Gertrude Stein e Pablo Picasso. L’invenzione del linguaggio
Tempo stimato per la lettura: 3,2 minuti
In occasione della celebrazione del 50° anniversario della morte di Picasso, il Museo del Lussemburgo propone una grande mostra sulla storia di un’amicizia straordinaria tra due icone del XX° secolo, Pablo Picasso e Gertrude Stein, curata da Cécile Debray, direttrice del Musée Picasso, e la storica dell’arte Assia Quesnel.
Gertrude Stein e Pablo Picasso L’invenzione del linguaggio, dal 13 settembre 2023 al 28 gennaio 2024, vuole dare una nuova visione, documentata, sull’opera poetica poco conosciuta di Gertrude Stein, in rapporto ai dipinti e alle sculture di Picasso. Questa mostra è prevista nell’ambito della Celebrazione Picasso 1973-2023, coordinata dal Musée national Picasso-Paris, che in questa occasione condivide la sua collezione attraverso il prestito eccezionale di 26 opere della sua collezione.
Due culture, un nuovo linguaggio
L’esposizione è strutturata in due parti ben distinte, di cui solo la figura della scrittrice e collezionista Gertrude Stein garantisce la coerenza. Una presenza necessaria per rendere non convenzionale l’omaggio al pittore spagnolo: per mostrare come abbia introdotto una rivoluzione decisiva per le arti del XX° secolo.
Il “Paris Moment” (rue de Fleurus e rue Christine, a due passi dal Museo del Lussemburgo che frequenta assiduamente). L’influenza di questo dialogo sull’arte statunitense costituisce la seconda parte del viaggio, il “American Moment”, con opere emblematiche della scrittura steiniana, dagli anni Cinquanta ai giorni nostri: dal Living Theatre e alle sperimentazioni neodada e fluxus musicale, plastico e teatrale, attraverso l’arte minimalista sul linguaggio anche corporale delle opere neo-concettuali e critiche.
La complicità tra la scrittrice americana e il pittore spagnolo
La mostra illustra come la loro amicizia si sia cristallizzata attorno al loro rispettivo lavoro, su ciò che costituisce la loro pratica letteraria e pittorica: la decomposizione e l’ analisi degli oggetti quotidiani, del linguaggio e della pittura, la serialità, la circolarità e la ripetizione – tante formulazioni e scoperte fondative delle avanguardie pittoriche e letterarie del Novecento. Gertrude Stein è un’immigrata americana, ebrea, scrittrice, poetessa ed esteta omosessuale, che si stabilisce a Parigi – rue de Fleurus – nel 1903 poco dopo l’arrivo di Picasso, giovane artista spagnolo. La loro posizione di stranieri, la loro marginalità sancisce la loro appartenenza al cerchio bohémien parigino e la loro libertà artistica.
La loro influenza determinate sull’arte del XX° secolo
La loro eredità è immensa. Le loro opere vengono viste come armi di critica alla società nordamericana, agli stereotipi e alle disuguaglianze subite dalle donne e dagli afroamericani. Esaminando la loro complicità, la loro inventiva seguendo gli spostamenti di Gertrude Stein tra Parigi e gli Stati Uniti, la mostra permette di delineare un viaggio attraverso approcci concettuali e performativi e critica d’arte, poesia, musica e teatro attraverso grandi figure dell’arte americana, quali – per citarne qualcuna: John Cage, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Merce Cunningham, Nam June Paik, Yvonne Rainer, Lucinda Childs, Trisha Brown, Hanne Darboven, Andy Warhol, Glenn Ligon, Ellen Gallagher e Deborah Kass.
Eventi collaterali
Un programma di performance ideato dal regista Ludovic Lagarde accompagna la mostra per far sentire la scrittura cubista di Gertrude Stein. Questi spettacoli da 30 a 40 minuti avranno luogo presso in occasione del lunedì sera alle 19 e alle 20,30, per tutta la durata dell’apertura al pubblico della mostra (escluse vacanze scolastiche e 2 ottobre) nella sala Tivoli adiacente agli spazi espositivi (su unica presentazione del biglietto della mostra).
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Gertrude Stein e Pablo Picasso. L’invenzione del linguaggio
Tempo stimato per la lettura: 10 minuti
In occasione della celebrazione del 50° anniversario della morte di Picasso, il Museo del Lussemburgo propone una grande mostra sulla storia di un’amicizia straordinaria tra due icone del XX° secolo, Pablo Picasso e Gertrude Stein, curata da Cécile Debray, direttrice del Musée Picasso, e la storica dell’arte Assia Quesnel.
Gertrude Stein e Pablo Picasso L’invenzione del linguaggio, dal 13 settembre 2023 al 28 gennaio 2024, vuole dare una nuova visione, documentata, sull’opera poetica poco conosciuta di Gertrude Stein, in rapporto ai dipinti e alle sculture di Picasso. Questa mostra è prevista nell’ambito della Celebrazione Picasso 1973-2023, coordinata dal Musée national Picasso-Paris, che in questa occasione condivide la sua collezione attraverso il prestito eccezionale di 26 opere della sua collezione.
Due culture, un nuovo linguaggio
L’esposizione è strutturata in due parti ben distinte, di cui solo la figura della scrittrice e collezionista Gertrude Stein garantisce la coerenza. Una presenza necessaria per rendere non convenzionale l’omaggio al pittore spagnolo: per mostrare come abbia introdotto una rivoluzione decisiva per le arti del XX° secolo.
Il “Paris Moment” (rue de Fleurus e rue Christine, a due passi dal Museo del Lussemburgo che frequenta assiduamente). L’influenza di questo dialogo sull’arte statunitense costituisce la seconda parte del viaggio, il “American Moment”, con opere emblematiche della scrittura steiniana, dagli anni Cinquanta ai giorni nostri: dal Living Theatre e alle sperimentazioni neodada e fluxus musicale, plastico e teatrale, attraverso l’arte minimalista sul linguaggio anche corporale delle opere neo-concettuali e critiche.
La complicità tra la scrittrice americana e il pittore spagnolo
La mostra illustra come la loro amicizia si sia cristallizzata attorno al loro rispettivo lavoro, su ciò che costituisce la loro pratica letteraria e pittorica: la decomposizione e l’ analisi degli oggetti quotidiani, del linguaggio e della pittura, la serialità, la circolarità e la ripetizione – tante formulazioni e scoperte fondative delle avanguardie pittoriche e letterarie del Novecento. Gertrude Stein è un’immigrata americana, ebrea, scrittrice, poetessa ed esteta omosessuale, che si stabilisce a Parigi – rue de Fleurus – nel 1903 poco dopo l’arrivo di Picasso, giovane artista spagnolo. La loro posizione di stranieri, la loro marginalità sancisce la loro appartenenza al cerchio bohémien parigino e la loro libertà artistica.
La loro influenza determinate sull’arte del XX° secolo
La loro eredità è immensa. Le loro opere vengono viste come armi di critica alla società nordamericana, agli stereotipi e alle disuguaglianze subite dalle donne e dagli afroamericani. Esaminando la loro complicità, la loro inventiva seguendo gli spostamenti di Gertrude Stein tra Parigi e gli Stati Uniti, la mostra permette di delineare un viaggio attraverso approcci concettuali e performativi e critica d’arte, poesia, musica e teatro attraverso grandi figure dell’arte americana, quali – per citarne qualcuna: John Cage, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Merce Cunningham, Nam June Paik, Yvonne Rainer, Lucinda Childs, Trisha Brown, Hanne Darboven, Andy Warhol, Glenn Ligon, Ellen Gallagher e Deborah Kass.
Eventi collaterali
Un programma di performance ideato dal regista Ludovic Lagarde accompagna la mostra per far sentire la scrittura cubista di Gertrude Stein. Questi spettacoli da 30 a 40 minuti avranno luogo presso in occasione del lunedì sera alle 19 e alle 20,30, per tutta la durata dell’apertura al pubblico della mostra (escluse vacanze scolastiche e 2 ottobre) nella sala Tivoli adiacente agli spazi espositivi (su unica presentazione del biglietto della mostra).
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