Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere alla Galleria Modernissimo di Bologna

Tempo stimato per la lettura: 5,8 minuti
Sulle tracce di Georges Simenon: una mostra alla ricerca delle radici del genio, attraverso i suoi stessi viaggi, le sue carte, i film tratti dalle sue opere, le fotografie che ha realizzato durante i suoi reportage in Francia, in Europa, in Africa, in tutto il mondo. Assisteremo alla nascita di Georges Sim (così si firmava spesso il giovane agli esordi) e conosceremo Georges Simenon, il creatore di Maigret, l’autore dei “romanzi duri”, il romanziere che si comportava da editore, il liégeois diventato cittadino del mondo, lo scrittore che cercando sé stesso seppe raccontare le paure, le ossessioni, le atmosfere del Secolo breve.
Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere è infatti il titolo della mostra, a cura di Gian Luca Farinelli e John Simenon, con le scenografie di Giancarlo Basili, che la Cineteca di Bologna allestisce dal 10 aprile 2025 all’8 febbraio 2026 negli spazi della Galleria Modernissimo, nel cuore della città, in Piazza Maggiore: una mostra che giunge dopo un lavoro decennale svolto sull’archivio custodito dal figlio dello scrittore, John Simenon, e che ha il sostegno istituzionale del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna, del Ministero della Cultura e vede la stretta collaborazione con Adelphi Edizioni. Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il main sponsor della mostra è Gruppo Hera, a cui si uniscono gli sponsor Alleanza Coop 3.0, UniCredit e le collaborazioni con Fondazione Bologna Welcome, Trenitalia Tper, Tper, Biblioteche Bologna, Patto per la lettura di Bologna, Rai Teche, Emons Audiolibri.
Gli otto viaggi nelle parole dei curatori
“La mostra è un invito a seguire otto viaggi, otto tappe essenziali alla conquista di un’identità unica,
sia personale, che espressiva. I visitatori sono così invitati ad accompagnare Simenon nei suoi viaggi, materiali e creativi”, raccontano i curatori Gian Luca Farinelli e John Simenon. “Si parte da Liegi, all’inizio dell’Ottocento, che diviene la prima metropoli industriale del continente, laboratorio della modernità. Due anni dopo la nascita di Simenon, nel 1905, Liegi ospita l’Esposizione universale e si autocelebra come una delle capitali del mondo nuovo. Seguiamo quindi il giovane Georges nei suoi primi quattro viaggi simbolici: appunto Liegi, E poi Parigi, dove, assieme alla prima moglie Tigy, vive l’apogeo di una città che, in quel momento, è il centro artistico e creativo del mondo e dove diventa uno dei protagonisti principali, ma talvolta anche contestato, di un fiorentissimo mondo editoriale. Per la coppia, curiosa e affamata di tutto, la capitale francese diventa presto troppo piccola; si apre così la lunga e intensa stagione delle esplorazioni: otto anni nei quali i Simenon, in barca, in treno, in auto, in nave, attraversano la Francia, l’Europa, il Mediterraneo, l’Africa e il mondo. Quarto viaggio: Maigret. Nel 1931 Simenon si riappropria del suo cognome firmando come Georges Simenon Pietr il Lettone, il suo primo Maigret”.“Dopo la guerra – proseguono i curatori –, che Simenon vive in disparte, straniero in un paese occupato, proteggendosi con la moglie e il primo figlio, parte per gli Stati Uniti dove si stabilisce e dove incontra, e poi sposa, la sua seconda moglie, Denyse Ouimet, che gli darà tre figli e l’assisterà nella gestione della sua opera. Questo periodo rappresenta una svolta decisiva, durante la quale tutto cambia nella vita, nei rituali di lavoro e nell’opera di Simenon.
I debutti negli States
È negli Stati Uniti che Simenon inizia la seconda parte della sua esistenza, simboleggiata dai nostri quattro ultimi viaggi, il primo dei quali lo porta ad acquisire lo status di romanziere internazionale. Nel 1955 i Simenon tornano in Europa e, tre anni dopo, si stabiliscono definitivamente in Svizzera. Da quel momento in poi non è più Simenon, ma la sua opera, a viaggiare in tutto il mondo, raggiungendo una fama e una diffusione straordinarie. Il nostro viaggio prosegue in Italia, dove dobbiamo farci accompagnare da Mondadori, che inizia a pubblicare Simenon nel 1932, diventando così il suo primo editore non francofono. Nel 1960, da presidente della giuria del Festival di Cannes, grazie all’amicizia con un altro giurato, Henry Miller, riesce a far assegnare la Palma d’oro alla Dolce vita. Questo episodio segna anche l’inizio di una bella amicizia con Federico Fellini, di cui restano messaggi, telegrammi, fotografie, lettere d’amore che testimoniano un’enorme stima e una profonda conoscenza reciproca. Fellini gli consiglia un nuovo editore italiano, Adelphi dell’amico Roberto Calasso. Il primo volume Adelphi è un inedito in l’Italia, Lettera a mia madre. Esce esattamente quarant’anni fa, nell’aprile 1985. Il penultimo viaggio è forse il più sorprendente, perché pochi scrittori hanno raccontato con tanta precisione e trasparenza il proprio metodo di scrittura. E arriviamo al nostro ultimo viaggio, quello nel cinema e nella televisione, negli adattamenti passati e futuri, perché anche questo è un viaggio pienamente in corso”.
I materiali: rarità e inediti da più di dieci archivi per un racconto visivo
Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere si compone di materiali rari e spesso inediti, riuniti assieme per la prima volta, provenienti da oltre dieci archivi pubblici e privati: manoscritti e dattiloscritti originali dei romanzi più celebri, oggetti del “rito” della scrittura simenoniana (i calendari, le leggendarie “buste gialle” contenenti lo scheletro dei romanzi, le pipe, le matite…), gli album fotografici della prima moglie Tigy, le note personali di Simenon.
Il racconto visivo di Simenon e del suo lavoro sarà affidato a centinaia di fotografie, con una selezione inedita delle migliaia di foto scattate in viaggio dallo stesso Simenon negli anni Trenta. E poi gli album fotografici personali, la corrispondenza con i più grandi letterati, registi, fotografi, editori del Novecento: Gallimard, Mondadori, Gide, Miller, Renoir, Fellini, Truffaut, Tavernier…
La retrospettiva al Cinema Modernissimo
La mostra sarà accompagnata durante i mesi di apertura da una lunga retrospettiva che la Cineteca di Bologna presenterà al Cinema Modernissimo (gioiello d’inizio Novecento che crea un unico spazio sotterraneo con la Galleria Modernissimo), attraversando i vari percorsi che hanno intrecciato il cinema e Georges Simenon. Un viaggio negli angoli più oscuri dell’animo umano, tra nebbie parigine e passionali delitti di provincia, ripercorrendo la fortuna cinematografica delle opere di Simenon, rilette e filtrate attraverso lo sguardo di autori come Melville, Chabrol, Tavernier, Autant-Lara, Duvivier, Decoin, Granier-Deferre, fino ad arrivare alle incursioni contemporanee di Béla Tarr e Mathieu Amalric.
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Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere alla Galleria Modernissimo di Bologna
Tempo stimato per la lettura: 17 minuti
Sulle tracce di Georges Simenon: una mostra alla ricerca delle radici del genio, attraverso i suoi stessi viaggi, le sue carte, i film tratti dalle sue opere, le fotografie che ha realizzato durante i suoi reportage in Francia, in Europa, in Africa, in tutto il mondo. Assisteremo alla nascita di Georges Sim (così si firmava spesso il giovane agli esordi) e conosceremo Georges Simenon, il creatore di Maigret, l’autore dei “romanzi duri”, il romanziere che si comportava da editore, il liégeois diventato cittadino del mondo, lo scrittore che cercando sé stesso seppe raccontare le paure, le ossessioni, le atmosfere del Secolo breve.
Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere è infatti il titolo della mostra, a cura di Gian Luca Farinelli e John Simenon, con le scenografie di Giancarlo Basili, che la Cineteca di Bologna allestisce dal 10 aprile 2025 all’8 febbraio 2026 negli spazi della Galleria Modernissimo, nel cuore della città, in Piazza Maggiore: una mostra che giunge dopo un lavoro decennale svolto sull’archivio custodito dal figlio dello scrittore, John Simenon, e che ha il sostegno istituzionale del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna, del Ministero della Cultura e vede la stretta collaborazione con Adelphi Edizioni. Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il main sponsor della mostra è Gruppo Hera, a cui si uniscono gli sponsor Alleanza Coop 3.0, UniCredit e le collaborazioni con Fondazione Bologna Welcome, Trenitalia Tper, Tper, Biblioteche Bologna, Patto per la lettura di Bologna, Rai Teche, Emons Audiolibri.
Gli otto viaggi nelle parole dei curatori
“La mostra è un invito a seguire otto viaggi, otto tappe essenziali alla conquista di un’identità unica,
sia personale, che espressiva. I visitatori sono così invitati ad accompagnare Simenon nei suoi viaggi, materiali e creativi”, raccontano i curatori Gian Luca Farinelli e John Simenon. “Si parte da Liegi, all’inizio dell’Ottocento, che diviene la prima metropoli industriale del continente, laboratorio della modernità. Due anni dopo la nascita di Simenon, nel 1905, Liegi ospita l’Esposizione universale e si autocelebra come una delle capitali del mondo nuovo. Seguiamo quindi il giovane Georges nei suoi primi quattro viaggi simbolici: appunto Liegi, E poi Parigi, dove, assieme alla prima moglie Tigy, vive l’apogeo di una città che, in quel momento, è il centro artistico e creativo del mondo e dove diventa uno dei protagonisti principali, ma talvolta anche contestato, di un fiorentissimo mondo editoriale. Per la coppia, curiosa e affamata di tutto, la capitale francese diventa presto troppo piccola; si apre così la lunga e intensa stagione delle esplorazioni: otto anni nei quali i Simenon, in barca, in treno, in auto, in nave, attraversano la Francia, l’Europa, il Mediterraneo, l’Africa e il mondo. Quarto viaggio: Maigret. Nel 1931 Simenon si riappropria del suo cognome firmando come Georges Simenon Pietr il Lettone, il suo primo Maigret”.“Dopo la guerra – proseguono i curatori –, che Simenon vive in disparte, straniero in un paese occupato, proteggendosi con la moglie e il primo figlio, parte per gli Stati Uniti dove si stabilisce e dove incontra, e poi sposa, la sua seconda moglie, Denyse Ouimet, che gli darà tre figli e l’assisterà nella gestione della sua opera. Questo periodo rappresenta una svolta decisiva, durante la quale tutto cambia nella vita, nei rituali di lavoro e nell’opera di Simenon.
I debutti negli States
È negli Stati Uniti che Simenon inizia la seconda parte della sua esistenza, simboleggiata dai nostri quattro ultimi viaggi, il primo dei quali lo porta ad acquisire lo status di romanziere internazionale. Nel 1955 i Simenon tornano in Europa e, tre anni dopo, si stabiliscono definitivamente in Svizzera. Da quel momento in poi non è più Simenon, ma la sua opera, a viaggiare in tutto il mondo, raggiungendo una fama e una diffusione straordinarie. Il nostro viaggio prosegue in Italia, dove dobbiamo farci accompagnare da Mondadori, che inizia a pubblicare Simenon nel 1932, diventando così il suo primo editore non francofono. Nel 1960, da presidente della giuria del Festival di Cannes, grazie all’amicizia con un altro giurato, Henry Miller, riesce a far assegnare la Palma d’oro alla Dolce vita. Questo episodio segna anche l’inizio di una bella amicizia con Federico Fellini, di cui restano messaggi, telegrammi, fotografie, lettere d’amore che testimoniano un’enorme stima e una profonda conoscenza reciproca. Fellini gli consiglia un nuovo editore italiano, Adelphi dell’amico Roberto Calasso. Il primo volume Adelphi è un inedito in l’Italia, Lettera a mia madre. Esce esattamente quarant’anni fa, nell’aprile 1985. Il penultimo viaggio è forse il più sorprendente, perché pochi scrittori hanno raccontato con tanta precisione e trasparenza il proprio metodo di scrittura. E arriviamo al nostro ultimo viaggio, quello nel cinema e nella televisione, negli adattamenti passati e futuri, perché anche questo è un viaggio pienamente in corso”.
I materiali: rarità e inediti da più di dieci archivi per un racconto visivo
Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere si compone di materiali rari e spesso inediti, riuniti assieme per la prima volta, provenienti da oltre dieci archivi pubblici e privati: manoscritti e dattiloscritti originali dei romanzi più celebri, oggetti del “rito” della scrittura simenoniana (i calendari, le leggendarie “buste gialle” contenenti lo scheletro dei romanzi, le pipe, le matite…), gli album fotografici della prima moglie Tigy, le note personali di Simenon.
Il racconto visivo di Simenon e del suo lavoro sarà affidato a centinaia di fotografie, con una selezione inedita delle migliaia di foto scattate in viaggio dallo stesso Simenon negli anni Trenta. E poi gli album fotografici personali, la corrispondenza con i più grandi letterati, registi, fotografi, editori del Novecento: Gallimard, Mondadori, Gide, Miller, Renoir, Fellini, Truffaut, Tavernier…
La retrospettiva al Cinema Modernissimo
La mostra sarà accompagnata durante i mesi di apertura da una lunga retrospettiva che la Cineteca di Bologna presenterà al Cinema Modernissimo (gioiello d’inizio Novecento che crea un unico spazio sotterraneo con la Galleria Modernissimo), attraversando i vari percorsi che hanno intrecciato il cinema e Georges Simenon. Un viaggio negli angoli più oscuri dell’animo umano, tra nebbie parigine e passionali delitti di provincia, ripercorrendo la fortuna cinematografica delle opere di Simenon, rilette e filtrate attraverso lo sguardo di autori come Melville, Chabrol, Tavernier, Autant-Lara, Duvivier, Decoin, Granier-Deferre, fino ad arrivare alle incursioni contemporanee di Béla Tarr e Mathieu Amalric.
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