I fremiti dell’anima di Chiharu Shiota

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 14 Dicembre 2024

Tempo stimato per la lettura: 3,6 minuti

120 opere, 7 installazioni monumentali, chilometri di fili rossi, neri e bianchi, che si intrecciano all’infinito in una potente metafora delle nostre relazioni umane. È la mostra The Soul Trembles dell’artista giapponese Chiharu Shiota che investe il Grand Palais, dall’11 dicembre 2024 al 19 marzo 2025.

Nata a Osaka, in Giappone, nel 1972, Chiharu Shiota vive e lavora a Berlino. Unisce prestazioni, body art e installazioni in un unico processo che pone il corpo al centro. Chiharu Shiota espone in tutto il mondo. Nel 2015, Chiharu Shiota ha rappresentato il Giappone alla Biennale di Venezia.

Le sue creazioni proteiformi esplorano le nozioni della temporalità, del movimento, della memoria e sogno, che richiede sia mentale che corpo dello spettatore.

In principio era la pittura

Chiharu Shiota ha sempre cercato una connessione tra la sua vita e la pittura. La voglia di muoversi all’interno del dipinto, l’ha condotta all’inizio verso una prima performance nel 1994 Becoming Painting. È un’opera fisica liberatoria fondatrice del resto del suo lavoro. In questa pratica artistica, il corpo è al centro e inizia a muoversi. Lo smalto rosso utilizzato da Chiharu in questa performance scorre e la riveste. Questo materiale, che ricorda il sangue e la vitalità viene sostituita, lo stesso anno, dal filo nelle installazioni che scaturiscono nello spazio.

Dalla pittura all’installazione

Dalla metà degli anni ’90 l’artista produce installazioni di fili di lana intrecciati, creazione reti grafiche spettacolari, attraverso da cui il visitatore deve ritrovare la sua e la sua strada posto. Queste tele gigantesche avvolgono molto spesso oggetti di uso quotidiano (sedie, letti, pianoforti, vestiti, ecc.) e ti invitano a un viaggio maestoso, onirico. Se l’arte dell’intreccio fatto la sua reputazione, la pratica dell’artista si estende anche scultura, fotografia, video e disegno, di cui la mostra presenterà un corpus.

Shiota Chiharu e il teatro

Dal 2003, Shiota Chiharu ha creato scenografie per 9 produzioni liriche e teatrali. La scenografia è arte organizzare un palcoscenico con scenografie per opere liriche, spettacoli teatrali e balletti.

Questo spazio è fisicamente occupato dai cantanti, i ballerini e attori, che cambia completamente il contesto in relazione alle mostre che questo artista produce. I suoi progetti costituiscono una produzione distinta nella sua pratica artistico.

Un’immersione spazio temporale

Presente nel 2022 al Museo nazionale delle arti asiatiche – Guimet, l’opera Reflection of Space and Time (2018/2024) permette al pubblico, grazie a un gioco di specchi, di “entrare” dentro girarci intorno. Due abiti bianchi cuciti dall’artista stessa e appesi un cubo di metallo pieno di fili neri intrecciati. Come una tenda, li nasconde un po’ come un lontano ricordo. Gli abiti sono presenti ma inaccessibili, tuttavia, degli specchi riflettono l’immagine degli spettatori e danno la sensazione di poter entrare nell’opera. Per Chiharu, i vestiti fanno parte di una persona tanto quanto una seconda pelle. Velati dal fitto intreccio di fili, gli abiti vivere e sostituire il corpo reale.

Leggi anche L’arte avvolgente ed evocativa di Chiharu Shiota

Dall’altra parte della finestra

L’installazione senza fili, Inside – Outside (2008/2024), sembra un muro costruito interamente con finestre usate. La città di Berlino, dove l’artista vive e lavora dal 1999, è stata divisa in due per 28 anni da un “muro”, fino al suo crollo nel 1989. Chiharu Shiota trova scioccante che le persone, talvolta di una stessa famiglia, siano state separate e costrette a guardare dall’altra parte della città solo attraverso la finestra.

Per l’artista giapponese, se i vestiti sono una seconda pelle, gli spazi di vita (i muri, le porte e le finestre) che ci circondano fisicamente costituiscono il terzo strato d’epidermide.

Aspettando…

La monumentale installazione finale, che l’artista ha dovuto adattare alle esigenze del palazzo storico parigino, è una serie di valigie appese al soffitto. Di diverse dimensioni, potrebbero essere appartenute a uomini, donne, bambini. Sono il simbolo di un lungo viaggio, e come spiega l’artista a vivicreativo di un’attesa perenne.

«Le persone lasciano la loro città natale con una destinazione in testa. Vivendo in mezzo a persone di nazionalità differenti, dimentico talvolta di essere giapponese».

 

 

Articoli recenti

condividi su

Gabriele Basilico. Roma a Palazzo Altemps
I bambini visti da Steve McCurry a Palazzo dei Priori di Fermo
SEOCHECKER TOOL ANALISI SEO

Related Posts

I fremiti dell’anima di Chiharu Shiota

Published On: 14 Dicembre 2024

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 11 minuti

120 opere, 7 installazioni monumentali, chilometri di fili rossi, neri e bianchi, che si intrecciano all’infinito in una potente metafora delle nostre relazioni umane. È la mostra The Soul Trembles dell’artista giapponese Chiharu Shiota che investe il Grand Palais, dall’11 dicembre 2024 al 19 marzo 2025.

Nata a Osaka, in Giappone, nel 1972, Chiharu Shiota vive e lavora a Berlino. Unisce prestazioni, body art e installazioni in un unico processo che pone il corpo al centro. Chiharu Shiota espone in tutto il mondo. Nel 2015, Chiharu Shiota ha rappresentato il Giappone alla Biennale di Venezia.

Le sue creazioni proteiformi esplorano le nozioni della temporalità, del movimento, della memoria e sogno, che richiede sia mentale che corpo dello spettatore.

In principio era la pittura

Chiharu Shiota ha sempre cercato una connessione tra la sua vita e la pittura. La voglia di muoversi all’interno del dipinto, l’ha condotta all’inizio verso una prima performance nel 1994 Becoming Painting. È un’opera fisica liberatoria fondatrice del resto del suo lavoro. In questa pratica artistica, il corpo è al centro e inizia a muoversi. Lo smalto rosso utilizzato da Chiharu in questa performance scorre e la riveste. Questo materiale, che ricorda il sangue e la vitalità viene sostituita, lo stesso anno, dal filo nelle installazioni che scaturiscono nello spazio.

Dalla pittura all’installazione

Dalla metà degli anni ’90 l’artista produce installazioni di fili di lana intrecciati, creazione reti grafiche spettacolari, attraverso da cui il visitatore deve ritrovare la sua e la sua strada posto. Queste tele gigantesche avvolgono molto spesso oggetti di uso quotidiano (sedie, letti, pianoforti, vestiti, ecc.) e ti invitano a un viaggio maestoso, onirico. Se l’arte dell’intreccio fatto la sua reputazione, la pratica dell’artista si estende anche scultura, fotografia, video e disegno, di cui la mostra presenterà un corpus.

Shiota Chiharu e il teatro

Dal 2003, Shiota Chiharu ha creato scenografie per 9 produzioni liriche e teatrali. La scenografia è arte organizzare un palcoscenico con scenografie per opere liriche, spettacoli teatrali e balletti.

Questo spazio è fisicamente occupato dai cantanti, i ballerini e attori, che cambia completamente il contesto in relazione alle mostre che questo artista produce. I suoi progetti costituiscono una produzione distinta nella sua pratica artistico.

Un’immersione spazio temporale

Presente nel 2022 al Museo nazionale delle arti asiatiche – Guimet, l’opera Reflection of Space and Time (2018/2024) permette al pubblico, grazie a un gioco di specchi, di “entrare” dentro girarci intorno. Due abiti bianchi cuciti dall’artista stessa e appesi un cubo di metallo pieno di fili neri intrecciati. Come una tenda, li nasconde un po’ come un lontano ricordo. Gli abiti sono presenti ma inaccessibili, tuttavia, degli specchi riflettono l’immagine degli spettatori e danno la sensazione di poter entrare nell’opera. Per Chiharu, i vestiti fanno parte di una persona tanto quanto una seconda pelle. Velati dal fitto intreccio di fili, gli abiti vivere e sostituire il corpo reale.

Leggi anche L’arte avvolgente ed evocativa di Chiharu Shiota

Dall’altra parte della finestra

L’installazione senza fili, Inside – Outside (2008/2024), sembra un muro costruito interamente con finestre usate. La città di Berlino, dove l’artista vive e lavora dal 1999, è stata divisa in due per 28 anni da un “muro”, fino al suo crollo nel 1989. Chiharu Shiota trova scioccante che le persone, talvolta di una stessa famiglia, siano state separate e costrette a guardare dall’altra parte della città solo attraverso la finestra.

Per l’artista giapponese, se i vestiti sono una seconda pelle, gli spazi di vita (i muri, le porte e le finestre) che ci circondano fisicamente costituiscono il terzo strato d’epidermide.

Aspettando…

La monumentale installazione finale, che l’artista ha dovuto adattare alle esigenze del palazzo storico parigino, è una serie di valigie appese al soffitto. Di diverse dimensioni, potrebbero essere appartenute a uomini, donne, bambini. Sono il simbolo di un lungo viaggio, e come spiega l’artista a vivicreativo di un’attesa perenne.

«Le persone lasciano la loro città natale con una destinazione in testa. Vivendo in mezzo a persone di nazionalità differenti, dimentico talvolta di essere giapponese».

 

 

SEOCHECKER TOOL ANALISI SEO