La mostra collettiva su Dante Alighieri a cura di Marco Miccoli, con la partecipazione di Milo Manara
Tempo stimato per la lettura: 3,9 minuti
Giunta alla sua quarta edizione, la mostra “Uno, nessuno e centomila volti” curata da Marco Miccoli della Bonobolabo, ha avuto luogo presso la la Biblioteca Oriani di Ravenna.
L’intera città ha ricordato il poeta, e ha riunito un gruppo di circa 30 artisti, diversissimi gli uni dagli altri che, dall’illustrazione al fumetto e alla street art hanno reso omaggio a Dante proponendo ognuno la propria versione del volto del Poeta. La sede scelta per questa iniziativa culturale è la prestigiosa Biblioteca di Storia Contemporanea “Alfredo Oriani”, situata di fianco alla tomba del Sommo.
La grande novità di quest’anno è stata l’utilizzo delle nuove tecnologie, come la realtà aumentata attraverso l’applicazione per cellulare gratuita ARIA The AR Platform che ha animato alcuni volti di Dante. Infatti, sponsor d’eccezione dell’evento sarà l’azienda WASP, nota per la costruzione di case in 3D, che ha realizzato con la sua stampante un Dante Alighieri di 2,5 metri in collaborazione con l’artista Luca Tarlazzi.
Inoltre, è stato installato un robot raffigurante Dante Alighieri alto circa 4 metri, creato dell’artista LABADANZsky con materiali di recupero, collocato nei giardini della biblioteca.
Il tutto è stato realizzato grazie a Bonobolabo, con la compartecipazione con il Comune di Ravenna Assicura, Simatica Group, WASP, Magazzeno Art Gallery.
Ospite d’eccezione il grande maestro del fumetto Milo Manara, autore dell’immagine cardine della mostra.
Milo Manara ha raccontato la sua personale visione del poeta, scrivendo il testo “Dante ci guarda…”.
“Dante ha sicuramente influito sul mio percorso artistico, mi interessa umanamente e personalmente ed il fatto che si sia soffermato a Verona accende la mia fantasia.
Vicino a Marco, un paese un po’ prima di Rovereto, nella Val D’Adige, c’è una frana enorme di grandi pietroni che è caduta dalla montagna verso il centro della valle e l’immagine è proprio quella dell’inferno dantesco: “Qual è quella ruina che nel fianco / di qua da Trento l’Adice percosse”, queste sono esattamente le parole che usa Dante nella Divina Commedia.
Questa rovina mi ha molto impressionato, è veramente un paesaggio da inferno dantesco, del resto Dante nel suo passaggio a Verona ha nutrito l’immaginario di tutti, compreso il mio: tutto quello che ci impressiona figurativamente poi si riflette, esce carsicamente e affiora nel lavoro.
Un personaggio che mi ha impressionato e affascinato particolarmente è il conte Ugolino, che mangia e divora i suoi figli.
“La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a’capelli / del capo ch’elli avea di retro guasto. / Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli / disperato dolor che ’l cor mi preme / già pur pensando, pria ch’io ne favelli. Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino, / e questi è l’arcivescovo Ruggieri: / or ti dirò perché i son tal vicino.”
Lo sto citando a memoria perché questa parte l’avevo imparata tempo fa; poi finisce dicendo: “Ahi Pisa, vituperio de le genti” “Ché se ’l conte Ugolino aveva voce / d’aver tradita te de le castella, / non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.”
È una tragedia terribile al cui confronto i film horror sono barzellette. Raccontata in modo potente e sublime da Dante, che fa impallidire perfino Shakespeare.
Quando mi è stato chiesto di partecipare a Dante Plus, ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto uscire dall’iconografia tradizionale di questo profilo giottesco o dalla maschera funeraria.
Quello che mi interessa mostrare è un Dante che ti guarda in faccia e fa sentire il brivido di chi ti sta soppesando in quel momento, per destinarti all’inferno, al purgatorio o al paradiso. In nessun’altra immagine ho visto Dante fissarti fisso negli occhi.
Quando il Sommo Poeta ti guarda, una certa strizza, un certo brivido è obbligatorio, è inevitabile”
Gli artisti in mostra sono stati Ache77, Alessandra Vitelli, Alessandro Bonaccorsi, Alessandro Turoni, Andrea Casciu, AweR, Blub, Capitan Artiglio, Dario Panzeri, Davide “Dartworks” Mancini, Edo Faravelli, Gianni Sedioli, Jonathan Calugi, Lilly Meraviglia, Marco Mazzoni, Marco Viola, Mauro Gatti, Milo Manara, Nicola Montalbini, Nicola Varesco, Sara vasini, Sebastiano Barcaroli, Stefano Babini, Strudelbrain” Matteo Cuccato, Thomas Cian, Turbogamma, Valentina Brostean, Vaps, Zuc.
L’avvicinarsi del 2021 segnerà i settecento anni dalla morte di Dante a Ravenna e proprio tutto questo conferisce attualità alla riflessione sull’opportunità di istituire una giornata mondiale dedicata all’Alighieri.
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La mostra collettiva su Dante Alighieri a cura di Marco Miccoli, con la partecipazione di Milo Manara
Tempo stimato per la lettura: 12 minuti
Giunta alla sua quarta edizione, la mostra “Uno, nessuno e centomila volti” curata da Marco Miccoli della Bonobolabo, ha avuto luogo presso la la Biblioteca Oriani di Ravenna.
L’intera città ha ricordato il poeta, e ha riunito un gruppo di circa 30 artisti, diversissimi gli uni dagli altri che, dall’illustrazione al fumetto e alla street art hanno reso omaggio a Dante proponendo ognuno la propria versione del volto del Poeta. La sede scelta per questa iniziativa culturale è la prestigiosa Biblioteca di Storia Contemporanea “Alfredo Oriani”, situata di fianco alla tomba del Sommo.
La grande novità di quest’anno è stata l’utilizzo delle nuove tecnologie, come la realtà aumentata attraverso l’applicazione per cellulare gratuita ARIA The AR Platform che ha animato alcuni volti di Dante. Infatti, sponsor d’eccezione dell’evento sarà l’azienda WASP, nota per la costruzione di case in 3D, che ha realizzato con la sua stampante un Dante Alighieri di 2,5 metri in collaborazione con l’artista Luca Tarlazzi.
Inoltre, è stato installato un robot raffigurante Dante Alighieri alto circa 4 metri, creato dell’artista LABADANZsky con materiali di recupero, collocato nei giardini della biblioteca.
Il tutto è stato realizzato grazie a Bonobolabo, con la compartecipazione con il Comune di Ravenna Assicura, Simatica Group, WASP, Magazzeno Art Gallery.
Ospite d’eccezione il grande maestro del fumetto Milo Manara, autore dell’immagine cardine della mostra.
Milo Manara ha raccontato la sua personale visione del poeta, scrivendo il testo “Dante ci guarda…”.
“Dante ha sicuramente influito sul mio percorso artistico, mi interessa umanamente e personalmente ed il fatto che si sia soffermato a Verona accende la mia fantasia.
Vicino a Marco, un paese un po’ prima di Rovereto, nella Val D’Adige, c’è una frana enorme di grandi pietroni che è caduta dalla montagna verso il centro della valle e l’immagine è proprio quella dell’inferno dantesco: “Qual è quella ruina che nel fianco / di qua da Trento l’Adice percosse”, queste sono esattamente le parole che usa Dante nella Divina Commedia.
Questa rovina mi ha molto impressionato, è veramente un paesaggio da inferno dantesco, del resto Dante nel suo passaggio a Verona ha nutrito l’immaginario di tutti, compreso il mio: tutto quello che ci impressiona figurativamente poi si riflette, esce carsicamente e affiora nel lavoro.
Un personaggio che mi ha impressionato e affascinato particolarmente è il conte Ugolino, che mangia e divora i suoi figli.
“La bocca sollevò dal fiero pasto / quel peccator, forbendola a’capelli / del capo ch’elli avea di retro guasto. / Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli / disperato dolor che ’l cor mi preme / già pur pensando, pria ch’io ne favelli. Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino, / e questi è l’arcivescovo Ruggieri: / or ti dirò perché i son tal vicino.”
Lo sto citando a memoria perché questa parte l’avevo imparata tempo fa; poi finisce dicendo: “Ahi Pisa, vituperio de le genti” “Ché se ’l conte Ugolino aveva voce / d’aver tradita te de le castella, / non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.”
È una tragedia terribile al cui confronto i film horror sono barzellette. Raccontata in modo potente e sublime da Dante, che fa impallidire perfino Shakespeare.
Quando mi è stato chiesto di partecipare a Dante Plus, ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto uscire dall’iconografia tradizionale di questo profilo giottesco o dalla maschera funeraria.
Quello che mi interessa mostrare è un Dante che ti guarda in faccia e fa sentire il brivido di chi ti sta soppesando in quel momento, per destinarti all’inferno, al purgatorio o al paradiso. In nessun’altra immagine ho visto Dante fissarti fisso negli occhi.
Quando il Sommo Poeta ti guarda, una certa strizza, un certo brivido è obbligatorio, è inevitabile”
Gli artisti in mostra sono stati Ache77, Alessandra Vitelli, Alessandro Bonaccorsi, Alessandro Turoni, Andrea Casciu, AweR, Blub, Capitan Artiglio, Dario Panzeri, Davide “Dartworks” Mancini, Edo Faravelli, Gianni Sedioli, Jonathan Calugi, Lilly Meraviglia, Marco Mazzoni, Marco Viola, Mauro Gatti, Milo Manara, Nicola Montalbini, Nicola Varesco, Sara vasini, Sebastiano Barcaroli, Stefano Babini, Strudelbrain” Matteo Cuccato, Thomas Cian, Turbogamma, Valentina Brostean, Vaps, Zuc.
L’avvicinarsi del 2021 segnerà i settecento anni dalla morte di Dante a Ravenna e proprio tutto questo conferisce attualità alla riflessione sull’opportunità di istituire una giornata mondiale dedicata all’Alighieri.
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