Fernando Botero. La grande mostra a Palazzo Bonaparte
Tempo stimato per la lettura: 3 minuti
«La mia ambizione era di essere un pittore, e soltanto un pittore. Ho cominciato a dipingere a quattordici anni e da allora non c’è stato nulla che sia riuscito a farmi smettere. Vivo con una costante fame d’arte. Aspiro a esplorare i problemi fondamentali della pittura. Non ho mai trovato altro nella vita che mi causi altrettanto piacere».
Sono le parole di Fernando Botero, al quale è dedicata la prima e più completa retrospettiva di pittura mai realizzata in Italia. A un anno dalla sua scomparsa, Palazzo Bonaparte a Roma rende omaggio, dal 17 settembre 2024 al 19 gennaio 2025, a uno degli artisti più amati dal grande pubblico internazionale, Fernando Botero.
Oltre 120 opere tra dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture e alcuni straordinari inediti, prestati eccezionalmente solo per questa mostra, sono esposte per evidenziare la maestria con cui Botero ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera artistica.
Un artista inconfondibile
Autore di opere iconiche e nell’immaginario di tutti, Botero, nato in Colombia nel 1932, inizia a dipingere da giovanissimo, quando lascia la scuola per matador per diventare un artista, ma si impone sulla scena artistica internazionale a partire dal 1961, quando il Museum of Modern Art di New York decide di acquistare il suo Monna Lisa all’età di dodici anni (1959), momento in cui comincia un tour di successo in giro per il mondo e la sua fama cresce in modo esponenziale.
Le forme monumentali dei suoi soggetti e le fisicità corpulente sono da sempre il suo marchio iconico, ciò che ha reso il suo stile unico e immediatamente risconoscibile: Botero rappresenta sulle sue tele l’opulenza delle forme, il volume insieme all’uso iperespressivo del colore, quell’abbondanza che è anche positività, ricchezza e vita.
La straordinaria relazione tra Botero e l’Italia
La mostra, che racconta oltre 60 anni di carriera artistica, è curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera. Per la figlia dell’artista, quest’esposizione: «È un’occasione straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre in Italia, un Paese che ha significato molto per lui e per il suo lavoro ».
«In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua “metamorfosi”. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano» aggiunge Cristina Carrillo de Albornoz.
Omaggio a Mantegna
La mostra, che esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l’Italia, si apre con un’opera importantissima e mai esposta prima: Omaggio a Mantegna (1958), prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s. Affascinato dall’affresco della “Camera degli sposi” di Mantegna nel Palazzo di Mantova, Botero riprese la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal suo segretario, Marsilio Andreasi. Una scena che Botero trasformò in un’opera tutta sua, in cui esaltò la monumentalità e il colore eccezionale, vincendo con questo quadro il primo premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958.
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Fernando Botero. La grande mostra a Palazzo Bonaparte
Tempo stimato per la lettura: 9 minuti
«La mia ambizione era di essere un pittore, e soltanto un pittore. Ho cominciato a dipingere a quattordici anni e da allora non c’è stato nulla che sia riuscito a farmi smettere. Vivo con una costante fame d’arte. Aspiro a esplorare i problemi fondamentali della pittura. Non ho mai trovato altro nella vita che mi causi altrettanto piacere».
Sono le parole di Fernando Botero, al quale è dedicata la prima e più completa retrospettiva di pittura mai realizzata in Italia. A un anno dalla sua scomparsa, Palazzo Bonaparte a Roma rende omaggio, dal 17 settembre 2024 al 19 gennaio 2025, a uno degli artisti più amati dal grande pubblico internazionale, Fernando Botero.
Oltre 120 opere tra dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture e alcuni straordinari inediti, prestati eccezionalmente solo per questa mostra, sono esposte per evidenziare la maestria con cui Botero ha lavorato con tecniche diverse nel corso della sua carriera artistica.
Un artista inconfondibile
Autore di opere iconiche e nell’immaginario di tutti, Botero, nato in Colombia nel 1932, inizia a dipingere da giovanissimo, quando lascia la scuola per matador per diventare un artista, ma si impone sulla scena artistica internazionale a partire dal 1961, quando il Museum of Modern Art di New York decide di acquistare il suo Monna Lisa all’età di dodici anni (1959), momento in cui comincia un tour di successo in giro per il mondo e la sua fama cresce in modo esponenziale.
Le forme monumentali dei suoi soggetti e le fisicità corpulente sono da sempre il suo marchio iconico, ciò che ha reso il suo stile unico e immediatamente risconoscibile: Botero rappresenta sulle sue tele l’opulenza delle forme, il volume insieme all’uso iperespressivo del colore, quell’abbondanza che è anche positività, ricchezza e vita.
La straordinaria relazione tra Botero e l’Italia
La mostra, che racconta oltre 60 anni di carriera artistica, è curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera. Per la figlia dell’artista, quest’esposizione: «È un’occasione straordinaria per celebrare il primo anniversario della morte di mio padre in Italia, un Paese che ha significato molto per lui e per il suo lavoro ».
«In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua “metamorfosi”. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano» aggiunge Cristina Carrillo de Albornoz.
Omaggio a Mantegna
La mostra, che esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l’Italia, si apre con un’opera importantissima e mai esposta prima: Omaggio a Mantegna (1958), prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s. Affascinato dall’affresco della “Camera degli sposi” di Mantegna nel Palazzo di Mantova, Botero riprese la scena della corte dei Gonzaga in cui Ludovico è raffigurato seduto mentre riceve una lettera dal suo segretario, Marsilio Andreasi. Una scena che Botero trasformò in un’opera tutta sua, in cui esaltò la monumentalità e il colore eccezionale, vincendo con questo quadro il primo premio al Salone Nazionale di Pittura della Colombia nel 1958.
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