Intervista a Carla Lupatelli, vincitrice nella sezione Artigianato Biennale MArteLive

About the Author: Alessia

Carla Lupatelli
Published On: 6 Giugno 2023

Tempo stimato per la lettura: 5,6 minuti

Abbiamo intervistato Carla Lupatelli, vincitrice del concorso Biennale MArteLive nella sezione artigianato.

Carla Lupattelli si laurea nel 2010 presso la Facoltà di Architettura a “La Sapienza”. Inizia a collaborare con diversi studi professionali, coltivando, contemporaneamente, la passione per l’artigianato.

La riflessione critica sulla società contemporanea la spinge a ricercare una forma alternativa di produzione, controcorrente rispetto al modello capitalistico della mera accumulazione, in favore di un processo qualitativo capace di enfatizzare le qualità di ciascun individuo.

Diventa socia della Cooperativa “Occhio del Riciclone”, sperimentando la progettazione e prototipazione di capi di abbigliamento e accessori con materiale di riuso.

Prosegue la sua ricerca utilizzando soprattutto materiale di scarto, come nel progetto Moka Design, dove trasforma vecchie moka in complementi di arredo, che espone durante la Mostra di up-cycling presso la Loggia di Palazzo dei Signori (VI) per il Prisca Pilot Project, presso Impact Hub di Siracusa, presso Eataly durante “il cibo è come un film…protagonista la moda green”.

Nel 2018 inizia a sperimentare la modellazione della materia, trovando nell’argilla l’elemento ideale per la realizzazione del futuro progetto. 

PROGETTI

Il progetto CLAY NOTES vuole dare spazio e dignità all’imperfezione, superare la stereotipizzazione dei corpi, tipica della società contemporanea, che esige bellezze virtuali e prive di originalità.

L’argilla prende forma e acquista movimento nei corpi non perfetti, ma non per questo meno armoniosi, delle “Acrombale”, bambole decorative ispirate al mondo del circo e dell’acrobatica aerea.

Viene data una rappresentazione allegorica dell’attuale società, fondata su un equilibrio instabile e precario, proprio del funambolo che procede in linea retta sospeso nel vuoto, del trapezista nel momento del distacco dal suo trapezio.

Il materiale utilizzato è l’argilla autoindurente, pasta per modellare a base di minerali naturali ed argilla, il cui indurimento avviene lentamente all’aria, senza bisogno di cottura evitando emissioni e consumo di gas, acqua o elettricità. 

Come è stata la tua esperienza in MArteLive?

È stata un’esperienza positiva, costruttiva e gratificante. Lo staff ha dimostrato grande disponibilità e professionalità. Ho avuto modo di confrontarmi con altre figure e grazie a questo ho tratto nuove idee e ispirazione. Il risultato raggiunto mi ha donato soddisfazione e l’orgoglio, nella realizzazione che tanto impegno e sacrificio alla fine ripagano davvero. Questa esperienza mi ha dato una motivazione in più per continuare e sviluppare ulteriormente la mia ricerca e il mio progetto.

Sei architetto ma allo stesso tempo di occupi di diverse attività; hai generato diversi progetti (nel campo dell’artigianato, ma non solo) per superare stereotipi e Questa scelta da cosa è partita? Quale esigenza ti ha mosso?

I miei progetti nascono dalla riflessione critica su diversi aspetti della società contemporanea. In primo luogo le considerazioni sulla produzione industriale e il conseguente accumulo di beni, mi hanno spinto a ricercare una forma alternativa di produzione. La produzione industriale si basa sull’output di un grande quantitativo di prodotti, tutti rientranti in standard dimensionali e qualitativi predefiniti e realizzati da impiegati specializzati. Dal lato opposto si trova il consumatore che, perso nell’incertezza, nella solitudine del tempo, accumula una quantità di cose di cui potrebbe fare tranquillamente a meno, convinto dagli slogan pubblicitari che ribadiscono che la nostra identità è legata ai beni che possediamo. La produzione artigianale, invece, si basa sulla produzione di un piccolo numero di prodotti realizzati a mano da artigiani che si occupano del prodotto dall’inizio alla fine del processo produttivo. In secondo luogo la consapevolezza che la società in cui viviamo è profondamente condizionata dal mito dell’apparire e dai canoni ossessivamente imposti dai media, mi ha mosso verso dei progetti atti a valorizzare gli aspetti fondamentali della persona, quali la personalità, le qualità intellettive, i pregi caratteriali. Si tratta quindi di una netta critica del modello vincente del mondo d’oggi, cioè quello della gioventù e della bellezza.

Come ti definiresti personalmente ed artisticamente?

Sono una persona con un forte pensiero critico, analizzo a fondo fatti e situazioni e per questo definirei la mia arte anche una forma di attivismo.

Qual è il ruolo dell’artigiano nella società dell’oggi, secondo te?

La figura dell’artigiano è fondamentale nell’attuale sterile società per riportare in primo piano l’energia dell’individuo. L’artigiano possiede delle professionalità basate su competenze umane che le macchine non possono rimpiazzare: manualità, ingegno e creatività. Gli oggetti artigianali non sono solo oggetti ma racchiudono mondi fatti di storie ed emozioni, raccontano la fatica dietro alla creazione, i tentativi, la ricerca, la cultura, e rispecchiano i nostri valori e principi. Durante un processo d’acquisto, l’artigiano affida una sua creazione, non sta solo vendendo un prodotto. Al centro della transazione, quindi, non c’è solo il passaggio di denaro ma un contatto umano che si fa foriero di un passaggio di conoscenze, emozioni e storie. Chi compra artigianato, inoltre, compra di meno, ma i prodotti acquistati dureranno di più contribuendo in modo indiretto a generare meno immondizia.

Quali son le tue fonti di ispirazione? – di qualunque genere e in qualsiasi campo

La scelta iniziale del soggetto delle mie opere nasce principalmente dalla mia altra grande passione, cioè l’acrobatica aerea e solo successivamente il progetto assume, anche una valenza sociale. L’ispirazione nasce quindi dal voler rappresentare le posizioni che per anni ho cercato di eseguire in palestra! Lo stile retrò dei costumi dipende da quel senso nostalgico per tempi sicuramente più romantici di quelli attuali.

Come avviene il tuo processo creativo?

Le mie creazioni sono tutte pezzi unici, e per questo ognuna è caratterizzata da un proprio studio preliminare. Analizzo fotografie per delineare l’anatomia del corpo durante l’esecuzione di una determinata posizione acrobatica, studio i costumi. Lavoro poi direttamente sulla materia, saltando il passaggio di eventuali schizzi o bozzetti, ma modellando delle anime in fil di ferro su cui applico l’argilla.

 Cosa farai domani – progetti per il futuro

L’intento è quello di proseguire con questo progetto, cercando di definirlo ulteriormente sotto altri punti di vista. Mi piacerebbe creare un gruppo di lavoro per poter rispondere in modo efficiente alle molte richieste che fortunatamente ricevo.

Carla Lupatelli Instagram

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Intervista a Carla Lupatelli, vincitrice nella sezione Artigianato Biennale MArteLive

Published On: 6 Giugno 2023

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 17 minuti

Abbiamo intervistato Carla Lupatelli, vincitrice del concorso Biennale MArteLive nella sezione artigianato.

Carla Lupattelli si laurea nel 2010 presso la Facoltà di Architettura a “La Sapienza”. Inizia a collaborare con diversi studi professionali, coltivando, contemporaneamente, la passione per l’artigianato.

La riflessione critica sulla società contemporanea la spinge a ricercare una forma alternativa di produzione, controcorrente rispetto al modello capitalistico della mera accumulazione, in favore di un processo qualitativo capace di enfatizzare le qualità di ciascun individuo.

Diventa socia della Cooperativa “Occhio del Riciclone”, sperimentando la progettazione e prototipazione di capi di abbigliamento e accessori con materiale di riuso.

Prosegue la sua ricerca utilizzando soprattutto materiale di scarto, come nel progetto Moka Design, dove trasforma vecchie moka in complementi di arredo, che espone durante la Mostra di up-cycling presso la Loggia di Palazzo dei Signori (VI) per il Prisca Pilot Project, presso Impact Hub di Siracusa, presso Eataly durante “il cibo è come un film…protagonista la moda green”.

Nel 2018 inizia a sperimentare la modellazione della materia, trovando nell’argilla l’elemento ideale per la realizzazione del futuro progetto. 

PROGETTI

Il progetto CLAY NOTES vuole dare spazio e dignità all’imperfezione, superare la stereotipizzazione dei corpi, tipica della società contemporanea, che esige bellezze virtuali e prive di originalità.

L’argilla prende forma e acquista movimento nei corpi non perfetti, ma non per questo meno armoniosi, delle “Acrombale”, bambole decorative ispirate al mondo del circo e dell’acrobatica aerea.

Viene data una rappresentazione allegorica dell’attuale società, fondata su un equilibrio instabile e precario, proprio del funambolo che procede in linea retta sospeso nel vuoto, del trapezista nel momento del distacco dal suo trapezio.

Il materiale utilizzato è l’argilla autoindurente, pasta per modellare a base di minerali naturali ed argilla, il cui indurimento avviene lentamente all’aria, senza bisogno di cottura evitando emissioni e consumo di gas, acqua o elettricità. 

Come è stata la tua esperienza in MArteLive?

È stata un’esperienza positiva, costruttiva e gratificante. Lo staff ha dimostrato grande disponibilità e professionalità. Ho avuto modo di confrontarmi con altre figure e grazie a questo ho tratto nuove idee e ispirazione. Il risultato raggiunto mi ha donato soddisfazione e l’orgoglio, nella realizzazione che tanto impegno e sacrificio alla fine ripagano davvero. Questa esperienza mi ha dato una motivazione in più per continuare e sviluppare ulteriormente la mia ricerca e il mio progetto.

Sei architetto ma allo stesso tempo di occupi di diverse attività; hai generato diversi progetti (nel campo dell’artigianato, ma non solo) per superare stereotipi e Questa scelta da cosa è partita? Quale esigenza ti ha mosso?

I miei progetti nascono dalla riflessione critica su diversi aspetti della società contemporanea. In primo luogo le considerazioni sulla produzione industriale e il conseguente accumulo di beni, mi hanno spinto a ricercare una forma alternativa di produzione. La produzione industriale si basa sull’output di un grande quantitativo di prodotti, tutti rientranti in standard dimensionali e qualitativi predefiniti e realizzati da impiegati specializzati. Dal lato opposto si trova il consumatore che, perso nell’incertezza, nella solitudine del tempo, accumula una quantità di cose di cui potrebbe fare tranquillamente a meno, convinto dagli slogan pubblicitari che ribadiscono che la nostra identità è legata ai beni che possediamo. La produzione artigianale, invece, si basa sulla produzione di un piccolo numero di prodotti realizzati a mano da artigiani che si occupano del prodotto dall’inizio alla fine del processo produttivo. In secondo luogo la consapevolezza che la società in cui viviamo è profondamente condizionata dal mito dell’apparire e dai canoni ossessivamente imposti dai media, mi ha mosso verso dei progetti atti a valorizzare gli aspetti fondamentali della persona, quali la personalità, le qualità intellettive, i pregi caratteriali. Si tratta quindi di una netta critica del modello vincente del mondo d’oggi, cioè quello della gioventù e della bellezza.

Come ti definiresti personalmente ed artisticamente?

Sono una persona con un forte pensiero critico, analizzo a fondo fatti e situazioni e per questo definirei la mia arte anche una forma di attivismo.

Qual è il ruolo dell’artigiano nella società dell’oggi, secondo te?

La figura dell’artigiano è fondamentale nell’attuale sterile società per riportare in primo piano l’energia dell’individuo. L’artigiano possiede delle professionalità basate su competenze umane che le macchine non possono rimpiazzare: manualità, ingegno e creatività. Gli oggetti artigianali non sono solo oggetti ma racchiudono mondi fatti di storie ed emozioni, raccontano la fatica dietro alla creazione, i tentativi, la ricerca, la cultura, e rispecchiano i nostri valori e principi. Durante un processo d’acquisto, l’artigiano affida una sua creazione, non sta solo vendendo un prodotto. Al centro della transazione, quindi, non c’è solo il passaggio di denaro ma un contatto umano che si fa foriero di un passaggio di conoscenze, emozioni e storie. Chi compra artigianato, inoltre, compra di meno, ma i prodotti acquistati dureranno di più contribuendo in modo indiretto a generare meno immondizia.

Quali son le tue fonti di ispirazione? – di qualunque genere e in qualsiasi campo

La scelta iniziale del soggetto delle mie opere nasce principalmente dalla mia altra grande passione, cioè l’acrobatica aerea e solo successivamente il progetto assume, anche una valenza sociale. L’ispirazione nasce quindi dal voler rappresentare le posizioni che per anni ho cercato di eseguire in palestra! Lo stile retrò dei costumi dipende da quel senso nostalgico per tempi sicuramente più romantici di quelli attuali.

Come avviene il tuo processo creativo?

Le mie creazioni sono tutte pezzi unici, e per questo ognuna è caratterizzata da un proprio studio preliminare. Analizzo fotografie per delineare l’anatomia del corpo durante l’esecuzione di una determinata posizione acrobatica, studio i costumi. Lavoro poi direttamente sulla materia, saltando il passaggio di eventuali schizzi o bozzetti, ma modellando delle anime in fil di ferro su cui applico l’argilla.

 Cosa farai domani – progetti per il futuro

L’intento è quello di proseguire con questo progetto, cercando di definirlo ulteriormente sotto altri punti di vista. Mi piacerebbe creare un gruppo di lavoro per poter rispondere in modo efficiente alle molte richieste che fortunatamente ricevo.

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