La Cicogna Fivetta, il libro “magico” che parla di fecondazione assistita
Tempo stimato per la lettura: 11 minuti
Una intervista doppia all’autrice Silvia Mangone e all’illustratrice @simona.peres che hanno dato vita al libro “La cicogna Fivetta“, nel quale si racconta l’esperienza della fecondazione assistita, un tema difficile affrontato e disegnato con grande leggerezza e bellezza.
Innanzitutto, come è nata l’esigenza di realizzare questo libro? A quale pubblico vi rivolgete?
Silvia: Più che esigenza è stato un desiderio forte ed istintivo di trasformare un’esperienza vissuta con dolore e affanno in una testimonianza che potesse fare da “balsamo” a chi in quell’esperienza ci si trova ancora immerso o lo è stato o dovrà esserlo. Come un voler finalmente rilasciare il sospiro trattenuto per anni e adagiarlo smussandone gli angoli dolorosi e mostrando infine orizzonti più sinuosi e felici. Per dimostrare come un sogno, nonostante possa sembrare impossibile, se crediamo tenacemente in noi stessi e nelle nostre personali stelle, possa avverarsi, così come ogni cosa impossibile e inimmaginabile.
Simona: Quando Silvia mi ha fatto leggere il suo racconto in rima… mi sono commossa, e non poco. Mi sono resa conto che questa storia aveva un potenziale immenso. Se fosse divenuta libro avrebbe potuto essere un supporto dolce e positivo per moltissime persone, durante un percorso così duro. Doveva nascere, per questo non ho esitato a dire sì e sono così felice di leggere oggi i tanti commenti positivi delle persone a cui il messaggio di Fivetta è arrivato, è una bellissima e indescrivibile emozione. Ad entrambe piace pensare che con questo libro possiamo rivolgerci ad un pubblico vasto: ai bimbi dai 3 anni in su e agli adulti dai 100 in giù. A chi sa sognare innanzi tutto, a chi ha fortemente bisogno di sognare e di ricordare che i sogni si avverano, infine davvero. Soprattutto Fivetta è dedicata alle persone che si trovano in balia di un percorso in cui i figli sembrano essere molto lontani e sembrano non voler proprio arrivare. E a tutte le persone che non hanno molto a che vedere con il tema del libro ma che potrebbero abbracciare empaticamente e naturalmente un vissuto non loro, rendendolo molto meno oscuro e impervio per tutti.
Silvia: Giusto l’altro giorno scrivevo: Santiago ha letto e legge moltissimi libri. Parlavo oggi con Simona e concordavamo su quanto ci faccia sentire limitate il dover definire l’età cui è destinato “La cicogna Fivetta” e in generale il dover dedicare i libri a determinati e confinati momenti della vita di una persona. In particolare penso che il linguaggio delle illustrazioni e la musicalità dei pensieri “fotografici” si prestino a infinite letture che i nostri occhi hanno la capacità di elaborare sin da quando riusciamo a distinguere immagini e colori. È l’unico linguaggio che fa parte del mondo della fantasia e dell’immaginifico dei piccoli e di chi continua a raschiarne un bel pò di polvere di fata dal profondo del proprio “io bambino”. Santiago, ad esempio, ha “letto” “Lupo e Lupetto” a neanche due anni e ha da solo paragonato Lupo a lui e Lupetto al fratello, mettendo in pratica, tramite quella metafora colorata, un contenuto forte quale è l’accoglienza e la fratellanza nonostante la paura di essere, a paragone, da meno. Io tuttora mi faccio raccontare vicende nei dettagli perchè mentre parlano spesso le mie amiche delle loro novità faccio sinfonie di immagini accostate e abbracciate per fare giostre e quadri di situazioni. Mi piace come le illustrazioni ci facciano sempre e comunque inciampare nella visione più bella che possiamo avere di ogni cosa e di ognuno. E questa arte della felicità non ha limiti di età. Ecco perchè se arriverò a 90 anni mi troverete a leggere la Pimpa o magari il retro dei gambaletti color daino pensando di leggere chissà quale magnifica opera massima. E non perchè bevo/berrò!
È nata prima la parte scritta e poi le illustrazioni oppure tutto è stata concepito sin dall’inizio come un unicum?
Silvia: In realtà il libro in origine non era un libro. Forse non dovrei dirlo! Ero allettata ormai da mesi per una gravidanza a rischio che poi ha portato Santiago ed avevo chiesto ad un’amica il disegno di un asinello volante (figura emblematica del mio percorso anche di blogger riguardo il mondo della pma). Lei mi rispose chiedendomi una storiella ritmata cui ispirarsi per creare il disegno. Scrissi la storia di getto, la mia amica poi non potè più realizzare il disegno e la storia la proposi a Simona per farne un libro illustrato. Un anno di lavoro a stretto contatto per creare delle illustrazioni pertinenti, leggere, schiettamente grintose e ricche di significato così come le desideravo… Un lavoro certosino che Simona ha saputo seguire e ricreare in amore volatile con le sue illustrazioni davvero dotate di magia. Molti particolari e accortezze del testo sono infatti riprodotte nelle illustrazioni che seguono un filo illogico di sana e tenace speranza!
Simona: Come dice Silvia, Fivetta mi è venuta a cercare e non ho saputo resistere, ho letto il racconto… e sono stata subito sommersa da una valanga di idee! Immagini che in un anno, ma anche più a ben pensarci, si sono trasformate in questo libro cartonato che profuma di speranza e di sogni al galoppo verso la felicità. È stata una fusione di anime e visioni, uno scambio costante che mi ha arricchita profondamente e sono grata a Silvia di ogni minuto passato ad ascoltare, guardare, chiarire e dare valore ai disegni che si plasmavano poco a poco.
Quali sono state le difficoltà maggiori – se ci sono state! – nell’affrontare un tema delicato come questo?
Silvia: Più che difficoltà abbiamo avuto l’accortezza di essere il più possibile leggere, delicate e rispettose. Non a caso non viene mai nominata la parola “figlio” perché potrebbe far male anche solo leggerlo (a me è successo), come in determinate situazioni fa molto male vedere in ogni dove pancioni o sentirsi chiedere “allora? Sei incinta??”. Essendoci passata personalmente non ho dovuto sforzarmi molto, l’idea del libro era già empatica e accogliente, Simona poi ha davvero saputo ricreare dal vivo un sogno che si avvera.
Simona: è stata una sfida riuscire a star dietro alla galoppante immaginazione di Silvia, confesso che in alcuni passaggi il racconto era talmente impregnato di immagini e simboli sottili che sintetizzarlo, con il rischio di frenare e limitare l’universo immaginifico di Silvia, mi ha fatto passare molte ore a riflettere, disegnare e appallottolare fogli di carta. Poi ho capito, anche grazie alla miriade di e-mail che ci siamo scambiate in più di un anno e ai giga di messaggi vocali registrati, che le mie immagini dovevano essere un elastico trampolino di lancio per tuffare il lettore nel mare fantastico delle mirabolanti parole di Silvia. Ed ecco qui il risultato, di cui sono entusiasta, Fivetta ora ha le ali che da tanto aspettava.
I momenti più belli nella realizzazione di questo libro? E quelli più difficili?
Silvia: Coincidono probabilmente, più che difficili… direi impegnativi. Ma avendo entrambe un’attitudine a vedere il bello ovunque, diciamo che sono stati davvero tutti belli. Magari Simona mi voleva menare in alcuni casi ma fortunatamente, vivendo lei a Tenerife, la cosa si è spenta sul nascere. A parte gli scherzi… i momenti più belli sono tuttora quelli in cui le persone che leggono Fivetta condividono le proprie impressioni con noi, riempiendoci di gratitudine perché ci dimostrano che Fivetta è volata dritta al cuore di tanti.
Simona: ahahah, no no, menare mai, giuro! Nonostante la complessità simbolica di questo racconto, ed ecco perché riteniamo si adatti a qualunque fascia d’età (non me ne vogliano gli editori che esigono una selezione restrittiva del target di lettori), tutto il percorso di creazione del libro è stato molto fluido e improntato sull’ottimismo. Creavamo e intanto immaginavamo il libro in mano ai lettori e ci entusiasmavamo pensando a quanto li avremmo emozionati. Bello sognare, davvero! Oggi quei messaggi di gratitudine sono una realtà, nonché la più bella ricompensa che potessimo immaginare. Perché ci dimostrano quanto il nostro metterci cuore, fantasia, inchiostro e colori, sia stato recepito da chi ha conosciuto Fivetta.
Avete degli autori di riferimento?
Silvia: Per me i bambini in generale. La loro visione del mondo è tangibile nel momento in cui si gioca e si sogna. Sono i miei autori preferiti ma quasi irraggiungibili. Sto provando da anni ad acchiapparli rincorrendoli su asini volanti e assurdità varie. Per ora riesco ad avvicinarli abbastanza solo quando sono la Dottoressa Misscappa. Leggere le loro storie è sempre un onore, oltre che un onere!
Simona: per quanto riguarda gli illustratori, uh, l’elenco sarebbe molto lungo, mi piace curiosare e spaziare, cogliere il meglio di ogni illustratore, e sicuramente i bambini sono anche per me il supremo esempio di come ci si debba esprimere uscendo dai margini, andando oltre le regole imposte. Senza dubbio impazzisco per la delicatezza di Rebecca Dautremer, il cui stile mi affascina da morire. E poi c’è lei, Agnese Baruzzi, mia compagna di Università, che da circa dieci anni è un nome molto conosciuto a livello internazionale. Agnese per me è l’esempio tangibile di come la tenacia, la dedizione e l’empatia con i bambini possano farti riuscire in questo difficile e selvaggio mondo che è l’illustrazione. All’ISIA la vedevo lì seduta a sguazzare nella sua creatività: si divertiva da matti a giocare con i colori, a ritagliare, incollare, e creare mondi stupefacenti. Lei mi ha dimostrato come l’amore per ciò che fai e il metterci tutta te stessa, possa portarti a volare alto e, sicuramente, a godere del processo creativo. Perché non puoi andare da nessuna parte se non abbassi la testa sul foglio e pacciughi e sperimenti all’inverosimile, con le guance rosse dalla concentrazione e gli occhi un po’ spiritati per l’ispirazione, fino a trovare il tuo stile, il tuo modo unico e personale di raccontare per immagini.
Avete in cantiere delle altre azioni per portate avanti, promuovere e far conoscere il vostro libro – e il tema che ne è collegato?
Silvia e Simona: Durante la realizzazione del libro, dal nostro entusiasmo e dalla voglia di condividere Fivetta con tutti, ma soprattutto con coloro che stanno ancora aspettando, è nato il progetto Spargiisogni, che consiste nel creare una rete di diffusione tra i centri che si occupano di Pma, sia a livello di profilassi medica che di supporto psicologico. Vorremmo fare in modo di far arrivare al maggior numero di persone coinvolte la nostra messaggera pennuta e bizzarra, dalle ali instancabili. Ecco perché in questi mesi stiamo contattando tutti i centri d’Italia, fiduciose che molti di loro ci apriranno le loro porte, come ha già fatto il centro Chemis di Napoli e come farà a breve anche L’Ambulatorio Polispecialistico Domus Bianca di Roma; realtà che si stanno facendo portavoce con grande entusiasmo del nostro messaggio.
Stiamo inoltre organizzando un calendario di eventi e presentazioni del libro che molto presto sarà consultabile sul nostro sito www.fivetta.it in base alle librerie, biblioteche e centri che vorranno accoglierci. Siete tutti invitati a partecipare, ovviamente.
Ci preme inoltre sottolineare che al momento Fivetta è acquistabile online, oltre che su www.fivetta.it e tramite la piattaforma Marteshop che ci sta dando un grosso supporto tecnico e professionale, anche su Amazon. Per quanto riguarda le librerie, stiamo ancora lavorando sodo per poter entrare molto presto nel circuito delle indipendenti, pioniera la libreria “Farollo e Falpalà” di Firenze che ci ha accolte ancor prima di avere il tempo di mandare in stampa il libro (è stata infatti, insieme al centro Chemis e a più di 100 meravigliose persone, nostra mecenate durante la campagna di Crowdfunding) e ci teniamo molto a ringraziarli, loro e tutti, per aver creduto in Fivetta.
Obiettivi e buoni propositi per il futuro?
Silvia e Simona: Certo che sì, molti e belli ma per ora li teniamo nel cassetto… che si sa, poi dal cassetto possono uscire delle grandi sorprese! (Chi ha letto La cicogna Fivetta capirà). Ci piace fare un passo alla volta… Noi andiamo a battiti d’ali e di cuori, cerchiamo di volare alto anche se piano piano, ma con la voglia di arrivare ovunque ci sia bisogno di credere che un asinello possa volare, sempre e comunque.
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La Cicogna Fivetta, il libro “magico” che parla di fecondazione assistita
Tempo stimato per la lettura: 33 minuti
Una intervista doppia all’autrice Silvia Mangone e all’illustratrice @simona.peres che hanno dato vita al libro “La cicogna Fivetta“, nel quale si racconta l’esperienza della fecondazione assistita, un tema difficile affrontato e disegnato con grande leggerezza e bellezza.
Innanzitutto, come è nata l’esigenza di realizzare questo libro? A quale pubblico vi rivolgete?
Silvia: Più che esigenza è stato un desiderio forte ed istintivo di trasformare un’esperienza vissuta con dolore e affanno in una testimonianza che potesse fare da “balsamo” a chi in quell’esperienza ci si trova ancora immerso o lo è stato o dovrà esserlo. Come un voler finalmente rilasciare il sospiro trattenuto per anni e adagiarlo smussandone gli angoli dolorosi e mostrando infine orizzonti più sinuosi e felici. Per dimostrare come un sogno, nonostante possa sembrare impossibile, se crediamo tenacemente in noi stessi e nelle nostre personali stelle, possa avverarsi, così come ogni cosa impossibile e inimmaginabile.
Simona: Quando Silvia mi ha fatto leggere il suo racconto in rima… mi sono commossa, e non poco. Mi sono resa conto che questa storia aveva un potenziale immenso. Se fosse divenuta libro avrebbe potuto essere un supporto dolce e positivo per moltissime persone, durante un percorso così duro. Doveva nascere, per questo non ho esitato a dire sì e sono così felice di leggere oggi i tanti commenti positivi delle persone a cui il messaggio di Fivetta è arrivato, è una bellissima e indescrivibile emozione. Ad entrambe piace pensare che con questo libro possiamo rivolgerci ad un pubblico vasto: ai bimbi dai 3 anni in su e agli adulti dai 100 in giù. A chi sa sognare innanzi tutto, a chi ha fortemente bisogno di sognare e di ricordare che i sogni si avverano, infine davvero. Soprattutto Fivetta è dedicata alle persone che si trovano in balia di un percorso in cui i figli sembrano essere molto lontani e sembrano non voler proprio arrivare. E a tutte le persone che non hanno molto a che vedere con il tema del libro ma che potrebbero abbracciare empaticamente e naturalmente un vissuto non loro, rendendolo molto meno oscuro e impervio per tutti.
Silvia: Giusto l’altro giorno scrivevo: Santiago ha letto e legge moltissimi libri. Parlavo oggi con Simona e concordavamo su quanto ci faccia sentire limitate il dover definire l’età cui è destinato “La cicogna Fivetta” e in generale il dover dedicare i libri a determinati e confinati momenti della vita di una persona. In particolare penso che il linguaggio delle illustrazioni e la musicalità dei pensieri “fotografici” si prestino a infinite letture che i nostri occhi hanno la capacità di elaborare sin da quando riusciamo a distinguere immagini e colori. È l’unico linguaggio che fa parte del mondo della fantasia e dell’immaginifico dei piccoli e di chi continua a raschiarne un bel pò di polvere di fata dal profondo del proprio “io bambino”. Santiago, ad esempio, ha “letto” “Lupo e Lupetto” a neanche due anni e ha da solo paragonato Lupo a lui e Lupetto al fratello, mettendo in pratica, tramite quella metafora colorata, un contenuto forte quale è l’accoglienza e la fratellanza nonostante la paura di essere, a paragone, da meno. Io tuttora mi faccio raccontare vicende nei dettagli perchè mentre parlano spesso le mie amiche delle loro novità faccio sinfonie di immagini accostate e abbracciate per fare giostre e quadri di situazioni. Mi piace come le illustrazioni ci facciano sempre e comunque inciampare nella visione più bella che possiamo avere di ogni cosa e di ognuno. E questa arte della felicità non ha limiti di età. Ecco perchè se arriverò a 90 anni mi troverete a leggere la Pimpa o magari il retro dei gambaletti color daino pensando di leggere chissà quale magnifica opera massima. E non perchè bevo/berrò!
È nata prima la parte scritta e poi le illustrazioni oppure tutto è stata concepito sin dall’inizio come un unicum?
Silvia: In realtà il libro in origine non era un libro. Forse non dovrei dirlo! Ero allettata ormai da mesi per una gravidanza a rischio che poi ha portato Santiago ed avevo chiesto ad un’amica il disegno di un asinello volante (figura emblematica del mio percorso anche di blogger riguardo il mondo della pma). Lei mi rispose chiedendomi una storiella ritmata cui ispirarsi per creare il disegno. Scrissi la storia di getto, la mia amica poi non potè più realizzare il disegno e la storia la proposi a Simona per farne un libro illustrato. Un anno di lavoro a stretto contatto per creare delle illustrazioni pertinenti, leggere, schiettamente grintose e ricche di significato così come le desideravo… Un lavoro certosino che Simona ha saputo seguire e ricreare in amore volatile con le sue illustrazioni davvero dotate di magia. Molti particolari e accortezze del testo sono infatti riprodotte nelle illustrazioni che seguono un filo illogico di sana e tenace speranza!
Simona: Come dice Silvia, Fivetta mi è venuta a cercare e non ho saputo resistere, ho letto il racconto… e sono stata subito sommersa da una valanga di idee! Immagini che in un anno, ma anche più a ben pensarci, si sono trasformate in questo libro cartonato che profuma di speranza e di sogni al galoppo verso la felicità. È stata una fusione di anime e visioni, uno scambio costante che mi ha arricchita profondamente e sono grata a Silvia di ogni minuto passato ad ascoltare, guardare, chiarire e dare valore ai disegni che si plasmavano poco a poco.
Quali sono state le difficoltà maggiori – se ci sono state! – nell’affrontare un tema delicato come questo?
Silvia: Più che difficoltà abbiamo avuto l’accortezza di essere il più possibile leggere, delicate e rispettose. Non a caso non viene mai nominata la parola “figlio” perché potrebbe far male anche solo leggerlo (a me è successo), come in determinate situazioni fa molto male vedere in ogni dove pancioni o sentirsi chiedere “allora? Sei incinta??”. Essendoci passata personalmente non ho dovuto sforzarmi molto, l’idea del libro era già empatica e accogliente, Simona poi ha davvero saputo ricreare dal vivo un sogno che si avvera.
Simona: è stata una sfida riuscire a star dietro alla galoppante immaginazione di Silvia, confesso che in alcuni passaggi il racconto era talmente impregnato di immagini e simboli sottili che sintetizzarlo, con il rischio di frenare e limitare l’universo immaginifico di Silvia, mi ha fatto passare molte ore a riflettere, disegnare e appallottolare fogli di carta. Poi ho capito, anche grazie alla miriade di e-mail che ci siamo scambiate in più di un anno e ai giga di messaggi vocali registrati, che le mie immagini dovevano essere un elastico trampolino di lancio per tuffare il lettore nel mare fantastico delle mirabolanti parole di Silvia. Ed ecco qui il risultato, di cui sono entusiasta, Fivetta ora ha le ali che da tanto aspettava.
I momenti più belli nella realizzazione di questo libro? E quelli più difficili?
Silvia: Coincidono probabilmente, più che difficili… direi impegnativi. Ma avendo entrambe un’attitudine a vedere il bello ovunque, diciamo che sono stati davvero tutti belli. Magari Simona mi voleva menare in alcuni casi ma fortunatamente, vivendo lei a Tenerife, la cosa si è spenta sul nascere. A parte gli scherzi… i momenti più belli sono tuttora quelli in cui le persone che leggono Fivetta condividono le proprie impressioni con noi, riempiendoci di gratitudine perché ci dimostrano che Fivetta è volata dritta al cuore di tanti.
Simona: ahahah, no no, menare mai, giuro! Nonostante la complessità simbolica di questo racconto, ed ecco perché riteniamo si adatti a qualunque fascia d’età (non me ne vogliano gli editori che esigono una selezione restrittiva del target di lettori), tutto il percorso di creazione del libro è stato molto fluido e improntato sull’ottimismo. Creavamo e intanto immaginavamo il libro in mano ai lettori e ci entusiasmavamo pensando a quanto li avremmo emozionati. Bello sognare, davvero! Oggi quei messaggi di gratitudine sono una realtà, nonché la più bella ricompensa che potessimo immaginare. Perché ci dimostrano quanto il nostro metterci cuore, fantasia, inchiostro e colori, sia stato recepito da chi ha conosciuto Fivetta.
Avete degli autori di riferimento?
Silvia: Per me i bambini in generale. La loro visione del mondo è tangibile nel momento in cui si gioca e si sogna. Sono i miei autori preferiti ma quasi irraggiungibili. Sto provando da anni ad acchiapparli rincorrendoli su asini volanti e assurdità varie. Per ora riesco ad avvicinarli abbastanza solo quando sono la Dottoressa Misscappa. Leggere le loro storie è sempre un onore, oltre che un onere!
Simona: per quanto riguarda gli illustratori, uh, l’elenco sarebbe molto lungo, mi piace curiosare e spaziare, cogliere il meglio di ogni illustratore, e sicuramente i bambini sono anche per me il supremo esempio di come ci si debba esprimere uscendo dai margini, andando oltre le regole imposte. Senza dubbio impazzisco per la delicatezza di Rebecca Dautremer, il cui stile mi affascina da morire. E poi c’è lei, Agnese Baruzzi, mia compagna di Università, che da circa dieci anni è un nome molto conosciuto a livello internazionale. Agnese per me è l’esempio tangibile di come la tenacia, la dedizione e l’empatia con i bambini possano farti riuscire in questo difficile e selvaggio mondo che è l’illustrazione. All’ISIA la vedevo lì seduta a sguazzare nella sua creatività: si divertiva da matti a giocare con i colori, a ritagliare, incollare, e creare mondi stupefacenti. Lei mi ha dimostrato come l’amore per ciò che fai e il metterci tutta te stessa, possa portarti a volare alto e, sicuramente, a godere del processo creativo. Perché non puoi andare da nessuna parte se non abbassi la testa sul foglio e pacciughi e sperimenti all’inverosimile, con le guance rosse dalla concentrazione e gli occhi un po’ spiritati per l’ispirazione, fino a trovare il tuo stile, il tuo modo unico e personale di raccontare per immagini.
Avete in cantiere delle altre azioni per portate avanti, promuovere e far conoscere il vostro libro – e il tema che ne è collegato?
Silvia e Simona: Durante la realizzazione del libro, dal nostro entusiasmo e dalla voglia di condividere Fivetta con tutti, ma soprattutto con coloro che stanno ancora aspettando, è nato il progetto Spargiisogni, che consiste nel creare una rete di diffusione tra i centri che si occupano di Pma, sia a livello di profilassi medica che di supporto psicologico. Vorremmo fare in modo di far arrivare al maggior numero di persone coinvolte la nostra messaggera pennuta e bizzarra, dalle ali instancabili. Ecco perché in questi mesi stiamo contattando tutti i centri d’Italia, fiduciose che molti di loro ci apriranno le loro porte, come ha già fatto il centro Chemis di Napoli e come farà a breve anche L’Ambulatorio Polispecialistico Domus Bianca di Roma; realtà che si stanno facendo portavoce con grande entusiasmo del nostro messaggio.
Stiamo inoltre organizzando un calendario di eventi e presentazioni del libro che molto presto sarà consultabile sul nostro sito www.fivetta.it in base alle librerie, biblioteche e centri che vorranno accoglierci. Siete tutti invitati a partecipare, ovviamente.
Ci preme inoltre sottolineare che al momento Fivetta è acquistabile online, oltre che su www.fivetta.it e tramite la piattaforma Marteshop che ci sta dando un grosso supporto tecnico e professionale, anche su Amazon. Per quanto riguarda le librerie, stiamo ancora lavorando sodo per poter entrare molto presto nel circuito delle indipendenti, pioniera la libreria “Farollo e Falpalà” di Firenze che ci ha accolte ancor prima di avere il tempo di mandare in stampa il libro (è stata infatti, insieme al centro Chemis e a più di 100 meravigliose persone, nostra mecenate durante la campagna di Crowdfunding) e ci teniamo molto a ringraziarli, loro e tutti, per aver creduto in Fivetta.
Obiettivi e buoni propositi per il futuro?
Silvia e Simona: Certo che sì, molti e belli ma per ora li teniamo nel cassetto… che si sa, poi dal cassetto possono uscire delle grandi sorprese! (Chi ha letto La cicogna Fivetta capirà). Ci piace fare un passo alla volta… Noi andiamo a battiti d’ali e di cuori, cerchiamo di volare alto anche se piano piano, ma con la voglia di arrivare ovunque ci sia bisogno di credere che un asinello possa volare, sempre e comunque.
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