluto in queste nuove collezioni giocare con il colore e con i simboli.
É fra le vincitrici della finale Regione Lazio 2021 del Concorso MArteLive nella sezione Artigianato per l’assegnazione del Premio ViviCreativo

Ci racconti quando hai cominciato e perché il tuo percorso artistico?

Ho sempre amato i gioielli artigianali e sono sempre andata alla ricerca di qualcosa di diverso e che indossassi solo io già da quando ero adolescente. Mi piacevano oggetti particolari, forme non consuete, cose che non era sempre facile trovare ed ho sempre desiderato poter realizzare quello che avevo in mente, ho sempre avuto una buona manualità ma non avevo nessuna conoscenza della lavorazione dei metalli. L’occasione per imparare è arrivata nel 2011 quando mi sono trasferita a Berlino. Ho fatto i primi corsi e la prima esperienza in un laboratorio per due anni circa. Li ho davvero imparato tanto, mi sono divertita, ho sperimentato ma soprattutto ho iniziato a pensare che quello potesse essere il mio lavoro. Da li non è stato proprio tutto semplice ma ho sempre avuto chiaro in mente che creare gioielli era per me una cosa molto importante e non potevo rinunciare. Non solo per l’esigenza di creare ma perché il processo che ti porta da un’immagine o un disegno ad un oggetto che tocchi e indossi è esso stesso motivo di soddisfazione. Amo tutte le varie fasi del lavoro e dedico tempo ad esse in egual misura, le giornate in cui progetto una nuova collezione o in cui disegno non sono meno importanti o stimolanti di quelle in cui lavoro direttamente sul metallo o incastono le pietre. Dietro ogni gioiello ci sono ore di lavoro dedicate allo studio delle forme, ai colori, alla ricerca sulle superfici. I gioielli non sono solo un semplice ornamento, possono rappresentare qualcosa di importate sia per chi li ha fatti che per chi li indossa. Possono evocare ricordi, sensazioni, richiamare alla mente immagini. Mi piace pensare che i miei gioielli mi rappresentino e che riflettano i miei gusti. Amo giocare con i contrasti, che siano tra colori o tra superfici, creando comunque sempre un equilibrio. L’insieme di elementi diversi fanno si che le mie creazioni non abbiano sempre lo stesso stile, ma ciò che per me è importante è che il gioiello rifletta i cambiamenti, la mia personalità, le esperienze. Credo che l’ispirazione nasca dalla creazione stessa, viene alimentata dal lavoro, lo spunto per fare qualcosa di nuovo è per me fare, qualsiasi cosa ciò possa significare. Disegnare, giocare con i colori, con i materiali, creare immagini che rimandano ad altro, pensieri e associazioni mentali che alla fine si spiegano in un gioiello. Le fonti di ispirazione sono ovunque attorno a noi, la natura, l’arte, le persone, tutto ciò che ci comunica emozioni e idee si può trasformare.

Come hai affrontato gli ultimi mesi di stop dovuti alla pandemia? Sono stati proficui per la tua ricerca? Se sì, in che modo?

Il periodo della pandemia è stato per me l’inizio di una fase nuova, di grandi cambiamenti, il lavoro ha preso una direzione diversa, mi sono concentrata su ciò che potevo realizzare a casa, mi sono presa il tempo di cui avevo bisogno per sviluppare nuove idee, ho passato ore a disegnare e dipingere riappropriandomi del piacere di farlo senza pensare al prodotto finale. Da questo periodo è nato un album con così tanti progetti e spunti su cui lavorare che ancora non ho avuto modo e tempo di svilupparli a pieno.

Ci parli della Collezione Blume?

La collezione “Blume” (fiori) è appunto ispirata alla natura. Questa collezione ideata per la finale di Martelive non volevo ricreasse delle forme naturali, organiche, volevo piuttosto che fosse la forza espressiva del colore ad essere protagonista. Come in un immaginario bouquet di fiori ho giocato con la varietà di forme, con il loro movimento, con le tante sfumature di colore offerte dalle pietre sintetiche e ho chiuso tutto in forme semplici e lineari. Come per i fiori recisi che vengono ordinati in una composizione in cui anche se privi di radici e destinati ad appassire ancora esprimono la loro bellezza, anche in questa collezione ho voluto porre l’accento ancora una volta sul contrasto in questo caso tra la libertà di espressione rappresentata dal colore e gli schemi precostituiti di forme in cui si è costretti a stare.

Che materie e materiali utilizzi per le tue creazioni?

I miei gioielli sono realizzati in bronzo e argento con la tecnica della fusione a cera persa e rifiniti a mano. Amo usare le pietre, sia naturali che sintetiche, sia tagliate che grezze. Mi piace incastonare le pietre e a volte questo si rivela una sfida, a seconda della pietra e della complessità del lavoro. Amando il colore a volte utilizzo anche oggetti o materiali che non sono preziosi, come ad esempio il vetro o la ceramica, che sono altrettanto interessanti.

Come è stata la tua esperienza al MArteLive?

E’ stato bello partecipare a Martelive, sono stata piacevolmente sorpresa da questa esperienza e chiaramente gratificata dal risultato ottenuto, non me lo aspettavo. E’ stato soprattutto stimolante dal punto di vista creativo dato che ho realizzato due nuove collezioni per questa occasione, anche se in due diversi momenti del concorso. Mi ha fatto piacere poter mostrare ciò che faccio a nuove persone e in un contesto diverso, trovo che il confronto sia sempre positivo. Inoltre ho incontrato persone molto disponibili e appassionate, non vedo l’ora di partecipare alla Biennale ad ottobre.

Progetti per il futuro…

Sicuramente tra i progetti futuri c’è la creazione di uno shop on line, e questo sicuramente assorbirà gran parte delle mie energie. Contemporaneamente continuerò a lavorare come sempre cercando di dedicarmi a progetti mirati e non sarebbe male anche partecipare ad un altro concorso.

 

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Published On: 19 Marzo 2022

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 18 minuti

 

Francesca Rezzi classe 1981, laureata in Lingue e Letterature Straniere ha iniziato a lavorare il metallo nel 2011 quando viveva e lavorava a Berlino. Lì ha imparato dalle tecniche classiche al banchetto alla fusione in sabbia e a cera persa, ha cominciato a sperimentare con diversi materiali da accostare all’argento o al bronzo come il legno o la ceramica, le pietre sia grezze che tagliate e ha avuto modo di esprimere la propria creatività e la sua visione puntando l’accento sui contrasti, sull’equilibrio degli opposti, sulla grande forza espressiva del colore. In questa direzione ha continuato la sua ricerca. Ha voluto in queste nuove collezioni giocare con il colore e con i simboli.
É fra le vincitrici della finale Regione Lazio 2021 del Concorso MArteLive nella sezione Artigianato per l’assegnazione del Premio ViviCreativo

Ci racconti quando hai cominciato e perché il tuo percorso artistico?

Ho sempre amato i gioielli artigianali e sono sempre andata alla ricerca di qualcosa di diverso e che indossassi solo io già da quando ero adolescente. Mi piacevano oggetti particolari, forme non consuete, cose che non era sempre facile trovare ed ho sempre desiderato poter realizzare quello che avevo in mente, ho sempre avuto una buona manualità ma non avevo nessuna conoscenza della lavorazione dei metalli. L’occasione per imparare è arrivata nel 2011 quando mi sono trasferita a Berlino. Ho fatto i primi corsi e la prima esperienza in un laboratorio per due anni circa. Li ho davvero imparato tanto, mi sono divertita, ho sperimentato ma soprattutto ho iniziato a pensare che quello potesse essere il mio lavoro. Da li non è stato proprio tutto semplice ma ho sempre avuto chiaro in mente che creare gioielli era per me una cosa molto importante e non potevo rinunciare. Non solo per l’esigenza di creare ma perché il processo che ti porta da un’immagine o un disegno ad un oggetto che tocchi e indossi è esso stesso motivo di soddisfazione. Amo tutte le varie fasi del lavoro e dedico tempo ad esse in egual misura, le giornate in cui progetto una nuova collezione o in cui disegno non sono meno importanti o stimolanti di quelle in cui lavoro direttamente sul metallo o incastono le pietre. Dietro ogni gioiello ci sono ore di lavoro dedicate allo studio delle forme, ai colori, alla ricerca sulle superfici. I gioielli non sono solo un semplice ornamento, possono rappresentare qualcosa di importate sia per chi li ha fatti che per chi li indossa. Possono evocare ricordi, sensazioni, richiamare alla mente immagini. Mi piace pensare che i miei gioielli mi rappresentino e che riflettano i miei gusti. Amo giocare con i contrasti, che siano tra colori o tra superfici, creando comunque sempre un equilibrio. L’insieme di elementi diversi fanno si che le mie creazioni non abbiano sempre lo stesso stile, ma ciò che per me è importante è che il gioiello rifletta i cambiamenti, la mia personalità, le esperienze. Credo che l’ispirazione nasca dalla creazione stessa, viene alimentata dal lavoro, lo spunto per fare qualcosa di nuovo è per me fare, qualsiasi cosa ciò possa significare. Disegnare, giocare con i colori, con i materiali, creare immagini che rimandano ad altro, pensieri e associazioni mentali che alla fine si spiegano in un gioiello. Le fonti di ispirazione sono ovunque attorno a noi, la natura, l’arte, le persone, tutto ciò che ci comunica emozioni e idee si può trasformare.

Come hai affrontato gli ultimi mesi di stop dovuti alla pandemia? Sono stati proficui per la tua ricerca? Se sì, in che modo?

Il periodo della pandemia è stato per me l’inizio di una fase nuova, di grandi cambiamenti, il lavoro ha preso una direzione diversa, mi sono concentrata su ciò che potevo realizzare a casa, mi sono presa il tempo di cui avevo bisogno per sviluppare nuove idee, ho passato ore a disegnare e dipingere riappropriandomi del piacere di farlo senza pensare al prodotto finale. Da questo periodo è nato un album con così tanti progetti e spunti su cui lavorare che ancora non ho avuto modo e tempo di svilupparli a pieno.

Ci parli della Collezione Blume?

La collezione “Blume” (fiori) è appunto ispirata alla natura. Questa collezione ideata per la finale di Martelive non volevo ricreasse delle forme naturali, organiche, volevo piuttosto che fosse la forza espressiva del colore ad essere protagonista. Come in un immaginario bouquet di fiori ho giocato con la varietà di forme, con il loro movimento, con le tante sfumature di colore offerte dalle pietre sintetiche e ho chiuso tutto in forme semplici e lineari. Come per i fiori recisi che vengono ordinati in una composizione in cui anche se privi di radici e destinati ad appassire ancora esprimono la loro bellezza, anche in questa collezione ho voluto porre l’accento ancora una volta sul contrasto in questo caso tra la libertà di espressione rappresentata dal colore e gli schemi precostituiti di forme in cui si è costretti a stare.

Che materie e materiali utilizzi per le tue creazioni?

I miei gioielli sono realizzati in bronzo e argento con la tecnica della fusione a cera persa e rifiniti a mano. Amo usare le pietre, sia naturali che sintetiche, sia tagliate che grezze. Mi piace incastonare le pietre e a volte questo si rivela una sfida, a seconda della pietra e della complessità del lavoro. Amando il colore a volte utilizzo anche oggetti o materiali che non sono preziosi, come ad esempio il vetro o la ceramica, che sono altrettanto interessanti.

Come è stata la tua esperienza al MArteLive?

E’ stato bello partecipare a Martelive, sono stata piacevolmente sorpresa da questa esperienza e chiaramente gratificata dal risultato ottenuto, non me lo aspettavo. E’ stato soprattutto stimolante dal punto di vista creativo dato che ho realizzato due nuove collezioni per questa occasione, anche se in due diversi momenti del concorso. Mi ha fatto piacere poter mostrare ciò che faccio a nuove persone e in un contesto diverso, trovo che il confronto sia sempre positivo. Inoltre ho incontrato persone molto disponibili e appassionate, non vedo l’ora di partecipare alla Biennale ad ottobre.

Progetti per il futuro…

Sicuramente tra i progetti futuri c’è la creazione di uno shop on line, e questo sicuramente assorbirà gran parte delle mie energie. Contemporaneamente continuerò a lavorare come sempre cercando di dedicarmi a progetti mirati e non sarebbe male anche partecipare ad un altro concorso.

 

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