Il sole sorgerà di Ayat Najafi esce nelle sale francesi il 12 marzo 2025

About the Author: Cristina Biordi

Published On: 8 Marzo 2025

Tempo stimato per la lettura: 2,9 minuti

Teheran, ottobre 2022. Una compagnia teatrale prova la commedia greca Lisistrata di Aristofane. Durante una scena in cui gli anziani prendono d’assalto l’Acropoli conquistata dalle donne di Atene, la troupe scopre di essere circondata dalla polizia antisommossa che sta marciando intorno all’edificio per reprimere una grande manifestazione. Le prove sono intense ma di fronte all’agitazione esterna sorgono domande all’interno della troupe: dovremmo continuare a provare uno spettacolo quando la violenza è vicina?

Il sole sorgerà di Ayat Najafi, che esce nelle sale francesi il 12 marzo 2025, denuncia senza compromessi le devastazioni della dittatura iraniana. Girato clandestinamente durante le manifestazioni seguite alla morte in detenzione di Mahsa Amini, una giovane donna arrestata per essersi rifiutata di indossare il velo.

Il ruolo dell’arte nel tempo della rivoluzione

Ayat Najafi (nato il 23 settembre 1973 a Teheran) è un regista, documentarista, sceneggiatore e produttore iraniano. Ha studiato teatro e sociologia, iniziando la sua carriera, soprattutto come assistente alla regia, ma anche come costumista in diversi teatri. Dal teatro passa al cinema capendo che così aveva la possibilità di parlare molte più persone che come regista teatrale.

Per evitare di mettere in pericolo l’incolumità degli interpreti, il regista non mostra quasi mai i loro volti, e filma gambe e piedi, che a volte si sfiorano voluttuosamente, in un’audacia erotica inimmaginabile per il cinema iraniano. L’anonimato per proteggere gli attori dalle ritorsioni del regime.

La genesi del documentario raccontata dal produttore

«Nel 2022, il regista Ayat Najafi ha lasciato Berlino per fare un po’ di scouting per When I Was a Bird, un progetto che avrei dovuto produrre, spiega Angelo Laudisa ( Rosebud Entertainment Pictures ) Produttore cinematografico. «Non abbiamo potuto continuare perché è scoppiata la rivoluzione. Decise quindi di rimanere a Teheran dove, prima di partire per la Germania, diede occasionalmente lezioni di teatro. Mi suggerì di realizzare un film su ciò che stava accadendo, basato su un’opera teatrale, ” Lisistrata “, che può essere considerata la prima opera teatrale femminista della storia.

È stata una vera avventura, perché abbiamo portato con noi il disco rigido in una valigia diplomatica. Ayat e io abbiamo comunicato per più di due mesi tramite messaggi in codice. (abbiamo chiamato il film Farangis, un personaggio mitologico del poema epico persiano tratto dal “Libro dei Re “) Il regista e gli attori rischiano almeno 10 anni di carcere. Abbiamo poi lavorato a Parigi per il montaggio e il resto della post-produzione.»

Donne, Vita, Libertà

Dal 2008 Ayat ha già girato due documentari sulla condizione delle donne iraniane, il primo: Football under cover, in concorso alla Berlinale (raccontava delle donne iraniane che giocano a calcio), poi il film No land’s song sull’impossibilità per le donne di cantare da sole su un palco, uscito nelle sale francesi con Jour 2 Fête nel 2015 (oltre 80.000 spettatori) e che ha partecipato a più di 40 festival, vincendo numerosi premi.

Il suo lavoro è sostenuto da tutte le più importanti attrici iraniane in esilio (Golshifteh Farahani , vincitrice del premio Zar Amir Ebrahimi come migliore attrice a Cannes lo scorso anno, Mina Kavani, attrice dell’ultimo film di Panahi presentato a Venezia lo scorso anno). Per questo film abbiamo il sostegno di Amnesty International e di Arts for Human Rights tramite l’avvocato internazionale Bill Shipsey.

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Published On: 8 Marzo 2025

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 9 minuti

Teheran, ottobre 2022. Una compagnia teatrale prova la commedia greca Lisistrata di Aristofane. Durante una scena in cui gli anziani prendono d’assalto l’Acropoli conquistata dalle donne di Atene, la troupe scopre di essere circondata dalla polizia antisommossa che sta marciando intorno all’edificio per reprimere una grande manifestazione. Le prove sono intense ma di fronte all’agitazione esterna sorgono domande all’interno della troupe: dovremmo continuare a provare uno spettacolo quando la violenza è vicina?

Il sole sorgerà di Ayat Najafi, che esce nelle sale francesi il 12 marzo 2025, denuncia senza compromessi le devastazioni della dittatura iraniana. Girato clandestinamente durante le manifestazioni seguite alla morte in detenzione di Mahsa Amini, una giovane donna arrestata per essersi rifiutata di indossare il velo.

Il ruolo dell’arte nel tempo della rivoluzione

Ayat Najafi (nato il 23 settembre 1973 a Teheran) è un regista, documentarista, sceneggiatore e produttore iraniano. Ha studiato teatro e sociologia, iniziando la sua carriera, soprattutto come assistente alla regia, ma anche come costumista in diversi teatri. Dal teatro passa al cinema capendo che così aveva la possibilità di parlare molte più persone che come regista teatrale.

Per evitare di mettere in pericolo l’incolumità degli interpreti, il regista non mostra quasi mai i loro volti, e filma gambe e piedi, che a volte si sfiorano voluttuosamente, in un’audacia erotica inimmaginabile per il cinema iraniano. L’anonimato per proteggere gli attori dalle ritorsioni del regime.

La genesi del documentario raccontata dal produttore

«Nel 2022, il regista Ayat Najafi ha lasciato Berlino per fare un po’ di scouting per When I Was a Bird, un progetto che avrei dovuto produrre, spiega Angelo Laudisa ( Rosebud Entertainment Pictures ) Produttore cinematografico. «Non abbiamo potuto continuare perché è scoppiata la rivoluzione. Decise quindi di rimanere a Teheran dove, prima di partire per la Germania, diede occasionalmente lezioni di teatro. Mi suggerì di realizzare un film su ciò che stava accadendo, basato su un’opera teatrale, ” Lisistrata “, che può essere considerata la prima opera teatrale femminista della storia.

È stata una vera avventura, perché abbiamo portato con noi il disco rigido in una valigia diplomatica. Ayat e io abbiamo comunicato per più di due mesi tramite messaggi in codice. (abbiamo chiamato il film Farangis, un personaggio mitologico del poema epico persiano tratto dal “Libro dei Re “) Il regista e gli attori rischiano almeno 10 anni di carcere. Abbiamo poi lavorato a Parigi per il montaggio e il resto della post-produzione.»

Donne, Vita, Libertà

Dal 2008 Ayat ha già girato due documentari sulla condizione delle donne iraniane, il primo: Football under cover, in concorso alla Berlinale (raccontava delle donne iraniane che giocano a calcio), poi il film No land’s song sull’impossibilità per le donne di cantare da sole su un palco, uscito nelle sale francesi con Jour 2 Fête nel 2015 (oltre 80.000 spettatori) e che ha partecipato a più di 40 festival, vincendo numerosi premi.

Il suo lavoro è sostenuto da tutte le più importanti attrici iraniane in esilio (Golshifteh Farahani , vincitrice del premio Zar Amir Ebrahimi come migliore attrice a Cannes lo scorso anno, Mina Kavani, attrice dell’ultimo film di Panahi presentato a Venezia lo scorso anno). Per questo film abbiamo il sostegno di Amnesty International e di Arts for Human Rights tramite l’avvocato internazionale Bill Shipsey.

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