La Belle Époque parigina di Giovanni Boldini
Tempo stimato per la lettura: 6,4 minuti
Il Petit Palais dedica un’importante mostra, dal 29 marzo al 24 luglio, all’artista italiano Giovanni Boldini (1842-1931), dal titolo Boldini, Les plaisirs et les jours (Boldini, I piaceri e i giorni). L’ultima retrospettiva a lui dedicata in Francia risale a più di sessant’anni fa, ma il virtuoso ritrattista fu una delle più grandi glorie di Parigi a cavallo del XIX e XX secolo, da attento osservatore dell’alta società che ammirava e frequentava.
La mostra ripercorre crono-tematicamente la carriera dell’artista, dalla sua formazione in Italia alla sua lunga carriera a Parigi. Evidenzia i legami di Boldini con la società del suo tempo, la moda e il lusso, le celebrità e l’aristocrazia europea, le modelle e le amanti, gli artisti e gli scrittori. Il Petit Palais presenta l’artista italiano in tutte le sue sfaccettature, dai suoi esordi a Firenze ai suoi lunga carriera a Parigi, dai dipinti di genere ai ritratti mondani, passando per tutta una produzione più intima, gelosamente custodita nel suo studio durante la sua vita. La mostra rende omaggio al pittore dell’eleganza, ma invita anche a scoprire un artista più segreto.
Dall’Italia alla Francia
Una scenografia suggestiva e immersiva accompagna un ricco percorso di 150 opere che uniscono dipinti, disegni, incisioni, costumi e accessori moda in prestito da musei internazionali e numerose collezioni private. Attraverso l’opera di Boldini, la mostra invita i visitatori a rivivere i piaceri della Belle Époque e l’effervescenza di una capitale all’avanguardia della modernità.
Commissarie dell’esposizione Servane Dargnies-de Vitry, curatore di dipinti del XIX secolo presso il Petit Palais e Barbara Guidi, direttrice dei musei di Bassano del Grappa. La mostra beneficia del patrocinio del Ministero della Cultura italiano, del sostegno della Maison Dior e all’eccezionale impegno del Museo Boldini di Ferrara.
Boldini prima di Boldini
Nato a Ferrara nel 1842, Boldini impara l’arte della pittura da suo padre un pittore classico che gli insegna soprattutto l’arte del Rinascimento italiano. quando nel 1862 lascia la provincia di Ferrara per installarsi a Firenze dove si trova la vitalità artistica del periodo. Qui Boldini frequenta i caffè dove incontra i Macchiaioli. In questo periodo Boldini realizza quasi esclusivamente dei ritratti all’interno su sfondo senza messe scena. Viene presto notato per la sua virtuosità e la sua originalità da alcuni aristocratici stranieri.
Dopo alcuni viaggi in Costa Azzurra e Londra, nel 1871 arriva a Parigi. Trascorse gran parte della sua carriera nella Ville lumière. Amico di Edgar Degas, con il quale si reca in Spagna e in Marocco nel 1889, ma anche di Marcel Proust. Frequenta ambienti aristocratici e borghesi godendo in vita di innegabili successi, fino a diventare il ritrattista preferito di una clientela facoltosa e internazionale. In questa capitale della moda, Parigi, non ha eguali per rappresentare principesse e ricche ereditiere abbellite con gli abiti più eleganti.
La modernità e la frenesia della vita parigina
Infatti, Boldini approfitta delle attività dei passatempi offerti dalla capitale francese, delle uscite a teatro tutte le sere, al ristorante, portando sempre con sé le sue matite. Le luci notturne create dalla nuova illuminazione elettrica affascinano così come i movimenti incessanti di questa città che non si ferma mai. I dipinti che realizza dai suoi schizzi, come la scena della festa al Moulin Rouge, testimoniano l’effervescenza che poi conquista la città.
Nei suoi quadri è presente il gusto della messa in scena: ogni particolare è studiato. Le sue tele sembrano dei cortometraggi. Il cinema inizia a fare i suoi primi passi, e il movimento tanto urlato dai Futuristi fa parte dell’arte di Boldini, dal gesto pittorico alla scena dipinta. Infatti, spesso fa posare le modelle nel suo atelier scegliendo i loro gesti e persino quali vestiti debbano indossare.
Arte e letteratura
Boldini afferra in chiave modernissima ma controcorrente delle avanguardie tutto ciò che conta nella capitale francese: ereditiere, principesse, dandy, artisti e scrittori. I suoi ritratti che fissano per sempre la Parigi della Belle Époque sono come gli equivalenti pittorici dei personaggi di À la recherche du temps perdu di Marcel Proust, uno dei suoi più grandi estimatori. Come lo scrittore francese, si mescola alla società che dipinge offrendo un’ampia testimonianza suoi personaggi, i gusti, i costumi e i loro piaceri. Inoltre, l’artista strinse amicizia con il fumettista Georges Goursat detto Sem e il pittore Paul Helleu, tanto che i tre divennero inseparabili.
Un artista di tutti i generi
Se da un lato pensò sempre alla sua carriera, lontano dall’immagine del pittore bohème, realizzando dei lavori che incontrassero i gusti dei comandatari e dei mercanti d’arte, dall’altro non smise mai di avventurarsi in altri generi, in modo quasi segreto. Negli anni precedenti alla Prima guerra mondiale, il suo stile guadagna in energia. La sua tavolozza si illumina, il suo tocco veemente diventa sempre più sfuggente, e nelle opere che tiene per sé, quasi aggressivo.
Tutto lo ispira e si presta alla sperimentazione pittorica: volti di donne, mazzi di fiori, nature morte, nudi e paesaggi volteggiano in una strana fantasia di linee e colori. Alcuni i dipinti, quasi astratti, prendono per soggetto frammenti di realtà che non sembrano più essere altro che pretesti per pezzi di pura pittura.
Artista alla moda che detta la moda
Con questi dipinti testimonia Boldini rivela il suo spiccato gusto per la moda. Dipinge a grandi linee gli abiti più belli di couturiers Worth, Paul Poiret, Jacques Doucet e molti altri. In questo modo, le sue tele servono anche a promuovere la moda francese all’estero. Sviluppa uno stile unico che sarà la sua firma: un tocco veloce, l’attenzione alla posa della modella, evidenziando la linea serpentina dei corpi.
Le donne voglio assomigliare alle sue modelle, magre, alte ed eleganti. Le sue protagoniste incarnano l’archetipo della “parisienne”, una donna raffinata, moderna ed esuberate. Nel suo studio sfilano le figure più famose della Belle Époque: Lina Cavalieri, Luisa Casati, Marthe Régnier, Geneviève Lantelme, e molte altre. L’ultima sala dell’esposizione rende magnificamente omaggio a questa relazione dell’artista con la moda, abbinando ai ritratti di grande formato alcuni meravigliosi e sontuosi abiti dell’epoca.
L’unicità di Boldini
Il suo stile inimitabile, moderno ma controcorrente delle avanguardie, fa delle sue opere delle vere testimonianze accattivanti ed emozionanti di questa Parigi perduta. Ma Boldini è stato vittima del suo stesso successo. Troppo esuberante anche per alcuni, troppo mondano per le avanguardie, troppo “facile” o troppo “chic” per altri: è stato accusato di ripetere la stessa formula e di pensare al proprio tornaconto personale ed economico.
In realtà Boldini non si adegua a nessuna regola. Instancabile innovatore, sapeva essere sensibile ai maestri del passato restituendo la frenesia della modernità, grazie alla sua pennellata roteante. Per questa scelta di un’arte individuale e indipendente, egli ha mantenuto per tutta la sua carriera un’assoluta originalità.
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La Belle Époque parigina di Giovanni Boldini
Tempo stimato per la lettura: 19 minuti
Il Petit Palais dedica un’importante mostra, dal 29 marzo al 24 luglio, all’artista italiano Giovanni Boldini (1842-1931), dal titolo Boldini, Les plaisirs et les jours (Boldini, I piaceri e i giorni). L’ultima retrospettiva a lui dedicata in Francia risale a più di sessant’anni fa, ma il virtuoso ritrattista fu una delle più grandi glorie di Parigi a cavallo del XIX e XX secolo, da attento osservatore dell’alta società che ammirava e frequentava.
La mostra ripercorre crono-tematicamente la carriera dell’artista, dalla sua formazione in Italia alla sua lunga carriera a Parigi. Evidenzia i legami di Boldini con la società del suo tempo, la moda e il lusso, le celebrità e l’aristocrazia europea, le modelle e le amanti, gli artisti e gli scrittori. Il Petit Palais presenta l’artista italiano in tutte le sue sfaccettature, dai suoi esordi a Firenze ai suoi lunga carriera a Parigi, dai dipinti di genere ai ritratti mondani, passando per tutta una produzione più intima, gelosamente custodita nel suo studio durante la sua vita. La mostra rende omaggio al pittore dell’eleganza, ma invita anche a scoprire un artista più segreto.
Dall’Italia alla Francia
Una scenografia suggestiva e immersiva accompagna un ricco percorso di 150 opere che uniscono dipinti, disegni, incisioni, costumi e accessori moda in prestito da musei internazionali e numerose collezioni private. Attraverso l’opera di Boldini, la mostra invita i visitatori a rivivere i piaceri della Belle Époque e l’effervescenza di una capitale all’avanguardia della modernità.
Commissarie dell’esposizione Servane Dargnies-de Vitry, curatore di dipinti del XIX secolo presso il Petit Palais e Barbara Guidi, direttrice dei musei di Bassano del Grappa. La mostra beneficia del patrocinio del Ministero della Cultura italiano, del sostegno della Maison Dior e all’eccezionale impegno del Museo Boldini di Ferrara.
Boldini prima di Boldini
Nato a Ferrara nel 1842, Boldini impara l’arte della pittura da suo padre un pittore classico che gli insegna soprattutto l’arte del Rinascimento italiano. quando nel 1862 lascia la provincia di Ferrara per installarsi a Firenze dove si trova la vitalità artistica del periodo. Qui Boldini frequenta i caffè dove incontra i Macchiaioli. In questo periodo Boldini realizza quasi esclusivamente dei ritratti all’interno su sfondo senza messe scena. Viene presto notato per la sua virtuosità e la sua originalità da alcuni aristocratici stranieri.
Dopo alcuni viaggi in Costa Azzurra e Londra, nel 1871 arriva a Parigi. Trascorse gran parte della sua carriera nella Ville lumière. Amico di Edgar Degas, con il quale si reca in Spagna e in Marocco nel 1889, ma anche di Marcel Proust. Frequenta ambienti aristocratici e borghesi godendo in vita di innegabili successi, fino a diventare il ritrattista preferito di una clientela facoltosa e internazionale. In questa capitale della moda, Parigi, non ha eguali per rappresentare principesse e ricche ereditiere abbellite con gli abiti più eleganti.
La modernità e la frenesia della vita parigina
Infatti, Boldini approfitta delle attività dei passatempi offerti dalla capitale francese, delle uscite a teatro tutte le sere, al ristorante, portando sempre con sé le sue matite. Le luci notturne create dalla nuova illuminazione elettrica affascinano così come i movimenti incessanti di questa città che non si ferma mai. I dipinti che realizza dai suoi schizzi, come la scena della festa al Moulin Rouge, testimoniano l’effervescenza che poi conquista la città.
Nei suoi quadri è presente il gusto della messa in scena: ogni particolare è studiato. Le sue tele sembrano dei cortometraggi. Il cinema inizia a fare i suoi primi passi, e il movimento tanto urlato dai Futuristi fa parte dell’arte di Boldini, dal gesto pittorico alla scena dipinta. Infatti, spesso fa posare le modelle nel suo atelier scegliendo i loro gesti e persino quali vestiti debbano indossare.
Arte e letteratura
Boldini afferra in chiave modernissima ma controcorrente delle avanguardie tutto ciò che conta nella capitale francese: ereditiere, principesse, dandy, artisti e scrittori. I suoi ritratti che fissano per sempre la Parigi della Belle Époque sono come gli equivalenti pittorici dei personaggi di À la recherche du temps perdu di Marcel Proust, uno dei suoi più grandi estimatori. Come lo scrittore francese, si mescola alla società che dipinge offrendo un’ampia testimonianza suoi personaggi, i gusti, i costumi e i loro piaceri. Inoltre, l’artista strinse amicizia con il fumettista Georges Goursat detto Sem e il pittore Paul Helleu, tanto che i tre divennero inseparabili.
Un artista di tutti i generi
Se da un lato pensò sempre alla sua carriera, lontano dall’immagine del pittore bohème, realizzando dei lavori che incontrassero i gusti dei comandatari e dei mercanti d’arte, dall’altro non smise mai di avventurarsi in altri generi, in modo quasi segreto. Negli anni precedenti alla Prima guerra mondiale, il suo stile guadagna in energia. La sua tavolozza si illumina, il suo tocco veemente diventa sempre più sfuggente, e nelle opere che tiene per sé, quasi aggressivo.
Tutto lo ispira e si presta alla sperimentazione pittorica: volti di donne, mazzi di fiori, nature morte, nudi e paesaggi volteggiano in una strana fantasia di linee e colori. Alcuni i dipinti, quasi astratti, prendono per soggetto frammenti di realtà che non sembrano più essere altro che pretesti per pezzi di pura pittura.
Artista alla moda che detta la moda
Con questi dipinti testimonia Boldini rivela il suo spiccato gusto per la moda. Dipinge a grandi linee gli abiti più belli di couturiers Worth, Paul Poiret, Jacques Doucet e molti altri. In questo modo, le sue tele servono anche a promuovere la moda francese all’estero. Sviluppa uno stile unico che sarà la sua firma: un tocco veloce, l’attenzione alla posa della modella, evidenziando la linea serpentina dei corpi.
Le donne voglio assomigliare alle sue modelle, magre, alte ed eleganti. Le sue protagoniste incarnano l’archetipo della “parisienne”, una donna raffinata, moderna ed esuberate. Nel suo studio sfilano le figure più famose della Belle Époque: Lina Cavalieri, Luisa Casati, Marthe Régnier, Geneviève Lantelme, e molte altre. L’ultima sala dell’esposizione rende magnificamente omaggio a questa relazione dell’artista con la moda, abbinando ai ritratti di grande formato alcuni meravigliosi e sontuosi abiti dell’epoca.
L’unicità di Boldini
Il suo stile inimitabile, moderno ma controcorrente delle avanguardie, fa delle sue opere delle vere testimonianze accattivanti ed emozionanti di questa Parigi perduta. Ma Boldini è stato vittima del suo stesso successo. Troppo esuberante anche per alcuni, troppo mondano per le avanguardie, troppo “facile” o troppo “chic” per altri: è stato accusato di ripetere la stessa formula e di pensare al proprio tornaconto personale ed economico.
In realtà Boldini non si adegua a nessuna regola. Instancabile innovatore, sapeva essere sensibile ai maestri del passato restituendo la frenesia della modernità, grazie alla sua pennellata roteante. Per questa scelta di un’arte individuale e indipendente, egli ha mantenuto per tutta la sua carriera un’assoluta originalità.
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