Creatività Liquida: Mulholland Drive by Gian Paolo Di Pierro
Tempo stimato per la lettura: 10,9 minuti
30 Ricette, 30 barman e barlady, 30 film. Questa settimana Mulholland Drive.
La creatività incontra la mixology che incontra il cinema, proponendo alle nostre papille gustative cocktail inediti, ispirati alle pellicole del cinema più famose. Scoprite con noi Mulholland Drive il cocktail.
Ricetta #8, dal film Mulholland Drive
Ogni settimana una ricetta, scoprite con noi Mulholland Drive, il cocktail ispirato al film del grande David Lynch. Cinema, cocktail, design e creatività
Cocktail Mulholland Drive
dal film omonimo di David Lynch
di Gian Paolo Di Pierro
Mulholland Drive (stilizzato come Mulholland Dr.) è un film del 2001 scritto e diretto da David Lynch ed interpretato da Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux, Ann Miller e Robert Forster.
Il film, originariamente concepito da Lynch come Pilot per una serie TV, venne rifiutato dalla ABC. Sembra che uno dei produttori abbia dichiarato di essersi addormentato mentre vedeva l’episodio pilota.
da sinistra: laura harring, david lynch, naomi watts
«Continuavo a sognare che Mulholland Drive diventava un film. E continuavo a dire a Lynch di avere dei presagi. Vedevo il nome Rita dappertutto e vedevo Mulholland dappertutto, e dissi:
‘Sai ho proprio la sensazione che questa cosa andra avanti.»
Così la Harring (interprete del ruolo di Rita/Camilla) reagì quando Lynch le comunicò che la ABC aveva rifiutato la serie. L’attrice non solo aveva avuto delle giuste “premonizioni” ma quando si recò al provino ebbe un incidente d’auto con un altro attore di Hollywood, i due lasciarono il luogo dell’incidente per recarsi entrambi ai rispettivi provini e lì al colloquio con Lynch, la Harring apprese la notizia che anche il personaggio di Rita/Camilla, che lei avrebbe dovuto interpretare, sarebbe stato coinvolto in un incidente d’auto. Destino? Sicuramente non si può dire che la Harring non fosse destinata ad interpretare la sua parte.
La scelta di Lynch in merito all’assegnazione dei personaggi è stata oggetto di curiosità. Pare che non abbia fatto provini ma un dialogo di circa 30 minuti con gli attori. Il cast, tra l’altro, dovendo interpretare in realtà una serie, viene scelto da Lynch quanto più anonimo possibile. La Watts infatti non era ancora famosa, raggiungerà il successo proprio grazie a questo film. Lynch fece con lei un lavoro molto intenso e l’attrice nel film riesce a cambiare personalità in modo sbalorditivo, arrivando ad una vera e propria trasformazione fisica oltre che emotiva.
Il film vincerà il premio alla miglior regia a David Lynch al Festival di Cannes del 2002, una nomination all’Oscar come miglior regia, e 4 nomination ai Golden Globe: Miglior Film Drammatico, miglior regia e miglior sceneggiatura a David Lynch, miglior colonna sonora originale ad Angelo Badalamenti.
E’ stato definito da molti il più grande film del XXI secolo, un film secondo alcuni geniale, controverso, criptico e inquietante in modo affascinante. Indubbiamente uno dei capolavori di David Lynch. Prodotto dalla francese Canal Plus che comprò i diritti alla ABC. Pare che i produttori abbiano visto il film per la prima volta alla premier del Festival di Cannes.
«[…] All’inizio del sogno io sono qui dentro. Ma non è né giorno, né notte. È tarda serata, diciamo. È tutto uguale a qui dentro. A parte le luci. E io ho paura, una paura che non le dico. Fra tante persone, c’è lei, laggiù, proprio dietro la cassa. Lei ha paura, e io mi spavento ancora di più vedendo che lei ha paura. Poi capisco di che si tratta. C’è un uomo, nel cortile qui sul retro. È lui la causa di tutto. Io lo vedo attraverso il muro, vedo la sua faccia… Spero di non dover mai vedere quella faccia, quando sono al di fuori del mio sogno… (dal film Mulholland Drive)»
L’ispirazione è tratta dalla meditazione trascendentale, lo stesso regista dichiara che grazie ad essa la sua mente ha trovato tutte le idee e gli inneschi necessari alla stesura della pellicola.
E’ ricorrente il Lynch la narrazione controversa e onirica che in questa produzione si esprime al massimo del suo potenziale.
Al film Lynch darà il sottotitolo “Una storia d’amore nella città dei sogni.”
Quando al regista viene chiesto di dare una spiegazione alla narrazione Lynch risponde:
«Parte 1: lei si ritrova all’interno del mistero perfetto. Parte 2: una triste illusione. Parte 3: amore (David Lynch)»
Ovviamente non vuole spiegare il suo film lasciando libera l’interpretazione di critici e spettatori che inizialmente si ritrovano spiazzati e confusi.
Alcuni, più curiosi e appassionati, arrivano addirittura a studiare la trama cercando di mettere in ordine la cronologia degli eventi per poter interpretare correttamente il significato della pellicola. Secondo noi chi lo ha fatto in modo davvero interessante è il blog http://www.icineuforici.com all’interno del loro articolo http://www.icineuforici.com/2012/02/david-lynch-mulholland-drive-una-ricostruzione-logica/.
Grazie alla loro ricostruzione dettagliata possiamo comprendere come il sottotitolo individuato e la spiegazione del regista siano veramente esaustive riguardo al film.
E’ veramente una “storia d’amore nella città dei sogni” ed è veramente “A- mistero perfetto, B – triste illusione, C – amore”.
La storia “reale” è la storia d’amore tra Diane e Camilla. Le due, entrambe attrici, sono amanti, Diane è una ragazza venuta a LA per diventare un’attrice famosa ma purtroppo non viene mai scelta e non trova mai il ruolo al quale ambisce. Dopo diversi anni il mondo dello spettacolo la trasforma, rendendola cinica, frustrata, infelice e spietata. Una sera Camilla trascina Diane ad un party a casa della madre del regista Adam, con il quale si rivela avere una relazione e all’interno del party egli dichiara il loro fidanzamento. Diane sconvolta dal tradimento dell’amante e folle di gelosia nei confronti della donna decide di farla uccidere da un killer. Quando l’omicidio viene compiuto e Diane apprende del decesso di Camilla, presa dal senso di colpa e dall’amore infranto, decide di togliersi la vita.
Descritta così, potrebbe essere una storia piuttosto standard e banale. Ma allora cosa ha reso il film un capolavoro del XXI secolo? La componente onirica.
Grazie alla componente onirica la storia diventerà il thriller psicologico che tutti conosciamo. Forse è questo aspetto del sogno a far in modo che il pubblico spesso si divida in due categorie: “chi Lynch lo ama e chi lo odia”. Probabilmente la complessità che scaturisce dal suo modo di raccontare storie lascia pensare a molti: “un film che va spiegato non è un film da considerare un capolavoro”. Noi non siamo d’accordo. Un film che porta centinaia di persone a porsi delle domande, a voler capire, sondare e approfondire, è un film che merita assolutamente di essere considerato originale e di altissimo livello.
Il modo in cui Lynch riesce a parlare di sogno, di subconscio, e mischiare il tutto all’interno della realtà è da considerarsi geniale. Mulholland Drive è un capolavoro di sceneggiatura.
In tutta la prima parte lo spettatore vive il dramma psicologico della protagonista fatto di realtà onirica e interiore. In tutta questa fase viviamo in empatia profonda con la protagonista, come lei non capiamo esattamente se quello che vediamo è reale o meno. Sappiamo che ci sono componenti di realtà ma non possiamo capire esattamente cosa stia succedendo.
E’ nella seconda parte che la realtà si manifesta e comprendiamo cosa accade. Siamo nella mente di Diane. Come solitamente succede nelle sue produzioni, Lynch inserisce diverse figure ambigue come Il Cowboy, il Clochard, l’uomo dietro al vetro e la coppia di anziani. Volutamente queste figure tendono a rimanere ambigue e liberamente interpretabili dagli spettatori.
Abbiamo trovato diverse spiegazioni “autonome” in rete e altre abbiamo cercato di crearle noi. Nei sogni capita di visualizzare persone che non conosciamo o che non abbiamo mai visto (come la coppia di piccoli anziani o l’uomo dietro al vetro per Diane), oppure di sognare gente che abbiamo visto una volta di sfuggita (come accade ad esempio a Diane con il Cowboy).
Come diceva Jung: «Tutta la creazione onirica è sostanzialmente soggettiva, e il sogno è un teatro in cui chi sogna è scena, attore, suggeritore, regista, autore, pubblico e critico insieme»
Stando a questo ogni personaggio potrebbe rappresentare una parte di noi e della nostra coscienza. Per Diane l’uomo dietro al vetro potrebbe rappresentare, come dicono
i “cineuforici”, il “timoniere” del sogno; può infatti sospendere o riavviare gli avvenimenti a suo piacimento, spiegando così la realtà parafrasata nel sogno. Quindi potrebbe essere il subconscio di Diane. Il clochard potrebbe rappresentare la corruzione e il fallimento, il cowboy l’infanzia tradita o la figura paterna che la protegge e difende.
«Ehi, bella ragazza… È ora di svegliarsi. (Il cowboy a Diane)»
Secondo i cineuforici la scena del cowboy che entra nella stanza e dice a Betty/Diane di svegliarsi (minuto 6:22 del video) “è senza dubbio la migliore scena del film, forse la più grande nell’intera opera di Lynch. E’ una scena che ha significato quasi metafisico: la vita non ha significato.
Le forze superiori gestiscono il destino di ognuno. La parte più surreale dell’opera è una metafora di tutto ciò che sta accadendo a Betty: Tutto è falso, tutto è registrato. Anche quando la cantante muore, la musica e la sua voce continuano a suonare. Il pubblico non è chiamato a godere veramente lo spettacolo, si limita solo a guardare.
La scena “di Silencio” è come un sogno all’interno di un sogno, basti pensare al fatto che le due vanno a teatro nel mezzo della notte, quando, presumibilmente, il teatro sarebbe chiuso; ed esprime il subconscio di Betty ad un secondo livello. Incredibile il senso di irrealtà nel ritorno a casa, per non parlare di quando la mdp viene risucchiata nella scatola…”
Silencio… No hay banda. // È tutto registrato. // È tutto un nastro. // È solo un’illusione.
(Il presentatore, durante lo spettacolo al Club Silencio).
Il film è sicuramente un cult da vedere, analizzare e approfondire. E’ un film per gli amanti del cinema e delle trame intricate, non è una pellicola per tutti ma solo per chi ha voglia di interrogarsi e riflettere. Non a caso il regista lascia libera interpretazione agli spettatori, perché anche se è un film che racconta una storia distante da noi allo stesso tempo ci coinvolge, poiché tutti siamo sognatori, tutti abbiamo una mente onirica e un subconscio, ed è davvero interessante vederlo così raccontato all’interno di un film. Un film che sicuramente dovrebbero vedere gli psicologi.
Ci sarebbero ancora molte cose da analizzare e sviscerare ma vogliamo lasciare la parola al nostro Drink che a questo film si ispira. Un cocktail che è un sogno, che sicuramente ci farà scoprire di più su noi stessi. Assaggiare per credere.
LA RICETTA
Gian Paolo Di Pierro, barmanager del club Derrière di Roma
INGREDIENTI:
30 ml Teeling Irish whiskey
20 ml Cocchi storico
30 ml Campari Bitter
10 ml Chartreuse Verde
2 das Angostura bitter
Bicchiere: Hurricane
Garnish: Lime disidratato e ciuffo di menta
PREPARAZIONE:
Mescolare tutti gli ingredienti con ghiaccio e filtrare in coppetta.
ISPIRAZIONE:
Drink ispirato al visionario film che prende il via da un incidente stradale sulla famosa Mulholland Drive di Hollywood.
Parlando di strade, boulevard e vite mondane, non si poteva che rendere omaggio a un grande classico della miscelazione, appunto, il Boulevardier, con un “incrocio” (ops!) spiccatamente irlandese.
Non solo la sostituzione del whisky americano con un superbo Teeling irlandese, espressione della sapienza della famiglia Cooley, ma anche un intreccio con la ricetta di un altro drink classico, il Tipperary.
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Creatività Liquida: Mulholland Drive by Gian Paolo Di Pierro
Tempo stimato per la lettura: 32 minuti
30 Ricette, 30 barman e barlady, 30 film. Questa settimana Mulholland Drive.
La creatività incontra la mixology che incontra il cinema, proponendo alle nostre papille gustative cocktail inediti, ispirati alle pellicole del cinema più famose. Scoprite con noi Mulholland Drive il cocktail.
Ricetta #8, dal film Mulholland Drive
Ogni settimana una ricetta, scoprite con noi Mulholland Drive, il cocktail ispirato al film del grande David Lynch. Cinema, cocktail, design e creatività
Cocktail Mulholland Drive
dal film omonimo di David Lynch
di Gian Paolo Di Pierro
Mulholland Drive (stilizzato come Mulholland Dr.) è un film del 2001 scritto e diretto da David Lynch ed interpretato da Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux, Ann Miller e Robert Forster.
Il film, originariamente concepito da Lynch come Pilot per una serie TV, venne rifiutato dalla ABC. Sembra che uno dei produttori abbia dichiarato di essersi addormentato mentre vedeva l’episodio pilota.
da sinistra: laura harring, david lynch, naomi watts
«Continuavo a sognare che Mulholland Drive diventava un film. E continuavo a dire a Lynch di avere dei presagi. Vedevo il nome Rita dappertutto e vedevo Mulholland dappertutto, e dissi:
‘Sai ho proprio la sensazione che questa cosa andra avanti.»
Così la Harring (interprete del ruolo di Rita/Camilla) reagì quando Lynch le comunicò che la ABC aveva rifiutato la serie. L’attrice non solo aveva avuto delle giuste “premonizioni” ma quando si recò al provino ebbe un incidente d’auto con un altro attore di Hollywood, i due lasciarono il luogo dell’incidente per recarsi entrambi ai rispettivi provini e lì al colloquio con Lynch, la Harring apprese la notizia che anche il personaggio di Rita/Camilla, che lei avrebbe dovuto interpretare, sarebbe stato coinvolto in un incidente d’auto. Destino? Sicuramente non si può dire che la Harring non fosse destinata ad interpretare la sua parte.
La scelta di Lynch in merito all’assegnazione dei personaggi è stata oggetto di curiosità. Pare che non abbia fatto provini ma un dialogo di circa 30 minuti con gli attori. Il cast, tra l’altro, dovendo interpretare in realtà una serie, viene scelto da Lynch quanto più anonimo possibile. La Watts infatti non era ancora famosa, raggiungerà il successo proprio grazie a questo film. Lynch fece con lei un lavoro molto intenso e l’attrice nel film riesce a cambiare personalità in modo sbalorditivo, arrivando ad una vera e propria trasformazione fisica oltre che emotiva.
Il film vincerà il premio alla miglior regia a David Lynch al Festival di Cannes del 2002, una nomination all’Oscar come miglior regia, e 4 nomination ai Golden Globe: Miglior Film Drammatico, miglior regia e miglior sceneggiatura a David Lynch, miglior colonna sonora originale ad Angelo Badalamenti.
E’ stato definito da molti il più grande film del XXI secolo, un film secondo alcuni geniale, controverso, criptico e inquietante in modo affascinante. Indubbiamente uno dei capolavori di David Lynch. Prodotto dalla francese Canal Plus che comprò i diritti alla ABC. Pare che i produttori abbiano visto il film per la prima volta alla premier del Festival di Cannes.
«[…] All’inizio del sogno io sono qui dentro. Ma non è né giorno, né notte. È tarda serata, diciamo. È tutto uguale a qui dentro. A parte le luci. E io ho paura, una paura che non le dico. Fra tante persone, c’è lei, laggiù, proprio dietro la cassa. Lei ha paura, e io mi spavento ancora di più vedendo che lei ha paura. Poi capisco di che si tratta. C’è un uomo, nel cortile qui sul retro. È lui la causa di tutto. Io lo vedo attraverso il muro, vedo la sua faccia… Spero di non dover mai vedere quella faccia, quando sono al di fuori del mio sogno… (dal film Mulholland Drive)»
L’ispirazione è tratta dalla meditazione trascendentale, lo stesso regista dichiara che grazie ad essa la sua mente ha trovato tutte le idee e gli inneschi necessari alla stesura della pellicola.
E’ ricorrente il Lynch la narrazione controversa e onirica che in questa produzione si esprime al massimo del suo potenziale.
Al film Lynch darà il sottotitolo “Una storia d’amore nella città dei sogni.”
Quando al regista viene chiesto di dare una spiegazione alla narrazione Lynch risponde:
«Parte 1: lei si ritrova all’interno del mistero perfetto. Parte 2: una triste illusione. Parte 3: amore (David Lynch)»
Ovviamente non vuole spiegare il suo film lasciando libera l’interpretazione di critici e spettatori che inizialmente si ritrovano spiazzati e confusi.
Alcuni, più curiosi e appassionati, arrivano addirittura a studiare la trama cercando di mettere in ordine la cronologia degli eventi per poter interpretare correttamente il significato della pellicola. Secondo noi chi lo ha fatto in modo davvero interessante è il blog http://www.icineuforici.com all’interno del loro articolo http://www.icineuforici.com/2012/02/david-lynch-mulholland-drive-una-ricostruzione-logica/.
Grazie alla loro ricostruzione dettagliata possiamo comprendere come il sottotitolo individuato e la spiegazione del regista siano veramente esaustive riguardo al film.
E’ veramente una “storia d’amore nella città dei sogni” ed è veramente “A- mistero perfetto, B – triste illusione, C – amore”.
La storia “reale” è la storia d’amore tra Diane e Camilla. Le due, entrambe attrici, sono amanti, Diane è una ragazza venuta a LA per diventare un’attrice famosa ma purtroppo non viene mai scelta e non trova mai il ruolo al quale ambisce. Dopo diversi anni il mondo dello spettacolo la trasforma, rendendola cinica, frustrata, infelice e spietata. Una sera Camilla trascina Diane ad un party a casa della madre del regista Adam, con il quale si rivela avere una relazione e all’interno del party egli dichiara il loro fidanzamento. Diane sconvolta dal tradimento dell’amante e folle di gelosia nei confronti della donna decide di farla uccidere da un killer. Quando l’omicidio viene compiuto e Diane apprende del decesso di Camilla, presa dal senso di colpa e dall’amore infranto, decide di togliersi la vita.
Descritta così, potrebbe essere una storia piuttosto standard e banale. Ma allora cosa ha reso il film un capolavoro del XXI secolo? La componente onirica.
Grazie alla componente onirica la storia diventerà il thriller psicologico che tutti conosciamo. Forse è questo aspetto del sogno a far in modo che il pubblico spesso si divida in due categorie: “chi Lynch lo ama e chi lo odia”. Probabilmente la complessità che scaturisce dal suo modo di raccontare storie lascia pensare a molti: “un film che va spiegato non è un film da considerare un capolavoro”. Noi non siamo d’accordo. Un film che porta centinaia di persone a porsi delle domande, a voler capire, sondare e approfondire, è un film che merita assolutamente di essere considerato originale e di altissimo livello.
Il modo in cui Lynch riesce a parlare di sogno, di subconscio, e mischiare il tutto all’interno della realtà è da considerarsi geniale. Mulholland Drive è un capolavoro di sceneggiatura.
In tutta la prima parte lo spettatore vive il dramma psicologico della protagonista fatto di realtà onirica e interiore. In tutta questa fase viviamo in empatia profonda con la protagonista, come lei non capiamo esattamente se quello che vediamo è reale o meno. Sappiamo che ci sono componenti di realtà ma non possiamo capire esattamente cosa stia succedendo.
E’ nella seconda parte che la realtà si manifesta e comprendiamo cosa accade. Siamo nella mente di Diane. Come solitamente succede nelle sue produzioni, Lynch inserisce diverse figure ambigue come Il Cowboy, il Clochard, l’uomo dietro al vetro e la coppia di anziani. Volutamente queste figure tendono a rimanere ambigue e liberamente interpretabili dagli spettatori.
Abbiamo trovato diverse spiegazioni “autonome” in rete e altre abbiamo cercato di crearle noi. Nei sogni capita di visualizzare persone che non conosciamo o che non abbiamo mai visto (come la coppia di piccoli anziani o l’uomo dietro al vetro per Diane), oppure di sognare gente che abbiamo visto una volta di sfuggita (come accade ad esempio a Diane con il Cowboy).
Come diceva Jung: «Tutta la creazione onirica è sostanzialmente soggettiva, e il sogno è un teatro in cui chi sogna è scena, attore, suggeritore, regista, autore, pubblico e critico insieme»
Stando a questo ogni personaggio potrebbe rappresentare una parte di noi e della nostra coscienza. Per Diane l’uomo dietro al vetro potrebbe rappresentare, come dicono
i “cineuforici”, il “timoniere” del sogno; può infatti sospendere o riavviare gli avvenimenti a suo piacimento, spiegando così la realtà parafrasata nel sogno. Quindi potrebbe essere il subconscio di Diane. Il clochard potrebbe rappresentare la corruzione e il fallimento, il cowboy l’infanzia tradita o la figura paterna che la protegge e difende.
«Ehi, bella ragazza… È ora di svegliarsi. (Il cowboy a Diane)»
Secondo i cineuforici la scena del cowboy che entra nella stanza e dice a Betty/Diane di svegliarsi (minuto 6:22 del video) “è senza dubbio la migliore scena del film, forse la più grande nell’intera opera di Lynch. E’ una scena che ha significato quasi metafisico: la vita non ha significato.
Le forze superiori gestiscono il destino di ognuno. La parte più surreale dell’opera è una metafora di tutto ciò che sta accadendo a Betty: Tutto è falso, tutto è registrato. Anche quando la cantante muore, la musica e la sua voce continuano a suonare. Il pubblico non è chiamato a godere veramente lo spettacolo, si limita solo a guardare.
La scena “di Silencio” è come un sogno all’interno di un sogno, basti pensare al fatto che le due vanno a teatro nel mezzo della notte, quando, presumibilmente, il teatro sarebbe chiuso; ed esprime il subconscio di Betty ad un secondo livello. Incredibile il senso di irrealtà nel ritorno a casa, per non parlare di quando la mdp viene risucchiata nella scatola…”
Silencio… No hay banda. // È tutto registrato. // È tutto un nastro. // È solo un’illusione.
(Il presentatore, durante lo spettacolo al Club Silencio).
Il film è sicuramente un cult da vedere, analizzare e approfondire. E’ un film per gli amanti del cinema e delle trame intricate, non è una pellicola per tutti ma solo per chi ha voglia di interrogarsi e riflettere. Non a caso il regista lascia libera interpretazione agli spettatori, perché anche se è un film che racconta una storia distante da noi allo stesso tempo ci coinvolge, poiché tutti siamo sognatori, tutti abbiamo una mente onirica e un subconscio, ed è davvero interessante vederlo così raccontato all’interno di un film. Un film che sicuramente dovrebbero vedere gli psicologi.
Ci sarebbero ancora molte cose da analizzare e sviscerare ma vogliamo lasciare la parola al nostro Drink che a questo film si ispira. Un cocktail che è un sogno, che sicuramente ci farà scoprire di più su noi stessi. Assaggiare per credere.
LA RICETTA
Gian Paolo Di Pierro, barmanager del club Derrière di Roma
INGREDIENTI:
30 ml Teeling Irish whiskey
20 ml Cocchi storico
30 ml Campari Bitter
10 ml Chartreuse Verde
2 das Angostura bitter
Bicchiere: Hurricane
Garnish: Lime disidratato e ciuffo di menta
PREPARAZIONE:
Mescolare tutti gli ingredienti con ghiaccio e filtrare in coppetta.
ISPIRAZIONE:
Drink ispirato al visionario film che prende il via da un incidente stradale sulla famosa Mulholland Drive di Hollywood.
Parlando di strade, boulevard e vite mondane, non si poteva che rendere omaggio a un grande classico della miscelazione, appunto, il Boulevardier, con un “incrocio” (ops!) spiccatamente irlandese.
Non solo la sostituzione del whisky americano con un superbo Teeling irlandese, espressione della sapienza della famiglia Cooley, ma anche un intreccio con la ricetta di un altro drink classico, il Tipperary.
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