Intervista a Emanuele Longhi: vantaggi della tecnologia responsive
Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti
Emanuele Longhi, project manager di dunp, in questa intervista ci racconta come e perché scegliere un sito responsive.
Siti responsive: puoi raccontarci in cosa consiste la nuova tecnologia per navigare anche da mobile?
Tutto ebbe inizio a partire dall’articolo “Responsive Web Design” di Ethane Marcotte, pubblicato originariamente su “A List Apart” il 25 Maggio 2010.
Marcotte si definisce il primo convinto sostenitore dei layout non fissi, da sempre convinto che questi ultimi siano gli unici a “prova di futuro” semplicemente perché agnostici. Marcotte diede il via ad una corrente di pensiero, tradottasi poi in tecniche progettuali, che hanno portato nel giro di pochi anni all’affermarsi delle tecnologie responsive nello sviluppo di piattaforme web da parte dei developer di tutto il mondo. In cosa consiste? Sostanzialmente in questi anni abbiamo assistito ad una differenziazione dei device attraverso i quali fruire i contenuti web. I formati dello schermo utilizzati da telefoni, ‘phablet’, tablet, desktop, console per videogiochi, TV e dispositivi indossabili sono molteplici e non più quantificabili né prevedibili. I formati dello schermo sono in continua evoluzione ed era quindi importante creare siti capaci di adattarsi a qualsiasi formato presente e futuro. Un sito “responsive” grazie anche al contributo del nuovo linguaggio di markup HTML5 e l’ausilio dei CSS3 risponde a questa odierna esigenza di utenti e dispositivi: la disposizione dei contenuti (menù, testi, immagini e tutto quanto contenuto nella pagina) varia in base alle dimensioni ed alle caratteristiche del dispositivo, eliminando o quantomeno riducendo al minimo la necessità per l’utente di ridimensionare e scorrere i contenuti. Ad esempio, a parità di contenuti, uno smartphone visualizza gli stessi su di una sola colonna mentre un tablet ne adopera due, un pc desktop tre una tv quattro.
Con il mobile, come sono cambiate le abitudini di navigazione e di fruizione in rete da parte dei consumatori?
Dalla lettura dei dati analitici in nostro possesso, studi di settore, ricerche e dati Audiweb nazionali e non (internetWorldStats) ci arriva una forte, chiara ed univoca indicazione: la penetrazione media di dispositivi mobile nei paesi industrializzati è pari a circa il 158% della popolazione stessa, circa il 70% del tempo trascorso sul web da parte degli utenti avviene attraverso un dispositivo smartphone, il 90% degli utenti cerca informazioni locali con il proprio cellulare e ben l’84% delle finalizzazioni di acquisto prodotti avviene con una prima interazione da device non desktop. Oggi quindi molti designer si sono spinti oltre lo sviluppo di siti responsive, prendendo in considerazione il mobile proprio come punto di inizio nello sviluppo del sito stesso. Si parla dunque di tecniche Mobile First, una pratica divenuta famosa anche grazie al libro di Luke Wroblews.
Quando vi accingete a realizzare un sito responsive, quali sono gli elementi dai quali partite? Quali vantaggi ci sono per la tecnologia responsive?
Se da una parte il processo di analisi tecnica, funzionale, di identity e copystrategy è rimasto invariato rispetto al passato, dall’altra il processo di sviluppo è stato quasi completamente rovesciato grazie all’approccio responsive e mobile first. Intanto otterremo un prodotto che sarà sicuramente visualizzabile su ogni device, dagli smartphone ai desktop di ogni dimensioni senza quindi perdere bacino di potenziali utenti. Utilizzando questo approccio, è possibile fin da subito andare a concentrarsi sugli elementi fondamentali, imprescindibili per il sito in questione, sia da un punto di vista di layout grafico che soprattutto di contenuto, per poi aggiungere via via elementi “secondari” nelle versioni non smartphone.
Un dispositivo smartphone ha inoltre bisogno di elementi a portata di dito “finger first”, leggibili, organizzati in modo chiaro e funzionale, deve essere possibile per l’utente utilizzare le funzioni native del proprio device per interagire con il nostro sito: telefonare, mandare sms, mail, visualizzare la mappa ed essere guidati dal navigatore al punto di destinazione prescelto. Attività, queste ultime, impossibili sui siti desktop fino a qualche anno fa.
condividi su
Intervista a Emanuele Longhi: vantaggi della tecnologia responsive
Tempo stimato per la lettura: 10 minuti
Emanuele Longhi, project manager di dunp, in questa intervista ci racconta come e perché scegliere un sito responsive.
Siti responsive: puoi raccontarci in cosa consiste la nuova tecnologia per navigare anche da mobile?
Tutto ebbe inizio a partire dall’articolo “Responsive Web Design” di Ethane Marcotte, pubblicato originariamente su “A List Apart” il 25 Maggio 2010.
Marcotte si definisce il primo convinto sostenitore dei layout non fissi, da sempre convinto che questi ultimi siano gli unici a “prova di futuro” semplicemente perché agnostici. Marcotte diede il via ad una corrente di pensiero, tradottasi poi in tecniche progettuali, che hanno portato nel giro di pochi anni all’affermarsi delle tecnologie responsive nello sviluppo di piattaforme web da parte dei developer di tutto il mondo. In cosa consiste? Sostanzialmente in questi anni abbiamo assistito ad una differenziazione dei device attraverso i quali fruire i contenuti web. I formati dello schermo utilizzati da telefoni, ‘phablet’, tablet, desktop, console per videogiochi, TV e dispositivi indossabili sono molteplici e non più quantificabili né prevedibili. I formati dello schermo sono in continua evoluzione ed era quindi importante creare siti capaci di adattarsi a qualsiasi formato presente e futuro. Un sito “responsive” grazie anche al contributo del nuovo linguaggio di markup HTML5 e l’ausilio dei CSS3 risponde a questa odierna esigenza di utenti e dispositivi: la disposizione dei contenuti (menù, testi, immagini e tutto quanto contenuto nella pagina) varia in base alle dimensioni ed alle caratteristiche del dispositivo, eliminando o quantomeno riducendo al minimo la necessità per l’utente di ridimensionare e scorrere i contenuti. Ad esempio, a parità di contenuti, uno smartphone visualizza gli stessi su di una sola colonna mentre un tablet ne adopera due, un pc desktop tre una tv quattro.
Con il mobile, come sono cambiate le abitudini di navigazione e di fruizione in rete da parte dei consumatori?
Dalla lettura dei dati analitici in nostro possesso, studi di settore, ricerche e dati Audiweb nazionali e non (internetWorldStats) ci arriva una forte, chiara ed univoca indicazione: la penetrazione media di dispositivi mobile nei paesi industrializzati è pari a circa il 158% della popolazione stessa, circa il 70% del tempo trascorso sul web da parte degli utenti avviene attraverso un dispositivo smartphone, il 90% degli utenti cerca informazioni locali con il proprio cellulare e ben l’84% delle finalizzazioni di acquisto prodotti avviene con una prima interazione da device non desktop. Oggi quindi molti designer si sono spinti oltre lo sviluppo di siti responsive, prendendo in considerazione il mobile proprio come punto di inizio nello sviluppo del sito stesso. Si parla dunque di tecniche Mobile First, una pratica divenuta famosa anche grazie al libro di Luke Wroblews.
Quando vi accingete a realizzare un sito responsive, quali sono gli elementi dai quali partite? Quali vantaggi ci sono per la tecnologia responsive?
Se da una parte il processo di analisi tecnica, funzionale, di identity e copystrategy è rimasto invariato rispetto al passato, dall’altra il processo di sviluppo è stato quasi completamente rovesciato grazie all’approccio responsive e mobile first. Intanto otterremo un prodotto che sarà sicuramente visualizzabile su ogni device, dagli smartphone ai desktop di ogni dimensioni senza quindi perdere bacino di potenziali utenti. Utilizzando questo approccio, è possibile fin da subito andare a concentrarsi sugli elementi fondamentali, imprescindibili per il sito in questione, sia da un punto di vista di layout grafico che soprattutto di contenuto, per poi aggiungere via via elementi “secondari” nelle versioni non smartphone.
Un dispositivo smartphone ha inoltre bisogno di elementi a portata di dito “finger first”, leggibili, organizzati in modo chiaro e funzionale, deve essere possibile per l’utente utilizzare le funzioni native del proprio device per interagire con il nostro sito: telefonare, mandare sms, mail, visualizzare la mappa ed essere guidati dal navigatore al punto di destinazione prescelto. Attività, queste ultime, impossibili sui siti desktop fino a qualche anno fa.
seguici su