Letizia Battaglia. Cronaca, vita, amore
Tempo stimato per la lettura: 2,5 minuti
A un anno dalla scomparsa della grande fotografa italiana, giovedì 13 aprile, nelle sale settecentesche dell’Istituto italiano di cultura di Parigi, si è inaugurata la mostra Letizia Battaglia. Cronaca, vita, amore, visitabile fino al 15 settembre 2023.
Una selezione di oltre novanta fotografie, dagli esordi ad oggi, di una delle più coraggiose testimoni del proprio tempo. Letizia Battaglia, che fu definita la “fotografa dell’antimafia”, ci ha lasciati 13 aprile 2022, a 87 anni, a Palermo, circondata dall’affetto dei suoi cari. Il suo nome è legato a quello della sua città.
Curata da Marco Meneguzzo insieme all’Archivio Letizia Battaglia, di cui è membro, la mostra è corredata da un catalogo con un cospicuo numero di illustrazioni, che consente un primo articolato approccio ad una delle icone più recenti della fotografia, prima donna fotoreporter italiana per un quotidiano.
Perché Cronaca, vita, amore
All’inaugurazione della mostra, sono intervenuti Marco Meneguzzo e i nipoti della fotografa, Marta e Matteo Sollima che gestiscono l’Archivio. «La scelta di un titolo di una mostra è una parte essenziale della mostra stessa e per la critica» spiega Meneguzzo. «Cronaca, vita, amore: la scelta di questo titolo è una serie di concetti in ascesa. Letizia Battaglia è nota per i suoi reportage. Ma non è soltanto una fotoreporter». Il curatore sottolinea come il suo fosse uno sguardo ricco, di un’artista che sapeva ritrovare e fotografare la speranza in tanto orrore, quello delle guerre di mafia degli anni 70 e 90. Una dichiarazione d’amore alla città di Palermo e la Sicilia così martoriate e così vitali.
Uno sguardo che non si arrende al sangue
«Come si fa a testimoniare l’amore in mezzo all’orrore? Questo è stato anche il campo d’azione di Letizia Battaglia. Lei nella sua opera fotografica non ha testimoniato soltanto l’orrore. Ma anche il mondo della speranza. E questo si percepisce nella mostra», dichiara Marco Meneguzzo. Per il curatore dell’esposizione «L’amore lo si vede nelle fotografie dei bambini, che ci salveranno perché rappresentano la vita. Anche in situazioni terribili, hanno comunque di fronte a loro il futuro. Letizia Battaglia lo mostra attraverso i suoi scatti. Diventano così un antidoto al pessimismo, all’odio». La speranza che vince l’orrore. La vita che vuole fiorire nonostante ogni avversità
Non solo fotoreporter
Per questo motivo, l’esposizione è divisa in sezioni. Le fotografie sono mescolate, immagini di morti accanto a corpi nudi festosi. Il tutto per restituire il suo senso di testimonianza. Letizia battaglia amava la gente, con tutte le sue debolezze.
Attraverso la sua macchina fotografica ha immortalato non solo momenti di morte, ma molti di vita. Il lavoro di Marta e Matteo Sollima, affermano i nipoti, è anche quello di rendere noti alcuni aspetti inediti della fotografa, come ad esempio i suoi viaggi, in particolare quelli in Africa.
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Letizia Battaglia. Cronaca, vita, amore
Tempo stimato per la lettura: 8 minuti
A un anno dalla scomparsa della grande fotografa italiana, giovedì 13 aprile, nelle sale settecentesche dell’Istituto italiano di cultura di Parigi, si è inaugurata la mostra Letizia Battaglia. Cronaca, vita, amore, visitabile fino al 15 settembre 2023.
Una selezione di oltre novanta fotografie, dagli esordi ad oggi, di una delle più coraggiose testimoni del proprio tempo. Letizia Battaglia, che fu definita la “fotografa dell’antimafia”, ci ha lasciati 13 aprile 2022, a 87 anni, a Palermo, circondata dall’affetto dei suoi cari. Il suo nome è legato a quello della sua città.
Curata da Marco Meneguzzo insieme all’Archivio Letizia Battaglia, di cui è membro, la mostra è corredata da un catalogo con un cospicuo numero di illustrazioni, che consente un primo articolato approccio ad una delle icone più recenti della fotografia, prima donna fotoreporter italiana per un quotidiano.
Perché Cronaca, vita, amore
All’inaugurazione della mostra, sono intervenuti Marco Meneguzzo e i nipoti della fotografa, Marta e Matteo Sollima che gestiscono l’Archivio. «La scelta di un titolo di una mostra è una parte essenziale della mostra stessa e per la critica» spiega Meneguzzo. «Cronaca, vita, amore: la scelta di questo titolo è una serie di concetti in ascesa. Letizia Battaglia è nota per i suoi reportage. Ma non è soltanto una fotoreporter». Il curatore sottolinea come il suo fosse uno sguardo ricco, di un’artista che sapeva ritrovare e fotografare la speranza in tanto orrore, quello delle guerre di mafia degli anni 70 e 90. Una dichiarazione d’amore alla città di Palermo e la Sicilia così martoriate e così vitali.
Uno sguardo che non si arrende al sangue
«Come si fa a testimoniare l’amore in mezzo all’orrore? Questo è stato anche il campo d’azione di Letizia Battaglia. Lei nella sua opera fotografica non ha testimoniato soltanto l’orrore. Ma anche il mondo della speranza. E questo si percepisce nella mostra», dichiara Marco Meneguzzo. Per il curatore dell’esposizione «L’amore lo si vede nelle fotografie dei bambini, che ci salveranno perché rappresentano la vita. Anche in situazioni terribili, hanno comunque di fronte a loro il futuro. Letizia Battaglia lo mostra attraverso i suoi scatti. Diventano così un antidoto al pessimismo, all’odio». La speranza che vince l’orrore. La vita che vuole fiorire nonostante ogni avversità
Non solo fotoreporter
Per questo motivo, l’esposizione è divisa in sezioni. Le fotografie sono mescolate, immagini di morti accanto a corpi nudi festosi. Il tutto per restituire il suo senso di testimonianza. Letizia battaglia amava la gente, con tutte le sue debolezze.
Attraverso la sua macchina fotografica ha immortalato non solo momenti di morte, ma molti di vita. Il lavoro di Marta e Matteo Sollima, affermano i nipoti, è anche quello di rendere noti alcuni aspetti inediti della fotografa, come ad esempio i suoi viaggi, in particolare quelli in Africa.
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