HISTORIA: Léo Caillard mette hipsters e veneri in mostra
Tempo stimato per la lettura: 4,4 minuti
HISTORIA è la retrospettiva che la galleria parigina Teodora dedica a Léo Caillard. In esposizione, fino al 23 novembre, la sua ricerca artistica, dal 2014 al 2020, attorno a un’unica tematica: la nozione del tempo.
Léo Caillard è nato a Parigi, nel 1985. Ha iniziato come fotografo, diplomandosi alla scuola Goblin, nel 2006. Successivamente, la sua attenzione si è concentrata sulla storia dell’arte e in particolare sulla scultura. Quello che ha amato fin dall’inizio della fotografia è stato il rapporto con il tempo, la capacità di fermarsi un attimo e offrire una rilettura della realtà. Nell’arte classica, questa connessione temporale è ancora più forte.
Il lavoro di Léo Caillard è polimorfico, mette appunto in connessione queste due forme artistiche: la scultura e la fotografia. Famosa la sua serie Hipsters in Stone in cui ha “vestito” digitalmente alcune statue antiche come degli hipster di oggi. Mescolando epoche diverse e creando anacronismi, invita lo spettatore a riflettere sul presente in confronto con il passato: offre un nuovo sguardo per ripensare la nostra epoca e il nostro futuro.
In mostra alla galleria Teodora per HISTORIA alcuni cliché di questa serie, tra cui un David di Michelangelo con camicia e cronografo al polso. Léo Caillard spiega che per quest’opera, Hipsters in Stone XV, ha avuto l’autorizzazione di usare l’immagine dell’originale capolavoro michelangiolesco, vestendolo al computer, con attenzione a che tutto sembrasse più vero del vero: ombre, pieghe della camicia…Nulla di sacrilego, visto che le statue greco-romane erano spesso policrome, ovvero colorate per riprodurre gli abiti e le acconciature delle persone o delle divinità raffigurate.
La serie Hipsters in Stone è esposta alla galleria Teodora anche nella versione “marmi di Carrara”. Per queste opere, l’artista ha riprodotto alcune sculture antiche e classiche sempre con abiti attuali e alle quali ha aggiunto alcuni accessori trendy: occhiali da sole e berretto. Obiettivo, come per la serie in 2D, quello di mettere in discussione i codici della rappresentazione e dell’identità del nostro tempo.
Grazie alla loro combinazione, inusuale e ironica, di contemporaneo e di storico, le opere invitano a riflettere su cosa sia “classico”, su come e perché si mitizzi qualcosa o qualcuno, ponendo inoltre la questione di quale spazio occupi oggi l’arte nella società.
Nel 2017, Léo Caillard ha compiuto due grandi installazioni pubbliche. Una per gli aeroporti di Parigi, dove ha realizzato un murale, la Traversée du Louvre, che rappresentava una galleria museale in un unico pezzo di 40 metri di lunghezza. Nel 2018, al Kings College di Londra, ha “vestito” le due grandi statue, alte 8 metri, dell’ingresso nord dell’Università per l’esposizione Classical Now.
Del Louvre, alla galleria Teodora, sono presentate due fotografie, due creazioni virtualmente reali. Una di queste offre al pubblico una visione surreale della sala in cui è esposta la Gioconda di Leonardo da Vinci, facendo sorgere dal pavimento alcune piramidi. Un rimando alla piramide dell’architetto Ieoh Ming Pei, ideata per l’ingresso al museo parigino, ma anche all’idea d’enigma, che la stessa Gioconda racchiude preziosamente da secoli nel suo sorriso.
Léo Caillard è un’artista che mette in discussione la storia dell’arte; di grande sensibilità e cultura, le sue opere sono degli scrigni in cui sono custodite diverse referenze. Per la coppia di busti Venus au drapé, sempre in marmo di Carrara, racconta di essersi ispirato all’opera La Vergine velata (1854 n.d.r.) di Giovanni Strazza. Due donne misteriose e seducenti, di cui s’intravedono alcuni lineamenti del volto e i seni turgidi che rimandano piuttosto all’iconografia dei manga. Ancora una volta, Caillard gioca con i diversi canoni “classici”, le “icone” delle varie epoche. Un artista completo che utilizza le nuove tecnologie per i suoi montaggi e che ama enormemente allo stesso tempo scolpire il marmo. I suoi busti nascono da blocchi già sgrossati che intaglia e leviga a mano personalmente.
In questa costante ricerca dedicata al tempo, s’inserisce la serie Green Stone che fa allusione all’usura a cui la materia è sottoposta dal trascorrere delle stagioni. Realizzata durante il confinamento di questa primavera 2020, dovuto alla crisi sanitaria, l’artista mette in scena alcune statue in una foresta, luogo ameno per eccellenza. Su queste statue Kronos ha posato un vestito leggero di muschio e terra. Questi lavori sono il risultato della sovrapposizione, spiega l’artista, di circa 150 immagini. È ciò che accadrebbe se lasciassimo alla natura riprendere i suoi spazi, una sorta di viaggio nel futuro. Un progetto a lungo termine, oggi in una fase di preparazione per qualcosa che poi vorrebbe realizzare in situ. Léo Caillard desidera catturare l’evoluzione tempo e sottolineare l’effimero vissuto anche dal marmo più solido.
Insieme alla sua retrospettiva presso la Galleria Teodora, Caillard esporrà al Museo Dalì, facendo riecheggiare esteticamente le opere dell’artista spagnolo e il suo rapporto con l’antichità.
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HISTORIA: Léo Caillard mette hipsters e veneri in mostra
Tempo stimato per la lettura: 13 minuti
HISTORIA è la retrospettiva che la galleria parigina Teodora dedica a Léo Caillard. In esposizione, fino al 23 novembre, la sua ricerca artistica, dal 2014 al 2020, attorno a un’unica tematica: la nozione del tempo.
Léo Caillard è nato a Parigi, nel 1985. Ha iniziato come fotografo, diplomandosi alla scuola Goblin, nel 2006. Successivamente, la sua attenzione si è concentrata sulla storia dell’arte e in particolare sulla scultura. Quello che ha amato fin dall’inizio della fotografia è stato il rapporto con il tempo, la capacità di fermarsi un attimo e offrire una rilettura della realtà. Nell’arte classica, questa connessione temporale è ancora più forte.
Il lavoro di Léo Caillard è polimorfico, mette appunto in connessione queste due forme artistiche: la scultura e la fotografia. Famosa la sua serie Hipsters in Stone in cui ha “vestito” digitalmente alcune statue antiche come degli hipster di oggi. Mescolando epoche diverse e creando anacronismi, invita lo spettatore a riflettere sul presente in confronto con il passato: offre un nuovo sguardo per ripensare la nostra epoca e il nostro futuro.
In mostra alla galleria Teodora per HISTORIA alcuni cliché di questa serie, tra cui un David di Michelangelo con camicia e cronografo al polso. Léo Caillard spiega che per quest’opera, Hipsters in Stone XV, ha avuto l’autorizzazione di usare l’immagine dell’originale capolavoro michelangiolesco, vestendolo al computer, con attenzione a che tutto sembrasse più vero del vero: ombre, pieghe della camicia…Nulla di sacrilego, visto che le statue greco-romane erano spesso policrome, ovvero colorate per riprodurre gli abiti e le acconciature delle persone o delle divinità raffigurate.
La serie Hipsters in Stone è esposta alla galleria Teodora anche nella versione “marmi di Carrara”. Per queste opere, l’artista ha riprodotto alcune sculture antiche e classiche sempre con abiti attuali e alle quali ha aggiunto alcuni accessori trendy: occhiali da sole e berretto. Obiettivo, come per la serie in 2D, quello di mettere in discussione i codici della rappresentazione e dell’identità del nostro tempo.
Grazie alla loro combinazione, inusuale e ironica, di contemporaneo e di storico, le opere invitano a riflettere su cosa sia “classico”, su come e perché si mitizzi qualcosa o qualcuno, ponendo inoltre la questione di quale spazio occupi oggi l’arte nella società.
Nel 2017, Léo Caillard ha compiuto due grandi installazioni pubbliche. Una per gli aeroporti di Parigi, dove ha realizzato un murale, la Traversée du Louvre, che rappresentava una galleria museale in un unico pezzo di 40 metri di lunghezza. Nel 2018, al Kings College di Londra, ha “vestito” le due grandi statue, alte 8 metri, dell’ingresso nord dell’Università per l’esposizione Classical Now.
Del Louvre, alla galleria Teodora, sono presentate due fotografie, due creazioni virtualmente reali. Una di queste offre al pubblico una visione surreale della sala in cui è esposta la Gioconda di Leonardo da Vinci, facendo sorgere dal pavimento alcune piramidi. Un rimando alla piramide dell’architetto Ieoh Ming Pei, ideata per l’ingresso al museo parigino, ma anche all’idea d’enigma, che la stessa Gioconda racchiude preziosamente da secoli nel suo sorriso.
Léo Caillard è un’artista che mette in discussione la storia dell’arte; di grande sensibilità e cultura, le sue opere sono degli scrigni in cui sono custodite diverse referenze. Per la coppia di busti Venus au drapé, sempre in marmo di Carrara, racconta di essersi ispirato all’opera La Vergine velata (1854 n.d.r.) di Giovanni Strazza. Due donne misteriose e seducenti, di cui s’intravedono alcuni lineamenti del volto e i seni turgidi che rimandano piuttosto all’iconografia dei manga. Ancora una volta, Caillard gioca con i diversi canoni “classici”, le “icone” delle varie epoche. Un artista completo che utilizza le nuove tecnologie per i suoi montaggi e che ama enormemente allo stesso tempo scolpire il marmo. I suoi busti nascono da blocchi già sgrossati che intaglia e leviga a mano personalmente.
In questa costante ricerca dedicata al tempo, s’inserisce la serie Green Stone che fa allusione all’usura a cui la materia è sottoposta dal trascorrere delle stagioni. Realizzata durante il confinamento di questa primavera 2020, dovuto alla crisi sanitaria, l’artista mette in scena alcune statue in una foresta, luogo ameno per eccellenza. Su queste statue Kronos ha posato un vestito leggero di muschio e terra. Questi lavori sono il risultato della sovrapposizione, spiega l’artista, di circa 150 immagini. È ciò che accadrebbe se lasciassimo alla natura riprendere i suoi spazi, una sorta di viaggio nel futuro. Un progetto a lungo termine, oggi in una fase di preparazione per qualcosa che poi vorrebbe realizzare in situ. Léo Caillard desidera catturare l’evoluzione tempo e sottolineare l’effimero vissuto anche dal marmo più solido.
Insieme alla sua retrospettiva presso la Galleria Teodora, Caillard esporrà al Museo Dalì, facendo riecheggiare esteticamente le opere dell’artista spagnolo e il suo rapporto con l’antichità.
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