La storia vive al Museo della Grande Guerra di Meaux

About the Author: Cristina Biordi

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Published On: 6 Settembre 2022

Tempo stimato per la lettura: 3,7 minuti

Trincea. Solo al pronunciare questa parola la tragedia della Prima guerra mondiale scorre per molti come un film proiettato nella mente. A questo sistema di difesa è dedicata l’esposizione Trincée, in corso fino al 2 gennaio 2023, al Museo della Grande Guerra di Meaux, poco lontano da Parigi.

Più di 300 oggetti e opere, documenti d’archivio e video che permettono ai visitatori di conoscere in tutti i suoi minimi dettagli questa struttura difensiva divenuta il tragico simbolo della Grande Guerra. Purtroppo, quando nell’autunno del 1914, gli uomini bloccati, esausti, scavarono le buche per proteggersi dal nemico, nessuno immaginava che una lunga guerra di posizione stesse iniziando.

Pagine di libri di storia che prendono vita

Nell’ambito delle commemorazioni della prima battaglia della Marna – che ebbe luogo dal 5 settembre al 12 settembre 1914, tra l’esercito tedesco da un lato e l’esercito francese e il corpo di spedizione britannico dall’altro – il museo propone ogni anno, dalla sua apertura dieci anni fa, una ricostruzione storica.

Appunto per commemorare questa battaglia, come ogni primo fine settimana di settembre, il 3 e 4, si è rinnovato quest’appuntamento con la storia vivente. Al pubblico è stato offerto il più grande weekend nel “Ile de France” dedicato alle associazioni di ricostituzione storica.

Un viaggio nel tempo

All’evento hanno partecipato 25 associazioni storiche, 300 rievocatori in costume, e soprattutto in uniformi dell’epoca, di diverse nazionalità. Un approccio ludico alla storia, che è un’introduzione ideale alla scoperta delle collezioni del museo. Durante tutto il fine settimana, il pubblico ha potuto scoprire la vita quotidiana dei soldati e dei civili nel bivacco allestito ai piedi del museo: divise, materiali, attrezzature e veicoli. E ancora spettacoli equestri e animazioni.

Un viaggio indietro nel tempo, in uno dei momenti più drammatici della storia dell’uomo. La dimensione educativa di questo luogo è primordiale, dichiara il sindaco di Meaux, Jean-François Copé. Agli studenti che lo visitano si vuole mostrare l’orrore della Prima guerra moderna, come un monito, attraverso una collezione permanente e le mostre temporanee. «Lo spirito della nostra istituzione è quello di spiegare il passato per comprendere meglio il presente» aggiunge Audrey Chaix, direttrice del museo da inizio settembre 2022.

Non dimenticare in nome della pace

Infatti, questo luogo sembra acquistare ancora più valore in questo momento storico, in cui la guerra è d’attualità. «Durante i primi sei mesi del conflitto in Ucraina, spiega il primo cittadino di Meaux,tutte le bandiere europee che si trovano all’ingresso del museo sono state sostituite con quelle blu e giallo in sostegno a questo paese». Quando si pensava che la guerra fosse lontana dall’Europa, questa è ritornata. «Un conflitto del XX secolo», anacronistico per Copé, «in cui si pensa a conquistare un paese».

Nel 2021 circa 7500 persone hanno partecipato alla due giorni di rievocazione. Dato il successo della manifestazione, annuncia Audrey Chaix, altri spazi saranno coinvolti per poter rispondere alla crescente domande delle associazioni di partecipare. Inoltre, il sindaco comunica, che è in corso un progetto di costruire una trincea a cielo aperto, per immergere ulteriormente il visitatore nell’atmosfera del campo di battaglia.

Donne italiane, e non solo, nella Grande Guerra

In rappresentanza del Bel Paese, l’associazione francese Juziers dans l’histoire ha ricostruito l’accampamento del regio esercito italiano 19° RF Brigata Brescia (1881-1926). Tra i “personaggi” presenti, su questa scena un po’ particolare, anche la dottoressa Anna Dado Saffiotti. Una donna animata dallo spirito garibaldino, che scorreva nel sangue di famiglia, dal nonno ai figli che chiama Garibaldo e Anita, che è stata medico volontario al fronte.

Furono circa una cinquantina le dottoresse e farmaciste che parteciparono al primo conflitto mondiale. Determinati ma dimenticate a favore dell’immagine di crocerossina, più “al servizio” che decisionali, come i recenti studi storici dimostrano. Non a caso la prossima esposizione del museo della Grande Guerra di Meaux sarà dedicata alle “eroine”. Al coraggio di tutti questi uomini e donne il museo e la rievocazione storica rendono omaggio.

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Published On: 6 Settembre 2022

About the Author: Cristina Biordi

Tempo stimato per la lettura: 11 minuti

Trincea. Solo al pronunciare questa parola la tragedia della Prima guerra mondiale scorre per molti come un film proiettato nella mente. A questo sistema di difesa è dedicata l’esposizione Trincée, in corso fino al 2 gennaio 2023, al Museo della Grande Guerra di Meaux, poco lontano da Parigi.

Più di 300 oggetti e opere, documenti d’archivio e video che permettono ai visitatori di conoscere in tutti i suoi minimi dettagli questa struttura difensiva divenuta il tragico simbolo della Grande Guerra. Purtroppo, quando nell’autunno del 1914, gli uomini bloccati, esausti, scavarono le buche per proteggersi dal nemico, nessuno immaginava che una lunga guerra di posizione stesse iniziando.

Pagine di libri di storia che prendono vita

Nell’ambito delle commemorazioni della prima battaglia della Marna – che ebbe luogo dal 5 settembre al 12 settembre 1914, tra l’esercito tedesco da un lato e l’esercito francese e il corpo di spedizione britannico dall’altro – il museo propone ogni anno, dalla sua apertura dieci anni fa, una ricostruzione storica.

Appunto per commemorare questa battaglia, come ogni primo fine settimana di settembre, il 3 e 4, si è rinnovato quest’appuntamento con la storia vivente. Al pubblico è stato offerto il più grande weekend nel “Ile de France” dedicato alle associazioni di ricostituzione storica.

Un viaggio nel tempo

All’evento hanno partecipato 25 associazioni storiche, 300 rievocatori in costume, e soprattutto in uniformi dell’epoca, di diverse nazionalità. Un approccio ludico alla storia, che è un’introduzione ideale alla scoperta delle collezioni del museo. Durante tutto il fine settimana, il pubblico ha potuto scoprire la vita quotidiana dei soldati e dei civili nel bivacco allestito ai piedi del museo: divise, materiali, attrezzature e veicoli. E ancora spettacoli equestri e animazioni.

Un viaggio indietro nel tempo, in uno dei momenti più drammatici della storia dell’uomo. La dimensione educativa di questo luogo è primordiale, dichiara il sindaco di Meaux, Jean-François Copé. Agli studenti che lo visitano si vuole mostrare l’orrore della Prima guerra moderna, come un monito, attraverso una collezione permanente e le mostre temporanee. «Lo spirito della nostra istituzione è quello di spiegare il passato per comprendere meglio il presente» aggiunge Audrey Chaix, direttrice del museo da inizio settembre 2022.

Non dimenticare in nome della pace

Infatti, questo luogo sembra acquistare ancora più valore in questo momento storico, in cui la guerra è d’attualità. «Durante i primi sei mesi del conflitto in Ucraina, spiega il primo cittadino di Meaux,tutte le bandiere europee che si trovano all’ingresso del museo sono state sostituite con quelle blu e giallo in sostegno a questo paese». Quando si pensava che la guerra fosse lontana dall’Europa, questa è ritornata. «Un conflitto del XX secolo», anacronistico per Copé, «in cui si pensa a conquistare un paese».

Nel 2021 circa 7500 persone hanno partecipato alla due giorni di rievocazione. Dato il successo della manifestazione, annuncia Audrey Chaix, altri spazi saranno coinvolti per poter rispondere alla crescente domande delle associazioni di partecipare. Inoltre, il sindaco comunica, che è in corso un progetto di costruire una trincea a cielo aperto, per immergere ulteriormente il visitatore nell’atmosfera del campo di battaglia.

Donne italiane, e non solo, nella Grande Guerra

In rappresentanza del Bel Paese, l’associazione francese Juziers dans l’histoire ha ricostruito l’accampamento del regio esercito italiano 19° RF Brigata Brescia (1881-1926). Tra i “personaggi” presenti, su questa scena un po’ particolare, anche la dottoressa Anna Dado Saffiotti. Una donna animata dallo spirito garibaldino, che scorreva nel sangue di famiglia, dal nonno ai figli che chiama Garibaldo e Anita, che è stata medico volontario al fronte.

Furono circa una cinquantina le dottoresse e farmaciste che parteciparono al primo conflitto mondiale. Determinati ma dimenticate a favore dell’immagine di crocerossina, più “al servizio” che decisionali, come i recenti studi storici dimostrano. Non a caso la prossima esposizione del museo della Grande Guerra di Meaux sarà dedicata alle “eroine”. Al coraggio di tutti questi uomini e donne il museo e la rievocazione storica rendono omaggio.

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