Maupal: “Un atto creativo ha bisogno di tre elementi: l’idea, la tecnica, l’estetica”

About the Author: Alessia

Published On: 24 Maggio 2020

Tempo stimato per la lettura: 6,5 minuti

 

ARTISTA INTERNAZIONALE, NOTO A TUTTI PER AVER REALIZZATO IL SUPER POPE A POCA DISTANZA DAL VATICANO, MAUPAL CI RACCONTA LE SUE ESPERIENZE NELL’ARTE E NELLA STREET ART.

Mauro Pallotta, in arte Maupal, nasce a Roma nel 1972, dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti. Qui rivela fin da subito una mano felicissima nel disegno e una spiccata ironia che traspare nei concetti delle sue creazioni. Dopo anni di sperimentazione pittorica, mostra un vivo interesse per le potenzialità scultoree insite nella lana d’acciaio. Inizia quindi a utilizzare questo materiale per le sue opere, a prima vista semplicemente abbozzate, che però si ricompongono con estrema efficacia realistica. Conferma un’estrema versatilità nel modellare soggetti diversi, colti nelle espressioni più caratteristiche e indicative della loro natura.

STREET ART. LA CARRIERA DI MAUPAL
Espone in tutto il mondo, principalmente a Londra, Roma, Miami, e in fiere, musei e gallerie, oltre a prendere parte a opere di Street Art, anche a livelli istituzionali e internazionali.
Dal 2014, dalla sua prima opera in strada, il Super Pope, diversifica il suo percorso sia nella sfera della “fine art” che in quella della “Street Art”.

È universalmente riconosciuto come uno degli esponenti di spicco del settore, noto per aver dipinto Papa Francesco, la Regina Elisabetta e Donald Trump.

Hanno scritto di lui numerosi quotidiani e riviste internazionali e
ARTNET l’ha inserito al ventunesimo posto della classifica dei primi trenta street artist più influenti al mondo.

Come scegli la rappresentazione su strada? Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Scelgo di lavorare su strada quando ho la certezza di aver avuto una idea che possa essere considerata costruttiva a livello sociale. Interpreto la Street Art come un megafono popolare, quindi le mie ispirazioni derivano necessariamente dal vivere quotidiano e, conseguentemente, reputo fondamentale intraprendere i miei rapporti umani con la massima empatia.

Hai di recente partecipato all’iniziativa #lifeviralart, che esperienza è stata per te?
Con l’avvento della pandemia stiamo vivendo un periodo drammatico, inaspettato e problematico sotto tanti punti di vista. Da subito ho sentito il bisogno di interpretare le mie sensazioni e, quando ancora si trattava di una epidemia confinata alla Cina, ho intuito il pericolo globale ed ho dipinto il pianeta Terra con indosso una mascherina chirurgica bucata dal quale fuoriusciva una sigaretta fumante, per sottolineare le enormi contraddizioni che noi esseri umani mettiamo in atto verso noi stessi e verso il nostro pianeta. Successivamente sono stato contattato per partecipare all’evento #lifeviralart, una iniziativa benefica nobile e originale, quindi ho modificato l’idea originale, sostituendo l’immagine del pianeta con quella del mio logo (…ma senza più la sigaretta…).

La tua prima opera realizzata su strada… che ricordo ne hai?
Fino all’anno 2013, ho sempre “sopravvissuto” con le mie opere, le mie sculture e i miei quadri, poi a gennaio 2014, sviluppai un’idea grafica che racchiudeva una sensazione mia e anche diffusa. Il nuovo papa, Bergoglio, dava l’idea di qualcosa di nuovo, di semplice, di popolare. Lo dipinsi nelle fattezze di Superman, racchiudendo alcune sue caratteristiche: difensore dei più deboli, umile ma forte, in difesa dei valori religiosi ( …la borsetta nera con scritta “Valores”…) ma anche di voleri laici e altamente terreni (…la sciarpa della sua squadra di calcio del cuore…), isomma, un’immagine POP.
Attaccai quell’opera davanti all’entrata principale della città del Vaticano, la mattina seguente qualcuno fotografò il muro e “tweettò” l’immagine, poco dopo l’agenzia stampa vaticana “ri-tweettò” e nel giro di un paio di ore, si sviluppò intorno a quel disegno, il più grande evento spontaneo e internazionale di Street Art di sempre. Rimasi disorientato per circa un mese, la mia vita cambiò in poche ore.

Cosa significa per te la parola creatività?
Associo, forse con troppa leggerezza, la parola “creatività”, alla parola “ Arte”. Reputo “creativo” un potenziale atto che possa far immergere, il creatore quanto l’osservatore, in una dimensione nuova estrapolata dalla realtà. E’ creativo e artistico, qualunque elemento ci porti all’interno di un immaginario nuovo, inaspettato. Per compiere un atto creativo c’è sempre bisogno di tre elementi basici: l’idea, la tecnica, l’estetica.

Quando hai cominciato a disegnare e perché?
Cominciai da bambino, a 5 anni disegnai per cso il volto di mio nonno. Considerando la mia età, il ritratto era esageratamente somigliante. Ricordo lo stupore dei miei famigliari nel guardare quel ritratto, quindi decisi di voler rivivere quelle loro espressioni all’infinito e, di conseguenza, cominciai ad appassionarmi al disegno cercando di migliorarmi senza soluzione di continuità.

Se non avessi fatto questo lavoro, a cosa ti saresti dedicato?
Non ho mai preso in considerazione vie alternative. Sapevo da subito che questo sarebbe stato il mio percorso di vita, ma la mia famiglia non poteva permettersi di “mantenere”un artista, quindi fino al “Super Pope”, ho sempre affiancato alla mia ricerca artistica dei lavori alternativi: lavapiatti, cameriere, consegne, trasporti ecc. Ma, anche dopo indicibili crisi d’identità, non ho mai mollato l’idea di volermi vivere la vita come avevo già sognato da bambino.

Se dovessi scegliere una città diversa per vivere e lavorarci, quale sceglieresti?
Sono nato, cresciuto e tutt’ora vivo in un Rione nel pieno centro di Roma. E’ difficilissimo sostituire Roma con un’altra città, ancor di più in un cotesto come il mio. Ho avuto lunghe esperienze in varie città europee: Londra, Dublino, Berlino e Barcellona, ognunadi queste mi ha lasciato qualcosa e mi ha anche insegnato qualcosa, ma arrivato a 48 anniora se dovessi proprio cambiar vita forse sceglierei una situazione totalmente opposta. La tranquillità in un contesto bucolico potrebbe essere una nuova frontiera.

L’opera alla quale sei più affezionato e perché…
Credo che come i figli, non ce ne sia uno preferito. Cambiano le sensazioni e le emozioni da opera ad opera. Quella che mi ha regalato più adrenalina è stata “Contratto”: tutti ricordano il famoso contratto che fu stipulato dalle due forze di governo Lega e Movimento 5 stelle; nel momento di massima crisi tra queste due forze, decisi di rappresentare il presidente del Cosiglio Conte (1), nelle vesti di un ginnasta che assume la posizione della croce agli anelli. Un anello era verde, il colore della Lega e, l’altro anello di colore giallo, il colore del Movimento 5 stelle, Conte è “contratto” in quella posizione di equilibrio precario con un grande dispendio di forze. Era una sagoma di cartone e l’appesi a 7 metri di altezza al centro della carreggiata in via del Governo Vecchio a Roma, a poche decine di metri dalla residenza del Presidente del Consiglio. Benchè fotografai in pieno e, senza offese o volgarità, la situazione politica nazionale, l’opera subì una censura immediata e con un dispendio di forze assurdo. Polizia Municipale, Digos, Vigili del Fuoco e addirittura Polizia Scientifica, arrivarono sul posto e fecero sparire quell’opera in un battibaleno. Beh, non posso negare che l’adrenalina, la paura, la soddisfazione e anche le preoccupazioni mi assalirono. in base a tutte queste emozioni, reputo questa come la mia opera preferita e, in chiave diversa, la reputo tutt’ora adeguata ai tempi che stiamo vivendo.

Facebook: Maupal
Twitter: MauroPallotta MAUPAL
Instagram: maupal3000

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Published On: 24 Maggio 2020

About the Author: Alessia

Tempo stimato per la lettura: 20 minuti

 

ARTISTA INTERNAZIONALE, NOTO A TUTTI PER AVER REALIZZATO IL SUPER POPE A POCA DISTANZA DAL VATICANO, MAUPAL CI RACCONTA LE SUE ESPERIENZE NELL’ARTE E NELLA STREET ART.

Mauro Pallotta, in arte Maupal, nasce a Roma nel 1972, dove frequenta l’Accademia delle Belle Arti. Qui rivela fin da subito una mano felicissima nel disegno e una spiccata ironia che traspare nei concetti delle sue creazioni. Dopo anni di sperimentazione pittorica, mostra un vivo interesse per le potenzialità scultoree insite nella lana d’acciaio. Inizia quindi a utilizzare questo materiale per le sue opere, a prima vista semplicemente abbozzate, che però si ricompongono con estrema efficacia realistica. Conferma un’estrema versatilità nel modellare soggetti diversi, colti nelle espressioni più caratteristiche e indicative della loro natura.

STREET ART. LA CARRIERA DI MAUPAL
Espone in tutto il mondo, principalmente a Londra, Roma, Miami, e in fiere, musei e gallerie, oltre a prendere parte a opere di Street Art, anche a livelli istituzionali e internazionali.
Dal 2014, dalla sua prima opera in strada, il Super Pope, diversifica il suo percorso sia nella sfera della “fine art” che in quella della “Street Art”.

È universalmente riconosciuto come uno degli esponenti di spicco del settore, noto per aver dipinto Papa Francesco, la Regina Elisabetta e Donald Trump.

Hanno scritto di lui numerosi quotidiani e riviste internazionali e
ARTNET l’ha inserito al ventunesimo posto della classifica dei primi trenta street artist più influenti al mondo.

Come scegli la rappresentazione su strada? Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Scelgo di lavorare su strada quando ho la certezza di aver avuto una idea che possa essere considerata costruttiva a livello sociale. Interpreto la Street Art come un megafono popolare, quindi le mie ispirazioni derivano necessariamente dal vivere quotidiano e, conseguentemente, reputo fondamentale intraprendere i miei rapporti umani con la massima empatia.

Hai di recente partecipato all’iniziativa #lifeviralart, che esperienza è stata per te?
Con l’avvento della pandemia stiamo vivendo un periodo drammatico, inaspettato e problematico sotto tanti punti di vista. Da subito ho sentito il bisogno di interpretare le mie sensazioni e, quando ancora si trattava di una epidemia confinata alla Cina, ho intuito il pericolo globale ed ho dipinto il pianeta Terra con indosso una mascherina chirurgica bucata dal quale fuoriusciva una sigaretta fumante, per sottolineare le enormi contraddizioni che noi esseri umani mettiamo in atto verso noi stessi e verso il nostro pianeta. Successivamente sono stato contattato per partecipare all’evento #lifeviralart, una iniziativa benefica nobile e originale, quindi ho modificato l’idea originale, sostituendo l’immagine del pianeta con quella del mio logo (…ma senza più la sigaretta…).

La tua prima opera realizzata su strada… che ricordo ne hai?
Fino all’anno 2013, ho sempre “sopravvissuto” con le mie opere, le mie sculture e i miei quadri, poi a gennaio 2014, sviluppai un’idea grafica che racchiudeva una sensazione mia e anche diffusa. Il nuovo papa, Bergoglio, dava l’idea di qualcosa di nuovo, di semplice, di popolare. Lo dipinsi nelle fattezze di Superman, racchiudendo alcune sue caratteristiche: difensore dei più deboli, umile ma forte, in difesa dei valori religiosi ( …la borsetta nera con scritta “Valores”…) ma anche di voleri laici e altamente terreni (…la sciarpa della sua squadra di calcio del cuore…), isomma, un’immagine POP.
Attaccai quell’opera davanti all’entrata principale della città del Vaticano, la mattina seguente qualcuno fotografò il muro e “tweettò” l’immagine, poco dopo l’agenzia stampa vaticana “ri-tweettò” e nel giro di un paio di ore, si sviluppò intorno a quel disegno, il più grande evento spontaneo e internazionale di Street Art di sempre. Rimasi disorientato per circa un mese, la mia vita cambiò in poche ore.

Cosa significa per te la parola creatività?
Associo, forse con troppa leggerezza, la parola “creatività”, alla parola “ Arte”. Reputo “creativo” un potenziale atto che possa far immergere, il creatore quanto l’osservatore, in una dimensione nuova estrapolata dalla realtà. E’ creativo e artistico, qualunque elemento ci porti all’interno di un immaginario nuovo, inaspettato. Per compiere un atto creativo c’è sempre bisogno di tre elementi basici: l’idea, la tecnica, l’estetica.

Quando hai cominciato a disegnare e perché?
Cominciai da bambino, a 5 anni disegnai per cso il volto di mio nonno. Considerando la mia età, il ritratto era esageratamente somigliante. Ricordo lo stupore dei miei famigliari nel guardare quel ritratto, quindi decisi di voler rivivere quelle loro espressioni all’infinito e, di conseguenza, cominciai ad appassionarmi al disegno cercando di migliorarmi senza soluzione di continuità.

Se non avessi fatto questo lavoro, a cosa ti saresti dedicato?
Non ho mai preso in considerazione vie alternative. Sapevo da subito che questo sarebbe stato il mio percorso di vita, ma la mia famiglia non poteva permettersi di “mantenere”un artista, quindi fino al “Super Pope”, ho sempre affiancato alla mia ricerca artistica dei lavori alternativi: lavapiatti, cameriere, consegne, trasporti ecc. Ma, anche dopo indicibili crisi d’identità, non ho mai mollato l’idea di volermi vivere la vita come avevo già sognato da bambino.

Se dovessi scegliere una città diversa per vivere e lavorarci, quale sceglieresti?
Sono nato, cresciuto e tutt’ora vivo in un Rione nel pieno centro di Roma. E’ difficilissimo sostituire Roma con un’altra città, ancor di più in un cotesto come il mio. Ho avuto lunghe esperienze in varie città europee: Londra, Dublino, Berlino e Barcellona, ognunadi queste mi ha lasciato qualcosa e mi ha anche insegnato qualcosa, ma arrivato a 48 anniora se dovessi proprio cambiar vita forse sceglierei una situazione totalmente opposta. La tranquillità in un contesto bucolico potrebbe essere una nuova frontiera.

L’opera alla quale sei più affezionato e perché…
Credo che come i figli, non ce ne sia uno preferito. Cambiano le sensazioni e le emozioni da opera ad opera. Quella che mi ha regalato più adrenalina è stata “Contratto”: tutti ricordano il famoso contratto che fu stipulato dalle due forze di governo Lega e Movimento 5 stelle; nel momento di massima crisi tra queste due forze, decisi di rappresentare il presidente del Cosiglio Conte (1), nelle vesti di un ginnasta che assume la posizione della croce agli anelli. Un anello era verde, il colore della Lega e, l’altro anello di colore giallo, il colore del Movimento 5 stelle, Conte è “contratto” in quella posizione di equilibrio precario con un grande dispendio di forze. Era una sagoma di cartone e l’appesi a 7 metri di altezza al centro della carreggiata in via del Governo Vecchio a Roma, a poche decine di metri dalla residenza del Presidente del Consiglio. Benchè fotografai in pieno e, senza offese o volgarità, la situazione politica nazionale, l’opera subì una censura immediata e con un dispendio di forze assurdo. Polizia Municipale, Digos, Vigili del Fuoco e addirittura Polizia Scientifica, arrivarono sul posto e fecero sparire quell’opera in un battibaleno. Beh, non posso negare che l’adrenalina, la paura, la soddisfazione e anche le preoccupazioni mi assalirono. in base a tutte queste emozioni, reputo questa come la mia opera preferita e, in chiave diversa, la reputo tutt’ora adeguata ai tempi che stiamo vivendo.

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