Martina Latini, artista: disegnare e dipingere sono diventate per me forme “necessarie”
Tempo stimato per la lettura: 3,5 minuti
ViviCreativo prosegue le sue interviste. Questa è la volta di Martina Latini, vincitrice della sezione “Videoarte” nella scorsa edizione della Biennale MArtelive.
L’artista dallo stile unico ammette: “Disegnare e dipingere sono diventate per me forme necessarie”.
Quando hai cominciato la tua carriera artistica? Qual è stata “l’urgenza” che ti ha mosso?
Se si parla nello specifico di “carriera artistica” non molto tempo fa, precisamente intorno all’ultimo anno di Università quando, con un po’ di maturità in più, ho capito che con quello che creavo potevo davvero farci qualcosa. Ho sempre voluto fare dell’ arte il mio lavoro, anche se associare la parola “lavoro” ad “arte” mi fa accartocciare la faccia. C’è sempre stata gioia nel creare qualcosa, fin dall’inizio, da quando ho imparato a tenere in mano i pennarelli, perché diciamocelo, la matita arriva sempre dopo i pennarelli. È nato tutto come un hobby, un qualcosa che mi faceva sentire serena e solo in questi ultimi anni ho scoperto il vero potere dell’arte, la possibilità che mi dà di poter “buttare fuori” sotto forma di immagini tutto ciò che mi frulla per la testa, brutto o bello che sia. Dipingere, disegnare, sono diventate forme di sfogo necessarie affinché non impazzisca, penso!
Cosa significa per te la parola “creatività”?
La creatività secondo me è qualcosa di innato, una dote che non si può insegnare e quindi acquisire. Può evolvere, può crescere, mutare, ma non ha niente a che vedere con la teoria. Si può passare anni a studiare le tecniche di disegno e la teoria dei colori, ma senza creatività si finirà per produrre qualcosa magari di bello, ma che non ha niente da dire. La creatività forse nasce proprio dalla necessità dell’artista di creare un qualcosa: quadro, fotografia, gioiello che sia. La creatività va coltivata, nutrita, ha sempre bisogno di nuovi stimoli, ispirazioni. Altrimenti muore e con lei anche il suo artista.
Attraverso i tuoi lavori, quale messaggio vorresti arrivasse?
Non mi sento di dire che i miei lavori si concentrino su un messaggio in particolare che mi piacerebbe arrivasse all’osservatore. Proprio perché vivo il dipingere come uno sfogo, è difficile che ogni opera trasmetta lo stesso messaggio. Ci sono molteplici umori che mi spingono a creare un qualcosa e indipendentemente da ciò che significa ogni quadro per me, l’unica cosa che mi auguro è che possa trasmettere qualcosa a chi si sofferma davanti ad esso.
Non mi aspetto che le persone apprezzino tutto ciò che faccio, mi basta che ne rimangano stupiti in qualche modo, anche fosse solo negativamente. Il successo di un’opera, secondo me, sta nel provocare tutto, meno che indifferenza.
Come è stata l’esperienza alla Biennale MArteLive?
Ho avuto il piacere di partecipare all’evento MArteLive l’anno scorso come videomaker e non mi dispiacerebbe affatto fare ancora parte di questa esperienza, anche da illustratrice. Mi rende felice sapere che ci sono persone come voi dell’agenzia di comunicazione dunp e tutto il MArteLive che si impegnano a scovare nuovi talenti in campo artistico e creare ambienti in cui condividere le proprie aspirazioni e ispirazioni. Entrare in contatto con persone con cui senti di condividere qualcosa anche non conoscendole, è sempre una bella sensazione.
Qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti…
All’Università Inglese (UCA) vicino Londra dalla quale mi sono laureata in Animazione un anno fa, sono tornata in Italia e ho frequentato un master in “Concept Art” alla Rainbow Academy, ma finito quello mi sono trovata in un periodo di stallo, dal quale sento il bisogno di dover dare una svolta. Sento di dover mettere a frutto ciò per cui ho studiato e sudato. Vorrei ripartire per Londra, in cerca di nuovi stimoli e chissà…magari andare alla ricerca anche di qualche Animation Studio al quale serve una Concept Artist come me!
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Martina Latini, artista: disegnare e dipingere sono diventate per me forme “necessarie”
Tempo stimato per la lettura: 10 minuti
ViviCreativo prosegue le sue interviste. Questa è la volta di Martina Latini, vincitrice della sezione “Videoarte” nella scorsa edizione della Biennale MArtelive.
L’artista dallo stile unico ammette: “Disegnare e dipingere sono diventate per me forme necessarie”.
Quando hai cominciato la tua carriera artistica? Qual è stata “l’urgenza” che ti ha mosso?
Se si parla nello specifico di “carriera artistica” non molto tempo fa, precisamente intorno all’ultimo anno di Università quando, con un po’ di maturità in più, ho capito che con quello che creavo potevo davvero farci qualcosa. Ho sempre voluto fare dell’ arte il mio lavoro, anche se associare la parola “lavoro” ad “arte” mi fa accartocciare la faccia. C’è sempre stata gioia nel creare qualcosa, fin dall’inizio, da quando ho imparato a tenere in mano i pennarelli, perché diciamocelo, la matita arriva sempre dopo i pennarelli. È nato tutto come un hobby, un qualcosa che mi faceva sentire serena e solo in questi ultimi anni ho scoperto il vero potere dell’arte, la possibilità che mi dà di poter “buttare fuori” sotto forma di immagini tutto ciò che mi frulla per la testa, brutto o bello che sia. Dipingere, disegnare, sono diventate forme di sfogo necessarie affinché non impazzisca, penso!
Cosa significa per te la parola “creatività”?
La creatività secondo me è qualcosa di innato, una dote che non si può insegnare e quindi acquisire. Può evolvere, può crescere, mutare, ma non ha niente a che vedere con la teoria. Si può passare anni a studiare le tecniche di disegno e la teoria dei colori, ma senza creatività si finirà per produrre qualcosa magari di bello, ma che non ha niente da dire. La creatività forse nasce proprio dalla necessità dell’artista di creare un qualcosa: quadro, fotografia, gioiello che sia. La creatività va coltivata, nutrita, ha sempre bisogno di nuovi stimoli, ispirazioni. Altrimenti muore e con lei anche il suo artista.
Attraverso i tuoi lavori, quale messaggio vorresti arrivasse?
Non mi sento di dire che i miei lavori si concentrino su un messaggio in particolare che mi piacerebbe arrivasse all’osservatore. Proprio perché vivo il dipingere come uno sfogo, è difficile che ogni opera trasmetta lo stesso messaggio. Ci sono molteplici umori che mi spingono a creare un qualcosa e indipendentemente da ciò che significa ogni quadro per me, l’unica cosa che mi auguro è che possa trasmettere qualcosa a chi si sofferma davanti ad esso.
Non mi aspetto che le persone apprezzino tutto ciò che faccio, mi basta che ne rimangano stupiti in qualche modo, anche fosse solo negativamente. Il successo di un’opera, secondo me, sta nel provocare tutto, meno che indifferenza.
Come è stata l’esperienza alla Biennale MArteLive?
Ho avuto il piacere di partecipare all’evento MArteLive l’anno scorso come videomaker e non mi dispiacerebbe affatto fare ancora parte di questa esperienza, anche da illustratrice. Mi rende felice sapere che ci sono persone come voi dell’agenzia di comunicazione dunp e tutto il MArteLive che si impegnano a scovare nuovi talenti in campo artistico e creare ambienti in cui condividere le proprie aspirazioni e ispirazioni. Entrare in contatto con persone con cui senti di condividere qualcosa anche non conoscendole, è sempre una bella sensazione.
Qualche anticipazione sui tuoi prossimi progetti…
All’Università Inglese (UCA) vicino Londra dalla quale mi sono laureata in Animazione un anno fa, sono tornata in Italia e ho frequentato un master in “Concept Art” alla Rainbow Academy, ma finito quello mi sono trovata in un periodo di stallo, dal quale sento il bisogno di dover dare una svolta. Sento di dover mettere a frutto ciò per cui ho studiato e sudato. Vorrei ripartire per Londra, in cerca di nuovi stimoli e chissà…magari andare alla ricerca anche di qualche Animation Studio al quale serve una Concept Artist come me!
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