Intervista a Dito Von Tease, l’autore dei fingerprint portraits

About the Author: Redazione ViviCreativo

IDOLL DALAI LAMA ©ditovontease.com
Published On: 16 Giugno 2015

Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti

Abbiamo intervistato l’italiano Dito Von Tease dipinge volti celebri sulle punte di un dito, l’indice, realizzando dei fingerprint portraits. La sua arte, ironica, colorata e dissacrante, ha conquistato il mondo e, naturalmente, anche noi.

Tre oggetti che definiscono chi sei?

Occhiali in vinile nero, mug verde pastello e iPad mini.

Perché hai deciso di nasconderti dietro un dito?

Volevo creare il mio account Facebook, ma volevo che fosse uno spazio virtuale libero dalle intrusioni dei parenti, dei colleghi e degli “amici”, cosi mi sono nascosto dietro un dito.

La tua straordinaria gallery di personaggi ci svela un’attenzione particolare all’identità, all’immagine, da cosa nasce?

Sono arrivato alla conclusione che occorra accettare di avere un’identità complessa e incoerente. E’ un privilegio che ci dà la postmodernità, quello di poter scegliere i pezzi di un’identità patchwork.

Il tuo nome è un chiaro omaggio a Dita Von Teese, regina del burlesque e del travestimento. Per questo l’hai scelta?

È ispirato a Dita Von Teese, vera esperta nell’arte del travestimento, proprio come i miei “diti”. Il suo “Teese” diventa nel mio caso “Tease”, dall’Inglese “to tease” che significa “stuzzicare”, per invitare ad una riflessione curiosa sul complicato mistero dell’identità personale.

Quale personaggio dell’attualità usa al meglio la sua maschera pubblica?

Papa Francesco sicuramente.

IDOLL PAPA FRANCESCO ©ditovontease.com

IDOLL PAPA FRANCESCO ©ditovontease.com

Ci racconti il processo creativo? 

Un Dito nasce all’improvviso, quando sfoglio una rivista, quando ascolto la radio, quando guardo la tv, quando navigo…tutto il resto è frutto della mia creatività e della magia del fotoritocco. Ogni ritratto è un piccolo e dettagliato prodotto artigianale, che mi impegna dalle 8 alle 16 ore di lavoro.

Musica o silenzio quando realizzi un “dito”?

Un sottofondo musicale aiuta sempre a concentrarsi.

Sappiamo che vivi a Bologna? Quanto ha condizionato la tua arte?

Essere circondati di bellezza, ma questo vale per tutta l’Italia è uno stimolo per la creatività. Bologna è multiculturale e forse la città più europea d’Italia, è un melting pot che influenza inevitabilmente gli artisti, i musicisti, i fumettisti e tutti gli strani ibridi come me . Unica al mondo per i suoi 53 Km di portici, un vero e proprio social network che sta in piedi dal Medioevo.

Se dovessi immaginare una stramba love story tra i tuoi “diti” chi sceglieresti e perché?

Una love story tra Dito Sheldon e Dito Mr T. No comment.

Adesso usi solo il dito indice, ci sono altre parti del corpo che userai nel prossimo futuro? Gli occhi, le labbra, l’ombelico?

Sono passato dalle dita alle bambole con il mio nuovo progetto sui simulacri pop.

La scelta di trasformare le icone pop in bambole sembra amplificare al massimo la mass culture che le ha generate. Una critica o un omaggio?

La rappresentazione delle celebrità nelle sembianze di bambole capovolge e svela il mistero del loro potere: la loro “grandezza” non gli appartiene, ma è gli assegnata dall’investitura, dalla credenza, dalla fiducia popolare. Così gli idoli postmoderni diventano un giocattolo tra le mani dei fan, dei sudditi, dei fedeli, dei cittadini, degli users. Gli stessi idoli sono vittime di questo meccanismo che restituisce di loro un’immagine perfetta con la quale a volte diventa difficile sentirsi all’altezza.

La più bambole delle icone (escludi Marilyn Monroe che bambola lo era anche in carne e ossa almeno nell’immaginario comune)?

Charlie Chaplin. E’ struggente.

IDOLL CHARLIE CHAPLIN ©ditovontease.com

IDOLL CHARLIE CHAPLIN ©ditovontease.com

 

Espressione della creatività per te in una parola, un film e un quadro.

La parola è “wunderkammer”, il film è “Idioti” di Lars Von Trier e l’opera è il “Grande Vetro” di Duchamp.

Marcel Duchamp - Il Grande Vetro

Per conoscere meglio Dito, visitate il suo sito www.ditovontease.com

 

 

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Published On: 16 Giugno 2015

About the Author: Redazione ViviCreativo

Tempo stimato per la lettura: 10 minuti

Abbiamo intervistato l’italiano Dito Von Tease dipinge volti celebri sulle punte di un dito, l’indice, realizzando dei fingerprint portraits. La sua arte, ironica, colorata e dissacrante, ha conquistato il mondo e, naturalmente, anche noi.

Tre oggetti che definiscono chi sei?

Occhiali in vinile nero, mug verde pastello e iPad mini.

Perché hai deciso di nasconderti dietro un dito?

Volevo creare il mio account Facebook, ma volevo che fosse uno spazio virtuale libero dalle intrusioni dei parenti, dei colleghi e degli “amici”, cosi mi sono nascosto dietro un dito.

La tua straordinaria gallery di personaggi ci svela un’attenzione particolare all’identità, all’immagine, da cosa nasce?

Sono arrivato alla conclusione che occorra accettare di avere un’identità complessa e incoerente. E’ un privilegio che ci dà la postmodernità, quello di poter scegliere i pezzi di un’identità patchwork.

Il tuo nome è un chiaro omaggio a Dita Von Teese, regina del burlesque e del travestimento. Per questo l’hai scelta?

È ispirato a Dita Von Teese, vera esperta nell’arte del travestimento, proprio come i miei “diti”. Il suo “Teese” diventa nel mio caso “Tease”, dall’Inglese “to tease” che significa “stuzzicare”, per invitare ad una riflessione curiosa sul complicato mistero dell’identità personale.

Quale personaggio dell’attualità usa al meglio la sua maschera pubblica?

Papa Francesco sicuramente.

IDOLL PAPA FRANCESCO ©ditovontease.com

IDOLL PAPA FRANCESCO ©ditovontease.com

Ci racconti il processo creativo? 

Un Dito nasce all’improvviso, quando sfoglio una rivista, quando ascolto la radio, quando guardo la tv, quando navigo…tutto il resto è frutto della mia creatività e della magia del fotoritocco. Ogni ritratto è un piccolo e dettagliato prodotto artigianale, che mi impegna dalle 8 alle 16 ore di lavoro.

Musica o silenzio quando realizzi un “dito”?

Un sottofondo musicale aiuta sempre a concentrarsi.

Sappiamo che vivi a Bologna? Quanto ha condizionato la tua arte?

Essere circondati di bellezza, ma questo vale per tutta l’Italia è uno stimolo per la creatività. Bologna è multiculturale e forse la città più europea d’Italia, è un melting pot che influenza inevitabilmente gli artisti, i musicisti, i fumettisti e tutti gli strani ibridi come me . Unica al mondo per i suoi 53 Km di portici, un vero e proprio social network che sta in piedi dal Medioevo.

Se dovessi immaginare una stramba love story tra i tuoi “diti” chi sceglieresti e perché?

Una love story tra Dito Sheldon e Dito Mr T. No comment.

Adesso usi solo il dito indice, ci sono altre parti del corpo che userai nel prossimo futuro? Gli occhi, le labbra, l’ombelico?

Sono passato dalle dita alle bambole con il mio nuovo progetto sui simulacri pop.

La scelta di trasformare le icone pop in bambole sembra amplificare al massimo la mass culture che le ha generate. Una critica o un omaggio?

La rappresentazione delle celebrità nelle sembianze di bambole capovolge e svela il mistero del loro potere: la loro “grandezza” non gli appartiene, ma è gli assegnata dall’investitura, dalla credenza, dalla fiducia popolare. Così gli idoli postmoderni diventano un giocattolo tra le mani dei fan, dei sudditi, dei fedeli, dei cittadini, degli users. Gli stessi idoli sono vittime di questo meccanismo che restituisce di loro un’immagine perfetta con la quale a volte diventa difficile sentirsi all’altezza.

La più bambole delle icone (escludi Marilyn Monroe che bambola lo era anche in carne e ossa almeno nell’immaginario comune)?

Charlie Chaplin. E’ struggente.

IDOLL CHARLIE CHAPLIN ©ditovontease.com

IDOLL CHARLIE CHAPLIN ©ditovontease.com

 

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La parola è “wunderkammer”, il film è “Idioti” di Lars Von Trier e l’opera è il “Grande Vetro” di Duchamp.

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